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Questa sezione descrive gli obiettivi, le domande di ricerca, la metodologia e il campione della prima ricerca (RAY-MON), che si propone di analizzare e monitorare.

Obiettivi e domande di ricerca

Il progetto ‘Research-based analysis and monitoring of Erasmus+: Youth in Action’ (RAY-MON) si propone di analizzare e monitorare le attività, i progetti e i risultati conseguiti da E+/YiA, al fine di offrire elementi di analisi utili all’implementazione del Programma e allo sviluppo della sua prossima generazione5.

Il progetto prosegue un percorso di ricerca sviluppato tra il 2009 e il 2013 (Fennes, Gadinger, & Hagleitner, 2012; Fennes, Hagleitner, & Helling, 2011), il quale ha dimostrato che i progetti di mobilità giovanile producono effetti non solo sui partecipanti – giovani, youth leader e youth worker – ma anche sui responsabili dei progetti, sulle loro organizzazioni e sui loro contesti locali di riferimento.

A partire dal suo obiettivo generale, la ricerca si propone di analizzare e monitorare, nello specifico: gli effetti dei progetti finanziati tramite E + / YiA sugli attori coinvolti (pp e PL), sulle loro organizzazioni e sui contesti locali di riferimento; il profilo dei PP e dei PL coinvolti nei progetti; lo sviluppo e la gestione dei progetti finanziati; il livelli di accesso al Programma da parte dei giovani (in particolare i giovani con meno opportunità) e delle organizzazioni dei gruppi che operano nello youth field; più in generale, l'attuazione di E+/YiA.

Pertanto, il progetto di ricerca si propone di rispondere alle seguenti domande: quali sono gli effetti dei progetti finanziati da E+/YiA sui partecipanti, i responsabili dei progetti, le loro organizzazioni e i contesti locali? Quali caratteristiche assume l’ambiente entro cui di sviluppano le attività di ‘Gioventù in azione’, in particolare per quanto riguarda l'accesso al Programma, lo sviluppo e la gestione dei progetti, il sostegno offerto dalle strutture di finanziamento?

Metodologia e campione

La ricerca è stata condotta attraverso la realizzazione di due survey multilingua somministrate in modalità CAWI, rispettivamente, ai PP e ai PL coinvolti nei progetti finanziati nell’ambito di E+/YiA. Ai PP e ai PL sono stati somministrati due questionari6 differenti ma interconnessi, al fine di poter ‘triangolare’ le risposte fornite e poter, in particolare, confrontare gli effetti (auto)percepiti dai PP con il punto di vista (esterno) dei PL. Ciascun beneficiario del Programma è stato intervistato a una distanza compresa tra i 2 e i 10 mesi dalla conclusione del progetto cui ha partecipato: questo consente di poter cogliere un punto di vista più distante e riflessivo sull’esperienza e gli effetti percepiti.

In particolare, di seguito vengono discussi i risultati delle due survey condotte, lungo due successive wave di rilevazione, tra ottobre 2015 e aprile 2016: le survey hanno coinvolto i PP

5 Per una descrizione dettagliata degli obiettivi e delle domande di ricerca si veda: Bammer, Fennes, & Karsten (2017).

6 I questionari, condivisi da tutte le agenzie nazionali coinvolte nel RAY network, erano disponibili in 25 lingue.

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Per ciascuno dei paesi coinvolti nel progetto è stato selezionato un campione di soggetti cui somministrare il questionario.

Il sottocampione italiano è stato selezionato tra i PP e i PL di progetti finanziati nel 2014 e 2015 all’interno della KA105 - YWM, della KA218 - TCA e della KA347 – SD, identificando i partecipanti a progetti le cui attività iniziavano da settembre a novembre 2015 per la prima somministrazione ed entro maggio 2016 per la seconda.

I nominativi da contattare sono stati forniti dalle organizzazioni beneficiarie il cui progetto finanziato è stato estratto dal database EplusLink fornito dalla Commissione Europea, in base alla data di inizio e conclusione del progetto. In riferimento ai progetti finanziati dall’ANG, su una popolazione complessiva di 6989 partecipanti alle KA suddette, sono stati contattati 1241 partecipanti (1075 PP e 166 PL).

