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2 1 Il Progetto di Sistema Bibliotecario Versiliese

IV UN GIOIELLO CULTURALE NEL CUORE DI PIETRASANTA

IV. 2 1 Il Progetto di Sistema Bibliotecario Versiliese

Il Sistema Bibliotecario Versiliese (SBV) , tra il 1979 e il 1980, cominciava a prendere forma e a fissare i propri obiettivi da realizzare in una fase sperimentale della durata di sei mesi, arco di tempo nel quale veniva verificata la validità degli strumenti e delle metodologie avviate, supportati da un finanziamento Giunta provinciale ( Deliberazione n. 1904 del 29/08/1980) , al fine di portare avanti tale progetto di sperimentazione.

Il percorso del Sistema Bibliotecario Versiliese si concretizzava, ufficialmente, alcuni anni più tardi con Deliberazione n. 62 del 23/7/1982, con la quale veniva approvato lo Statuto del Sistema da parte dell‟ Associazione Intercomunale n. 3 „‟Versilia‟‟ , come si leggeva nel testo dell' Articolo 1, e a cui presero parte sette biblioteche comunali: la Biblioteca comunale di Camaiore- M. Rosi, la Biblioteca comunale di Forte dei Marmi- L. Quartieri, la Biblioteca comunale di Massarosa, la Biblioteca comunale di Pietrasanta- G. Carducci, la Biblioteca comunale di Saravezza, la Biblioteca comunale di Stazzema – S. Giannini e la Biblioteca comunale di Viareggio- G. Marconi, successivamente aderì anche la biblioteca scolastica dell‟Istituto Statale d‟Arte „‟Stagio Stagi‟‟ di Pietrasanta.

Il Sistema suscitò un vivo interesse nell‟ opinione pubblica e tra la stampa, poiché si dimostrava come un‟utile iniziativa in grado

135 di garantire risultati in campo tecnico e socio- culturale, al fine di raggiungere in futuro una serie di importanti obiettivi prefissati.

Il progetto del SBV aderiva ai principi esposti dall‟articolo 8 della Legge regionale Toscana n. 33 del 197680 , secondo il quale veniva proposta la soluzione della cooperazione tra enti bibliotecari di vario livello, affinché le biblioteche medio- piccole del SBV, rappresentato perlopiù da biblioteche, che presentano un patrimonio librario oscillante tra i 4000 e i 40000 volumi, non si trovassero in una posizione marginale.

Nasceva in questo modo una sorta di ''subsistema'', come lo definiva Pierluigi Gherardi81 , all'interno di quella che era la macro cooperazione della Regione Toscana in SBN .

Il Sistema culturale, appena nato, andava configurandosi come una struttura aperta allo scopo di conseguire due obiettivi fondamentali (Articolo 2):

a) l'ottimizzazione dell'informazione e documentazione; b) il costante allargamento del pubblico delle biblioteche.

80

Vedi in APPENDICE il testo della Legge Regionale Toscana n. 33/1976.

81

P. GHERARDI, Il sistema Bibliotecario versiliese: sviluppo e prospettive

nell’ambito del SBN, in Il servizio bibliotecario nazionale e la sua realizzazione in Toscana, a cura di Duccio Filippi. Livorno, 1988, p. 33.

136 Tali obiettivi erano elencati, più diffusamente, all‟Articolo 3:

‘’ a) concentrare tutte le risorse materiali ed intellettuali delle biblioteche per creare una struttura in grado di fornire un servizio informativo efficiente, servendosi anche di mezzi di elaborazione automatica;

b) mettere a disposizione di ciascuna biblioteca e del suo bacino di utenza le informazioni e le risorse relative all'intero Sistema costituendo un catalogo unico su microschede che informi su tutto il materiale presente nelle biblioteche;

c) realizzare economie, coordinare gli acquisti, eliminare la ripetizione delle stesse operazioni in biblioteche diverse, costituendo un unico servizio di acquisti e catalogazione; d) organizzare un prestito interbibliotecario mettendo in condizione tutti gli utenti di utilizzare l'intero patrimonio bibliografico versiliese;

