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Il tema dell’informativa settoriale è stato fin dal principio oggetto di numerose discussioni e dibattiti. Gli organismi internazionali e nazionali verso la seconda metà degli anni settanta pubblicarono dei documenti particolarmente rilevanti contenenti standard e linee guida in materia di segment information82. Tali documenti insieme al lavoro compiuto

80 IFRS Practice Statement MC, paragrafo 23: “…management commentary sould be consistent with its related financial statements. If the financial statements include segment information, the information presented in the management commentary should reflect that segmentation”

81 La voluntary disclosure fa riferimento alle informazioni spontaneamente fornite dall’impresa e variano in funzione di una molteplicità di fattori, tra i quali il settore di appartenenza, la dimensione e il paese d’origine, mentre la mandatory disclosure individua le informazioni rese disponibili sulla base di leggi o regolamenti.

82 Tra questi documenti troviamo: lo SFAS 14 Financial Reporting for Segments of a Business Enterprise del Financial Accounting Standard Board rilasciato nel 1976, il CICA Section 1700 Segmented Information del Canadian Institute of Chartered Accountants nel 1979, gli International Standards of Accounting and Reporting for Transnational Corporaton della Commission on Transnational Corporations delle Nazioni

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dallo Standard Setter internazionale contribuirono all’approvazione dell’International Accounting Standard (IAS 14)83, il cui contenuto era in linea con il principio contabile statunitense SFAS 14.

Secondo il principio contabile IAS 14 le informazioni in merito alle opportunità e ai rischi delle diverse attività di un’impresa erano contenute all’interno della sintesi di esercizio, in virtù del risk-return approach. L’analisi delle opportunità e dei rischi veniva condotta attraverso la mappatura dei settori merceologici (industry segment) e delle aree geografiche (geographical segment), così come previsto all’interno del principio.

Diversi aspetti del principio contabile però non soddisfarono le esigenze degli utilizzatori, in quanto non vi era chiarezza nella nozione di segmento, la disclosure geografica era fin troppo generica, non era previsto niente in merito all’unione di settori di dimensioni modeste ed infine non vi erano informazioni circa i flussi di cassa e le passività.

Fu dunque necessaria una revisione del principio in oggetto, infatti nel 1997 lo IAS 14 fu sostituito dallo IAS 14 Revised, caratterizzato da un contenuto completamente diverso dal precedente84 anche in termini di numero di paragrafi. Quello che più contraddistingueva questo principio era il meccanismo di identificazione delle componenti elementari dell’impresa diversificata (management approach with a risk and

rewards safety net o risk/reward approach), il quale si poneva tra il risk-return approach

ed il management approach, recependo così i tratti essenziali di entrambi.

Il risk/reward approach individuava i settori sulla base del profilo rischio-rendimento presentato. Grazie a questo criterio tutte le combinazioni produttive omogenee dal punto di vista del rischio e del rendimento, potevano essere considerate come parte di un medesimo settore, nonostante fossero ricondotte dal management a settori distinti, perché eterogenee sotto il profilo della gestione e del controllo. Questo approccio privilegiava

Unite del 1977 e le Guidelines for Multinational Enterprises dell’Organization for Economic Co-Operation and Development del 1976.

83 IASC, International Accounting Standards Committee IAS 14 Reporting Financial Information by Segment, Londra 1981

84 Secondo la versione originaria dello IAS 14 le imprese dovevano fornire con riferimento ai settori merceologici e geografici, sei tipologie di informazioni: ricavi infrasettori e verso terzi, risultato, attività, basi adottate per quantificare i prezzi di trasferimento infrasettori, riconciliazioni, cambiamenti rilevanti nei criteri contabili di settore. Il nuovo principio IAS 14 revisionato, prevedeva invece uno schema primario di rendicontazione ed uno schema secondario che si caratterizzava per un minore contenuto informativo. Lo schema di rendicontazione primario poteva fare riferimento ai settori di attività oppure ai settori geografici e la selezione doveva avvenire a seguito di un attento monitoraggio della diversità nei rischi e nei rendimenti che caratterizzavano l’impresa.

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così la confrontabilità tra settori operativi di aziende distinte, dal momento che essi dovevano essere omogenei sotto il profilo del rischio e della redditività.

