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Denominazione Atomi di carbonio Intervallo di distillaz p.c.i.

2. L’inquinamento atmosferico

2.1. Inconvenienti legati alla presenza degli inquinant

Per quanto riguarda la pericolosità delle citate categorie di inquinanti osserviamo quanto segue:

monossido di carbonio (CO): va a legarsi con 1'emoglobina del sangue ostacolando l'ossigenazione

dell'organismo e pertanto a elevate concentrazioni causa asfissia;

composti ossigenati dell'azoto (NOx ): causano disturbi respiratori soprattutto nei soggetti più a rischio

(bambini, asmatici, anziani). Contribuiscono alle deposizioni acide ed inibiscono la crescita delle piante. Reagendo con i composti organici volatili, in presenza di raggi solari, danno luogo alla formazione di smog fotochimico ed alla formazione secondaria di ozono (O3);

composti organici volatili (COV): reagendo con gli ossidi di azoto (NOx), in presenza di raggi solari danno luogo alla formazione di smog fotochimico ed alla formazione secondaria di ozono (03). Alcuni componenti dei COV sono inibitori della crescita delle piante. Tra i COV sono compresi alcuni idrocarburi o loro composti ossigenati aventi proprietà solventi i quali, ad alte concentrazioni, possono avere influenza sui reni, fegato e sistema nervoso. Nei COV possono essere anche presenti alcuni idrocarburi tossici o potenzialmente cancerogeni. Tra questi ultimi citiamo il benzene che, data la sua pericolosità, verrà trattato a parte, il 1,3,butadiene (a volte presente in bassissime percentuali nei GPL e nelle benzine e che si può formare durante la combustione) oltretutto in particelle emesse dal contatto pneumatico-strada, essendone le ruote dei veicoli un'inesauribile sorgente, e gli idrocarburi policiclici aromatici che si trovano in alcune categorie di carboni, nei gasoli e negli olii combustibili, ma che si possono anche essi formare durante i processi di combustione. Alcuni di questi ultimi, quale il benzo(a)pirene e quelli policondensati aventi da 4 a 6 anelli, sono risultati cancerogeni in prove su animali;

ozono (03): come già detto si forma dalla reazione, in presenza di raggi solari tra gli NOx ed i COV.E’ un generico ossidante che causa forte irritazione alle mucose, dolori toracici e cefalee, danneggia i materiali ed inibisce la crescita delle piante;

composti ossigenati dello zolfo (SOx): sono irritanti e causano le piogge acide, con degrado dei monumenti,

acidificazione dei terreni e dei laghi e rinsecchimento delle piante;

particolati: la loro pericolosità dipende dalla loro composizione e dal loro tipo. I più pericolosi sono i particolati di

dimensioni più piccole (inferiori a 10 micron), che possono rivestirsi di composti solforati e di composti policiclici aromatici che pur presenti in percentuali inferiori allo 0,1% possono essere cancerogeni; inoltre alcuni componenti dei particolati, come i metalli pesanti, sono tossici. Tralasciando di parlare dei composti dei particolati emessi dalla combustione del carbone, data la loro estrema variabilità per quanto riguarda quelli degli olii combustibili pesanti ricordiamo i composti di nichel e di vanadio. Tali metalli pur essendo contenuti normalmente in concentrazioni inferiori rispettivamente a 25 ppm e 50 ppm nei greggi, si concentrano negli olii combustibili e possono addensarsi nel particolato fino a valori del 2% per il nichel e del 10% per il vanadio. Rammentiamo che il nichel è anche sospetto di essere cancerogeno;

anidride carbonica (CO2): pur non essendo un prodotto tossico, è pericolosa perché viene considerata la

