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L’immagine di Treviso nelle guide e nelle pubblicazioni periodiche

IV. 1938 Treviso: Piave, Grappa e Montello: l’illustrazione fotografica del territorio

IV.II. L’immagine di Treviso nelle guide e nelle pubblicazioni periodiche

IV.II. L’immagine di Treviso nelle guide e nelle pubblicazioni periodiche

Nella sua vocazione documentaria e nel suo riallacciarsi alla tradizione incisoria, quasi senza soluzione di continuità, la fotografia ne eredita, alle sue origini, i generi più diffusi: la «scena di genere», il ritratto, la veduta cittadina e la documentazione delle opere maggiori, raccolte e conservate nelle collezioni pubbliche e private, temi questi ultimi soprattutto destinati ad una vasta attività fotografica per la richiesta continua e sempre in aumento dei turisti, categoria di utenza che, da subito, affianca quelle, già menzionate, degli artisti e degli storici dell’arte [MIRAGLIA 2011:139].

Tra metà e fine Ottocento, antesignane dei moderni libri illustrati su Treviso e la sua provincia, furono le raccolte di litografie. Non si trattava di materiali destinati al turismo, fenomeno ancora agli albori, ma di rappresentazioni di luoghi caratteristici, iconografie del territorio163. Dalle vedute di Treviso di Antonio Nani164

alla prima guida della città di Giovanni Battista Alvise Semenzi che, nell’edizione del 1864, presentava tavole litografate tratte da fotografie di Antonio Rech e di Giuseppe Ferretto165, all’opera di Marco Moro, alle realizzazioni dell’officina del primo tipolitografo, Gaetano Longo . 166

Le prime vedute fotografiche della città di Treviso furono opera dello studio avviato da Giuseppe Ferretto nel 1863 e portato avanti dagli eredi sino al 1921. Tra le prime opere significative, nel 1872, in occasione della Esposizione regionale Agricola e

Industriale di Belle Arti, Ferretto allestì l’album Ricordo della Provincia di Treviso167, con centocinquanta tavole che illustravano luoghi, monumenti e vedute caratteristici di Treviso e provincia [PRANDI ET AL. 1985:91-95]. Non si trattava ancora di una produzione rivolta al turismo, ma di rappresentazioni della città.

Per quanto riguarda le prime guide, quella di Luigi Bailo, del 1872 [BAILO 1978], non era illustrata e trattava della sola città di Treviso, dedicando ai dintorni un accenno168. Guide successive (SANTAELENA 1894, PIETROBON 1912) presentarono sporadiche illustrazioni fotolitografiche169.

Alla formazione di un canone iconografico per la città di Treviso e provincia contribuì dunque, innanzitutto e in maniera più massiccia, lo Studio Ferretto, per la copiosa produzione dello studio che fu attivo per cinquantotto anni170 e il cui archivio fu in parte trasmesso, nel 1921, a Umberto Fini . Nel tracciare la fisionomia di Treviso e 171

dintorni Agostino Contò sostiene che i Ferretto abbiano rappresentato una “scuola” per i fotografi successivi quali, appunto, Giuseppe Fini e i fratelli Garatti [PRANDIET AL. 1985:29].

Treviso e provincia furono rappresentate anche nella storica collana del Touring Club

Italiano, Attraverso L’Italia172, una raccolta di duemila fotografie, pubblicata a partire

dal 1902. Le fotografie pubblicate erano di Alinari, Brogi, Naya, di Brend’Amour, Giovan Battista Ganzini173 e altri, i testi di Ottone Brentari [BRENTARI 1902]. Nel terzo fascicolo, una parte174 è completamente dedicata all’illustrazione di Treviso e provincia: da una ripresa esterna della chiesa di San Nicolò ai resti dell’antica cinta muraria di Castelfranco, alla riproduzione della nota pala d’altare di Giorgione, ivi conservata. Tre immagini sono dedicate a Villa Barbaro, a Maser, e illustrano, rispettivamente, la grotta, la facciata e il tempio della Villa . 175

La copiosa riproduzione di alcuni soggetti, ripresi dal medesimo punto di vista, e delle stesse immagini, sta a significare che le fotografie circolavano all’interno di un mercato editoriale che esigeva un campione circoscritto per la divulgazione. La replica di soggetti e immagini è una caratteristica delle pubblicazioni destinate al turismo.

