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CAPITOLO 1- LA TEORIA DELLE ONDE DI ELLIOTT

4. In particolare: le onde d’impulso

4.3. Il “troncamento”

Il troncamento (o failure) è una configurazione grafica che si verifica quando onda 5 non è in grado di superare il picco raggiunto dalla 3, a testimonianza dell’esaurimento di una fase espansiva o recessiva. La realizzazione di questo pattern deriva dalla perdita di momentum da parte dei prezzi che non riescono a raggiungere nuovi top/bottom di mercato, a causa della forte pressione delle vendite (nel caso del bull market) o degli acquisti (nel caso del bear market). In sostanza, nel caso di un bull market onda 5 non fa registrare un nuovo massimo (Figura 25), mentre nel bear market non fa registrare un nuovo minimo (Figura 26).

Figura 24: Troncamento in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 25: Troncamento in un mercato ribassista

33 Date le implicazioni che porta con sé (inversione del trend), il troncamento può verificarsi in onda C di una correzione o in onda 5 di un movimento impulsivo, ma mai in onda 3.

4.4. Il “triandolo diagonale”

Un altro fenomeno caratteristico, anche se piuttosto raro, delle onde d’impulso è il triangolo diagonale (o wedge). Si tratta di un pattern composto da cinque onde, racchiuse tra due linee convergenti, che assumono la forma di un cuneo. Trattandosi di un movimento impulsivo, tali onde rispettano le prime due delle linee guida esposte in precedenza, violandone la terza: onda 4 sconfina nel territorio di prezzo di onda 1 (overlap). In rari casi, un triangolo diagonale può terminare con un troncamento, violando anche la quarta delle rules.

Per disegnare questo pattern è necessario attendere il completamento delle prime quattro onde, poiché il primo lato del triangolo verrà tracciato congiungendo le estremità delle onde 1 e 3, invece il secondo unendo quelle delle onde 2 e 4. E’ fondamentale individuare con esattezza onda 2 poiché, una volta completato il triangolo, i prezzi torneranno a muoversi nella stessa direzione di quest’ultima.

In Figura 27 è illustrato un triangolo diagonale, rispettivamente, in un bull market e in un bear market:

Figura 26: Triangolo diagonale rialzista e ribassista

Fonte: Elaborazione personale

Ciascuna delle onde componenti il triangolo si suddivide in tre onde di grado inferiore, dando vita ad un conteggio di 3-3-3-3-3, tipico dei fenomeni correttivi. Questo comportamento da

34 parte dei prezzi denota l’esaurimento della forza di un movimento rialzista o ribassista, con conseguente inversione di tendenza, successivamente confermata dalla rottura della trendline inferiore del triangolo. Proprio per questo motivo Elliott sosteneva che i triangoli diagonali potesse verificarsi unicamente come quinta onda, quando il movimento principale è andato avanti troppo velocemente.

La creazione da parte dei prezzi di un triangolo diagonale deve essere confermata anche dallo studio dei volumi che tendono a decrescere durante la formazione del pattern, per poi tornare ad aumentare nell'ora o nel giorno precedente il loro completamento.

Una diagonale crescente è bearish ed è normalmente seguita da un rapido declino con un ritracciamento che si protrae almeno fino al livello da cui era cominciata, viceversa una diagonale decrescente è bullish determinando una spinta al rialzo.

In conclusione quinte estese, troncamenti e triangoli diagonali forniscono tutti lo stesso segnale: imminente inversione della tendenza in atto. Nel caso in cui due di questi fenomeni dovessero verificarsi contemporaneamente, il successivo movimento nella direzione opposta risulterà più violento.

5. Le onde correttive 5.1. Caratteri introduttivi

Le onde correttive si muovono sempre in direzione opposta rispetto all’onda di grado immediatamente superiore di cui fanno parte e sono suddivisibili in tre onde di grado inferiore, fatta eccezione per i triangoli orizzontali che ne contengono cinque. Da ciò deriva che un movimento iniziale di cinque onde contro il trend principale non costituirà mai la fine di una correzione, ma solo una parte di essa.

Poiché il mercato tende a muoversi più facilmente nella direzione del trend principale, piuttosto che contro, l’analisi e l’interpretazione delle onde correttive è per l’analista un’attività molto complessa sia a causa della quantità di varianti possibili, che per la crescente complessità nel corso della loro realizzazione. Pertanto può essere davvero difficile individuare con esattezza un’onda correttiva prima che non sia stata del tutto completata e ormai superata.