e) salvaguardare le esigenze e le caratteristiche peculiari di ciascuna biblioteca procedendo alla stesura di programmi, anche triennali, di incremento del materiale documentario e audiovisivo, tenendo conto delle specializzazioni delle singole biblioteche;

f) permettere l'integrazione del Sistema con livelli superiori o paralleli, aprendolo verso strutture regionali e nazionali; g) curare lo scambio d' informazione con altri sistemi e banche- dati;

h) conoscere e interpretare in modo più approfondito le esigenze dell'utenza attraverso rilevamenti statici, studi e ricerche sul rapporto biblioteca- pubblico.

137 i) stimolare e coordinare le attività e le iniziative delle associazioni culturali locali, dei gruppi di interesse etc., per la loro valorizzazione e utilizzazione;

j) coordinare la trasformazione delle biblioteche in una delle strutture portanti del sistema formativo nell'ambito della metodologia dell'educazione permanente;

k) stimolare e coordinare il rapporto col sistema formativo della scuola e dell'Università.’’

La sede del Sistema Bibliotecario, secondo l' articolo 4, era situato presso la Biblioteca Comunale di Pietrasanta, invece il Centro di elaborazione dati del Comune di Viareggio aveva il compito di occuparsi dei servizi informatici.

La gestione del progetto era realizzata da una serie di organi, programmati dall' articolo 5 :

‘’ a) Commissione di gestione;

b) Presidente della Commissione di gestione; c) Coordinatore del sistema bibliotecario; d) Segretario del sistema;

e) Commissione tecnica degli operatori delle biblioteche; f) Commissione tecnica per l'elaborazione automatica. ‘’

Alla base di questo tipo di struttura a ''modello aperto'', vigeva l'idea che per raggiungere gli obiettivi in maniera efficiente era necessario disporre di strutture flessibili e adattabili, aperte ai cambiamenti e allo sviluppo. L'organizzazione a modello aperto dava dunque minor importanza alle posizioni gerarchiche e alle forme

138 burocratiche, privilegiando il concetto di lavoro di gruppo su progetti. Gli articoli 6-11 dello Statuto gestivano, di fatto, le competenze specifiche di tali organi amministrativi

Di particolare attenzione era l‟ articolo 12, col quale si gestiva il personale del Sistema:

‘’ L’Associazione Intercomunale attingendo dal personale messo a sua disposizione ( Art. 9 L. R. 17-8-1979 n. 37 istitutivo delle Associazioni Intercomunali), destina al Sistema Bibliotecario n. 5 dipendenti con specifici profili professionali, che sono di seguito indicati per le mansioni obiettive riferite ai livelli funzionali della Regione Toscana, art. 19 L. R. n. 38 anno 1979 Tabella A.

a) N. 1 Assistente al patrimonio culturale e servizi sociali, (esperto in Biblioteconomia, specificatamente specializzato con esperienza pluriennale);

b) N. 1 Collaboratore amministrativo; c) N.1 Collaboratore meccano grafo; d) N. 2 Applicati *..+ ‘’.

L‟introduzione di procedure automatizzate richiedeva un nuovo prototipo di personale, coinvolto totalmente nelle attività del SBV e con una diversa professionalità, poiché veniva a modificarsi il tradizionale modo di lavorare, il quale richiedeva adesso una costante partecipazione via via che il Sistema consolidava i suoi strumenti e le sue tecniche di lavoro.