Il tasso di risposta è pari al 54,9% per i PL (che si è ridotto al 42,7% dopo le attività di data clearing) e al 42,7% per i PP (che si è ridotto al 32,8% dopo le attività di data clearing).

Tab. 1.1.1. Documentazione delle survey (dati relativi ai progetti finanziati all’ANG)

PP PL

In totale nell’analisi proposta di seguito sono stati considerati complessivamente 1912 questionari, di cui 318 rivolti a PL e 1594 rivolti a PP. Di questi, tra i PP 1183 sono di

“origine”7 italiana, 334 hanno partecipato a progetti finanziati dall’ANG e 273 hanno svolto il proprio progetto in Italia; tra i PL 260 sono di “origine” italiana, 70 hanno partecipato a progetti finanziati dall’ANG e 69 hanno svolto il proprio progetto in Italia.

Il percorso di analisi

Le considerazioni sviluppate nelle pagine seguenti sono il risultato di un percorso di analisi che ha visto due precedenti momenti di discussione e confronto: il primo tra l’équipe dell’ANG e l’équipe di ricerca del DSPSC; il secondo tra l’équipe dell’ANG e le altre agenzie incaricate a livello nazionale di implementare E+. Le analisi presentate di seguito sono, pertanto, da intendersi come l’esito dell’analisi dei dati e della discussione sviluppata sin qui.

7 L’indicazione fa riferimento sia ai giovani residenti in Italia, sia a quanti provengono dall’Italia in quanto

“sending partner”. Di seguito utilizzeremo questo metadato, in quanto è quello disponibile nel Mobility Tool utilizzato per l’estrazione del campione. È comunque utile segnalare che, secondo le indicazioni offerte dagli intervistati, i PP intervistati residenti in Italia sono 1146, mentre i PL sono 229.

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prevalentemente a identificare i risultati emergenti tra PP/PL. Tutte le variabili sono state poi incrociate per genere, età, livello di istruzione, ecc. Il passo successivo è stato quello di costruire alcuni indici sintetici.

Il percorso di analisi presentato nelle pagine seguenti segue una struttura condivisa dal Network RAY, che ripercorre quella impiegata nel report transnazionale (Bammer, Fennes,

& Karsten, 2017).

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Che caratteristiche hanno i progetti cui hanno partecipato i giovani intervistati? Quali tematiche affrontano? Quali funzioni svolgono i soggetti che vi aderiscono? Quali sono le caratteristiche socio-demografiche dei giovani partecipanti? Quali ragioni li spingono ad aderire a E+/YiA? Assumendo a riferimento questi interrogativi, di seguito viene proposto un profilo dei progetti realizzati, dei PL coinvolti e, con maggiore dettaglio, dei PP.

I progetti

Facendo riferimento alle risposte fornite dai giovani intervistati al questionario i progetti cui questi hanno partecipato si distribuiscono nel modo seguente in riferimento al tipo di azione:

il 70,1% dei PL e poco meno della metà (49,6%) dei PP ha partecipato a uno YE; poco più di un quarto (26,1%) dei PL e un terzo dei PP ha, invece, partecipato a progetti di YWM8 o ad attività del TCA (KA1); d’altro canto, il 6,1% dei PP il 2,2% dei PL intervistati ha partecipato a progetti di Servizio Volontario Europeo, mentre il 4,1% dei PP e l’1,6% dei PL a incontri di Dialogo Strutturato tra giovani e responsabili delle politiche giovanili (KA3)9.