L’individuazione dei settori oggetto di informativa prevedeva un’analisi iniziale della struttura organizzativa aziendale, del sistema informativo e del sistema di reportistica all’alta direzione. Da ciò potevano scaturire due diverse situazioni: una segmentazione interna allineata alla definizione di settore data dal principio stesso oppure una struttura organizzativa ed un sistema di informazione e controllo interno non in linea con le aree di attività e gli ambiti geografici definiti dal principio. Nel primo caso, i settori individuati dal sistema di reportistica interno potevano essere utilizzati anche nell’informativa integrativa, mentre nel secondo caso gli amministratori dovevano rideterminare i settori dell’informativa esterna attenendosi alla definizione data dal principio.

A partire dal 2002 l’International Accounting Standard Board (IASB) ed il Financial Accounting Standard Board (FASB) avviarono un progetto comune denominato

convergence project, volto ad allineare i rispettivi principi contabili in modo tale da

eliminare le differenze esistenti ed uniformare così la rappresentazione in bilancio delle performance aziendali.

Nel corso del 2005 lo IASB effettuò delle analisi sulle principali differenze esistenti tra lo IAS 14R e lo SFAS 131 e dai risultati di queste ricerche scaturirono difformità in merito: all’identificazione dei segmenti, ai principi contabili di settore, alle modalità di presentazione dei dati settoriali e per finire alle informazioni di segmento da fornire. L’Exposure Draft 8, Operating Segments fu emanato nel gennaio 2006 dallo Standard Setter internazionale (IASB), il quale anziché redigere ex novo una bozza di principio contabile internazionale sul segment reporting, preferì recepire quasi tutto il contenuto dello SFAS 131. L’IFRS 8 infatti ricalca in linea di massima le previsioni dello SFAS 131 e sposa il full management approach. Questo principio parte dal presupposto che i settori operativi individuati per la comunicazione esterna devono presentare il medesimo oggetto dei settori operativi definiti per il reporting interno. È ovvio che se un dato criterio di segmentazione si è dimostrato nel tempo efficace per l’informativa interna, potrà esserlo anche per la comunicazione rivolta agli stakeholder.

L’informativa settoriale da presentare in bilancio è la stessa utilizzata dal management per misurare i risultati prodotti dai vari segmenti operativi e finalizzata alla ripartizione efficace ed efficiente delle risorse disponibili. Con l’adozione del management approach, ai destinatari del bilancio viene fornita la stessa prospettiva di osservazione adottata dal management per valutare l’andamento generale dell’azienda e gli andamenti dei singoli

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settori ai fini della valutazione delle performance e dell’allocazione delle risorse, inoltre tale principio può portare a configurare come settori distinti, se così considerati nel reporting interno, anche sottosistemi aziendali che presentano un profilo di rischio/rendimento simile. In questo modo, non si favorisce più la confrontabilità tra settori operativi di aziende distinte, in quanto omogenei sotto il profilo del rischio e della redditività. Tale svantaggio però è meno rilevante del vantaggio che deriva agli stakeholder nel disporre degli stessi elementi di valutazione assunti dall’alta direzione per governare l’azienda.

Con il management approach migliora la significatività dei dati settoriali, poichè il complesso aziendale e le sue parti componenti vengono osservate dallo stesso angolo visuale che contraddistingue il management. Per quanto riguarda le informazioni, esse sono già disponibili in azienda, agevolando perciò il processo di elaborazione che risulterà maggiormente tempestivo e conveniente. Ciò contribuirà ad accrescere l’attendibilità dei dati settoriali in quanto non si procederà più ad allocazioni arbitrarie di costi e ricavi, né di attività e di passività.

2.2.1 Finalità ed ambito di applicazione

L’IFRS 8 è stato emanato nel novembre del 2006 dallo IASB, a seguito di una consultazione avvenuta con esponenti del mondo accademico, imprenditoriale e delle professioni ed è entrato in vigore a partire dall’1 gennaio 2009, così come previsto all’interno del Regolamento CE n.2358/2007 del 21 novembre 2007, il quale lo ha recepito nell’ambito del processo di convergenza tra i principi contabili internazionali IAS/IFRS e gli US GAAP statunitensi. Tale principio ha sostituito lo IAS 14-R Segment Reporting Revised e lo SFAS 131 Disclosure about Segments of an Enterprise and

Related Information del 1997 ed oggi costituisce l’unico standard contabile internazionale

in materia di reporting esterno per settori.

