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Incidenza della proposta Settori

Nel documento COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE (pagine 29-47)

VII. Spiegazione delle disposizioni della proposta

2. Incidenza della proposta Settori

La proposta incide sui consumatori professionali, soprattutto industriali, di solventi organici. I solventi organici sono volatili e in assenza di misure evaporano nell'ambiente.

Queste emissioni contribuiscono in modo significativo alle emissioni totali di composti organici nella CE. Dato che i solventi organici sono usati in molti e diversi settori industriali, il numero di impianti interessato è considerevole. A seguito tuttavia di intense discussioni con l'industria e con gli Stati membri, sono state scelte soglie per i vari settori in modo da coprire soltanto gli impianti di maggiori dimensioni.

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Nel fissare le soglie, la Commissione ha in particolare esaminato le prove di utili di riduzione decrescenti, nella misura in cui le dimensioni degli impianti interessati diminuiscono, sulla base di uno studio sul rapporto costi/benefici effettuato sulla prima serie di proposte della Commissione da parte dell'Università di Karlsruhe.

Dimensioni

Le dimensioni degli impianti interessati variano in funzione del settore. Le soglie sono espresse in termini di consumo del solvente e il rapporto tra questo dato e le dimensioni di un impianto, in termini socioeconomici, dipende fortemente dalle caratteristiche di ciascun settore determinato. È possibile comunque fare un calcolo approssimativo del numero di PMI interessate, partendo dall'ipotesi che la linea di demarcazione nell'allegato I della direttiva IPPC (una capacità di consumo di solventi organici di 200 tonnellate l'anno) separa i grandi impianti da quelli di piccole e medie dimensioni. Partendo da tale ipotesi, il numero di piccole e medie imprese interessate è dell'ordine di diverse centinaia di migliaia.

Qui di seguito, una discussione più particolareggiata sulle implicazioni della proposta per ciascun settore contemplato.

Verniciatura di autovetture

Acea ha fatto rilevare che i limiti di emissione per la verniciatura di veicoli discriminano i costruttori di piccole automobili perché sono espressi in termini di g/m2. La discriminazione è in parte dovuta al fatto che il consumo di solventi per la pulizia è un quantitativo fìsso per veicolo, a prescindere dalle sue dimensioni, e in parte al fatto che il rapporto tra rivestimento applicato mediante verniciatura ed elettrorivestimento è superiore per i veicoli di piccole dimensioni. La posizione della Commissione, su cui ACEA è d'accordo, è comunque che, con uno strumento di questo tipo, sia opportuno adottare per tutti i costruttori di autovetture lo stesso approccio per il controllo delle emissioni. Su questa base è stata sondata con ACEA la possibilità di applicare a tutti i processi l'approccio svedese, secondo il quale il limite è in parte un quantitativo fisso per veicolo e in parte un'emissione correlata ad una superficie. In linea di massima, questa formula fornisce una base equa su cui calcolare le emissioni per qualsiasi autovettura, a prescindere dal modello. Il punto dove viene determinata l'equivalenza tra i limiti esistenti e il nuovo approccio è comunque controverso. La Commissione era e resta disposta a prendere in considerazione modalità più eque per il calcolo della riduzione di emissione stabilita per ciascuna categoria di fabbricazione di autovetture, fermo restando l'imperativo assoluto di mantenere all'attuale livello il contributo del settore della verniciatura di automobili alla riduzione di emissione realizzata con la proposta.

Nelle discussioni non è stato però possibile raggiungere un accordo su proposte al riguardo e, di conseguenza, sono stati mantenuti i limiti precedenti. Da notare comunque che attualmente sono applicati a tutta una serie di dimensioni di automobili, sistemi aventi esattamente la stessa forma di quello attuale, ad esempio nel Regno Unito.

L'attuale approccio è di conseguenza perfettamente realizzabile in pratica.

Impregnazione del legno

Nel corso delle consultazioni con Protim Solignum e CEI Bois, sono stati sollevati vari punti e soprattutto:

il limite di emissioni diffuse per l'impregnazione del legno;

la soglia per l'industria;

l'inclusione del creosoto nella definizione di solvente;

l'aggiunta di nuovi fattori per la stratificazione di legno e plastica.

Circa il limite di emissioni diffuse per l'impregnazione del legno, è stata accettata l'argomentazione dell'industria secondo cui, date le caratteristiche tecniche del settore, un limite comparabile al 20-30% chiesto alla maggioranza degli altri settori, implica effettivamente zero emissioni diffuse. Il limite è quindi stato portato al 45%.