139 Altri organi importanti, appartenenti alla gestione del Sistema, erano la Commissione tecnica, che svolgeva il suo lavoro in stretta collaborazione del Centro Bibliografico e del Servizio culturale amministrativo. Il primo si occupava dell‟organizzazione biblioteconomia del SBV e aveva sede presso la Biblioteca Comunale di Pietrasanta: il suo principale compito era quello di coordinare il servizio su tutto il territorio versiliese, svolgendo le mansioni tecniche di acquisto, ordine, catalogazione ecc. e fornendo periodicamente ad ogni biblioteca il catalogo generale del Sistema su microschede. Mentre il Servizio Culturale, situato nei locali dell‟ Associazione Intercomunale provvedeva allo svolgimento di tutte le attività amministrative- culturali inerenti al sistema tra cui ottimizzare il rapporto biblioteca- utente- bibliotecario ed allargare il bacino di utenza con la gestione dei programmi di educazione permanente, si occupa inoltre della raccolta dei dati statistici.

Il Bilancio era regolato dall‟articolo 13, nel quale venivano elencata la ripartizione delle quote annuali:

‘’ Il Bilancio del sistema è rappresentato:

a) dai fondi stanziati annualmente dall'Associazione Intercomunale;

b) dal contributo regionale ricevuto dai singoli Comuni, finalizzato al Sistema;

140 c) dalle quote versate annualmente dai Comuni in ragione proporzionale per abitate;

d) dai contributi che annualmente verranno richiesti dall'Associazione Intercomunale alla Provincia di Lucca, titolare della delega regionale dei sistemi bibliotecari;

e) dalle quote versate annualmente dagli Enti proprietari di biblioteche di interesse locale. Le quote verranno determinate dall'Assemblea dell'Associazione Intercomunale, sentita la Commissione di gestione.

f) dai contributi a qualsiasi titolo destinati al Sistema Bibliotecario da Enti pubblici o provati. [..] .’’

L‟attività del Sistema pose come suo obiettivo prioritario quello di normalizzare le procedure biblioteconomiche e di archiviazione delle informazioni, al fine di realizzare, nel corso di un anno circa, un catalogo centralizzato.

Il problema principale che si presentava nell‟eseguire tale operazione consisteva nel formato da utilizzare col quale sarebbero stati registrati i dati bibliografici nel calcolatore: la scelta del Sistema si riversò nel formato MARC, il quale rappresentava la via più difficile e complessa, ma che permetteva l'accesso a tutte le informazioni in modo automatico, dando la possibilità di produrre qualsiasi catalogo. Per i volumi schedati, invece, sarebbe stata utilizzata una versione più leggera e gestibile di MARC, che consentiva l'elaborazione di ogni singola entità catalografica e

141 trasposizione in UNIMARC con confronti ed estrazioni dai nastri BNI.

Il secondo passo del Sistema Bibliotecario Versiliese consistette nella realizzazione di un progetto, che riguardasse la definizione degli strumenti operativi e d‟immagine delle biblioteche, appartenenti ad esso.

Negli anni 1984- 1985 si ebbe, dunque, la partecipazione e l‟ attuazione all‟interno della Carducci, così come nelle altre biblioteche del Sistema, del „‟ programma d’immagine’’, curato dalla collaborazione tra lo studio fiorentino degli architetti Dante Bandini e Rossella Garofalo e la Commissione tecnica del Sistema Bibliotecario Versiliese: L’immagine immaginata- Progetto per un sistema bibliotecario 82.

Il progetto d‟immagine partiva da elaborazioni teoriche, fornendo attuazioni pratiche all‟interno di un sistema bibliotecario e ponendo come principio basilare la determinazione di rispondere alle esigenze del pubblico di lettori, tramite un aggiornamento delle strutture e dei suoi servizi ed un uso dell‟immagine come mezzo di comunicazione. L‟aspetto materiale delle sedi bibliotecarie era spesso

82

D. BANDINI- R. GAROFALO, L'immagine immaginata : progetto per un

sistema bibliotecario / Sistema bibliotecario versiliese, Lido di Camaiore :

142 trascurato dai suoi amministratori, così che nel momento in cui veniva a mancare l‟immagine dell‟ospitalità della biblioteca e la disponibilità di spazi sufficienti, funzionali, attrezzati e confortevoli, si creava una „‟ non immagine‟‟ complessivamente negativa e ampi strati di pubblico spesso in una posizione di „‟ non utenza „‟ per via di una poco chiara organizzazione strutturale

Bandini- Garofalo sostenevano una rinnovata „‟cultura dell‟ambiente‟‟ 83

, sollecitando le biblioteche ad un‟azione di revisione e di riprogettazione dei propri mezzi grafici, „‟ affinché esse potessero proporre l‟uso della biblioteca nell‟ottica delle istituzioni all‟utente „‟ 84

.

