• Non ci sono risultati.

Area 4 T-Testimone P.obiettivo

10. IL MONITORAGGIO ECOLOGICO E QUALITATIVO DELLE SPECIE SPORADICHE OBIETTIVO

10.4 INCREMENTO CORRENTE DI DIAMETRO

Nelle aree interessate dal taglio la misura del diametro a 1.30m ad un anno dal dètourage consente di calcolare l’incremento corrente di diametro.

Tale parametro è l’unico attraverso cui sia possibile testare una prima riposta all’intervento, dal momento che in un anno non si verificano variazioni apprezzabili di altri parametri quali altezza e dimensione della chioma, per i quali è necessario proseguire il monitoraggio ad un intervallo minimo di tre anni.

Nei cedui il valore medio dell’incremento corrente di diametro è di 0.17 cm per il ceduo invecchiato, 0.30 cm per quello giovane della A37, 0.38 nella B18 con dètourage a 3 m e 0.32 nella B18 con dètourage a 5 m, con differenze apprezzabili tra le singole specie. Nel ceduo invecchiato la specie con il valore di incremento più alto (0.6 cm) è il sorbo domestico, specie che risponde generalmente in maniera immediata a interventi di limitazione della concorrenza a proprio vantaggio; acero campestre e ciavardello si attestano sullo stesso valore, piuttosto modesto, 0.17 cm, mentre è interessante la risposta dell’acero trilobo con un incremento di 0.23 cm. Come prevedibile l’agrifoglio sia in questa situazione che nel ceduo giovane presenta valori di incremento bassissimi, nell’ordine di pochi millimetri (0.09 cm nel ceduo invecchiato e 0.05 cm nel ceduo giovane). Nel ceduo giovane la specie con migliore risposta è il ciavardello sia nella A37 che nella B18 – 3m, rispettivamente con 0.55 cm e 0.43 cm di incremento corrente medio. Nella A37 seguono il ciliegio con 0.4 cm, l’acero di monte con 0.3 cm, il sorbo domestico con 0.22 cm, nessuna variazione diametrica per l’acero campestre. Nelle due tesi di trattamento della B18 per i 3 metri al ciavardello seguono il sorbo domestico con 0.37 cm, l’acero campestre con 0.3 cm; per i 5 metri la specie con incremento più alto è il pero con 0.9 cm (ma si tratta di un solo esemplare), seguono l’acero campestre con 0.55 cm, il sorbo domestico con 0.25 cm e il ciavardello con 0.2 cm.

Nel ceduo giovane della particella A26 con dètourage a 1 e 2 metri, ad un anno dal taglio si registrano i valori medi di incremento più bassi tra i cedui giovani, rispettivamente 0.13 e 0.19 cm. Si tratta del campione aggiuntivo di cui non si dispone dei dati riferiti alla situazione

antecedente il taglio. Osservando i valori medi di incremento sia totali che per specie il campione aumenta di interesse ai fini del monitoraggio, in quanto evidenzia condizioni di crescita molto restrittive, già desumibili dalle dimensioni medie delle piante obiettivo. Tra i due sorbi l’incremento maggiore risulta quello del ciavardello, mentre il valore più alto è stato registrato per l’agrifoglio (0.33 cm) nella tesi 1 metro e per l’acero trilobo e il ciliegio (0.3 cm) nella tesi 2 metri; in entrambi i casi la seconda specie per valore di incremento è il ciavardello. L’aspetto in controtendenza rispetto alle altre particelle monitorate è dato dai valori medi di incremento corrente dell’agrifoglio, che in questo caso sono i più alti rilevati tra i popolamenti in cui la specie è presente.

Chiaramente basarsi su un anno di crescita diametrica è troppo azzardato per trarre delle conclusioni, in quanto l’influenza delle condizioni microstazionali e delle dinamiche di crescita antecedenti al taglio sono fattori difficilmente ponderabili, pertanto è necessario arrivare ad una serie di dati almeno quinquennale per potersi esprimere sull’effetto dell’intervento e sulla correlazione tra entità dell’apertura e della crescita. Tuttavia si può rilevare sin d’ora che i valori medi di incremento corrente di ciavardello e sorbo sono abbastanza significativi, nel primo caso in quanto in letteratura le pochissime citazioni parlano di valori di incremento corrente compresi tra 0.56 e 0.74 cm come di valori riscontrabili solo in ottime condizioni di crescita, nel secondo caso perché non esistono valori di riferimento per la specie, non avendo essa avuto in passato alcun interesse produttivo.

Nella faggeta giovane il valore medio di incremento corrente è confrontabile con quello dei cedui delle metallifere, 0.35 cm. La specie con valore di incremento corrente più alto è il ciliegio con 1.1 cm, segue l’acero di monte con 0.54 cm, il laburno con 0.3 cm e il sorbo degli uccellatori con un valore bassissimo, 0.02 cm (si tratta per lo più di piante in condizioni microstazionali più difficili e sottoposte a una forte pressione competitiva).

Anche il ceduo invecchiato di castagno mostra valori di incremento alti, con il valore medio più alto tra tutte le situazioni monitorate, 0.97 cm. L’acero riccio ha un incremento corrente medio di 1.48 cm, segue il ciliegio con lo stesso valore della faggeta giovane (1.1 cm), il sorbo montano con 1 cm, il pero con 0.8 cm e l’acero di monte con 0.44 cm. La condizione del castagneto presenta quindi un buon dinamismo in termini di crescita, sul quale ha inciso positivamente il prolungamento dell’abbandono colturale e la forte differenziazione sociale determinatasi, in conseguenza della quale le specie sporadiche presenti si sono trovate in ottime condizioni di

crescita, solo parzialmente migliorate dall’intervento di selvicoltura d’albero che non è stato particolarmente incisivo proprio in virtù di questa condizione (vedi paragrafo dedicato).

Limitatamente alle aree delle Colline Metallifere è stato possibile eseguire il rilievo del diametro anche nel secondo anno successivo agli interventi (eccetto nei cedui giovani della particella B18 e A26 dove il taglio è stato realizzato nella stagione silvana successiva a quella delle altre aree e per le quali quindi si dispone solo del dato di incremento corrente riferito al primo anno). Il ragionamento fatto sui dati riferiti ad un anno di incremento può essere esteso anche al secondo anno di crescita. L’unica tendenza evidente è l’aumento del valore medio di incremento: da 0.17 a 0.29 cm per il ceduo invecchiato della A39 e da 0.30 a 0.52 cm per il ceduo giovane della A37. Sulle dinamiche delle singole specie è preferibile aspettare una serie storica più lunga per l’individuazione di qualsiasi tendenza (per i dati di dettaglio vedi tabelle n. 48 e 49).