La soglia per l'industria è stata abbassata da 45 tonnellate/anno a 25 tonnellate/anno. Il rapporto Karlsruhe dimostra che un abbassamento della soglia a questo livello comporterebbe un abbattimento di 21,3% di tonnellate in più di COV, con un aumento dei costi del 21,7%. Secondo questi dati, basati su informazioni fornite dai settori industriali interessati e particolarmente apprezzati per la loro completezza, il costo medio di tonnellata abbattuta per questi impianti, non è superiore rispetto ai grandi impianti. È stato pertanto concluso che per le ditte rientranti nella soglia di 25 tonnellate, i limiti non sarebbero molto più onerosi rispetto alle loro omologhe più grandi e non sono state addotte prove convincenti per confutare questo parere

Sia Protim Solignum che CEI Bois hanno sollevato la questione dell'inserimento della componente volatile del creosoto nella definizione di "solvente". La componente volatile del creosoto, tecnicamente non è un solvente, ma, come emissione volatile, rappresenta per l'ambiente un problema, alla stregua di qualsiasi altra emissione COV. In tal senso, la sua funzione tecnica nel prodotto è irrilevante Di conseguenza, non vi sono motivi per cui il creosoto non debba essere soggetto agli stessi limiti come qualsiasi altro impregnante del legno Per evitare di penalizzare l'uso di creosoti bassamente volatili, la proposta prevede un'alternativa, sotto forma di un fattore di emissione (emissione di solvente per tonnellata di prodotto) per coprire il caso di sostituzione con sostituti a basso tenore di solventi

Industria della gomma

Le consultazioni con BLIC hanno riguardato soprattutto le soglie per l'industria. BLIC ha proposto di portare la soglia ad almeno 15 tonnellate/anno I dati forniti sulle conseguenze che ciò avrebbe sulle emissioni e sui costi per l'industria hanno mostrato che le emissioni supplementari di solvente totalizzerebbero 7 550 tonnellate, con un'economia, rispettivamente di £ 41 250 000 in costi di capitale e £ 4 262 000 in costi di esercizio annui II calcolo dei costi per tonnellata abbattuta per questo ramo dell'industria, vale a dire i costi dell'ultimo anno al valore corrente netto (Net Present Value - NET), divisi per l'entità della riduzione conseguita - come per tutti gli altri simili calcoli del presente documento - dà 1,17 kECU/tonnellata, una cifra nettamente inferiore ai costi annui medi di abbattimento per la proposta. Le prove fornite successivamente dal settore hanno comunque dimostrato chiaramente che i costi per le piccole imprese sarebbero come minimo il doppio rispetto a quelli delle grandi società.

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Per questo motivo, è stato deciso di portare la soglia per questo settore da 5 a 10 tonnellate di consumo di solvente l'anno.

Pulizia a secco

La Commissione ha ricevuto osservazioni sul settore della pulizia a secco da UEAPME, CINET e TNO Cleaning Techniques Research Institute.

Il rapporto Karlsruhe afferma che l'osservanza di un valore limite di 20 g/kg ridurrebbe le emissioni del settore da 37 000 a 31 000 tonnellate, usando la tecnologia delle macchine a circuito chiuso. Un limite di 10 g/kg che comporta l'uso delle cosiddette

"macchine a circuito chiuso della nuova generazione", aumenterebbe del 150% i costi legati alla proposta. Con il passaggio da un valore di 20 g/kg ad un valore di emissione di 10 g/kg, l'emissione residua sarà dimezzata e la riduzione supplementare sarebbe dell'ordine di 15 000 tonnellate ovvero un aumento rispetto alla riduzione precedente (37 000 tonnellate) del 40% circa.

La Commissione riconosce il notevole onere finanziario supplementare legato ai nuovi limiti, e per questo motivo ha optato per un limite di emissione uniforme di 20 g/kg per tutti gli impianti di pulizia a secco contemplati dalla proposta, conseguibile con macchine a circuito chiuso, con un investimento ragionevole.

Un altro cambiamento è la disposizione secondo cui si dovrebbe applicare alle macchine che hanno più di tre anni, un limite di emissione meno severo. Il continuo rendimento elevato di un impianto dipende da un funzionamento e da una manutenzione corretti e non dall'investimento di capitale Di conseguenza, sembra ragionevole stabilire che ogni impianto mantenga le sue prestazioni iniziali per un periodo molto più lungo di tre anni e la Commissione ha pertanto deciso di prescrivere un funzionamento al livello di emissione iniziale per l'intera durata di vita dell'impianto sopprimendo la possibilità di consentire un funzionamento ad un limite di emissione più basso dopo un determinato periodo di tempo.