Fondamentale esigenza , in quest‟ottica, fu quella di uniformare l‟immagine delle biblioteche aderenti al Sistema Bibliotecario Versiliese progettando l‟aspetto generale sia all‟interno che all‟esterno dell‟edificio. Segnalare, informare e istruire: furono i tre infiniti del progetto, secondo i quali venne realizzato il progetto.

Il programma di immagine attuato sulle biblioteche del Sistema venne condotto secondo una logica e una metodologia specifici, che si servivano di strumenti operativi per:

83

BANDINI-GAROFALO,cit., p. 16. 84

143 1) determinazione delle fasi di lavoro necessarie alla definizione del programma, del progetto e delle modalità di esecuzione;

2) messa a punto di un sistema di relazioni che, nella stesura del programma consentisse di recepire ordinatamente le esigenze individuate dalla Commissione Tecnica del Sistema e definisse ulteriori indagini conoscitive necessarie a raccogliere informazioni utili alla stesura del progetto e ad approfondire l'identificazione e i bisogni dell'utenza;

3) esecuzione di tali indagini;

4) predisposizione di strumenti di controllo della progettazione e installazione di prova di alcuni dei supporti d'immagine previsti e subito realizzati85.

La progettazione dell'immagine del Sistema si articolava in cinque fasi di lavoro preliminari: la prima fase a carattere politico consisteva nel fissare gli scopi e gli obiettivi da raggiungere e individuare i soggetti verso i quali era rivolta la comunicazione, definendo le conseguenze ideologiche e funzionali . Nella seconda fase, con la collaborazione dei progettisti vennero individuate le esigenze del Sistema in rapporto alla sua utenza, tramite un'analisi delle componenti di immagine e alle strutture materiali già esistenti , nelle singole biblioteche, e tramite l'indagine delle richieste del pubblico sia adulti che bambini, a tal scopo si indagava attraverso dei

85

144 questionari compilati da utenti campioni sia tra il pubblico di adulti che di bambini delle elementari e delle medie ed era accompagnata dalla terza fase, la quale riguardava la vera fase progettuale e le installazioni di prova. Nella quarta fase, veniva appaltato il progetto in funzione delle caratteristiche che presentava e venivano scelte le forniture di materiali prodotti industrialmente e le ditte specializzate per le eventuali realizzazioni su misura. La quinta e ultima fase decretava i risultati delle realizzazioni, il programma completamente realizzato veniva messo in atto per le verifiche di efficacia e di eventuali modifiche.

Fondamentale risultò lo studio del simbolo del Sistema, scelto per la chiarezza del messaggio, la semplicità e il rigore formale: „‟ Formato da quattro frecce convergenti al centro di un ideale quadrato che tutte le riunisce. L'idea delle biblioteche aggregate, dalla collaborazione impulso di crescita e rafforzamento, il riferimento alla particolarità dell'esperienza versiliese, è ottenuta metamorfosando una freccia azzurra, che per successivi accrescimenti di spessore si trasforma in una ''V'' celeste che sta per Versilia. [..] La scelta di realizzare il simbolo a due soli colori è stata motivata da ragioni di economia tipografica ; infatti differenziando la retinatura, è possibile ottenere da uno solo due colori. La combinazione di azzurro e celeste ha prevalso sulle altre possibilità per il significato simbolico attribuito a questo colore e perché richiamante il mare, elemento che è

145 caratteristico, anche dal punto di vista storico- culturale, della parte predominante di questo territorio toscano. „‟86

Vennero successivamente realizzate della carta intestata e le tesserine del prestito bibliotecario per le biblioteche aderenti al sistema.

