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Rischio e tasso interno di rendimento

Capitolo 2. Il processo decisionale e il ruolo del business plan

2.4 La valutazione e il pricing

2.4.1 Rischio e tasso interno di rendimento

Il tema del rischio nelle decisioni d’investimento è una delle principali problematiche per gli investitori nel capitale di rischio (Giovannini, 2004), a cui è direttamente correlata la questione del rendimento atteso dall’investimento da parte dell’investitore stesso.

Infatti, la teoria finanziaria si basa sul fatto che il ritorno che un investitore dovrebbe richiedere è in funzione del rischio correlato all’investimento stesso: ovvero, maggiore è il rischio cui l’investitore è esposto, maggiore deve essere il tasso di rendimento richiesto.

Il tasso di rendimento varia da caso a caso, a seconda del grado di rischio dell’operazione, determinabile grazie ad una serie di indicatori. Tra questi, il più importante risulta essere la fase dell’investimento. Si riporta a tal

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proposito una tabella tratta dallo studio di Manigart e al.19 (1997), che

descrive come il ritorno richiesto dagli investitori varia a seconda della fase d’investimento nei quattro Paesi oggetto di studio, ovvero Regno Unito, Francia, Olanda e Belgio.

UK (%) Francia (%) Belgio/Olanda (%) Complessivo 30 25 15 Seed/startup/early stage 46-55 36-55 31-35 Espansione/sviluppo 26-30 21-25 21-25 MBO 31-35 26-30 21-25 MBI 31-45 26-30 21-25 Mercato secondario/replacement - 26-30 <20

Tabella 2 - Tassi di rendimento richiesti dagli investitori nel capitale di rischio, in funzione della fase d'investimento20

Dalla tabella 3 è possibile comprendere come il tasso di ritorno richiesto risulti maggiore per le imprese nelle prime fasi del ciclo di vita, seguito dalle operazioni di management buy-out e management buy-in, dalle imprese nelle fasi di espansione e di sviluppo e infine da operazioni di mercato secondario e replacement.

Pertanto, tanto più si opera con imprese nelle prime fasi di vita, tanto maggiore sarà il rischio connesso all’operazione e, di conseguenza, tanto maggiore il tasso di sconto utilizzato dagli investitori per le loro valutazioni (Corigliano, 2001). Diminuisce invece nelle fasi più avanzate del ciclo di vita dell’impresa, poiché diminuiscono i rischi correlati all’attività d’impresa, quali rischio di fallimento, di perdita e di illiquidità, presumendo una maggiore stabilità dell’impresa stessa. Inoltre, con il passare del tempo, procedendo nello sviluppo del progetto e dell’impresa,

19 Nel loro studio “Venture capitalists’ appraisal of investment projects: an empirical European

study” si occupano di analizzare il processo valutativo nella realtà europea.

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risulta più facile effettuare stime corrette, avendo a disposizione valori storici di riferimento.

Un ulteriore indicatore del rischio è rappresentato dall’orizzonte temporale atteso: maggiore risulta essere l’orizzonte temporale, maggiore sarà il tasso di ritorno richiesto (Manigart et al., 1997), in quanto più difficile e rischioso fare stime corrette e precise per un orizzonte temporale particolarmente lungo. Ciò esplicita chiaramente quanto il denaro abbia intrinseco un valore temporale: più ci si allontana nel tempo, minore sarà il valore poiché aumenta il rischio, e viceversa.

Inoltre, altri fattori che influenzano la determinazione del tasso di rendimento che l’investitore richiede riguardano (Manigart et al., 1997):

 grado di innovazione,

 condizioni economiche generali e del settore,

 esistenza di una way-out pianificata precedentemente,  rapporto di indebitamento atteso dopo l’investimento,  round di finanziamento,

 ammontare di capitale e relativa quota di partecipazione,  eventuali cambiamenti nei ritorni e nei tassi.

Il Tasso Interno di Rendimento, cosiddetto TIR (o IRR, Internal Rate of

Return), viene quindi calcolato dall’investitore per valutare la convenienza dell’operazione e determinare così il rendimento del proprio investimento. Il tasso interno di rendimento viene definito come quel tasso che “rende pari il flusso in uscita al tempo dell’investimento e il flusso in entrata conseguente alla cessione alla data del disinvestimento” (Potito, 2013). Viene solitamente utilizzato come misuratore delle redditività di un investimento; nell’ambito però dell’investimento nel capitale di rischio, è più spesso usato per determinare il valore che l’investitore attribuisce all’impresa, tramite un procedimento a ritroso (Carlotti, 2003), ovvero

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definendo un TIR-obiettivo per pervenire alla stima del valore, come si

approfondirà anche nei paragrafi successivi, in particolare circa il venture capital method.

È necessario quindi determinare il valore dell’impresa al momento del disinvestimento, in particolare al termine dell’esercizio precedente a quello di cessione, come si vedrà nel paragrafo seguente in cui si descrivono i vari metodi di valutazione, utilizzando i dati e le informazioni presenti nel business plan.

In un caso, quello di utilizzo del venture capital method appunto – come si vedrà anche di seguito – il tasso di rendimento non viene calcolato, ma viene definito un TIR-obiettivo dell’investitore, che viene utilizzato per

attualizzare il valore finale. L’investitore solitamente accetta l’operazione e porta a termine l’investimento se l’importo calcolato è tale da generare un ritorno pari almeno al TIR-obiettivo minimo atteso (Potito, 2013).

Il tasso interno di rendimento, secondo il metodo del Capital Asset Pricing Model, detto CAPM, dipende da due fattori (Corigliano, 2001): il tasso di

rendimento offerto dagli impieghi privi di rischio e il premio per il rischio assunto, secondo la seguente formula:

𝑅𝑖𝑡𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑠𝑜 = 𝑅𝑓 + 𝛽 × (𝑅𝑀 − 𝑅𝑓) (2) dove:

𝑅𝑓 = tasso risk-free;

𝛽 = beta, coefficiente che rappresenta la sensibilità dei rendimenti di ciascun investimento alle variazioni del mercato nel suo complesso; 𝑅𝑀 = rischio di mercato.

Il tasso di rendimento atteso dagli investitori nel capitale di rischio risulta essere molto elevato; può variare, infatti, tra il 20% e il 70-80%, in funzione del grado di rischio dell’operazione (Corigliano, 2001).

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I motivi per cui il tasso per gli investitori risulta così elevato sono molteplici. In primo luogo, essi richiedono un alto rendimento per compensare l’elevato rischio cui sono esposti durante tutta l’operazione. Un ulteriore motivo è rappresentato dalla natura tendenzialmente illiquida della partecipazione degli investitori: richiedere un alto tasso di rendimento permette loro di sopperire al fatto che nel breve termine non sia possibile liquidare l’investimento in modo profittevole. Inoltre, il tasso di rendimento elevato compensa il valore aggiunto rappresentato dall’intervento dell’investitore, che apporta – oltre al capitale – anche tutta una serie di contributi extra-finanziari, permettendo così un aumento del valore complessivo dell’impresa.