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La progettazione e la realizzazione di un tetto verde in Italia, deve rispondere della normativa vigente UNI, (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) in particolare con la norma UNI 11235 “istruzioni per la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione di coperture a verde” e le linee guida ministeriali “Verde pensile: prestazioni di sistema e valore ecologico” (ISPRA 2012). La più recente normativa, UNI, è entrata in vigore il 10 settembre 2015, la quale, definisce i criteri di progettazione, esecuzione, controllo e manutenzione di coperture continue a verde, in funzione delle particolari situazioni di contesto climatico, di contesto edilizio e di destinazione d’impiego. La normativa precedente a questa, era la UNI 11235:2007, la quale era stata una dei primi esempi di normativa europea sulla progettazione, realizzazione e manutenzione delle coperture verdi. La UNI 11235:2015 è un documento di maggiori dimensioni rispetto al precedente (la versione del 2007 si componeva di 42 pagine mentre l’attuale ne conta 66) e più specializzato alle questioni progettuali e prestazionali del sistema. La prima parte della norma, dal capitolo 1 al 4, del 2015 sembra del tutto simile a quella del 2007, i successivi capitoli 5. Istruzioni per la progettazione, 8. Materiali e componenti, 9. Istruzioni per l’esecuzione e l’installazione, 10. Controlli (in precedenza intitolato Collaudi) e 11. Manutenzione, nell’ultimo aggiornamento risultano più efficaci. La normativa UNI 11235:2015 si divide in 3 grandi categorie:

– pianificazione urbana; – valore ecologico;

– tutela economica e ambientale.

Il capitolo quinto, al paragrafo 5.3, intitolato Progettazione dei requisiti, vengono passate in rassegna le attenzioni progettuali specifiche inerenti la realizzazione di tetti verdi e giardini pensili

(capacità agronomica, controllo della capacità drenante e della gestione delle acque meteoriche, aerazione, accumulo idrico), introducendo di conseguenza alcuni parametri funzionali di grande importanza per il sistema, con anche i relativi spunti finalizzati ad una loro determinazione, ossia “MT – massima acqua trattenuta”, “CI – contenuto intermedio”, “PA – punto di appassimento” (punto 5.3.4), “UT – rapporto di utilizzabilità”, “APD – acqua a potenziale decrescente”, “EF – rapporto di efficienza” (5.3.4.1), Livello di manutenzione della vegetazione (5.3.5), Resistenza agli attacchi biologici e ai microrganismi (5.3.6). Il testo successivamente dispone di tabelle relative alla quantificazione di massima del minutaggio manutentivo annuale da dedicare all’apparato

d’inverdimento in opera (5.3.5), inserendo, relativamente a tali questioni, alcune sottoclassi dipendenti dalle diverse tipologie di vegetazione:

– estensivo a minima manutenzione; – estensivo a bassa manutenzione; – intensivo a ridotta manutenzione; – intensivo a media manutenzione;

– intensivo ad alta manutenzione (in merito alla gestione del sistema, il vecchio codice di pratica contemplava solo tipi estensivi e intensivi). La normativa prosegue con le tematiche della tutela e protezione della biodiversità ambientale, argomento poco considerato nella normativa del 2007 ma che oggi è divenuta imprescindibile rispetto agli obiettivi di sostenibilità globale, è stata incorporata nel documento in esame. A questo tema è riservato uno specifico paragrafo, Attitudine alla

biodiversità (5.3.7), in cui tale requisito, oltre ad essere esplicato, è rapportato al fondamentale valore ecologico del verde pensile. Una delle porzioni più spendibili nell’ottica dell’applicabilità della norma alla fase progettuale da parte di tecnici e professionisti, si trova al punto 5.4.3

(Elementi, strati e impianti componenti il sistema), ove tramite una serie di dettagli-tipo vengono individuate soluzioni conformi focalizzate sui nodi tipici di un sistema d’inverdimento pensile, ovvero:

– bordo in corrispondenza di parete perimetrale; – bordo in corrispondenza di lucernaio;

– pozzetto di raccolta e scarico acque meteoriche;

– collegamento tra copertura a verde e copertura pedonabile; – bordo perimetrale;

– soluzione con elemento termoisolante posto sopra all’elemento di tenuta; – soluzione senza elemento termoisolante;

– soluzione con strato di accumulo idrico;

– soluzione con strato di accumulo idrico ed elemento termoisolante.

Altre integrazioni degne di nota riguardano la manutenzione, considerandone due nuove classi: Manutenzione del sistema di drenaggio (11.3) e Manutenzione degli impianti (11.5). Proprio quest’ultima è particolarmente dettagliata, in quanto vi si analizzano tutte le operazioni gestionali che possono riguardare gli impianti d’irrigazione e/o elettrici presenti. Nel paragrafo Manutenzione di avviamento al controllo (11.2.1) viene fornito un esempio tabulare di piano di manutenzione indirizzato alla gestione in uso di un sistema a verde pensile secondo la UNI 11540:2014 (Prospetto 11), ipotizzando anche delle possibili scadenze temporali su un arco di tempo annuale. Infine, se il vecchio riferimento non possedeva appendici, quello attuale ne presenta tre. Appendice A,

Caratteristiche di progetto dello strato colturale (argomento in passato esaminato in maniera meno strutturata, all’interno del capitolo Materiali e componenti): la sezione in questione si dimostra invece ben dettagliata, prendendo in considerazione tutti gli aspetti riguardanti le caratteristiche dello stato colturale, in vista di una loro adeguata progettazione ed esecuzione. Appendice B, Tipologie vegetazionali: tematica in passato sì presente ma molto inferiore in termini d’estensione. Nella UNI 11235:2015 sono infatti descritte le forme vegetali maggiormente riscontrabili in un sistema d’inverdimento pensile, ossia:

– erbacee;

– bulbose, tuberose e rizomatose; – arbusti;

– rampicanti e ricadenti; – alberi.

Appendice C (informativa), si intitola Ulteriori informazioni e metodi di prova. Essa si compone di sotto paragrafi che passano in rassegna alcuni dei temi tecnici più importanti all’interno dell’attuale scenario edilizio globale, fornendo sia delle indicazioni su come migliorare le performance del fabbricato, sia entrando nel merito di quelli che sono i relativi codici di pratica eventualmente riscontrabili in letteratura e finalizzati al controllo in opera. Le questioni sviluppate all’interno di questa sezione sono: Controllo dell’isolamento acustico (C.1); Assorbimento acustico (C.2);

Controllo polveri della dispersione degli inquinanti (C.3); Controllo del flusso di energia (C.4); Determinazione sperimentale dei coefficienti di deflusso e afflusso (C.4.1); Procedura di

determinazione degli stati di accumulo idrico negli elementi porosi di sistema (C.5); Strato colturale (C.5.1); Altri materiali porosi con capacità di ritenzione idrica (geotessili, materiali granulari, schiume) (C.5.2). La medesima appendice, dedicando spazio alle questioni vegetazionali e di scelta o gestione delle piante, si conclude con una proposta di scheda tecnica finalizzata alla descrizione analitica degli esemplari vegetali che compongono l’impianto (Prospetto C.6).xxv

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