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IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE E IL CATALOGO

Lo scopo del catalogo non è semplicemente quello di fare una lista di libri, ma anche di rivelare le relazioni e di aiutare i lettori che abbiano informazioni insufficienti o errate.

Seymour Lubetzky

La comunicazione e il ricupero delle informazioni costituiscono l’aspetto cen- trale del sistema catalogo. Qualsiasi comunicazione nel cammino dalla fonte al destinatario passa attraverso un processo di codifica e decodifica, corretto dal- la possibilità di una retroazione (feedback) da parte del destinatario della co- municazione stessa. La registrazione è la rappresentazione convenzionale di un documento tramite un linguaggio documentario, cioè un linguaggio normaliz- zato, basato su convenzioni codificate. Come gli studi di Jakobson sullo sche- ma della comunicazione linguistica hanno avuto applicazione anche in sede di critica letteraria, così alcune considerazioni compiute da Shannon e Weaver sulle comunicazioni telefoniche possono considerarsi utili per comprendere il significato e la funzione del catalogo. Essi riconducono il processo della comu- nicazione a

S ––––-> C >>>>>>>>>> D ––––-> R

dove S indica la sorgente, C la codifica, D la decodifica e R il ricevente. A.C. Fo- skett lo ha interpretato bibliograficamente: «Nel ricupero dell’informazione la

sorgente corrisponde all’autore, i processi di codifica corrispondono alle parole

della lingua naturale e ai processi di stampa (o a qualsiasi altro medium utiliz- zabile), il canale è il documento stesso e il suo procedere dall’autore al lettore, i processi di decodifica includono il lettore e la sua capacità di comprendere il messaggio nella forma in cui gli si presenta». Foskett si riferisce all’indicizza- zione per soggetto, ma i modelli di comunicazione possono valere in generale per qualsiasi sistema di ricupero. Il catalogo per autore si basa su un linguag- gio legato agli aspetti formali e alle caratteristiche letterarie del documento; il catalogo per soggetto si basa su un linguaggio che si riferisce al contenuto con- cettuale dell’opera. Sono due sistemi comunicativi diversi per i quali il reperi-

mento avviene nel primo grazie a un linguaggio d’indicizzazione puro, in quan- to si fonda su elementi comunicativi peculiari di un sistema di ricupero del- l’oggetto diffuso nell’ambito della produzione, del mercato editoriale, della convenzione sociale e della citazione letteraria e nel secondo caso grazie a un linguaggio che vuole imitare il processo comunicativo naturale.

Shannon e Weaver osservano la possibilità di interferenze – chiamate gene- ricamente rumore – che ostacolano la chiarezza del messaggio e la sua esatta de- codifica. Nel catalogo per autore il rumore è determinato essenzialmente dal rapporto fra forma del nome dell’autore e opera (p.e., forme diverse del nome in edizioni diverse della stessa opera o in opere diverse, uso occasionale di pseudonimi) e fra autore e titoli editoriali delle opere (che possono essere con- siderati anch’essi forme varianti del titolo della stessa opera). Il rumore consi- ste nella variabilità degli elementi formali che possono incidere negativamente nell’allestimento della struttura organizzativa. Nell’ordinamento semantico il rumore è dato dalle varianti insite in ogni linguaggio (documentario e natura- le), come gli omonimi, i sinonimi, le ampiezze semantiche dei descrittori. La ri-

dondanza può fare da antidoto al rumore: un surplus di informazioni che non

aggiunga nulla di sostanzialmente nuovo in un messaggio non “degradato” può, tuttavia, risultare utile (o addirittura indispensabile) in presenza di inter- ferenze (p.e., un documento diverso in risposta a una determinata richiesta). Nel catalogo per soggetto la ridondanza consiste nella presenza di più voci pro- babili e, soprattutto, nell’ampiezza semantica del descrittore prescelto (p.e., Fe-

lini, Gatti o Gatti siamesi). Non possiamo parlare di ridondanza vera e propria

nel catalogo per autore, se non per quella che si concretizza nella struttura sin- detica (forma standard e forme non accolte). La rilevanza dell’accesso nel cata- logo per autore è unica, perché essa è già determinata dal concetto stesso del linguaggio basato sull’univocità del nome dell’autore o del titolo dell’opera. Non esiste una voce più rilevante di un’altra, ma forme varianti di uno stesso nome con possibilità identiche di rilevanza. Nel catalogo per autore tutte le for- me sono sinonime: la scelta dell’una o dell’altra spetta alla biblioteca e il risul- tato può differire da istituto a istituto per le realtà concrete a cui si rivolge. Fra Neri Tanfucio e Renato Fucini, ad esempio, non esiste una differenza di rile- vanza. Se cerchiamo in libreria Le veglie di Neri di Neri Tanfucio o di Renato Fucini otterremo il medesimo risultato. Entrambe le forme del nome dell’au- tore, quella anagrammata e quella anagrafica, hanno pari rilevanza in ambito di comunicazione sociale, mentre in ambito catalografico convenzionale solo una è scelta. Per il titolo la rilevanza è di altro tipo, perché il titolo è identificante l’opera, ma anche un’edizione specifica (p.e., Elogio della follia, Elogio della

pazzia, Elogio della stoltezza). Queste osservazioni restano ugualmente valide se

scritto (la ricerca in biblioteca tramite il catalogo). Spetta al catalogatore ridur- re al minimo le divergenze fra catalogo e lettore. L’ideale sarebbe disporre di un catalogo con il minimo richiamo (quantità delle informazioni) e con la mas- sima rilevanza (qualità delle informazioni), ma è spesso indispensabile amplia- re il richiamo a scapito della rilevanza. Ciò significa che occorrono intestazioni alternative quando si presentino due o più possibilità che a giudizio del catalo- gatore siano parimenti valide per il ricupero del documento registrato.