Lo IAS 1485 aveva come finalità quella di stabilire dei criteri per la presentazione dell’informativa settoriale e nello specifico l’identificazione del settore poteva basarsi su due parametri: sul tipo di prodotti e servizi realizzati oppure sulle aree geografiche d’operatività. Attraverso l’informativa settoriale proveniente dall’applicazione dello IAS 14, si offriva un aiuto a tutti i lettori del bilancio al fine di comprendere meglio i risultati

85 Con IAS 14 si intende il principio contabile internazionale rivisto nella sostanza che sostituisce il principio IAS 14 originario. Il principio rivisto nella sostanza è entrato in vigore a partire dai bilanci degli esercizi con inizio dal 1°luglio 1998 o da data successiva.

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della gestione passata, i rischi gravanti sulle entità e le prospettive di redditività future. L’informativa acquisiva sempre più importanza se adottata da entità fortemente diversificate o multinazionali.86

Al paragrafo 1 dell’IFRS 8, troviamo il principio base, il quale sottolinea l’importanza delle informazioni ai fini della valutazione della natura e degli effetti sul bilancio delle diverse attività imprenditoriali intraprese dalle entità ed i contesti economici nei quali esse operano.

L’IFRS 8 deve essere applicato al bilancio individuale e consolidato di un’entità “i cui titoli di debito o strumenti rappresentativi di capitale sono negoziati in un mercato pubblico (una borsa valori nazionale o estera ovvero un mercato cosiddetto ‘over the

counter’, compresi i mercati locali o regionali) o che deposita il proprio bilancio o ha in

corso il deposito del proprio bilancio, presso una Commissione per la borsa valori o altro organismo di regolamentazione al fine di emettere una qualsiasi categoria di strumenti finanziari in un mercato pubblico”87. Il principio segue quanto era già previsto all’interno dello IAS 14, il quale si applicava alle imprese le cui azioni o titoli di debito erano negoziati pubblicamente e alle imprese che avevano in corso di emissione azioni o titoli di debito in mercati mobiliari pubblici88.

L’obbligo di redigere l’informativa settoriale non si estende al bilancio separato di un’eventuale controllante di una società che ne è soggetta ma soltanto al consolidato del gruppo di cui essa è parte. In altre parole la diffusione dei dati settoriali non è richiesta nel bilancio di esercizio della holding, se il documento viene inserito insieme al bilancio consolidato all’interno di un unico package informativo detto anche financial report. Con riferimento a questo aspetto non vi sono stati cambiamenti rispetto a quanto previsto dallo IAS 14, anche perché tale esenzione ha concesso fin dall’inizio al redattore del bilancio di evitare inutili duplicazioni di costi89.

86 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14 – Reporting Financial Information by Segment, 1981: “Molte imprese producono gruppi di prodotti e servizi o operano in aree geografiche che sono soggette a indici di redditività, opportunità di sviluppo, prospettive future, e rischi diversi. È importante l’informativa sui diversi tipi di prodotti e servizi dell’impresa e delle sue attività in diverse aree geografiche – spesso chiamata informativa di settore – per determinare i rischi e la redditività di una impresa diversificata o multinazionale, ma essa non è ottenibile da dati aggregati. Perciò l’informativa di settore è ampiamente considerata come necessaria per soddisfare le esigenze degli utilizzatori del bilancio.”

87 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segment, 2006, Paragrafo 2. lett a), b)

88 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14 – Reporting Financial Information by Segment, 1981, Paragrafo 2

89 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segment, 2006 paragrafo 4 “Se il fascicolo di bilancio contiene sia il bilancio consolidato di una controllante che rientra

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Altra particolarità rimasta invariata è il riconoscimento alle società non soggette all’applicazione dei principi contabili internazionali della possibilità di predisporre volontariamente l’informativa di settore, a condizione però che siano rispettate interamente le disposizioni del presente principio.90 La società che espone volontariamente i dati settoriali senza conformarsi in tutto o in parte alle previsioni dell’IFRS 8, non potrà utilizzare la locuzione informativa settoriale per contrassegnare i dati forniti.

