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Le implicazioni per l’economia interna

4 L’ingresso della Federazione Russa nell’OMC

4.3 Le implicazioni per l’economia interna

L’ingresso della Federazione Russa nell’OMC rappresenta un fattore chiave per la trasformazione del capitalismo oligarchico e per il progresso economico del Paese. Far parte di un regime di commercio multilaterale significa per la Russia dover conformare le proprie istituzioni estrattive ad istituzioni economiche e politiche maggiormente inclusive, prevedibili e trasparenti. Le disposizioni dell’OMC prevedono l’apertura dei mercati nazionali al commercio mondiale, dal quale tutte le nazioni dovrebbero trarre beneficio per avviare una crescita sostenibile, aumentare il benessere sociale dei cittadini, ridurre la povertà e raggiungere la pace e la stabilità45. L’OMC rappresenta un sistema di garanzia in cui ciascuno Stato membro è vincolato al rispetto delle proprie obbligazioni e può appellarsi all’organo per la soluzione delle controversie, il Dispute Settlement Body, nel caso in cui un altro Paese membro violi tali obblighi. Naturalmente la transizione da un modello di capitalismo vizioso ad uno virtuoso richiede un certo periodo di tempo ed è per questa ragione che gli effetti dell’ingresso della Russia nell’OMC non sono visibili nel breve termine. Nel lungo periodo la totale eliminazione degli ostacoli al libero commercio ed agli investimenti potrebbe ridurre la dipendenza del Paese dalle materie prime, aumentare la competitività, introdurre l’innovazione di cui la Russia necessita e, di conseguenza, far crescere il Paese a ritmi sostenuti. Secondo alcune analisi condotte dalla Banca Mondiale su richiesta del governo russo, i benefici post-adesione all’OMC per la Russia deriverebbero da un aumento delle importazioni, dall’accesso facilitato ai mercati esteri per le esportazioni e soprattutto dal miglioramento del clima per gli investimenti esteri (Connolly 2012, 24-28).

In effetti, la contrazione delle barriere tariffarie e non tariffarie genera benessere dal momento che si riflette in un aumento della domanda di beni importati, in un’allocazione più efficiente delle risorse interne ed in uno spostamento della produzione verso i settori maggiormente vantaggiosi sulla base dei prezzi del mercato mondiale. Per quanto riguarda l’import, l’adesione all’OMC influisce dunque in due modi: attraverso la riduzione dei dazi ed il miglioramento della competitività. Da un lato, la riduzione o eliminazione dei

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Si veda http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/wto_dg_stat_e.htm (ultimo accesso 13.04.2014)

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dazi sulle importazioni rende i beni importati meno costosi e più accessibili al consumatore russo che ne trae beneficio potendo scegliere tra una più vasta gamma di prodotti di diverso costo e qualità; dall’altro, la maggiore apertura e liberalizzazione degli scambi aumentano la competitività consentendo alle imprese straniere di penetrare con maggiore facilità il mercato russo. In tal modo, le aziende nazionali beneficiano delle importazioni di prodotti e capitale estero (per esempio di macchinari) e allo stesso tempo si vedono costrette ad aumentare la produttività per restare al passo con i concorrenti stranieri. La competitività innesta così il processo di “distruzione creatrice”, attraverso il quale le imprese aumentano la produttività e producono innovazioni, stimolando la crescita duratura dell’intera economia.

Per quanto riguarda l’export, l’adesione all’OMC facilita l’accesso ai mercati al di fuori dall’area CSI per gli esportatori russi. Come già precedentemente evidenziato, la Russia gode di un vantaggio comparato nell’estrazione e lavorazione dei prodotti energetici e delle materie prime, i quali costituiscono la maggior parte dell’export del Paese. La possibilità, anche in presenza di un regime di commercio multilaterale, di vendere l’energia ai partner stranieri ad un prezzo più alto rispetto a quello interno consente alla Russia di ottenere ottimi introiti, che può investire a sua volta nell’acquisto di prodotti finiti di origine estera o nella modernizzazione delle proprie istituzioni economiche. Inoltre, con l’ingresso nell’OMC la Russia punta alla diversificazione dell’economia, ad una nuova divisione della forza lavoro ed all’esportazione di “tutto quello che finora non ha rappresentato un mercato di sbocco globale” (intervista ad E. Fedorov 2012) 46: macchinari e prodotti ad alta tecnologia. Tuttavia, secondo alcuni studiosi (Connolly&Hanson 2012), il livello ancora troppo basso di competitività nelle attività industriali ad alto valore aggiunto ―che si scontra con livelli di competitività più alti in Paesi con reddito simile a quello russo come Brasile, Cina, India e Turchia— non permette al Paese di beneficiare pienamente del migliore accesso al mercato, situazione che potrà cambiare solo quando la Russia avrà trasformato radicalmente la propria struttura economica rendendo l’ambiente

