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Il processo di determinazione del prezzo di vendita

3.5 Un’opzione alternativa: la vendita nel mercato dei NPLs

3.5.1 Il processo di determinazione del prezzo di vendita

Passiamo ora ad analizzare il lato strategico ed operativo relativo alla gestione tramite vendita (o outsourcing), considerando il punto di vista della banca e del servicer.

In seguito all’esperienza maturata su vari progetti di gestione di NPLs, di norma si individuano due fasi sequenziali del processo di offerta:

1. Deal preparation; 2. Deal execution.

La prima è quella fase che ha come obiettivo finale quello di fornire il portafoglio finale impacchettato e pronto per la vendita. Questo sotto-processo prevede un’attività di raccolta dei dati dai vari sistemi bancari interni, l’elaborazione degli stessi e l’applicazione di criteri di esclusione. In sostanza si cerca di capire quali delle posizioni analizzate sia conveniente includere nel pacchetto oggetto di offerta e quali invece è possibile non considerare. Tale procedimento porta alla definizione del portafoglio individuato e pronto per la vendita. Per maggiori dettagli si rinvia al paragrafo precedente. A questo punto la palla passa alla deal execution che andrà a negoziare il prezzo di vendita con i potenziali acquirenti. Una volta giunti a questo punto, la banca, dopo aver effettuato tutta una serie analisi e considerazioni, è pronta ad offrire. La definizione del prezzo di vendita ruota intorno al valore effettivo delle posizioni a sofferenza. Infatti, abbiamo visto nel capitolo 2 che in linea generale i crediti all’atto dell’erogazione vengono contabilizzati per il loro valore nominale.

In base a quanto riportato nel capitolo 2 relativamente alle rettifiche di valore da apportare alle posizioni deteriorate, la percentuale di coverage viene definita di anno in anno dalla banca. Una volta effettuata la svalutazione, sarà possibile valutare l’effettivo valore delle

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posizioni analizzate, che, come descritto sopra, si sostanzia nel cosiddetto NBV (Net Book Value). Questo rappresenta ora l’effettivo valore delle posizioni contabilizzate a sofferenza, che ricordiamo rappresentare una perdita potenziale per l’istituto creditizio. Di conseguenza, la banca non avrà alcun interesse a vendere quelle posizioni ad un valore inferiore perché altrimenti rinuncerebbe a recuperare parte di quel valore. Da notare è la relazione tra il GBV e l’NBV rappresentata dalla percentuale di coverage. Abbiamo detto

che tale percentuale viene stabilita dalla banca, in base ad apposite scenario analysis49.

Il valore di bilancio (Net Book Value, NBV) delle sofferenze è significativamente superiore a quello che gli investitori attivi in questo mercato (tipicamente fondi di tipo speculativo internazionali – hedge funds) sono disposti a pagare. Infatti, come afferma il Governatore della banca d’Italia, Ignazio visco, “Nel biennio 20134-15 la percentuali di recupero si sono ridotte a circa il 35% in media rispetto al 43% della media del decennio

2006”50. Per i prezzi di mercato non esistono dati rappresentativi, perché il mercato è

molto “sottile” e i prestiti ceduti sono piuttosto eterogenei quanto a tipologia, garanzie e grado di svalutazione.

Gli investitori di mercato, invece, hanno una prospettiva economica diversa da quella delle banche, e ricorrono a differenti metodologie di stima del valore delle sofferenze. Essi infatti

• deducono dal prezzo offerto tutti i costi indiretti di gestione (oneri amministrativi e commissioni da corrispondere al servicer prescelto) che dovranno sopportare durante gli anni e necessari al recupero dei flussi di cassa;

• mirano a ottenere un rendimento molto più elevato in virtù di un più alto tasso di attualizzazione applicato rispetto a quello usato dalle banche ai fini contabili.

L’elevato internal rate of return (IRR)51 è dovuto in primo luogo alla struttura del

passivo, che è rappresentata esclusivamente o quasi da capitale di rischio. Inoltre, anche a parità di valutazione dei flussi di cassa attesi, gli investitori sono avversi al rischio e perciò richiedono un premio tanto più alto quanto maggiore è la dispersione dei recuperi possibili attorno al valore medio.

49 La scenario analysis è un metodo di analisi e previsione economica a medio e lungo periodo, che consiste

nell'ipotizzare una serie di possibili alternative future (scenari) per un gruppo di variabili dipendenti definite (in questo caso l’NDG), in base alla variazione di variabili indipendenti (in questo caso la percentuale di coverage)

50 Fonte: corriere.it – G. FERRAINO, “Visco: «Sistema bancario sano, solo alcuni problemi ma isolati»”, 17

Gennaio 2017.

51Tasso di attualizzazione che rende nullo il valore attuale di un investimento. Quest’ultimo è pari alla sommatoria,

con t che va da zero a n, di (Ct/(1+IRR)^t)) = 0, dove Ct è il flusso di cassa netto nel periodo t, IRR è il tasso di rendimento interno. Fonte: Glossario Borsa Italiana

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In conclusione, in ragione della metodologia di stima del valore delle sofferenze unitamente ad una maggiore efficienza nel recupero degli stessi, i servicers offriranno un prezzo inferiore a quello proposto dalla banca. Ad ogni modo, occorre tenere presente che, in fase di trattazione, subentrano logiche che esula da questi due aspetti. In altre parole questi rappresentano le ragioni di base su cui poggia la politica di acquisto delle società specializzate. È importante ricordare che tale metodologia di gestione viene implementata qualora risulti impossibile o estremamente sconveniente un approccio interno. Difatti il processo di recupero rimane lo stesso anche per i servicers e perciò valgono tutte le considerazioni che sono state e che verranno fatte al proposito in questa tesi. Le percentuali di recupero fornite dal Governatore Visco fanno riferimento al

processo standard, tramite il quale un ente, sia esso banca o società di recupero crediti52,

riesce a recuperare in media il 35% del valore lordo delle posizioni. Nel caso in cui si scelga di vendere un determinato portafoglio di NPLs ad un servicer, la percentuale di recupero per la banca sarà inferiore a tale valore, sulla base di quanto detto sopra. Di conseguenza tale alternativa verrà implementata solo in presenza delle condizioni appena citate. In altre parole, la banca cercherà di recuperare quanto possibile tramite una gestione interna (in media il 35% del valore delle posizioni chiuse). Per la restante parte, la vendita rimane comunque un’opzione migliore della rilevanza di una perdita definitiva. In sostanza si accetta di recuperare meno del 35% piuttosto che rilevare la perdita totale (dal momento in cui non si è riusciti a gestire internamente quelle determinate posizioni).

52 Si ricorda che la percentuale fa riferimento al valore medio e non effettivo; infatti i servicers esterni riescono di

norma a recuperare di più rispetto alla banca in virtù della maggior efficacia ed efficienza del processo di recupero. Il valore medio è stato calcolato considerando un range che va dal 23% al 47%. Fonte: corriere.it, G. FERRAINO:

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4 - La gestione strategica dei costi

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