Capitolo 2. Il processo decisionale e il ruolo del business plan
2.2 Le fasi del processo decisionale d’investimento
2.3.1 Imprenditore e team manageriale
Uno dei fattori che l’investitore tiene più in considerazione è la componente soggettiva della proposta, ossia l’imprenditore, il fondatore dell’impresa, ideatore originale del business e il suo management team. Pertanto, le considerazioni circa il management team dominano spesso la decisione d’investimento (Muzyka et al., 1996), in tutte le fasi del processo decisionale:
Non c’è dubbio che indipendentemente dal cavallo [in questa sede qualificabile come il prodotto], dalla razza del cavallo [ovvero il mercato], o dalla probabilità [criteri finanziari], è il fantino [imprenditore] che determina fondamentalmente se il venture capitalist scommetterà del tutto.
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Le caratteristiche tenute in particolare considerazione riguardo l’imprenditore e il suo team manageriale riguardano le loro abilità, competenze ed esperienze.
È importante che abbiano qualità personali (Mason e Stark, 2004), quali entusiasmo, impegno, dedizione, visione, integrità. Di particolare rilievo è il fatto che siano realistici, quindi che non sopravvalutino la propria impresa ma che riescano ad identificare i rischi in modo tempestivo e, se necessario, trovino adeguate misure per gestirli (Fried e Hisrich, 1994). Tenuto in particolare considerazione è il fatto che i manager e l’imprenditore restino nell’impresa in modo permanente nel medio-lungo termine, indice che per primi credono nell’impresa stessa e nelle possibilità future di portarla al successo.
È necessario che siano molto flessibili, soprattutto nei casi d’imprese nelle prime fasi del ciclo di vita (Fried e Hisrich, 1994), poiché il livello di incertezza ambientale è molto alto e sarà probabilmente necessario adattarsi ai cambiamenti e agli imprevisti tempestivamente.
Per questo è fondamentale che l’imprenditore e il management team abbiano una buona conoscenza del settore e del mercato in cui l’impresa opera, formata grazie al loro background e track record (MacMillan et al., 1985). Quest’ultimo elemento, qualificabile come esperienza, è una caratteristica ritenuta molto importante e talvolta addirittura selettiva tra imprese di successo e fallimenti: una buona carriera di successo dell’imprenditore e dei manager, in posizioni aziendali simili a quelle assunte nell’impresa che l’investitore sta valutando, garantisce talvolta una maggiore possibilità di successo (Roure e Maidique, 1986), avendo già avuto esperienza in tale ambito. Pertanto, l’esperienza del management a livello strategico, un track record di successo in imprese precedenti e rilevante conoscenza del settore sono fattori altamente valutati (Hisrich e Jankowicz, 1990).
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Inoltre, sono molto importanti le competenze dei manager e dell’imprenditore in ambiti quali il marketing, le vendite, gli aspetti operativi, organizzativi, finanziari e contabili (Muzyka et al., 1996), poiché l’investitore-socio non si sostituirà all’imprenditore nella gestione operativa dell’impresa ma andrà solamente ad affiancarlo ed assisterlo in maniera professionale (Giovannini, 2004). Poi, se tali competenze non sono presenti nell’imprenditore e nei suoi manager, è sempre possibile compensare le mancanze inserendo altri manager (Fried e Hisrich, 1994), nel caso anche riferendosi all’investitore, dal momento che spesso negli accordi vengono previsti anche inserimenti di professionisti di fiducia dell’investitore nel team manageriale. Importante quindi che i manager e, per primo, l’imprenditore siano desiderosi di lavorare con l’investitore (Hall e Hofer, 1993) professionalmente e in modo costruttivo.
Ulteriore caratteristica spesso valutata è la capacità di leadership dell’imprenditore, che deve essere dimostrata non solo in momenti positivi in cui è facile gestire l’impresa, ma soprattutto nei momenti di crisi in cui sarà soggetto a pressione estrema (Fried e Hisrich, 1994).
Sono preferiti dagli investitori soggetti con un chiaro orientamento agli obiettivi, con ottime competenze tecniche e abilità manageriali personali, cui spesso fa seguito la necessità che l’investitore “senta di trovarsi bene” con l’imprenditore, senta una “buona chimica” (Hisrich e Jankowicz, 1990), poiché le parti dovranno passare molto tempo a lavorare insieme.
I manager sono “l’elemento dinamico e fonte di vita di qualsiasi business, senza questo fattore le risorse produttive sarebbero solo risorse e non diventerebbero mai produttive” (Drucker, 1954). Sono quindi l’elemento distintivo che permette all’impresa di conseguire il successo, poiché sono i soggetti che hanno rilevanza strategica, dal momento che gestiscono l’impresa. Tra le loro attività principali, infatti, rientrano:
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l’identificazione dei bisogni dei consumatori, effettivi e potenziali, e del valore di mercato percepito dell’impresa;
l’analisi delle informazioni raccolte per delineare una strategia competitiva, che valorizzi i punti di forza e risolva quelli di debolezza, proteggendosi dalla concorrenza;
il monitoraggio in modo costante del contesto ambientale per tutelarsi da eventuali rischi.
Drucker14 (1954) afferma che cinque sono le aree di intervento rilevanti
del management: la prima riguarda il sistema aziendale che si occupa di selezionare le risorse umane, facendo in modo di avere persone in linea con la mission e la strategia aziendali; la seconda riguarda il sistema di valutazione volto a premiare ed incentivare i comportamenti determinanti sviluppo e correggere quelli non in linea con le strategie di fondo; la terza concerne il sistema premiante per motivare il personale; la quarta area di intervento manageriale si occupa dello sviluppo della dirigenza; infine, la quinta area di intervento riguarda i rapporti con i dipendenti.
I manager, quindi, si occupano di molte funzioni aziendali critiche, gestendo l’impresa per portarla al successo. Pertanto, una delle principali cause di insuccesso delle imprese è rappresentata proprio dal management (Drucker, 1954), in quanto è loro la responsabilità della gestione dell’impresa.
È proprio questa una delle aree in cui vi è spazio per l’intervento degli investitori in capitale di rischio, come anticipato sopra: spesso aziende di modeste dimensioni presentano lacune nell’ambito del management, non disponendo di professionisti capaci e di processi formativi interni per il personale, con conseguente incapacità di motivare e di trovare figure professionali idonee (Drucker, 1954). L’investitore in capitale di rischio,
14 Economista austriaco naturalizzato statunitense, docente di Management per oltre un
ventennio a New York, autore di molte opere, tra cui la qui citata: The practice of management (1954).
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diventato ora socio dell’impresa, ha tutto l’interesse ad aiutare nel creare un management team composto da un gruppo di professionisti capaci di gestire l’impresa e di incrementarne il valore.
Inoltre, è bene precisare che non è quasi mai ben accettata la presenza di una sola persona nella gestione dell’impresa, per evitare quello che viene definito “one man show”, ritenuto troppo rischioso per l’investitore.
Il tema del management è, quindi, centrale nel contesto aziendale e le persone sono ritenute il fattore più critico nelle decisioni degli investitori.