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Si veda l’intervista del 1° novembre 2012 sull’ingresso della Russia nell’OMC ad Evgenij Fedorov, Deputato di Russia Unita nella Duma di Stato e Capo della commissione parlamentare per la politica economica e l’imprenditoria: http://www.eurasia-rivista.org/lingresso-nel-wto-le- conseguenze-per-la-russia-intervista-con-evgenij-fedorov/17598/ (ultimo accesso 16.04.2014)

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commerciale più diversificato, propizio per gli investimenti privati e per la crescita delle PMI.

La maggior parte dei benefici post-adesione, circa il 72%, originano dalla liberalizzazione delle barriere agli IDE nel settore bancario e dei servizi (Connolly 2012, 28). La riduzione delle barriere agli investimenti migliora l’accesso al mercato russo per le compagnie straniere che decidono di entrare in Russia attraverso la creazione di joint venture con le imprese nazionali o di stabilirsi in loco come loro concorrenti dirette. Inoltre, l’afflusso di IDE nel settore dei servizi giova alla forza lavoro più qualificata, situazione che nel lungo periodo spingerà il Governo russo ad investire maggiormente nell’istruzione. Per quanto riguarda il settore bancario, un aumento degli IDE può comportare una maggiore presenza di banche a partecipazione straniera che, come è successo in altri stati post-sovietici, nel futuro potranno agevolare l’accesso alle finanze per le PMI, nelle quali si nasconde il potenziale di crescita inespresso del Paese.

Infine, si nota che dall’ingresso nell’OMC traggono un maggiore beneficio alcuni settori ed alcune regioni piuttosto di altri. I settori destinati ad espandersi sono quelli che esportano la maggior parte del loro output e sono meno protetti da sussidi e restrizioni governative (Jensen, Rutherford, Tarr 2007, 15-16). Per esempio, nel settore manifatturiero cresceranno i produttori di metalli ferrosi e di prodotti chimici i quali esportano oltre il 30% del loro output totale e beneficiano dall’aumento dei prezzi di tali prodotti sui mercati esteri. Al contrario, i settori destinati a contrarsi sono quelli che erano più protetti prima dell’ingresso nell’OMC e che esportano piccole percentuali del loro output complessivo, come i settori automobilistico47 e agricolo, i settori dei macchinari, dei materiali edili e dell’industria leggera. Per quanto riguarda l’impatto regionale derivante dall’ingresso della Russia nell’OMC, le stime del 2004 (Jensen, Rutherford, Tarr) si sono rivelate abbastanza veritiere, dimostrando che le regioni destinate a beneficiare di più delle altre in termini percentuali di PIL sono quelle della Russia europea, in particolare la regione di San Pietroburgo nel Distretto Federale Nordoccidentale (5,7%) e la regione di Mosca nel Distretto Federale Centrale (4,7%); infine, traggono beneficio dall’adesione all’OMC anche le regioni più

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Si teme in particolare per le “monogorody” che basano la loro sussistenza su un’unica impresa di produzione industriale. Un caso su tutti è la città di Togliatti dove ha sede la più grande industria automobilistica russa, l’AvtoVAZ, la quale rischia di essere schiacciata dalla concorrenza internazionale.

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vicine ai mercati cinese e giapponese come il Distretto Federale Estremo Orientale (5,2%) (Figura 4.1).

Figura 4.1. L’IMPATTO REGIONALE DELL’ADESIONE ALL’OMC (in termini percentuali di PIL regionale)

Fonte: Jensen, Rutherford, Tarr, The impact of liberalizing Barriers to foreign direct investment in Services: The case of Russian Accession to the World Trade Organization, August 2004, p.28