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Per un efficace funzionamento dei servizi dedicati al turismo, infatti, è necessario che il ventaglio di mete sia limitato, in modo che alla promozione possa corrispondere un’organizzazione curata e strutturata.

Uno dei fascicoli della collana Le cento città illustrate edita da Sonzogno a supplemento del periodico Il Secolo è dedicato a Treviso e Vittorio Veneto. Le fotografie, pubblicate con estese didascalie, sono di Garatti, Alinari, Bertina (Treviso), Longo & Zoppelli176. Vi sono anche fotografie aeree (della Sezione Fotografica della Direzione Superiore del Genio delle Costruzioni Aeronautiche). Dal punto di vista iconografico (ma anche contenutistico: citazioni letterarie che diventano stereotipi sulla città), vi era riprodotto uno schema che conta generalmente una o più riprese aeree, immagini dei monumenti principali (palazzo dei Trecento in Piazza dei Signori, il Duomo, la Chiesa di San Nicolò, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, Loggia dei Cavalieri in Via Re Umberto, il palazzo del Museo Civico in Borgo Cavour), delle distruzioni causate dalla guerra, scorci cittadini sul Sile:

[…] la collana edita da Sonzogno presenta […] un ritorno a quel criterio antologico, basato sulla selezione di luoghi e monumenti emergenti, che è ai fondamenti della cartolina e che prosegue sulla scia indicata dalle raccolte di vedute incise [FUSCO

1982:775-776]177.

La copertina del fascicolo, inoltre, proponeva una fotografia a piena pagina sullo stile dei periodici dell’epoca178.

Uno dei fascicoli della collana di monografie dal titolo Italia Artistica, pubblicati dall’Istituto di Arti Grafiche di Bergamo sotto la direzione di Corrado Ricci [COLETTI post 1926] fu dedicato a Treviso, con centotrentanove illustrazioni. Le fotografie sono dello Studio Ferretto, Alinari, Ministero Pubblica Istruzione, Soprintendenza ai Monumenti Venezia e anche dello stesso Coletti. Le fotografie introdotte da disegni e

sempre richiama la citazione dantesca «ove Sile e Cagnan s’accompagna», il Palazzo dei Trecento, la Piazza dei Signori, la Chiesa di San Nicolò. Coletti non escluse immagini delle distruzioni operate dai bombardamenti del primo conflitto mondiale.

I testi illustrati più significativi, su Treviso, indicarono un canone che verrà ripreso e ridefinito dall’opera di Mazzotti. Quest’ultimo nella sua guida non propose una simmetria tra testo e immagine, ma soggetti e iconografie diverse rispetto alla tradizione incisoria e a Ferretto.

Mentre alle origini i fotografi mutuarono dall’incisione, oltre ai soggetti, anche la tendenza a realizzare e trasmettere una visione unitaria e codificata del singolo monumento, con Mazzotti si verificò una soluzione di continuità verso la prevalenza dell’aspetto estetico ed espressivo della fotografia rispetto a una descrizione più tradizionale e analitica.


Per un approfondimento vedi: AGOSTINO CONTÒ, Milleottocento-millenovecento: storie e immagini

163

della città, in PRANDIETAL. 1985, pp. 21-34.

Datate 1846 sul frontespizio del fascicolo che le conteneva, ma già annunciate dall’autore nel 1841.

164

Cfr. <https://www.flickr.com/photos/societa-iconografica-trivigiana/sets/72157629014741697/>. GIOVANNI BATTISTA ALVISE SEMENZI, Treviso e la sua provincia. Illustrazione di Giovanni Battista

165

Alvise nob. Semenzi, segretario relatore per le scienze dell’Ateneo di Treviso, seconda edizione rifusa e ampliata, Treviso, tip. provinciale Gaetano Longo, 1864 (1862). Con 5 tavole litografiche tratte da

fotografie di Antonio Rech e 9 tavole litografiche tratte da fotografie di Giuseppe Ferretto [PRANDIET AL. 1985:89].

