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1. Start up: dall’idea all’impresa

1.3 Come vengono finanziate le start up

1.3.3 Il ruolo degli stakeholder: i Venture Capitalist e i Business Angel

Per quanto riguarda le figure di finanziamento tra gli stakholder, sono importanti i

venture capitalist e i business angel.

Il Venture Capital è una figura di finanziamento molto importante per le start up, definita spesso anche come attività di private equity. Secondo l’AIFI, Associazione Italiana del

Private Equity e Venture Capital, è definito come “Attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, con l’obiettivo della valorizzazione dell’impresa oggetto dell’investimento ai fini della sua dismissione entro un periodo di medio-lungo termine”.

Consiste nell’apporto di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività imprenditoriale in settori con alto potenziale di sviluppo.64 Il fondo venture capital di solito investe in capitale finanziario nelle imprese

che hanno un livello di rischio molto elevato. L’obiettivo di questa attività è di sostenere lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi, finanziare acquisizioni, migliorare la struttura finanziaria di un’impresa e accompagnarla verso la quotazione. Il venture capital si propone di finanziare imprese con profilo di rischio elevato o che si trovano nelle prime fasi del proprio ciclo di vita. L’operazione di base è quella di investimento effettuata attraverso aumenti di capitale o con partecipazione attiva al business.

I venture capitalist, invece, sono i soggetti che effettuano tali operazioni e fanno parte dei cosiddetti finanziatori non istituzionali. Sono rappresentati da soggetti di società e fondi di investimento, e ricercano grandi margini di guadagno in tempi relativamente brevi. Di solito queste figure vengono attirate dalle start up fortemente innovative e in fase di sviluppo o espansione. Difficilmente, invece, investono in start up ancora in fase di creazione. I venture capitalist non concedono un finanziamento diretto, ma immettono fondi all’interno della start up. Mostrano, infatti, una particolare attenzione al valore dell’impresa e al ritorno finanziario che possono ottenere investendo nell’attività.65

Inoltre, i venture capitalist garantiscono agli startupper il network di contatti utili all’ingresso in un nuovo mercato. Tali contatti possono consistere sia in stakeholder, che a loro volta investiranno nell’attività, sia in clienti potenziali, ai quali proporre il prodotto per primi e monitorare le loro reazioni. I venture capitalist offrono alla start up anche le loro esperienze tecniche del settore, oltre il loro know-how strategico e 63 http://www.startupvincente.com/5-modi-per-finanziare-una-startup/ 64 https://it.wikipedia.org/wiki/Venture_capital 65http://www.startupvincente.com/5-modi-per-finanziare-una-startup/

30 decisionale. Inoltre, offrono reclutamento dei manager per coprire competenze gestionali mancanti e aiutano la start up nella crescita professionale dei giovani imprenditori.

Il metodo più utilizzato dai venture capitalist è quello dell’aumento di capitale attraverso l’acquisizione di quote della start up, che poi rivenderanno nel momento in cui si sarà apprezzata a sufficienza da produrre il guadagno previsto. Sono generalmente più selettivi nel decidere quanto investire in un fondo. I venture capitalist sono aiutati nel processo di decisione da precise pratiche di selezione, ma l’elemento di maggiore importanza per le decisioni di investimento è l’analisi del management team. Questo deve manifestare buone conoscenze delle dinamiche e degli operatori del mercato target e soprattutto della clientela che andrà a soddisfare. Deve, inoltre, conoscere chiaramente le strategie che vuole attuare e deve possedere ottime capacità imprenditoriali, come una forte ambizione e determinazione. Nel team devono esserci imprenditori con competenze complementari, esperienze nelle rispettive aree operative e organicità di visione nelle strategie .66 Per le start up innovative, che hanno un alto potenziale di

business e grandi iniziative di guadagno, questo investimento è un vantaggio rispetto agli altri. Infatti, in questo modo riescono ad ottenere finanziamenti anche per somme molto elevate e superiori a quelle offerte dagli altri strumenti previsti. Dal lato degli svantaggi dobbiamo ricordare che i venture capitalist hanno grande interesse affinchè il loro affare abbia effettivamente successo. L’investimento nel capitale della società prevede, quindi, elevati poteri di controllo sulla gestione della start up. Si tratta di una vera e propria limitazione di libertà di azione in cambio del denaro necessario per trasformare la propria idea creativa in business. Non tutte le start up sono facilmente disposte ad accettare questa limitazione. 67

È rilevante osservare, infine, che ad oggi in Italia ci sono 83 società di capitali venture e precisamente la situazione nel territorio è la seguente:

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http://www.i3p.it/files/7_Molino_Presentazione%20VC_light.pdf 67http://www.startupvincente.com/5-modi-per-finanziare-una-startup/

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Figura 3 Classificazione dei finanziatori in Italia68

Figura 4 Distribuzione geografica dei venture capitalist69

La categoria di investimento dei Business Angel, come quella dei venture capitalist, fa parte dei finanziatori non istituzionali, rappresentati soprattutto da soggetti privati interessati a investire nelle start up. In Italia sono noti anche come “angelo investitore” o “investitore informale”, sono soggetti facoltosi che provvedono fondi da investire su