Rivestimento del legno

L'UEA ha presentato varie osservazioni in merito all'industria dei mobili e soprattutto ha chiesto di spostare la soglia per questa industria da 15 a 25 tonnellate, affermando che ciò porterebbe ad una riduzione dei costi del 25% circa e ad un aumento delle emissioni del 20%. Il rapporto tra questi valori è prossimo ad uno ed indica che non vi sarebbero aumenti rilevanti di costi per tonnellata abbattuta al di sotto della soglia di 25 tonnellate che giustificherebbe l'alterazione proposta. Ciò è anche indicato dalla natura quasi lineare del grafico costi/emissioni rispetto alle dimensioni della soglia nel secondo documento presentato dall'UEA.

L'UEA afferma che per le medie imprese, i costi di conformità in percentuale del fatturato sono il doppio di quelli delle grandi società, ma questa affermazione non è chiara, dato che in base alle prove di cui sopra, i costi per tonnellata abbattuta sono comparabili. In tal caso la differenza deve essere legata alla variazione di profitto per unità che presumibilmente avrebbe dovuto essere grosso modo comparabile per gli impianti di dimensioni da medie a grandi E molto difficile spiegare la forte variazione sottintesa dai dati citati dall'UEA

(5)

È interessante paragonare questa situazione con il precedente adeguamento della soglia per questa industria, effettuato dalla DG XI, il passaggio da 5 a 15 tonnellate, a seguito del rapporto Karlsruhe. Secondo tale rapporto, il passaggio avrebbe ridotto i costi del 40% circa con un aumento delle emissioni del 13%, un rapporto di 3:1 anziché un rapporto di IT per l'attuale alterazione. Queste cifre dimostravano nettamente gli utili decrescenti e di conseguenza la soglia era stata modificata.

Finitura di veicoli

Secondo le ricerche iniziali del rapporto Karlsruhe sull'impatto della proposta per il settore "Finitura di veicoli", le misure potevano portare ad un'economia netta di circa 18 000 ECU/anno per i piccoli impianti e di circa 62 000 ECU/anno per quelli medi, grazie al minore consumo di vernici/solventi legato a tre misure di conformità -lavaggio delle pistole in confinamento, introduzione di pistole a spruzzo ad alta e bassa pressione (high volume low pressure - HVLP) e passaggio da rivestimenti tradizionali a rivestimenti alto-solido Da notare che queste tre misure realizzano la conformità con la proposta, secondo tutti i dati disponibili, in quanto il piano di riduzione prevede che le riduzioni totali delle emissioni di solventi dovute a miglioramenti gestionali e di efficienza (tipo lavaggio di pistole gunwash e HVLP) possono essere valide per l'obiettivo di riduzione stabilito. In questa situazione, non è evidentemente opportuno introdurre una soglia per questo settore, in quanto ogni elemento di essa comporta un utile finanziario netto

Lo studio britannico DTI ha presentato però dati leggermente diversi circa l'impatto dei costi su questo settore, e il costo per tonnellata ridotta, pari a 350 ECU/t (calcolo analogo a tutti gli altri costi di questo tipo) al valore corrente netto. Questa valutazione è leggermente approssimativa, come mostrato dallo studio di riferìmento(5)

("the UK DOE study"), dove si afferma che il costo dell'investimento per conformarsi alla proposta (lavaggio pistole + HVLP + alto solido) è di 5 250 ECU una tantum, con economie annue di 4 100 ECU. Ciò significa che l'investimento sarebbe pagato completamente il primo anno e in seguito si avrebbe un accumulo netto delle relative economie.

La maggior parte delle economie deriva dall'introduzione della tecnica HVLP; il passaggio a prodotti vernicianti alto-solido è neutrale sotto il profilo dei costi, a parte le misure di riqualificazione (pari, una tantum, a circa 1 000 ECU). Considerato il notevole vantaggio sotto il profilo costi per l'impianto, grazie al primo elemento, sembra ragionevole prescrivere questo cambiamento, praticamente neutrale in termini di costo, che comporterà una riduzione supplementare delle emissioni dell'ordine del 30%. Le economie nette tratte dal complesso delle misure giustificano la decisione di non introdurre una soglia.

Aspimvalls and NERA, "Evaluating the costs of implementing the proposed EU solvents directive and the scope for using economic instruments". 19%.