Nel nostro paese, prima del 2005 e quindi anteriormente al recepimento degli IAS/IFRS, le società quotate dovevano effettuare l’informativa di settore in virtù di una Comunicazione CONSOB, la quale rese obbligatoria la pubblicazione di informazioni sull’andamento delle varie tipologie di attività e delle aree geografiche, attraverso la relazione sulla gestione ed i bilanci intermedi.91

2.2.2. Definizioni e criteri di identificazione dei settori oggetto di informativa Lo IAS 14 distingueva due tipologie di settore: il settore d’attività (business segment)92 ed il settore geografico (geographical segment)93. Il business segment o settore operativo si otteneva mediante l’aggregazione di operazioni di gestione sulla base di criteri di omogeneità quali: la natura dei prodotti o dei servizi, la natura dei processi produttivi, la

nell’ambito di applicazione del presente IFRS, sia il bilancio separato di tale controllante, l’informativa di settore deve essere presentata solo con riferimento al bilancio consolidato”

IAS 14 par.6 “se l’informativa contiene in un unico documento sia il bilancio consolidato di un’impresa i cui titoli sono pubblicamente negoziati sia il bilancio della controllante o di una o più società controllate, l’informativa di settore deve essere presentata solo con riferimento al bilancio consolidato.”

90 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segment, 2006 paragrafo 3 “Se un’entità che non è tenuta ad applicare il presente IFRS decide di fornire informazioni sui settori che non sono conformi al presente IFRS, non deve definire tali informazioni come informativa di settore.”

91 CONSOB, Comunicazione DAC/98084143 del 27/10/1998 “l’operatività in diverse aree geografiche o in più di un settore di attività comporta effetti rilevanti sul tasso di rendimento del capitale, sulle opportunità di crescita delle imprese, nonché sulle prospettive di andamento economico e sui rischi ad esse connessi. Ciò è da tempo all’attenzione delle diverse sedi internazionali, conducendo a sottolineare la necessità che, per le società con titoli quotati sui mercati ufficiali, l’informazione travalichi i limiti segnati dall’attuale prassi contabile. Al fine di fornire una valida guida operativa al miglioramento dell’informazione in materia, il principio contabile internazionale IAS 14, modificato nella sostanza nel 1997, costituisce un utile punto di riferimento per la redazione delle relazioni sulla gestione ai bilanci di esercizio e consolidato.” 92INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14 – Reporting Financial Information by Segment, 1981, paragrafo 9 “Il settore d’attività è una parte dell’impresa distintamente identificabile che fornisce un singolo prodotto o un servizio o un insieme di prodotti e servizi collegati, ed è soggetta a rischi e a benefici diversi da quelli degli altri settori d’attività dell’impresa…”

93 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14 – Reporting Financial Information by Segment, 1981, paragrafo 9 “Il settore geografico è una parte dell’impresa distintamente identificabile che fornisce un singolo prodotto o servizio o un insieme di prodotti e servizi collegati, ed è soggetta a rischi e a benefici diversi da quelli relativi a componenti che operano in altri ambienti economici…”

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tipologia e la classe di clienti serviti, il canale distributivo utilizzato e se applicabile la natura del contesto normativo (bancario, assicurativo, servizi pubblici).

Per quanto riguarda invece il geographical segment o settore geografico, il principio prevedeva una selezione delle aree geografiche sulla base di fattori come la disciplina valutaria ed i rischi sottostanti, i rischi specifici connessi ad una determinata area, le condizioni politiche ed economiche, la vicinanza delle attività e le relazioni tra attività in diverse aree geografiche.

L’individuazione e l’utilizzo di questi ultimi fattori consentivano l’identificazione dei settori geografici, in base alle modalità mediante le quali veniva realizzata la produzione/fornitura di beni e servizi o la localizzazione dei principali mercati e clienti. Nel primo caso, l’area geografica veniva considerata come centro d’attività produttiva, per cui i fattori di rischio erano connessi ai mercati d’approvvigionamento dei fattori della produzione ed a quelli di sbocco dei prodotti realizzati. Nell’altra ipotesi, l’area geografica era individuata attraverso la localizzazione dei suoi clienti, ossia in base alla situazione dei mercati e all’entità delle vendite.