Queste ultime dovevano essere uguali per tutte le biblioteche, in quanto l'iscrizione al sistema e la fruizione dei servizi da esso offerti erano usufruibili in qualsiasi delle biblioteche partecipanti.

86

146 Il progetto esterno prevedeva la realizzazione di segnaletiche territoriali e urbane, con cui indicare agli utenti il percorso di arrivo alla biblioteca sia a livello urbano che extra- urbano. Una tipologia di segnaletiche importanti erano quelle territoriali urbane, integrati con informazioni supplementari per specificare nel dettaglio l‟indirizzo, al titolazione e il numero telefonico della biblioteca. Tra i segnali di supporto informativo, la biblioteca era dotata di una struttura informativa e di una bacheca per affissioni. (Figg. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 )

Il programma di immagine interno forniva, invece, le biblioteche di un apparato di segnaletiche per l‟orientamento, l‟informazione, l‟educazione all‟uso della struttura da parte dell‟utenza. Si dotavano le biblioteche del sistema di segnaletiche interne direzionali e di visualizzazione del sistema di classificazione con supporti omogenei, vettori interni e installazione di specifiche

147 segnaletiche di contenuto e istruzione del pubblico. Si prospettavano planimetrie orientative di tutta la struttura poste all‟ingresso, pannelli per informazioni di contenuto librario e natura dei servizi, inoltre era previsto un sistema di visualizzazione della classificazione Dewey per la ricerca autonoma dei libri su scaffali ad accesso diretto. (Figg. 8, 9, 10, 11, 12)

148 FIG. 1) LA LOCALIZZAZIONE DELLE SEGNALETICHE TERRITORIALI NEI SINGOLI COMUNI.

COMUNE DI PIETRASANTA

FIG. 2) LA LOCALIZZAZIONE DELLE SEGNALETICHE URBANE E DEI SUPPORTI INFORMATIVI NEI CENTRI DEL SISTEMA.

149 FIG. 3) LA TIPOLOGIA DELLE SEGNALETICHE TERRITORIALI URBANE

FIG.4 - 5 ) LA TIPOLOGIA DEI SUPPORTI INFORMATIVI URBANI.

150 FIG. 6-7) I SEGNALI D‟INGRESSO DELLE BIBLIOTECHE.

151 FIGG. 8- 9- 10- 11- 12) LA LOCALIZZAZIONE DELLE SEGNALETICHE INTERNE.

BIBLIOTECA COMUNALE DI PIETRASANTA

Segnaletica di localizzazione.

Segnaletico di contenuto. Segnaletica di istruzione.

PIANO TERRA

152 PIANO SECONDO

153 PANNELLI DI SEGNALETICA

Il progetto d‟immagine del sistema era composta anche da una parte modulistica, che avrebbe permesso alle singole biblioteche la gestione del patrimonio in maniera facilitata e in piena autonomia.

Tale parte del progetto venne perseguita in maniera compatta in tutte le biblioteche, le quali furono munite di pratiche schede, con cui gestire libri ed utenti. ( Fig. 13- 14- 15- 16- 17- 18)

Il progetto d‟immagine non ebbe una vera e propria applicazione pratica all‟interno delle biblioteche del Sistema. Esso fu solamente uno studio di tipo teorico, in quanto l‟attività del sistema si focalizzò negli anni successivi principalmente alla gestione collettiva del patrimonio librario informatizzato. Inoltre la modernizzazione

154 delle segnaletiche, che avveniva nel corso degli anni e il particolarismo delle stesse biblioteche nella scelte delle segnaletiche resero difficile una vera a propria applicazione del progetto in maniera uniforme.

155 FIG. 13- 14- 15 16- 17- 18) MODULISTICA DEL SISTEMA BIBLITOECARIO

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