causa principale dell’”effetto serra" andando a contribuire alla riduzione della riflessione delle radiazioni infrarossi dalla terra verso l'universo. Ciò crea un accumulo di energia che contribuisce all'aumento della temperature terrestre, che nel lungo periodo potrebbe avere effetti disastrosi sulla desertificazione sullo scioglimento delle calotte polari e conseguente innalzamento del livello dei mari. In realtà le conseguenze dell'effetto serra sono ancora molto dibattute. I1 fenomeno è molto complesso perché all'effetto serra contribuiscono in misura notevole anche altri gas che si addensano nella stratosfera quali i clorofluorocarburi, il metano e gli ossidi di azoto. Per quanto riguarda la C02 si deve tener conto che ci sono enormi scambi atmosferici di questo gas. Nel 1990 si è stimato che la C02 coinvolta in scambi biologici (fotosintesi, respirazione, degrado dei vegetali) fosse ammontata a 60 x 1012 t di carbonio

equivalente, mentre quella coinvolta in scambi atmosfera/mari a 90 x 1012t di carbonio equivalente. Nello

stesso anno la quantità di CO2 prodotta da attività umane era ammontata a 8 x 1012 t di carbonio

equivalente, delle quali 2 derivanti da deforestazione e 6 da combustione di combustibili fossili (approssimativamente 40% da petrolio, 40% da combustibili solidi e 20% da gas naturale). Le emissioni di C02 derivanti da cause antropogeniche, come risulta da quanto sopra esposto, sono molto inferiori a quelle naturali; si deve però tener presente che esse sono in continuo aumento e pertanto per prudenza, in attesa che la fenomenologia venga meglio chiarita si è deciso a livello mondiale di porvi delle limitazioni. L’ Unione Europea contribuisce con circa il 16% alle emissioni globali di C02 derivanti da combustibili fossili. Nell'ambito di un accordo mondiale, sottoscritto nella conferenza di Kyoto, tenutasi alla fine del 1997, è stato stabilito che nel 2010 le emissioni di gas ad effetto serra dovranno globalmente ridursi del 5,2% rispetto a quella del 1990.I contributi più alti a tali riduzioni saranno quelli dell'Unione Europea con 1'8%, degli USA con il 7% e del Giappone con il 6%. A tal fine è allo studio una tassa, la carbon tax, che dovrebbe incidere sul consumo dei combustibili fossili, incentivando pertanto le fonti energetiche rinnovabili;

benzene: è un prodotto tossico e cancerogeno, in particolare, è una delle cause delle leucemie;

piombo: è stato messo sotto accusa perché danneggia il tessuto nervoso, specie nei bambini.

Tutti questi inquinanti continuano ad essere attentamente studiati per meglio accertarne le caratteristiche tossicologiche nel breve e nel lungo periodo.

Inoltre per alcuni di essi (in particolare per biossido di azoto, monossido di carbonio, anidride solforosa, particolato, ozono) si vanno estendendo delle reti di monitoraggio in varie città italiane che, oltre ad un compito generale conoscitivo, hanno quello specifico di segnalare quando si stanno raggiungendo valori della loro presenza nell'aria pericolosi per la salute pubblica, in modo che le autorità possano intervenire con opportuni provvedimenti tampone per ridurre l'inquinamento. I valori considerati per tali inquinanti prevedono due limiti: una 1aSoglia di attenzione ed una 2a Soglia di allarme. I valori

sono indicati nella tabella 2.3.

Tabella 2.3. Valori limite per alcuni inquinanti

Inquinante Tempo (ore) 1aSoglia (µg/m3) 2aSoglia (µg/m3)

Biossido di azoto 1 200 400 Monossido di carbonio 1 15(mg/m3) 30 Anidride solforosa 24 125 250 Anidride solforosa 24 125 250 Particolato 24 150 300 Ozono 1 180 360

Tutti questi inquinanti continuano ad essere attentamente studiati per meglio accertarne le caratteristiche tossicologiche nel breve e nel lungo periodo.

Inoltre per alcuni di essi (in particolare per biossido di azoto, monossido di carbonio, anidride solforosa, particolato, ozono) si vanno estendendo delle reti di monitoraggio in varie città italiane che, oltre ad un compito generale conoscitivo, hanno quello specifico di segnalare quando si stanno raggiungendo valori della loro presenza nell'aria pericolosi per la salute pubblica, in modo che le autorità possano intervenire con opportuni provvedimenti tampone per ridurre l'inquinamento.