Tabella 1.2.1Principali temi affrontati durante il progetto

Tema del progetto %

Inclusione di persone svantaggiate o marginalizzate nella società 30,2

Cittadinanza attiva e partecipazione nella società civile e alla vita democratica 29,9

Discriminazione 28,0

Diritti Umani, diritti fondamentali 25,2

Istruzione, formazione, apprendimento 23,3

Tematiche ambientali 19,8

Salute, benessere 18,6

Sviluppo e gestione del progetto 17,9

Media e ICT, inclusi i social media e internet 17,6

Solidarietà con persone in situazioni di difficoltà 15,7

Democrazia 15,1

Politiche o strutture dell’Unione Europea 10,7

Sviluppo delle politiche giovanili 8,2

Base 318

(PL - q6PJTHEME)

8 Seminari transnazionali/internazionali, corsi di formazione, eventi di contatto, visite di studio, ecc.

9 Il 6,1% dei PP risponde “Non so, non ricordo”. Occorre tuttavia segnalare che, in alcuni casi, non vi è coerenza tra le risposte dei beneficiari e i dati del mobility tool. Se facciamo riferimento a quest’ultimo, la distribuzione del “tipo di attività” si presenta nel modo seguente: tra i PP, il 48,9% ha partecipato a uno YE, il 5,3% a un progetto di SVE, lo 0,3% a un’attività di SD, il 45,6% a progetti di YWM o attività del TCA; tra i PL, il 74,5%

ha partecipato a uno YE, l’1,9% a un progetto di SVE, lo 0,6% a un’attività di SD, il 23,0% a progetti di YWM o attività del TCA.

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da 30 differenti Agenzie Nazionali – in prevalenza dall’Italia (poco più di un quinto dei progetti considerati), dalla Turchia e dalla Germania (rispettivamente, poco meno di un progetto su dieci). Lo svolgimento dei progetti ha riguardato complessivamente 36 Paesi, con un valore mediano di 5 Paesi coinvolti in ciascun progetto10. La lingua impiegata è stata, nella quasi totalità dei casi, l’inglese.

Il questionario somministrato ai PL, consente di rilevare che i progetti hanno riguardato prevalentemente (vedi Tabella 3.5.1) temi quali la “Diversità culturale”, l’“Educazione/apprendimento non-formale, apprendimento informale”, lo “Sviluppo personale”, le questioni europee e lo youth work. Tra i temi meno ricorrenti vi sono, invece, lo “Sviluppo sostenibile”, la “Non-violenza”, l’“Auto-imprenditorialità”, il “Lavoro, sviluppo professionale”, come pure le “Politiche giovanili” e il loro “Sviluppo”.

I project leader

I PL coinvolti nei progetti considerati sono nella maggioranza relativa dei casi di genere femminile (51,9%) e hanno un’età media di 34 anni.

Si tratta di un gruppo di soggetti dotato di un livello di istruzione generalmente molto elevato: il 61% è, infatti, in possesso di un titolo di studio terziario (“Università, Politecnico, Alta formazione”), il 15,4% ha conseguito la maturità liceale e uno su dieci un diploma di scuola media secondaria tecnica o professionale. Questo elemento è, peraltro, confermato dal fatto che i PL intervistati hanno completato, come valore mediano, 17 anni “di istruzione formale (scuola, formazione professionale, università)”.

Verifichiamo ora la loro collocazione sull’asse formazione-lavoro, fermando l’attenzione sui 12 mesi precedenti la somministrazione del questionario e sulle attività svolte “al di fuori del[…]l’organizzazione per la quale [erano] stat[i] coinvolt[i] nel progetto”. Quattro PL su dieci sono occupati: il 14,2% con un impiego a tempo pieno, il 10,4% con un contratto part-time, il 15,4% svolge un lavoro autonomo. Si definisce “disoccupato” il 9,7% del campione intervistato, laddove il 12,9% un’attività di volontariato, il 4,4% dichiara di aver svolto un lavoro (di cura) non retribuito e il 4,1% uno stage. Il 18,9% degli intervistati ha svolto, nel periodo di riferimento, “un percorso di istruzione o formazione”. Di questi, il 10,0% frequentato una scuola secondaria superiore, la grande maggioranza (71,7%) un corso di studi universitario, il 13,3% ha svolto un tirocinio.

Anche in virtù della composizione del campione, per più dei quattro quinti degli intervistati la prima lingua è l’Italiano.

Occorre, poi, rilevare che si tratta di soggetti che solo in una ristretta minoranza di casi dispongono di “minori opportunità” (4,7%) o appartengono a una minoranza culturale, etnica, religiosa o linguistica (5,7%).