Sulla base dei movimenti a cui danno vita, le onde correttive sono classificabili in due tipologie:

35 • sharp, quando sono angolate ripidamente rispetto al movimento impulsivo che le precede. Questo tipo di correzione non include mai un nuovo estremo di prezzo, ossia un prezzo che si trova oltre la fine ortodossa6 dell’onda d’impulso precedente.

• sideway, quando determinano un movimento laterale dei prezzi. Questo tipo di correzione normalmente include un nuovo estremo di prezzo, ossia un prezzo che si trova oltre la fine ortodossa dell’onda d’impulso precedente.

Correzioni sharp e sideway si contraddistinguono anche sulla base delle informazioni che forniscono circa la forza del trend principale: le prime indicano una forza ordinaria, al contrario le seconde preannunciano un’elevata forza.

Le onde correttive prevedono quattro modelli di base:

1. zig-zag 2. flat

3. triangolo orizzontale 4. doppio/triplo “tre”.

5.2. Il “zig-zag”

Lo zig-zag è un fenomeno correttivo di tipo sharp identificato da una sequenza A-B-C che segue una precisa struttura: onda B, che di solito è la più corta delle tre, termina notevolmente al di sotto rispetto all’inizio di onda A, mentre onda C si spinge ben oltre il livello finale di onda A. Normalmente onda A e onda C tendono ad eguagliarsi in ampiezza e durata.

Lo zig-zag prevede un conteggio di 5-3-5 onde di grado inferiore, in linea con quella che è la tipica struttura interna delle onde d’impulso e correttive. Le Figure 28 e 29 mostrano uno zig- zag rispettivamente nel caso di un bull market e di un bear market:

6 Quando si parla di massimo o minimo ortodosso si fa riferimento al prezzo relativo al termine di una

formazione impulsiva o correttiva. Viceversa un massimo o minimo non ortodosso è il reale livello di prezzo massimo o minimo registrato intra-formazione o dopo la fine della formazione. Per esempio, in Figura 25 il top di onda (5), che segna il termine della formazione impulsiva, è il massimo ortodosso, mentre il top d’onda (B) è il massimo non ortodosso, in quanto realizzatosi successivamente rispetto al termine della formazione.

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Figura 27: Zig-zag in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 28: Zig-zag in un mercato ribassista

Fonte: Elaborazione personale

Nella prima fase del pattern (onda A) l’analista non sa ancora se queste cinque onde rappresentano un primo impulso di una formazione che si svilupperà successivamente completandosi in cinque onde, oppure se ne seguiranno soltanto altre due, realizzando un fenomeno correttivo. Converrà quindi mantenere tutti i possibili conteggi: onda 1 oppure onda A.

Uno zigzag che corregge un intero movimento a cinque onde deve essere maggiore, nel tempo e in ampiezza, rispetto a ciascuna onda correttiva all’interno del movimento stesso.

Una rara variante nel modello dello zig-zag è rappresentata dal doppio/triplo zig-zag, illustrati rispettivamente in Figura 30 e 31 con riferimento ad un bull market:

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Figura 29: Doppio zig-zag in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 30: Triplo zig-zag in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Le sequenze A-B-C, che identificano ogni singolo zig-zag, sono collegate tra di loro mediante un altro movimento di tipo correttivo (in gergo un “tre”), etichettato con una X. Il movimento in questione può assumere la forma di uno qualsiasi dei possibili modelli base, anche se tipicamente si tratta di uno zig-zag. Il motivo che spinge i prezzi ad evolversi seguendo la strada del doppio/triplo zig-zag è strettamente connesso alla ricerca di un opportuno target di prezzo: infatti il primo zig-zag raramente è largo abbastanza da costituire un’adeguata correzione dell’onda precedente, di conseguenza sarà necessario un raddoppio o una triplicazione della formazione iniziale per creare un ritracciamento congruo.

38 Ad ogni onda X si potrebbe ipotizzare una ripresa del trend principale. Se così fosse quest’onda rappresenterebbe l’onda 1 di un nuovo movimento impulsivo e la successiva onda 2 non potrebbe oltrepassare il suo livello iniziale; un eventuale sconfinamento, al contrario, lascerebbe spazio alla convinzione che si tratti di un doppio/triplo zig-zag. Ancor prima che si verifichi una violazione del supporto costituito dal livello iniziale di onda X, per ottenere informazioni utili a tale scopo, è possibile indagare circa la sua struttura interna: un “tre” lascerebbe pensare ad un’onda X, viceversa un “cinque” ad un’onda 1.