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Start up investor monitors Italy 2016 pdf 69Startup investor monitors Italy 2016 pdf

32 un’azienda spesso in cambio di obbligazioni o capitale proprio.70 Questa categoria di

finanziatori è nata negli USA ma si è poi sviluppata in Europa, con EBAN, European

Business Angels Network, associazione nata nel 1999 e a cui ha aderito anche l’italiana

IBAN, Italian Business Angel Network. Questa associazione si occupa di organizzare le reti locali di finanziatori chiamati BAN, Business Angels Network, cioè le strutture territoriali che consentono agli investitori informali di incontrare gli imprenditori alla ricerca di capitale di rischio. Per questo motivo i business angel rappresentano una soluzione molto importante per le start up, soprattutto per la fase iniziale di pre-seed, poiché non concedono un finanziamento ma offrono dei fondi in cambio di una partecipazione al capitale della start up stessa. Inoltre, mettono a disposizione dello

startupper anche una serie di benefits derivanti dalla loro esperienza nel campo del

business, detti anche mentorship. Molti business angel sono ex manager o ex imprenditori che per primi hanno sperimentato l’esperienza di avviare un’attività e di gestirla e per questo motivo possono donare il loro know-how alle imprese in cui decidono di investire. Sono, quindi, degli “uomini di impresa” dotati di un buon patrimonio personale e in grado di fornire alla start up preziosi consigli gestionali e conoscenze tecnico-operative. Offrono, ad esempio, assistenza nella creazione della start up, sviluppo di un piano di marketing e di comunicazione efficace, oltre a una serie di network di conoscenze molto utili sia per risorse finanziarie che di know-how.

Poiché i business angel investono e scommettono sulla buona riuscita dell’impresa, anche quelle ad alto rischio, vengono spesso considerati come una figura sostitutiva dell’investimento bancario negato. Infatti, è molto più facile convincere un business

angel, piuttosto che un istituto bancario, ad investire nella nostra start up, anche se non

vengono offerte garanzie. Per convincerli, le start up possono istituire un efficace dialogo diretto e interattivo, presentando un business plan e una value proposition ben strutturati. Le motivazioni che spingono i business angel a investire nelle start up sono di varia natura, dal conseguire un elevato ritorno sull’investimento effettuato, per l'interesse verso particolari tecnologie o idee innovative e creative, spinti dallo status sociale ipotetico, oppure semplicemente per contribuire allo sviluppo economico della propria comunità e delle nuove generazioni di imprenditori. In Italia, per esempio, i

business angel investono soprattutto nel settore manifatturiero, in quanto la cultura

d’impresa italiana è maggiormente concentrata su questo settore. Un investimento di questo genere consente allo startupper di ottenere un ulteriore vantaggio, usufruire di una sorta di tutoraggio, sia nella prima fase di vita che di sviluppo della start up,

33 evitando di incorrere nei classici errori che possono derivare da inesperienza delle dinamiche del mercato.71 D’altro canto, però, gli imprenditori devono considerare il

guadagno che i business angel abbiano intenzione di garantirsi. Tendenzialmente, il guadagno si esplica nel momento della vendita della quota della start up da loro posseduta. Soprattutto per questo, i business angel seguono molto da vicino il loro investimento e si occupano anche in maniera attiva delle decisioni riguardanti l’attività. Per evitare problemi allo startupper potrebbe essere utile stabilire ex ante il momento di apporto del capitale, quali siano i limiti di autonomia conferiti ai business angel. Si andrebbe in caso negativo, infatti, a creare una situazione di svantaggio per lo startupper che si vedrebbe perdere una parte del controllo della sua società. 72

Dopo aver analizzato entrambe le figure di venture capitalist e business angel è possibile affermare che le principali differenze riguardano:

 Dimensione di intervento: mentre i venture capitalist trascurano le start up di piccole dimensioni, in quanto l’intervento finanziario risulterebbe troppo modesto da giustificare i costi, i business angel, essendo esperti del settore in cui vanno a investire, si interessano anche delle piccole realtà. Infatti, questi favoriscono la creazione dal basso delle imprese.

 Tempo dedicato all’analisi del progetto: i venture capitalist prima di investire devono fare un’attenta analisi della start up e dei loro componenti, i business

angel non dedicano molto tempo alle fasi decisionali del processo.

 Dimensione del mercato: il mercato di capitale di rischio informale rispetto a quello formale dei venture capital è maggiore.73

71 http://www.startupvincente.com/5-modi-per-finanziare-una-startup/ 72 http://www.startupvincente.com/5-modi-per-finanziare-una-startup/ 73http://www.startupvincente.com/5-modi-per-finanziare-una-startup/

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Figura 5 Evoluzione degli investimenti di venture capital74

Dalla precedente figura, si può capire come conviene per una start up giovane e piccola far ricorso ai business angel piuttosto che ai capitali venture. Infatti, in Italia, paese con il maggior numero di piccole medie imprese, si sta avendo un lento calo di investimenti venture e maggiore interesse verso i famosi investitori informali. È necessario, perciò, che le start up instaurino una efficace relazione diretta e interattiva con i finanziatori, ottenendo il capitale necessario al sostegno dell’attività imprenditoriale.

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2 Le strategie e i problemi gestionali delle start up