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Stampa

Diverse federazioni internazionali della stampa, coordinate da INTERGRAF, hanno presentato un grande numero di osservazioni sulla proposta che concernono principalmente la soglia per i piccoli impianti di stampa, i limiti di emissione al camino e i valori limite di emissioni diffuse per gli impianti diversi dalla rotocalcografia.

Circa la questione delle soglie, il rapporto Karlsruhe ha mostrato che con la soglia originaria di 5 tonnellate/a di consumo di solvente, i costi di controllo per i piccoli impianti (in generale, quelli nella fascia di consumo compresa tra 5 e 15 tonnellate/a) superavano di 3 - 8 volte quelli dei grandi impianti, a seconda del tipo di tecnologia considerata. Per questo motivo, la soglia per l'applicazione della proposta agli impianti di stampa è stata portata a 15 tonnellate/a.

Il problema delle emissioni diffuse è che esse sono dovute in larga percentuale all'isopropanolo usato nella soluzione di bagnatura e alle emissioni di pulizia, molto difficili da catturare in entrambi i casi. Sono state esaminate diverse opzioni per rispettare i limiti di emissioni diffuse della proposta, tra cui incapsulamento, sostituzione e offset a secco, concludendo però che nessuna di esse offriva garanzie sufficienti di riduzione delle emissioni, nell'arco di tempo specificato dalla proposta, per giustificare la fissazione di un valore limite obbligatorio. L'offset presenta il problema supplementare che sono usati inchiostri a basso tenore di solvente, e soltanto una parte di essi evapora (tutto il solvente evaporato dall'inchiostro viene catturato al 100%). Il resto rimane nel prodotto, non è volatile a temperatura ambiente e non è considerato un'emissione diffusa.

Di conseguenza, le emissioni diffuse (comprendenti parti delle emissioni di isopropanolo e quelle dovute alla pulizia di solvente), pur se non sproporzionatamente elevate in termini assoluti, costituiscono una grande percentuale delle emissioni totali. Per questi motivi, sono stati adottati valori guida per tutti i settori, ad eccezione della rotocalcografia di pubblicazione che, come settore omogeneo composto da impianti su grande scala chiusi, è in una posizione diversa rispetto agli altri.

Per i limiti di emissione dal camino, è stato fatto osservare che la riduzione del limite di emissione dal camino da 150 mgC/m3 a 100 mgC/m3 inciderebbe negativamente sulle opzioni di recupero e abbattimento di solvente rispetto all'incenerimento, e che il maggior consumo di energia dell'incenerimento rispetto al recupero rendevano questa decisione controversa sotto il profilo ambientale. Di ciò si è tenuto conto prevedendo che gli impianti esistenti che rispettano un limite di emissione di 150 mgC/m3 possono essere esonerati dall'osservanza dei nuovi limiti di emissione, a condizione che le emissioni totali dell'impianto non superino quelle che si avrebbero altrimenti avute (articolo 5, paragrafo 1).

Fabbricazione di rivestimenti

Il CEPE ha presentato alla Commissione osservazioni su diversi aspetti, soprattutto il limite di concentrazione di emissione per il settore, sostenendo essenzialmente che, a causa del fatto che vengono utilizzati flussi d'aria molto bassi per ridurre al minimo l'evaporazione e trattenere la maggiore quantità di solvente, la massa di solventi emessa dal settore per un dato limite di concentrazione di emissione sarebbe bassa rispetto a quella degli utilizzatori di questi prodotti. Per ridurre le emissioni di solventi, ci si orienta sempre sul confinamento anziché l'abbattimento, in quanto quest'ultimo comporta

semplice fatto di far circolare un flusso d'aria su un processo aumenta l'evaporazione e l'emissione potenziale. Inoltre, i costi di abbattimento di flussi molto bassi aumentano rapidamente per l'abbattimento al di sotto di 150 mgC/m3, fino a 7 volte e l'industria ha citato l'esempio di un impianto dove per ridurre le emissioni al di sotto di tale livello occorrevano investimenti pari a 346 000 ECU/tonnellata. A causa di questi effetti inaccettabili accertati che comporterebbero un limite più rigoroso, è stato deciso di mantenere per questo settore il limite di 150 mgC/m3.