5.3. Il “flat”

I flats sono delle configurazioni di tipo sideway che appaiono in momenti di forte pressione nel senso del trend principale, tanto da essere considerati più come modelli di consolidamento che di correzione. Un’onda estesa (sinonimo di elevata forza da parte del trend primario), ad esempio, è tipicamente preceduta o seguita da un flat, il quale, lateralizzando il trend piuttosto che correggerlo profondamente (come nel caso di uno zig-zag), conferma per l’appunto l’elevata direzionalità del movimento principale. Ne esistono quattro tipologie:

1. flat (o regular flat)

2. flat irregolare (o irregular flat) di tipo 1 3. flat irregolare (o irregular flat) di tipo 2 4. running flat

Tutte queste varianti, oltre ad essere identificabili mediante una sequenza A-B-C, tipica dei movimenti correttivi, hanno in comune un conteggio interno di 3-3-5 onde di grado inferiore. Assieme ai triangoli diagonali e ai triangoli orizzontali, di cui parleremo più avanti, mostrano un’eccezione alla regola secondo la quale le onde d’impulso debbano presentare una suddivisione interna di cinque onde.

Nel flat (o regular flat) onda B ritraccia il 100% d’onda A, terminando in corrispondenza del suo inizio, mentre onda C riporta i prezzi in prossimità del livello finale di onda A, talvolta superandolo di poco. Nel complesso le tre onde presentano all’incirca la stessa ampiezza e la stessa durata. Le Figure 32 e 33 mostrano un regular flat rispettivamente per un bull market e un bear market:

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Figura 31: Regular flat in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 32: Regular flat in un mercato ribassista

Fonte: Elaborazione personale

Nell’irregular flat di tipo 1 onda B termina oltre il livello iniziale di onda A, mentre onda C termina ben oltre il livello finale di onda A. In gergo il movimento realizzato da onda B viene definito Bull trap (caso sfondamento rialzista) o Bear trap (caso sfondamento ribassista) poiché, sebbene il mercato sia in piena fase correttiva, il superamento del top (o del bottom) di onda 5 induce molti investitori a considerare una ripresa del trend principale, quando in realtà si tratta di una “trappola”, alla quale seguirà una forte inversione. Le Figure 34 e 35 mostrano un flat irregolare di tipo 1 rispettivamente nel caso di un bull market e di un bear market:

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Figura 33: Irregular flat di tipo 1 in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 34: Irregular flat di tipo 1 in un mercato ribassista

Fonte: Elaborazione personale

Nell’irregular flat di tipo 27 onda B termina al di sotto del livello iniziale di onda A, come in

uno zig-zag, mentre onda C non è in grado di raggiungere il livello finale di onda A, come in un running flat. Le Figure 36 e 37 mostrano un flat irregolare di tipo 2 rispettivamente nel caso di un bull market e di un bear market:

7 A.J. Frost e R.R. Prechter non considerano il flat irregolare di tipo 2 come una delle varianti del modello correttivo flat, poiché sostengono sia il frutto di un’errata etichettatura da parte di Elliott. (A.J.Frost e R.R.Prechter, Elliott Wave Principle: Key to Market Behavior, p.57-60, Milano, Trading Library Srl, 2003)

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Figura 35: Irregular flat di tipo 2 in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 36: Irregular flat di tipo 2 in un mercato ribassista

Fonte: Elaborazione personale

Nel running flat, infine, onda B termina oltre il livello iniziale di onda A, mentre onda C non riesce a raggiungere il livello finale di onda A. Lo stile delle onde adiacenti è molto importante per riconoscere un pattern di questo tipo, il quale tende ad aver luogo solo in mercati molto forti, nei quali i prezzi si muovono così velocemente da non permettere alla correzione di manifestarsi compiutamente. Le Figure 38 e 39 mostrano un running flat rispettivamente nel caso di un bull market e di un bear market:

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Figura 37: Running flat in un mercato rialzista

Fonte: Elaborazione personale

Figura 38: Running flat in un mercato ribassista

Fonte: Elaborazione personale

La durata di ognuna delle tre onde che compongono un flat normalmente è la stessa per tutte. Come per gli zig-zag, esiste una rara formazione composta da due o più flat tra loro collegati mediante un “tre” d’intervento (etichettato come onda X). Tuttavia Elliott non ha classificato questo pattern come un doppio/triplo flat, bensì l’ha inserito nel modello del doppio/triplo “tre”, di cui parleremo più avanti.

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