La Tipolitografia trevigiana nacque nel 1896 e, nel 1919 si fuse con l’altra più importante tipografia

166

operante a Treviso, quella condotta da Luigi Zoppelli, dando origine, alla Società anonima Longo & Zoppelli. Cfr. PRANDIETAL. 1985, pp. 56-57.

Ricordo della provincia di Treviso. Fotografie di Giuseppe Ferretto. Note illustrative di Antonio

167

Caccianiga, Treviso, Prem. Stab. Tipo-Litografico di G. Longo, 1872. I casi in cui si presentano delle

analogie nella scelta dei punti di vista e nella formalizzazione dei soggetti tra le tavole litografiche di Semenzi e le fotografie dello Studio Ferretto sono verificabili nel repertorio pubblicato in PRANDIET AL. 1985. Ad esempio, la veduta litografica di Valdobbiadene [fig. 99, p. 89, datata 1864] nella guida di Semenzi presenta un punto di vista molto simile a quello di una fotografia presente nell’album

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Lo stesso fu per una riedizione della guida del 1888.

168

Per una bibliografia su «Le guide di Treviso», dal 1833 al 1937, vedi PRANDI ET AL. 1985, pp.

169

33-34.

Lo studio di Giuseppe Ferretto fu portato avanti dai figli Pietro, poi da Giovanni, sino alle soglie

170

della Prima Guerra Mondiale, poi ancora dal collaboratore Pietro Bocciner [PRANDIETAL. 1985:29]. A tutt’oggi il fondo fotografico di Giuseppe Fini, figlio di Umberto, conservato al FAST,

171

comprende numerose fotografie Ferretto.

La collana, la cui pubblicazione fu annunciata nel 1901 [ATTRAVERSO 1901], diretta da Giulio

172

Laurencic ed edita da Cesare Schmidt, fu pubblicata in 31 fascicoli e in sette lingue, in formato album. Come indicato nel frontespizio del primo fascicolo.

173

P. 46 è tutta dedicata a Treviso e provincia con otto immagini.

174

La fotografia che raffigura il prospetto della Villa, con una figura maschile al centro del vialetto che

175

conduce al corpo di fabbrica principale (fig. IV-002) verrà pubblicata anche da Burger [BURGER

1909:tav. 40, fig. 2] e da Loukomski [LOUKOMSKI 1927:tav. LXXXIX]. Quest’ultimo vi aggiungerà anche l’indicazione di autorialità (Alinari). Lo stesso punto di vista delle riprese della grotta e del tempio di Villa Barbaro e della cinta muraria di Castelfranco verrà replicato in fotografie pubblicate successivamente in altri testi.

Cfr. PRANDI ET AL. 1985:30: «E quando nella famosa collana che serviva da supplemento al

176

periodico “Il Secolo”: le belle dispense illustrate de Le cento città d’Italia, arriverà il turno anche di Treviso, l’editore si servirà, per realizzare le zincografie, di fotografie eseguite dallo Studio Ferretto».

L’opera di ARIODANTE MANFREDI, Le cento città d’Italia: Descrizione storica, politica, geografica,

177

commerciale, religiosa, militare, Bestetti, Milano, 1871, fu d’ispirazione per Sonzogno [FUSCO

1982:775] che iniziò a pubblicare la sua collana a partire dal 1887. Il fascicolo qui descritto fa parte della seconda ristampa pubblicata, secondo Fusco (i fascicoli non sono datati), tra il 1924 e il 1929.

Cfr. ad esempio L’Illustrazione Italiana, Turismo d’Italia, L’Illustrazione Veneta.

V. 1948. L’Ente Provinciale per il Turismo di Treviso: un catalogo delle fotografie