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41 immobilizzazione e di dissanguamento, modello del dispositivo di immobilizzazione, ecc.) e delle

competenze e capacità degli OSA osservati nel corso dello studio, non è stato possibile prendere in considerazione e analizzare tutti i fattori. Lo studio non ha portato a conclusioni definitive in merito all'esistenza di differenze significative tra i sistemi di immobilizzazione in termini di benessere degli animali. Il sistema di contenimento dei bovini macellati senza stordimento è scelto dai gestori dei macelli per soddisfare le esigenze religiose delle comunità interessate, in quanto entrambi i sistemi di immobilizzazione presentano vantaggi e svantaggi. Inoltre, gli operatori desiderano un sistema che consenta una rapida perdita di coscienza degli animali, che garantisca la sicurezza sul lavoro e sia economicamente conveniente (Commissione Europea, 2016). Gli investimenti e le spese di esercizio sono nettamente più elevati per i sistemi di immobilizzazione rotanti che per quelli verticali. Le informazioni sulle migliori pratiche e la formazione al corretto utilizzo di tali sistemi di immobilizzazione contribuiscono a migliorare il benessere degli animali, indipendentemente dal sistema di immobilizzazione utilizzato. Tuttavia, affinché la macellazione religiosa avvenga correttamente, la gabbia di immobilizzazione dovrebbe:

 permettere al bovino di mantenere la propria stazione quadrupedale;

 essere dotata di dispositivi atti a mantenere la testa dell’animale rivolta verso l’alto fino al momento della iugulazione.

Seguendo i precedenti punti, il benessere del bovino è garantito e lo stress diminuito (Cenci Goga et al., 2010).

c. LA IUGULAZIONE

Dopo il corretto posizionamento dell’animale cosciente all’interno dell’attrezzatura di contenimento, viene effettuato il sezionamento dei grandi vasi del collo (vene giugulari e arteria carotide), esofago e trachea (Fig. 15). In questa fase lo stato di sofferenza dell’animale può derivare dalle modalità di contenzione e dal taglio. Il punto in cui è effettuata l’incisione è situato di norma nel terzo distale del collo nella regione prossima all’arco mandibolare (SIMeVeP, 2013). Non appena la lama recide i tessuti si genera una scarica dolorifica, provocata dal taglio dei terminali nervosi. In seguito, l’estremità della ferita è depolarizzata e quindi non è più in grado di rispondere ad ulteriori stimoli (Candotti et al., 2009). Un’attenta osservazione delle reazioni dell’animale al taglio è uno dei modi migliori per determinare se le particolari condizioni di lavoro (mancanza di stordimento, tipologia di contenimento e di strumento per il taglio) influiscono sul dolore.

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Fig. 15: durante la macellazioni rituali, la recisione viene effettuata a livello di vasi sanguigni, esofago e

trachea, senza toccare le vertebre.

(http://www.webalice.it/beniamino.cenci.goga/Corsi/recomm.pdf).

Grandin e Regenstein nel lavoro“Religious slaughter and animal welfare: a discussion for meat

scientists”, pubblicato nel 1994 sul Meat Focus International, hanno sottolineato come l’invasione

della flight zone da parte dell’uomo provochi nel bovino reazioni maggiori rispetto a quelle successive alla iugulazione: sembra che l’animale non si accorga che la gola sia stata tagliata (Bager et al., 1992). Dopo il taglio, la testa viene solitamente bloccata per massimo 45-60 (SIMeVeP, 2013). Successivamente, il bovino è liberato dalla trappola di contenimento e si denotano: un crollo istantaneo della sua mole e l’animale che si guarda attorno all’erta. I dettagli con cui la legge ebraica descrive il profilo del coltello rituale sembrano essere di fondamentale importanza per prevenire che il bovino reagisca al taglio. Non è un caso che sia proibito dalle leggi ebraiche tornare con il coltello sopra il taglio, operazione chiamata halagramah (Epstein, 1948). Ad esempio, nella macellazione halal, dopo l’utilizzo di un particolare coltello ricurvo, sono state riportati calci, contrazioni muscolari e spasmi vigorosi dell’animale dopo la iugulazione e una ferita al collo con margini poco precisi e caratterizzata da lacerazioni laterali. Le stesse risposte sono state registrate per bovini contenuti in dispositivi mal progettati, in quanto la ferita si chiudeva su se stessa durante e successivamente al taglio. Reazioni simili sono state riportate anche in bovini che precedentemente all’entrata nelle trappole presentavano un forte stato di agitazione (Grandin et al., 1994). Perché l’operazione sia il meno dolorosa, si devono seguire i seguenti punti:

 l’addetto alla iugulazione deve essere ben formato;

 il coltello utilizzato deve essere ben affilato e di una lunghezza sufficientemente adatta alla mole dell’animale, in modo tale da effettuare un unico movimento dello strumento;

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 la recisione non deve riguardare le vertebre, in quanto l’animale non deve essere decapitato (Velarde et al, 2010).

Un ulteriore elemento fondamentale è il divieto di maneggiamento della ferita prima della perdita di coscienza dell’animale, in quanto le terminazioni non sezionate sono in grado di veicolare informazioni dolorifiche (Candotti et al., 2009).

d. IL DISSANGUAMENTO

In questa fase lo stato di sofferenza dell’animale può derivare dall’ansia dovuta alle sensazioni di progressiva perdita di sangue, dall’impossibilità di respirare e di espellere materiale digestivo introdotto nei polmoni dopo la recisione di trachea ed esofago (SiMeVeP, 2013). Per il primo minuto successivo alla iugulazione, il cuore mantiene il flusso ematico: mentre il sangue venoso è pompato dalla periferia del corpo al cuore, quello arterioso fuoriesce dal punto di recisione delle arterie. Per tale motivo, la contrazione cardiaca diminuisce, come anche l’ossigenazione del miocardio (Rose, 2004). La perdita di conoscenza nei bovini è molto variabile: da 20 a più di 120 secondi. Ci sono diversi fattori che potrebbero prolungare tale stato dell’animale. Il primo è la velocità con cui viene effettuata la recisione dei tessuti. Immediatamente dopo che un operatore applica un taglio rapido, il 95% dei vitelli crolla quasi immediatamente (Grandin, 1987). Quando esso è più lento e meno deciso, è stata registrata una prolungata sensibilità dell’animale: circa il 30% dei vitelli ha mantenuto la capacità di camminare o di movimento degli arti per un massimo di 30 secondi. Ciò è giustificato dal fatto che il movimento lento della lama o la sua poca affilatezza potrebbero provocare l’estensione e il danneggiamento delle arterie, che perciò sono sottoposte a occlusione (Grandin et al., 1994). La tipologia di contenimento è un ulteriore fattore che influenza la velocità con cui l’animale perde coscienza. Dopo aver effettuato la iugulazione, appendere il bovino a testa in giù prolunga il periodo di perdita di coscienza dell’animale, in quanto il sangue ossigenato tende a stanziare a livello dell’encefalo e del sistema nervoso centrale, mantenendolo attivo per un tempo maggiore (Grandin, 1980). Nei sistemi di contenimento previsti per la macellazione rituale, è di fondamentale importanza il mantenimento dell’elevazione della testa tramite la trappola ASPCA, in quanto influenza il tempo di deflusso del sangue. La testa del bovino non deve essere riabbassata per 45-60 secondi, poiché ciò favorisce un dissanguamento più rapido. Un ulteriore elemento, di notevole importanza per la sua influenza sul tempo di perdita di coscienza, è lo stato di agitazione del bovino durante le operazioni precedenti alla iugulazione: animali calmi prima del contenimento hanno meno probabilità di avere i vasi occlusi e, di solito, collassano entro 10-15 secondi (Grandin et al., 1994). Se un animale rimane in uno stato di coscienza troppo a lungo, aumenta la probabilità della presenza di sangue nel sistema respiratorio

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