La gran parte dei PL intervistati aveva già partecipato, prima dell’adesione al progetto cui si riferisce l’intervista, ad altri progetti supportati all’interno di E+/YiA (o da precedenti programmi giovanili europei)11. Nel merito del progetto considerato, poco meno del 6%

degli intervistati ha partecipato al progetto “su base volontaria, senza ricevere compenso”; l’11% lo ha fatto sulla base di “un contratto temporaneo” limitato allo svolgimento del progetto, mentre

10 Quest’ultimo dato fa riferimento al questionario somministrato ai PL.

11 Questi aspetti saranno analizzati anche nel § 1.7.

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Il ruolo svolto nell’ambito del progetto è stato nel 28% dei casi “principalmente educativo (socio-pedagogico)”, per il 18,2% “principalmente organizzativo”, mentre poco più di un terzo dei PL intervistati ha svolto funzioni “in pari misura” educative e organizzative. Un’ultima considerazione riguarda il livello di coinvolgimento nel progetto che è stato complessivamente elevato, estendendosi all’intera durata o alla maggior parte del progetto per oltre due terzi degli intervistati e andando oltre la metà dello stesso in un caso su dieci, mentre solo nel 2% dei casi gli intervistati hanno dichiarato un coinvolgimento insufficiente o nullo.

I partecipanti

Analizziamo ora alcune caratteristiche socio-demografiche dei PP intervistati. Anche in questo caso, la maggior parte degli intervistati (61,5%) è di genere femminile. La loro età è mediamente più bassa di quella dei PL, distribuendosi nel modo seguente: il 4,2% ha meno di 18, il 46,4% un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, il 40,3% tra i 26 e i 35 anni, il 9,1% ha più di 35 anni. Si tratta, inoltre, di soggetti che vivono prevalentemente in aree metropolitane (sopra i 500.000 abitanti) (25,3%), urbane/suburbane (tra 100.000 e 500.000 abitanti) (24,2%) o di dimensioni intermedie (tra 25.000 e 100.000) (16,6%); gli altri vivono in piccoli centri o cittadine (tra 5.000 e 25.000) (20,1%) e solo una minoranza in piccoli centri (meno di 5.000 abitanti) o in aree rurali (13,8%).

Un approfondimento specifico va fatto in relazione al capitale umano e culturale. In primo luogo, emerge che gli intervistati dispongono di una dotazione di capitale culturale elevata:

analizzando i dati relativi all’Indice di Capitale Culturale12 (ICC), possiamo verificare che il 18,1% degli intervistati proviene da famiglie con capitale culturale basso, mentre un quarto da famiglie con capitale culturale medio-basso; la maggior parte degli intervistati si colloca nel livelli superiori dell’ICC: il 19,1% possiede un capitale culturale medio-alto, mentre più di un intervistato su tre si colloca nel gradino più elevato dell’ICC, con una proporzione che arriva al 36,9% per le giovani donne.

A questo corrisponde una altrettanto significativa dotazione in termini di capitale umano. I giovani qui considerati hanno completato, come valore mediano, 16 anni “di istruzione formale”. In particolare, il 25,9% degli intervistati possiede un diploma di istruzione secondaria superiore e il 50,9% ha conseguito un titolo di studio universitario, con una proporzione di poco inferiore ai tre quinti per le donne.

Fermiamo ora l’attenzione sulla collocazione dei PP intervistati all’interno del percorso formazione-lavoro. Nei 12 mesi precedenti la somministrazione del questionario13, poco più di un terzo degli intervistati (36,9%) è stato impegnato per “almeno 3 mesi” in un “percorso di educazione e formazione”. Il 15,1% ha avuto per “almeno 3 mesi” un impiego a tempo pieno, il 12,2% un impiego part-time e l’8,8% ha svolto un lavoro autonomo. Il 16,4% ha svolto un’attività di volontariato e il 9,2% uno “stage/tirocinio”; il 5,% dichiara di aver svolto un lavoro (di cura) “non retribuito”. Infine, il 9,5% si dichiara “disoccupato”.