Le combinazioni produttive riferibili ad aree geografiche distinte ma comunque vicine o interdipendenti potevano essere considerate unitariamente, anche in virtù del cosiddetto rischio-paese. Il criterio seguito per la segmentazione era rappresentato dal profilo rischio/rendimento; in questo modo operazioni riferibili a più nazioni potevano essere aggregate in un unico settore geografico mentre combinazioni produttive appartenenti alla medesima nazione potevano essere destinate a diversi settori.

Al paragrafo tredici il principio sottolineava l’influenza esercitata dalla localizzazione dei mercati e da quella geografica delle attività di impresa sui rischi e sui benefici di quest’ultima. Il profilo rischio/rendimento rappresentava perciò lo strumento-guida per la scelta tra due diversi criteri di segmentazione geografica: quello per area di localizzazione della produzione di impresa o della fornitura di servizi ed altri beni e quello per mercati. Qualora non vi fosse stata corrispondenza nella scelta dei criteri di segmentazione, era necessario scegliere quello migliore in termini di rappresentazione delle determinanti del rischio e della redditività dei settori geografici.

L’informativa settoriale predisposta mediante l’applicazione dello IAS 14, prevedeva l’utilizzo di due prospetti: uno schema primario nel quale le voci dovevano essere rappresentate analiticamente ed uno schema secondario da redigersi invece in forma sintetica.

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La redazione dello schema primario avveniva a seguito della scelta del criterio di segmentazione più consono, in termini di rischi e di redditività aziendale. Nei casi in cui i rischi e gli indici di profitto di un’entità dipendevano prevalentemente dalle differenze tra i prodotti e i servizi resi, lo schema primario di presentazione per settori doveva essere redatto per linee di business mentre lo schema secondario per aree geografiche. Se il rischio e la redditività risentivano in misura maggiore delle variabili dell’ambiente economico dei paesi nei quali l’impresa concentrava le fasi della produzione o della vendita, lo schema primario doveva essere per settori geografici e quello secondario per settori di attività.

Lo standard internazionale, in merito a questa scelta, rinviava ai criteri di segmentazione posti alla base della definizione della struttura organizzativa e della redazione del reporting per segmenti interno.94 I criteri scelti dal management per il segment reporting interno erano considerati efficaci anche per la comunicazione esterna. Il paragrafo 27 alla lettera a) stabiliva che qualora non fosse possibile individuare tra le due tipologie di segmentazione quella maggiormente influente, si doveva redigere lo schema primario per settori di attività e quello secondario per settori geografici.

Nei casi in cui i sistemi di rendicontazione interna erano sviluppati secondo linee non collegate né ai diversi tipi di prodotti e servizi resi, né alle aree geografiche in cui operavano, oppure erano organizzati solo per entità legale dando così luogo a settori interni composti da gruppi di prodotti e servizi non correlati tra loro, il paragrafo 27 alla lettera b) stabiliva come schema primario i settori d’attività o i settori geografici e l’altro come schema secondario. La scelta doveva essere operata dagli amministratori e dalla direzione aziendale, i quali accertavano se i rischi ed i benefici dell’impresa derivavano maggiormente dai prodotti e dai servizi o dalle aree geografiche. Questa disposizione derogava al postulato generale della prevalenza dei criteri di segmentazione adottati per

94 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14 – Reporting Financial Information by Segment, 1981, paragrafo 14 “la struttura organizzativa e informativa interna di impresa fornirà normalmente indicazione se la fonte principale dei rischi connessi all’area geografica di attività fa riferimento alle sue attività (l’origine delle vendite) o alla localizzazione dei clienti (destinazione delle vendite). Di conseguenza, l’impresa deve considerare questa struttura per determinare se i suoi settori geografici devono essere basati sulla localizzazione delle attività o sulla localizzazione dei suoi clienti”, IAS 14 paragrafo 27 “la struttura organizzativa e direzionale interna e il suo sistema di rendicontazione interna per il consiglio di amministrazione e per l’amministratore delegato costituiscono normalmente la base per identificare la fonte principale e la natura dei rischi e dei benefici dell’impresa e, perciò, per definire quale schema di presentazione sia primario e quale secondario…” IAS 14 paragrafo 28 “per la maggior parte delle imprese, la fonte principale dei rischi e dei benefici determina come l’impresa è organizzata e gestita. La struttura organizzativa e direzionale e il suo sistema di rendicontazione interna sono normalmente la migliore evidenza della fonte principale dei rischi e dei benefici ai fini

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