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L’IMMIGRAZIONE INDIANA E CINESE

L’abolizione della schiavitù del 1848 è la causa scatenante del processo di immigrazione dei cosiddetti « contractuels »50. Persone reclutate al fine di sostituire la manodopera degli schiavi nei campi. Jean-Luc Cardin fa notare come la composizione demografica martinicana, all’indomani dell’abolizione della schiavitù, si presenti come segue :

Population totale : 118 000 (120 357 selon R. Renard). Population de couleur : 108 000 (92%) dont 72 859 esclaves et environ 35 000 hommes de couleur libres. Il reste donc 8 % de Blancs.51

Le conseguenze economiche che ne derivano non sono affatto favorevoli per i proprietari terrieri. In particolare :

L’abolition provoque une désertion des plantations. Libre, l’ancien esclave migre vers les villes ou encore vers les mornes, quitte à venir travailler un ou deux jours par semaine sur les plantations.52

Gli ex schiavi abbandonano quasi del tutto il lavoro dei campi, oppure, si dedicano alla coltivazione di propri appezzamenti di terreno. La principale ripercussione dovuta a questo fenomeno è naturalmente

50 Sono persone ingaggiate con regolare contratto dopo l’abolizione della schiavitù. Essi provengono

dall’Europa dall’Africa, dall’Asia e dall’India. Sono reclutati dalle grandi potenze coloniali. Per uno studio più dettagliato sul tema consultare la seguente opera : F. Imré, W. F. Walter,

International MIgrations Demographic Monographs, vol. 7., New York, London, Paris, Gordon et

Breach Science publishers, 1969.

51 J-L. Cardin, Martinique « Chine-Chine » L’immigration chinoise à la Martinique, Paris, Éditions

l’Harmattan, 1990, p. 37.

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l’immediato crollo della produzione agricola in Martinica e in tutte le Antille. I « békés » latifondisti devono trovare nuova forza lavoro per la coltivazione intensiva dei loro campi. Tuttavia, corrono presto ai ripari e la soluzione che prospettano è di avviare una nuova forma di immigrazione. 53

La « tratta »54 degli immigrati, che comprende le operazioni di reclutamento e trasporto di quest’ultimi nei luoghi di destinazione, è un’attività molto lucrativa, nella seconda metà del 1800. Fra tutte le nazioni europee :

L’Angleterre qui abolit l’esclavage dans ses colonies en 1834 organise « son » Coolie Trade avant les autres, créant ainsi une rude concurrence en proposant des conditions de recrutement, de salaire, des garanties définies.55

La Francia, deve subire, dunque, il predominio inglese e firmare nel 1861 una convenzione con la quale gli inglesi la autorizzano a poter profittare del traffico dei lavoratori indiani, presenti nelle colonie inglesi.

Si stima che :

Dans la seconde moitié du XIXe siècle, la Martinique fut concernée par de nouvelles immigrations. La plantocratie locale, soucieuse de renouveler la main d’œuvre après l’abolition de l’esclavage, suscita l’arrivée dans l’île de

53 Ivi, pp- 45 - 46.

54 Utilizziamo questo termine per sottolineare il fatto che il ricorso all’immigrazione da parte dei

colonizzatori non è altro che una nuova forma di tratta di capitale umano.

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37.008 engagés sous contrat : 25.509 Indiens, 10.521 Congos et 978 Chinois56.

L’immigrazione indiana dura a lungo. Per trent’anni, infatti, dal 1853 al 1883 essa continua senza sosta. Per quanto riguarda i congolesi e i cinesi, invece, le ondate migratorie sono durante pochi anni e rispettivamente cinque anni per i congolesi dal 1857 al 1862 e appena un anno per i cinesi, dal 1859 al 1860. Caratteristica dei congolesi e dei cinesi è tuttavia il fatto che molti di loro sono rimasti sulle isole caraibiche senza fare ritorno nella loro terra natale. Una delle ragioni è anche dovuta alla giovane età degli immigrati che, nel caso dei cinesi, si aggira intorno ai diciannove o massimo ai ventisei anni57.

Sulle coste martinicane approdano solamente tre navi cariche di immigrati asiatici : la « Fulton », l’« Amiral Boudin » e il « Galilée ». Per quanto riguarda il « Galilée » le documentazioni in possesso dagli storici sono abbastanza esaustive. In particolare, si tengono presenti i rapporti di viaggio di M. Jourdan58. Egli è un chirurgo cinese che ha annotato i principali accadimenti verificatisi durante la traversata che il

56 G. L’Etang, De l’héritage culturel congo, indien et chinois à la Martinique, Conférence donnée à

la Maison franco-japonaise de Tokio, le 21 avril 2003, p. 1. Testo consultabile on line al seguente indirizzo : www.potomitan.info/travaux/heritage.php

57 Cfr. B. David, Coolies, Congos et Chinois, Le mémoriel martiniquais, vol III, Nouméa, Société des

éditions du mémorial, 1978. p. 47- 52.

58 Jourdan, Rapport sur la mission du navire le « Galilée » chargé de transporter des émigrants

chinois à la Martinique, Archives d’Outre-Mer, Fonds Martinique, canton 85, dossier 690. Il

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« Galilée » ha compiuto il 15 marzo del 1860, partendo da Canton e arrivando a Saint-Pierre, il 3 luglio dello stesso anno.

M. Jourdan descrive con minuzia i componenti dell’equipaggio e del carico, annotando le condizioni di trasporto di quest’ultimi e la loro provenienza sociale. Per quanto concerne, inoltre, la sorte di questo ultimo convoglio di cinesi arrivato in Martinica, sappiamo, in base ad un articolo presente su Le Moniteur, giornale coloniale francese, che la nave deve essere dirottata su altre isole caraibiche, in quanto la manodopera cinese non è più utile sull’isola. I cinesi, tuttavia, pretendono il rispetto degli accordi contrattuali con i francesi e sbarcano ugualmente in Martinica :

Les Chinois peu soucieux d’entreprendre un second voyage de quelques jours, après une navigation de 3 mois et demi, ont déclaré vouloir rester à la Martinique, lieu désigné dans leur contrat d’engagement.59

Molti cinesi non lavoreranno nei campi, ma riescono grazie alle loro capacità, ad avviare piccole attività commerciali.

Il traffico di immigrati asiatici è stato d’altronde fallimentare a causa di due fattori fondamentali quali l’alto costo del reclutamento e trasporto degli immigrati e la reticenza di quest’ultimi a sottomettersi al

59 Le Moniteur de la Martinique, 8 juillet 1860, in J-L. Cardin, Martinique « Chine-Chine »

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sistema di sfruttamento coloniale. Molti cinesi trasgrediscono la legge per insubordinazione nei confronti dei datori di lavoro e molti di essi scappano per sfuggire alla cattura, dando vita ad una nuova forma di « marronage ». Prendono dunque il posto occupato fino ad allora dagli schiavi neri, che hanno dato vita al fenomeno.