È stato, inoltre, chiesto ai PP se, “durante i 12 mesi prima del progetto” avessero trascorso – a prescindere dalla loro collocazione sull’asse formazione-lavoro – “almeno 3 mesi” in un

12 Tale indice è stato costruito – sia per RAY-MON che per RAY-LTE, combinando le informazioni relative al titolo di studio conseguito dal “padre/tutore maschile” e dalla “madre/tutore femminile”.

13 La domanda prevedeva la possibilità di indicare più modalità di risposta.

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Passiamo ad analizzare le esperienze (pregresse) di mobilità dei giovani che partecipano a E+/YiA. La tabella 3.5.2 evidenzia – assumendo come riferimento quanti provengono dall’Italia – la quota di intervistati che avevano già compiuto, prima del progetto, le esperienze di mobilità indicate nel questionario.

Tabella 1.2.2. “Prima del Progetto avevo già visitato o vissuto in un altro paese perché …”

Motivo %

Sono andato all’estero per vacanza 72,5

Sono andato all’estero con la mia classe/scuola 51,1

Ho partecipato a uno scambio giovanile 37,9

Ho fatto un corso di lingua all’estero 27,2

Ho effettuato un tirocinio o uno stage all’estero 15,6

Ho studiato all’università in un altro Paese 14,5

Ho vissuto in un altro Paese 13,5

Ho avuto un lavoro all’estero 12,6

Sono andato a scuola in un altro paese per almeno un semestre, nel quadro di un programma organizzato 11,1

Ho vissuto in altro paese con i parenti 5,8

Ho fatto un corso di formazione professionale all’estero 5,0

Sono nato in un altro Paese 4,1

Ho lavorato alla pari 3,6

Vivo in una zona di confine internazionale e lo posso attraversare facilmente 3,6

Sono andato in un altro paese per vivere con il mio partner 3,4

Base 1183

(PP – q27MOBEXP)

Per rendere più agevole l’analisi dei dati è stato costruito un “Indice di propensione alla mobilità” (IPM). Un primo elemento di interesse è che solo il 15,7% degli intervistati provenienti dall’Italia non ha fatto nessuna delle esperienze di mobilità indicate dal questionario; l’indice assume un valore Basso per il 35,7%. Per la restante metà degli intervistati l’indice assume, invece, un valore Medio (31,3%) o Alto (17,3%), restituendo così la rappresentazione di una propensione alla mobilità generalmente significativa. Valga qui sottolineare un aspetto: più di un terzo degli intervistati aveva già partecipato a uno

“scambio giovanile”, poco meno di 1 su 6 aveva già effettuato un tirocinio all’estero o frequentato dei corsi universitari, 1 su 10 aveva già frequentato una scuola estera nell’ambito di un programma.

Un ulteriore aspetto da considerare è quello relativo alle competenze linguistiche degli intervistati. Anche in virtù delle procedure di selezione del campione, per tre quarti degli

14 Se limitiamo l’attenzione al 36,9% dei PP intervistati che, alla domanda considerata in precedenza, hanno indicato di essere impegnati in un “percorso di educazione e formazione”, i risultati si distribuiscono come segue: il 23,6% ha frequentato una scuola media superiore, il 62,8% ha frequentato l’università, il 10,4% ha svolto un tirocinio o un corso di formazione professionale, il 9,2% ha svolto “un altro tipo di percorso di istruzione o formazione”.

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dall’Italia. Il 94% degli intervistati dichiara, inoltre, di utilizzare in famiglia la lingua ufficiale del Paese in cui vive. D’altro canto, solo un quinto di quanti provengono dall’Italia utilizza in famiglia anche lingue diverse da quella ufficiale del Paese in cui si vive, mentre ciò riguarda un terzo degli intervistati provenienti da altri contesti. Si tratta, dunque, di soggetti che, in generale, non utilizzano quotidianamente lingue diverse da quella madre.

Queste considerazioni vanno inserite nel quadro di progetti in cui – secondo le indicazioni di 4 intervistati su 5 – tutti i partecipanti impiegano una sola lingua, in generale l’Inglese:

pertanto, solo di rado gli intervistati hanno “potuto partecipare pienamente al progetto utilizzando la [propria] madrelingua” e, in ogni caso, la totalità ha comunque utilizzato un’altra lingua. A ciò corrisponde che, tra quanti provengono dall’Italia, quasi un intervistato su cinque ha incontrato difficoltà “nel partecipare al progetto per motivi linguistici”, mentre quattro su cinque hanno dichiarato che il team del progetto e/o gli altri partecipanti “hanno aiutato a comprendere quando è stato necessario”.

