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€ 78.238,94

Figura 51 Localizzazione aree verdi del sito oggetto di studio e progetto

Figura 50 Importo lavori tetto 1 e tetto 2, in basso importo totale dei lavori, ricavato della somma degli importi dei lavori tetto 1 e tetto 2

Figura 52 Inquadramento aree verdi del sito oggetto di studio e progetto

Figura 55 Rendering da immagine ricavata da Google Earth, telecamera a 600 m, https://www.google.it/intl/it/earth/ Figura 54 Inquadramento aree verdi con rendering tetto verde dell’area oggetto di studio

Figura 56 Rendering tetto verde con immagine scaricata da Google Earth, telecamera a 600 m, https://www.google.it/intl/it/earth/57

Conclusioni

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che i primi esempi di tetti verdi nel mondo hanno

un’origine antichissima, fin dalle prime testimonianze della civiltà dell’uomo. Per migliaia di anni l’uomo ha utilizzato le piante per ricoprire e proteggere le sue abitazioni fino a quando nei primi decenni del XIX secolo non le ha sostituite con l’introduzione nell’edilizia di materiali artificiali. Soltanto verso la fine del Novecento e gli inizi del XXI secolo l’uomo ha utilizzato nuovamente le piante per la copertura degli edifici, riscoprendo i grandi benefici che esse apportano in termini di eco-sostenibilità. L’interesse volto all’approfondire i benefici derivanti dall’applicazione di tetti verdi sopra la copertura di edifici, in particolare di strutture di didattica e di ricerca, è alla base di questa analisi. Lo scopo di questo elaborato è dimostrare che la progettazione e la realizzazione di un tetto verde sull’edificio B18 del dipartimento di Scienze Agrarie, Agroalimentari e agro-

ambientali, dell’Università di Pisa è tecnicamente possibile. A tal fine è stato effettuato un attento e approfondito studio della struttura del solaio, utilizzando i file DWG gentilmente concessi dal Professore Ingegnere M.G. Bevilacqua del dipartimento di ingegneria dell’Università di Pisa. Sulla base dei dati analizzati è stato ipotizzato un carico accidentale del tetto di 200 kg/ m², tuttavia, è bene sottolineare che si tratta di un dato non certo, che andrebbe verificato con un’indagine ingegneristica della struttura del solaio ancor più approfondita. Come illustrato nell’elaborato la progettazione si compone di tre fasi. Nella prima fase è stata progettata la tecnica di

impermeabilizzazione per proteggere il solaio. Questa è costituita da quattro strati: il primo strato è costituito dal primer aggrappante, secondo e il terzo strato sono composti da due guaine

impermeabili una normale e quella più esterna arricchita con additivi chimici antiradice; il terzo è composto dai primi strati sui quali viene posto uno strato efficacemente termoisolante di pannelli XPS; l’ultimo strato è di separazione in nylon. Nella seconda fase è stata effettuata una selezione di materiali e piante. I materiali scelti sono caratterizzati da elevata resistenza, basso peso e spessore esiguo. Le piante selezionate si contraddistinguono per forte resistenza agli stress e appartengono alla tipologia fisiologica delle succulente, del genere Sedum. Alla luce dei parametri di valutazione considerati in fase progettuale, quali peso, costi e benefici, risulta realizzabile, come soluzione più idonea, una specifica tipologia di tetto verde, quello estensivo. Come illustrato nel progetto infatti la stratigrafia progettuale di un tetto verde estensivo è composta da uno strato di protezione, uno di accumulo e drenaggio, uno filtrante, un substrato vulcanico ed infine da piante coltivate e questa viene rispecchiata nel progetto, ma utilizzando materiali aventi spessori più sottili possibili, disponibili ad oggi sul mercato, per garantire il minor peso realizzabile. Nell’ultima fase di

drenaggio proposto sarebbe in grado di garantire una migliore gestione delle acque piovane nello scarico delle acque pubbliche con conseguente riduzione dei costi di manutenzione per le casse pubbliche Successivamente è stata proposta la sostituzione delle vecchie cupole dei due lucernai del tetto, con l’installazione di due nuove cupole in policarbonato, che potrebbero migliorare

l’illuminazione naturale interna dell’edificio, comportando un risparmio a livello energetico e garantirebbero sicurezza, per eventuali atti vandalici, data la loro forte resistenza agli urti esterni. Tutta la struttura verrà dipinta dalla idropittura fotocatalitica, tale finitura ha la caratteristica di essere autopulente, antimuffa, anti-alga e impermeabile all’acqua favorisce la rimozione degli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera, contribuendo a migliorare ulteriormente l’ecosostenibilità dell’edificio B18. Il tetto verde progettato in questo elaborato, se realizzato, avrebbe uno spessore di soli 12,6 centimetri rendendolo estremamente leggero, di soli 70 kg/ m² e di 101 kg/ m² con il sistema saturo di acqua. Durante l’analisi dei dati era stato ipotizzato un carico accidentale sopportabile dal solaio di 200 kg/ m², quindi se da una successiva approfondita indagine

