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85 IDR III/1, 106.

1.11. IL PERIODO DELL’ANARCHIA MILITARE

In seguito all’assassinio di Severo Alessandro, l’esercito della Dacia sostenne, per l’ascesa al principato, Massimino il Trace, tanto che alcune truppe parteciparono all’assedio di Aquileia, ma durante il suo regno si verificarono dei conflitti che coinvolsero anche la provincia transdanubiana. Fin dagli anni precedenti, infatti, la situazione intorno ai confini della provincia aveva iniziato a mutare, a causa di spostamenti di popolazioni e di incremento di potere di alcune di esse. Ad ovest gli Iazigi erano diventati potenti, tanto da controllare anche i Daci stanziati ad occidente del

limes: contro di essi venne combattuta una guerra che coinvolse l’esercito della Dacia e,

forse, anche quello della Pannonia Inferior135 e in occasione della quale l’imperatore guadagnò i titoli di Dacicus Maximus e Sarmaticus Maximus136. Questa guerra contro i Sarmati si svolse nel 236 d.C., mentre abbiamo informazioni più incerte riguardo un conflitto contro i Daci liberi, a partire dal teatro di guerra stesso: secondo alcuni si

132

Cassius Dio, Historia Romana, LXXIX, 27, 5.

133

Cassius Dio, Historia Romana, LXXX, 3, 1-2.

134 Si vedano, ad esempio: CIL III 950 = IDR III/4, 260 è un altare onorifico posto per l’imperatore

dall’unità ausiliaria ospitata nel campo di Sȋnpaul, in Dacia Apulensis; IDR III/3 46 attesta la

ricostruzione da parte dell’imperatore delle terme militari della cohors II Commagenorum a Micia. L’ala

Tungrorum Frontoniana fece erigere due dediche onorarie, una per Severo Alessandro, una per Giulia

Mamea (CIL III 797 e 798).

135 Nemeth 2005, pag. 61; Nemeth 2007b, pag. 226. 136

svolse nell’area settentrionale e nord-orientale della Dacia137, secondo altri nelle regioni occidentali e settentrionali della provincia138.

Durante il regno di Gordiano III, la provincia attraversò un periodo tranquillo, durante il quale non pare essere stata attaccata direttamente dai nemici, anche se, ai confini orientali, la Mesia Inferiore era minacciata dai Goti, popolazione stanziata nella moderna Ucraina e il cui potere era in ascesa, e dai Carpi, un’unione tribale insediata nella Moldavia centrale. Alcune truppe della Dacia parteciparono alla campagna orientale di Gordiano III, conclusasi nel 244139. Nell’età di Filippo l’Arabo, i Carpi attaccarono brutalmente la provincia: le fonti non dicono con precisione quando questa guerra ebbe luogo; tuttavia, grazie all’epigrafia, alla numismatica ed all’archeologia è possibile supporre che Filippo abbia dato inizio al conflitto contro i Carpi nell’estate o nell’autunno del 247 d.C., dopo aver nominato Augusto il figlio ancora in tenera età140. Sempre secondo l’ipotesi di Piso, la battaglia decisiva contro i Carpi si svolse, con molta probabilità, alla fine del 247, dopodichè l’imperatore e le sue truppe svernarono in Dacia e in quest’occasione vennero anche ricostruite, manu militari, le mura della nuova colonia di Romula, probabilmente danneggiate proprio nel corso di questo conflitto, come attesta un’iscrizione databile al 248 d.C.141. Ad avvalorare lo svolgimento di questo conflitto tra la fine del 247 e l’inizio del 248 rimangono alcune iscrizioni, tra cui quella di Sarmizegetusa posta dal concilium trium Daciarum come manifestazione di devozione all’imperatore, da datarsi all’inizio del 248 d.C.142, l’altare onorifico, estremamente frammentario, fatto erigere a Slăveni dall’ala I Hispanorum per

i due imperatori, databile anch’esso al 248 d.C.143; da menzionare inoltre l’attestazione di devozione da parte dell’ala I Hispanorum Campagonum di Micia nei confronti di

Philippus Iunior, che porta ancora il titolo di caesar, unito a quello di princeps iuventutis144. Sembra verosimile, secondo Piso, che tutte queste manifestazioni di devozione, unitamente alla presenza a Romula della legione XXII Primigenia, siano da 137 Opreanu 1998b, pp. 87 ss. 138 Piso 1982. 139 Benea 2006a. 140 Piso 1974. 141

CIL III 8031 = IDR II, 324; altre due iscrizioni (IDR II 325 e 326), scoperte da D. Tudor nel muro di Filippo l’Arabo, attestano il coinvolgimento nell’opera edilizia della legio XXII Primigenia p.f.

Philippianorum, che faceva parte dell’esercito della Germania Superior. Un’altra iscrizione di Romula,

datata all’estate del 247 d.C. manifesta la devozione ai due imperatori, padre e figlio, da parte della VIII

centuria della Legio VII Claudia p.f. (IDR II 327).

142 IDR III/2 81. 143 IDR II 500. 144

riferire ad un periodo immediatamente successivo la vittoria di Filippo sui Carpi, che quindi sarebbe da datare intorno alla fine del 247 d.C. e non prima; se l’imperatore avesse trascorso l’inverno del 248 d.C. in Dacia insieme alle truppe, avrebbe avuto il tempo sufficiente per partire all’inizio della primavera alla volta dell’Italia per celebrare il millenario di Roma145. Se dunque la datazione di questo conflitto non è sicura, le iscrizioni e i ripostigli monetali mostrano che i Carpi penetrarono nella Dacia meridionale, devastando le deboli fortificazioni lungo il limes transalutanus, danneggiando e saccheggiando l’Oltenia e la linea fortificata lungo l’Olt146, attraverso il quale probabilmente risalirono anche fino alla Transilvania attraverso i Carpazi meridionali, saccheggiando e prendendo prigionieri147.

In seguito a questo conflitto, l’imperatore Filippo riorganizzò la difesa nel settore danubiano, dando vita ad una forma di cooperazione militare tra le province del basso e medio Danubio, tra cui la Dacia, le due Pannonie e le due Mesie, sotto la guida di un solo comandante, con quartier generale a Sirmium in Pannonia. Indubbiamente questo dispositivo difensivo, nelle mani di un solo comandante, costituiva, dal punto di vista della politica interna, un’arma molto pericolosa per l’imperatore: tra i comandanti di questo esercito, infatti, alcuni divennero imperatori, altri contro-imperatori148. Il successore di Filippo l’Arabo, Traiano Decio, fu proclamato imperatore proprio dall’esercito danubiano, di cui fu comandante: egli morì nel 251 sul campo di battaglia in Mesia Inferiore nel corso della guerra contro i Goti, che avevano attaccato la provincia. Questi scontri toccarono molto probabilmente anche la Dacia, dal momento che, su una base di statua onoraria dedicata dalla colonia di Apulum nel 250 d.C., Decio è chiamato con l’epiteto restitutor Daciarum149.