Se il linguaggio del catalogo semantico contiene tutti gli aspetti (di connes- sione, di significato/significante) del linguaggio naturale, il linguaggio del cata- logo per autore delimita il processo comunicativo a elementi univoci: la ricerca può avere solo un esito positivo o un esito negativo. Se cerco Eco, Umberto la risposta non può che essere c’è o non c’è, non esiste una terza possibilità. La ri- cerca avviene per nome dell’autore (livello primario, Eco, Umberto) e successi- vamente per titolo dell’opera (livello secondario, Il nome della rosa). Il ricupe- ro si fonda su di un procedimento binario (sì o no), poiché tutta la ricuperabi- lità è incentrata sull’individuazione di un elemento singolo di valore assoluto.

La ricerca catalografica

La ricerca può avvenire attraverso varie metodologie: la formulazione di ri- chieste precise (p.e., cerco Il nome della rosa di Umberto Eco) o molto precise (p.e., cerco la prima edizione de Il nome della rosa di Umberto Eco pubblicata da Bompiani nel settembre 1980), oppure di richieste generali (p.e., cerco un romanzo di Cesare Pavese, cerco un libro sulla rivoluzione francese) o anche di richieste generiche (p.e., cerco un giallo, cerco un libro in inglese). Ad alcune di queste domande il catalogo risponde in modo univoco, ad altre risponde in modo plurimo (la biblioteca può possedere più opere di Cesare Pavese, più edizioni de La Luna e i falò o più libri sulla rivoluzione francese); ad altre an- cora non può rispondere, perché la domanda è formulata con modalità che esu- lano dai suoi scopi. Queste richieste andranno rivolte ad altri strumenti infor- mativi o a elenchi specifici, quali cataloghi di case editrici, cataloghi di libri in commercio, bibliografie, enciclopedie. Una volta conosciuti o chiariti anche soltanto alcuni elementi indispensabili, la richiesta potrà essere formulata di nuovo al catalogo. La probabilità di ottenere risposta è direttamente propor- zionale alla qualità di redazione del catalogo e, ovviamente, all’entità della rac- colta.

La ricerca per nome di autore o per voce di soggetto dà una prima rispo- sta: la presenza o l’assenza di quel nome o di quel descrittore. Se la risposta è negativa la ricerca si ferma, oppure – prevalentemente nel catalogo per sogget-

to – prosegue sotto altre voci. Se la risposta è affermativa la ricerca necessita di un altro passaggio: la lettura della registrazione per verificare se l’edizione de- scritta è quella cercata. La ricerca potrebbe fermarsi al nome se quell’autore avesse scritto un’unica opera o – caso improbabile – se quel particolare argo- mento fosse trattato da una sola opera.

La traduzione delle informazioni bibliografiche in un linguaggio documen- tario impedisce una piena attuazione dei processi di retroazione, poiché il li- vello di risposta del catalogo è predeterminato dallo stesso linguaggio usato e ha un coefficiente di risposta limitato. Il livello di retroazione può essere eleva- to se il procedimento di ricupero avviene tramite un colloquio fra lettore e bi- bliotecario; i due interlocutori puntualizzano i concetti richiesti, il biblioteca- rio comprende i desiderata del lettore, conosce il linguaggio documentario e ri- cerca in un campo relativamente ristretto, costituito dalla collezione della bi- blioteca. Porre direttamente nel linguaggio documentario sistemi di correzione del ricupero simili a quelli della comunicazione verbale comporterebbe un ap- pesantimento insostenibile della struttura catalografica, da renderla inefficace o inutilizzabile.

1Si veda: A critique of AACR / J.A. Shinebourne. – p. 231-259. – In: Libri. – Vol. 29, no. 3

(July-Sept. 1979); La definition de l’édition et les AACR2 / Pierre Mailloux. – p. 29-34. – In: Documentation et bibliothéques. – Vol. 26, n. I (mars 1980); Individuazione bibliografica e

identificazione bibliologica / Alfredo Serrai. – p. 198-199. – In: Bollettino d’informazioni /

Associazione italiana biblioteche. – A. 21, n. 4 (ott.-dic. 1981); Opera e edizione / Diego Maltese. – p. 246-247. – In: Giornale della libreria. – A. 95, n. 10 (ott. 1982) [ripubblicata in: La biblioteca come linguaggio e come sistema / Diego Maltese. – Milano : Editrice bi- bliografica, c1985, p. 11-13]; Edizione e pubblicazione / Diego Maltese. – p. 181-182. – In: Giornale della libreria. – A. 97, n. 10 (ott. 1984) [ripubblicata in: Introduzione critica alla

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L’EDIZIONE