ingegneristica sulla struttura del solaio si evidenziasse la capacità di reggere tale carico, si potrebbe realizzare il progetto. Applicare tetti verdi sopra la copertura di strutture di didattica e di ricerca, amplificherebbe il valore complessivo dell’edificio B18 su vari aspetti evidenziati nell’elaborato e incrementerebbe la consapevolezza da parte dei fruitori del maggiore impatto ecosostenibile che conferiscono all’immobile. Conclusa la parte progettuale, è stato stilato l’elenco prezzi unitari, utilizzando i prezzi forniti dal prezziario dei lavori pubblici della Toscana, della Liguria e della Lombardia. Sulla base di questo elenco è stato ottenuto il computo metrico dei lavori, che ammonta ad un importo totale dei lavori pari a 78.238,94 euro IVA esclusa, non considerando alcuni costi della sicurezza e alcuni costi non osservabili in fase progettuale. L’importo totale dei lavori, è comunque sia basso a mio giudizio, una struttura come l’Università potrebbe permetterselo e i tempi di realizzazione sarebbero brevi si può ipotizzare un periodo dei lavori di circa 4 mesi. A completamento dell’analisi effettuata sono state realizzate immagini rendering del progetto che permettono di comprendere e di visualizzare il risultato finale. Sarebbe infine utile, quantificare, con uno studio, con parametri e dati corretti, i concreti effetti benefici che questo progetto potrebbe apportare effettivamente. Come la gestione dello scarico delle acque meteoriche, quantificando la quantità di acqua assorbita dal tetto e non immessa nel sistema di scarico in un determinato

intervallo di tempo. La riduzione dell’inquinamento acustico, con la rilevazione del rumore esterno dentro le aule dell’edificio e con o senza stratigrafia di materiali del tetto verde. Calcolare

allungamento della vita dei materiali del tetto e quantificare la riduzione dei costi di riscaldamento e raffreddamento dell’edificio, questo dato però di poco conto, perché il problema principale in termini di risparmio termodinamico dell’edificio sono gli infissi esterni. Infine con un aumento

della superficie naturale utilizzabile dagli artropodi, si ipotizza un aumento della biodiversità di alcune specie, sarebbe interessante classificare le specie presenti. Spero che questo progetto, faccia riflettere, sulla possibilità di realizzare un tetto verde, anche in una situazione così complicata e limitata ma comunque capace di offrire innumerevoli benefici ai fruitori dell’edificio e

all’ambiente. Mi auguro che nel futuro prossimo, le strutture dell’Università di Pisa, si dotino di nuovi tetti verdi, non in particolare del mio progetto, ma in generale e che la mia tesi possa marcare il desiderio di progettare e costruire queste straordinarie e affascinanti strutture, dagli innumerevoli benefici, che l’uomo per millenni ha utilizzato.

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Ringraziamenti

Ringrazio il Professore Brunori, per avermi guidato e supportato nella fase più importante del mio percorso formativo accademico anche in una situazione così difficile per la pandemia del Covid-19. Un sentito e sincero grazie al Prof. Vernieri, per il supporto costante, le dritte indispensabili e la sua complicità nella realizzazione di ogni capitolo della mia tesi e durante tutto il corso del Progevup. Un grazie, a mamma e papà, al loro costante sostegno ed ai loro insegnamenti senza i quali oggi non sarei ciò che sono. Senza di voi, tutto questo non sarebbe stato possibile. Desidero ringraziare inoltre il mio vicino di casa Fabio, esperto in edilizia, geometra dal 1975 al 2013, per i suoi preziosi consigli nella progettazione edile. Un grazie speciale a Dominika, la mia ragazza, conosciuta durante una lezione di questo corso di studi, per la sua costante presenza anche in un periodo così difficile come quello che abbiamo passato con il Covid-19. Ringrazio tutta la mia famiglia, per avermi sempre aiutato e appoggiato nelle scelte anche nella complicata situazione del Lockdown domestico. Grazie a tutti gli amici che ho conosciuto in questi anni all’Università, un grande grazie a Davide, Elisa, Francesco, Mariagiulia, Elena, le Michele, Salvatore, Francesca. Per finire volevo salutare e ringraziare mio nonno, scomparso per via di un incurabile male, 3 anni fa, ma per me non s’è mai andato mi è sempre stato vicino, sarebbe fiero di me oggi.

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