L’ultimo aspetto considerato nel delineare il profilo dei PP è legato alle motivazioni che sottendono la loro partecipazione al Programma. La tabella 3.5.3 illustra nel dettaglio le risposte offerte dagli intervistati, sulla base del genere e dell’età degli intervistati.

Tabella 1.2.3. “Ho partecipato al progetto per…”

Genere Età Totale

F M < 18 18 - 25 26 - 35 35 >

Fare nuove esperienze 68,0 73,4 89,6 82,2 60,5 41,0 70,0

Per il mio sviluppo personale 64,1 66,0 52,2 68,1 64,8 52,8 64,7

Entrare in contatto con persone di altri retroterra culturali e di altri Paesi 62,9 65,0 71,6 70,8 58,8 45,1 63,7 Sviluppare abilità nelle lingue straniere 55,0 60,5 80,6 65,5 50,5 31,9 57,1

Coinvolgermi in tematiche politico-sociali 27,4 33,7 11,9 29,7 33,4 23,6 29,9 Migliorare la mia conoscenza sull’Europa 25,8 34,7 22,4 31,9 27,7 25,7 29,2 approfondire la conoscenza delle lingue straniere, conoscere altri Paesi, cui si associano motivazioni di tipo ludico. Di rilievo generale è, inoltre, la percentuale di accordo con l’item che fa riferimento alla possibilità di contribuire allo sviluppo personale. Rispetto ai maschi, le femmine dimostrano un’attenzione relativamente più pronunciata nei confronti delle specifiche tematiche affrontate, così come per la possibilità di porsi nuovi obiettivi futuri.

Meno pronunciate sono invece le motivazioni di carattere politico, istituzionale e lavorativo, che ricevono un riscontro che, però, tende a crescere con l’età.

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Questo capitolo illustra i dati relativi ad uno degli ambiti cui è stata posta, nel corso della ricerca, maggiore attenzione: le competenze che i beneficiari acquisiscono – in particolare in termini di conoscenze, capacità e pratiche – nel corso dei progetti finanziati attraverso E+/YiA. Approfondimenti specifici vengono dedicati alle competenze connesse all’educazione non formale e allo youth work, da un lato, e agli effetti che la mobilità produce sui futuri progetti di formazione e lavoro dei PP e PL intervistati.

Le conoscenze

Nel questionario somministrato ai PP è stata prevista un’apposita batteria di item orientata a verificare quali siano gli ambiti tematici in relazione ai quali i beneficiari ritengono di aver acquisito nuove conoscenze.

Va detto, in primo luogo, che solo un’esigua minoranza di intervistati (1,4%) dichiara “Non ho appreso nulla di nuovo in questo progetto”, attestando, così, il rilievo del Programma nella formazione di quanti vi aderiscono.

Se passiamo ad analizzare gli ambiti tematici proposti nel questionario, il dato di maggior rilievo è indubbiamente quello secondo cui più dei due terzi degli intervistati indicano di aver imparato, in virtù della partecipazione al Programma, “qualcosa di nuovo” sulla “Diversità culturale” (69,3%), contrassegnando – a nostro avviso – uno dei risultati più significativi prodotti dal Programma.

Altrettanto significativa è l’indicazione relativa all’“Educazione non-formale, apprendimento informale”, che costituisce una delle caratteristiche peculiari dell’approccio del “settore Gioventù” nel Programma e che – come vedremo meglio nella seconda parte di questo lavoro – non ha ancora trovato pieno riconoscimento nel panorama nazionale. Questo dato è poi rafforzato dal dato secondo cui il 47,0% dei PP intervistati ha imparato qualcosa di nuovo sullo youth work.

Vi sono altri due ambiti tematici che raccolgono più del 40% delle indicazioni: il primo è lo

Vi sono altri due ambiti tematici che raccolgono più del 40% delle indicazioni: il primo è lo