FEICA, l'Associazione dei fabbricanti europei di adesivi, più che esprimere osservazioni sui valori previsti, ha fatto rilevare la necessità di specificare a livello europeo la precisione cui attenersi quando si misura il valore. A questo punto è diventato evidente, nel corso dell'evoluzione della proposta, che la novità del concetto di valore limite di emissioni diffuse e dei metodi per determinarle era tale da rendere impossibile in questa fase la fissazione di limiti a livello europeo e che si doveva lasciare all'autorità competente la decisione in merito ad una dimostrazione adeguata della conformità.

Rivestimenti adesivi

Le osservazioni principali formulate da FINAT sui rivestimenti adesivi riguardavano il fatto che il limite di emissione originario specificato per il settore (50 mgC/m3) discriminerebbe l'opzione del recupero di solvente rispetto all'incenerimento. I prodotti e i processi applicati variano da un impianto all'altro, così come le opzioni di abbattimento. Un valore limite di emissione di 50 mgC/m3 renderebbe in molti casi impossibile o per lo meno poco interessante il recupero di solvente, una soluzione comunque preferibile all'incenerimento ed è stato pertanto introdotto un limite di emissione duplice che consente una scelta tra opzioni.

Alcuni sottosettori inizialmente inclusi nel settore dei rivestimenti adesivi, figurano ora nell'allegato III A, e cioè la fabbricazione di calzature e la stratificazione di legno e plastica (già discusse nell'ambito dell'impregnazione del legno), a causa del fatto che per questi settori è possibile specificare un fattore di emissione, cioè un limite di effluente espresso in termini di emissione di solvente per unità di prodotto. Il vantaggio di questa formula è che i limiti possono essere rispettati con la sostituzione dei prodotti o con l'abbattimento degli effluenti, eliminando cosi la necessità di un piano di riduzione e il problema correlato di determinare l'equivalenza della riduzione. I valori sono stati ricavati dai limiti attualmente vigenti nel Regno Unito che, anche se rigorosi, riteniamo conseguibili

Verniciatura in continuo coil coating

Il rapporto Karlsruhe ha concluso nella sua indagine sui limiti di emissione proposti per il settore "coil coating" che i costi complessivi legati alle soglie e ai limiti di emissione dell'allegato III A della proposta sono bassi, dato che questi impianti sono già equipaggiati con la pertinente tecnologia e che la conformità non dovrebbe creare grossi problemi per l'industria Questo punto di vista era stato accettato in precedenza dall'organizzazione industriale ECCA e quindi i limiti non sono cambiati dopo la realizzazione del rapporto Karlsruhe. L'industria recentemente ha presentato delle osservazioni circa l'obbligo di un controllo in continuo ai camini che emettono un flusso di massa superiore a 10 kg/ora e che sono muniti di dispositivi di abbattimento. Si tratta di un flusso di massa più che considerevole ed è ragionevole prevedere che, nel caso di

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emissioni potenzialmente molto elevate derivanti dalla non conformità al valore limite di emissione della proposta, la conformità dell'impianto sia controllata continuamente.

Rivestimento di filo per avvolgimento

Inizialmente, questo settore era stato incluso negli altri rivestimenti ed era stato stabilito un limite di emissione per gli effluenti dal camino e le emissioni diffuse, ma l'organizzazione industriale che rappresenta il settore, Europacable, ha dimostrato alla Commissione che era possibile specificare un fattore di emissione per il settore molto più rigoroso rispetto all'effetto dei limiti di emissione. I limiti di emissione che sarebbero altrimenti applicati (50 mgC/m3 limite dal camino e 20% limite per le emissioni diffuse) sono equivalenti ad un fattore di emissione di circa 19 g/kg prodotto. I limiti recentemente introdotti sono in relazione notevolmente più severi, 10 g/kg prodotto per gli impianti che fabbricano filo sottile e 5 g/kg per tutti gli altri impianti. La differenza per le diverse dimensioni del filo è dovuta al fatto che, più il diametro di un filo è piccolo, maggiore sarà la proporzione rispetto al suo peso di un rivestimento a spessore costante e nell'applicare questo rivestimento si userà quindi più solvente, in relazione al peso del prodotto finale.

Altri rivestimenti

Questo settore è un po' una miscellanea, in quanto contempla qualsiasi attività di rivestimento nell'ambito della proposta, non altrimenti trattata nell'allegato III A. Le uniche osservazioni ricevute dalla Commissione in materia sono state quelle dell'industria

Questo settore è un po' una miscellanea, in quanto contempla qualsiasi attività di rivestimento nell'ambito della proposta, non altrimenti trattata nell'allegato III A. Le uniche osservazioni ricevute dalla Commissione in materia sono state quelle dell'industria

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