• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 4: Il progetto Carbomark per un mercato volontario locale dei credit

4.1 I principi di funzionamento del mercato

4.1.2 Un’indagine preliminare

Precedentemente è stato fatto riferimento ad un’indagine preliminare svolta dai partner Carbomark e rivolta ai soggetti che in una fase iniziale si erano detti interessati a partecipare al nuovo mercato. Per quanto riguarda il Veneto, si tratta interamente di soggetti pubblici con sede nella provinca di Vicenza ed in quella di Belluno. Tra i primi rientrano i Comuni di Lusiana, Valstagna, Caltrano, Roana, Asiago, Conco, Gallio, Cismon, Rotzo, Enego e Foza, mentre tra i secondi ci sono le Regole di Santo Stefano, San Vito di Cadore, San Pietro, quella staccata di Vodo di Cadore e la Magnifica

103

Regola grande dei Monti di Vodo, oltre che i Comuni di Mel, Domegge e Lorenzago. In generale l’indagine svolta, e riportata nella Guida al mercato Carbomark, evidenzia come i Comuni della provincia di Vicenza considerati raggruppino una superficie forestale, adatta per la partecipazione al mercato volontario, che risulta essere notevolmente superiore rispetto a quelli della provincia di Belluno: per la precisione, 15.199,25 ettari contro 5.147,48, per una media rispettivamente di 1.381,75 contro 643,44 ettari per proprietà. Questo fattore, unito all’utilizzazione media dei prodotti legnosi nelle due province (23,36% di ripresa media nella provincia di Vicenza contro 47,95% in quella di Belluno), comporta la possibilità per i Comuni vicentini di ottenere una compensazione maggiore in termini economici per le esternalità positive generate dai propri boschi, potendo mettere all’asta un quantitativo superiore di tonnellate di CO2 stoccate nelle superfici considerate. Inoltre, come già sottolineato in precedenza e

come evidenziato dall’indagine preliminare, la baseline in riferimento alla ripresa reale è stata fissata al 33%, perciò i proprietari che fanno registrare un’utilizzazione superiore a questa soglia non possono concorrere a generare crediti di carbonio nel mercato volontario. Essi, infatti, effettuano una raccolta di legname elevata, e se vogliono poter partecipare successivamente a Carbomark, devono impegnarsi a ridurre le loro utilizzazioni per far diminuire di conseguenza la ripresa al di sotto della soglia base. Ciò permette loro, in una seconda fase, di poter prendere ulteriori impegni relativamente ad un maggiore lascito di legname nella foresta, impegni che saranno però considerati come interventi addizionali rispetto ad una situazione di normalità e potranno così generare crediti di carbonio nei limiti della differenza intercorrente tra la nuova percentuale di ripresa e la baseline fissata al 33%. Tale soglia è stata fissata per poter proteggere il criterio dell’addizionalità e per non generare un doppio conteggio nei crediti, ossia per evitare che una stessa quota di carbonio generi un credito sia nel mercato volontario che in quello regolamentato. Il manuale di gestione di Carbomark, al riguardo, precisa che, per poter aderire al mercato volontario, “la ripresa media in condizioni di normalità deve essere almeno pari alla quota oggetto di conteggio per il Protocollo di Kyoto”, fissata per il Veneto appunto al 33%. Sostanzialmente, se tale limite fosse superato si andrebbe incontro a rischi di doppio conteggio delle quote di carbonio, perché tutta la percentuale di ripresa superiore al 33% è soggetta alla

104

generazione di crediti di carbonio che lo Stato Italiano utilizza nel mercato regolamentato.

Dei 19 proprietari pubblici sottoposti ad indagine preliminare, perciò, 12 sono risultati idonei alla partecipazione al mercato volontario: tra essi 10 situati nella provincia di Vicenza e 2 in quella di Belluno. Ad oggi, però, hanno effettivamente aderito al mercato solamente 4 Comuni.

Come detto, il lavoro di sensibilizzazione da parte dei partner del progetto Carbomark prosegue; determinante nella scelta di coinvolgimento da parte dei Comuni è stato anche il rapporto che questi hanno con la Regione Veneto. La dottoressa Causin, uno dei responsabili del progetto, infatti, sostiene come spesso sia difficile spiegare alle amministrazioni comunali cosa sia un mercato volontario dei crediti di carbonio e cosa questo comporti. Tuttavia il rapporto di fiducia che la Regione ha cercato di costruire negli anni in particolar modo con i proprietari pubblici, suggerendo per esempio l’adozione di sistemi di gestione sostenibile delle foreste attraverso la certificazione PEFC, ha contribuito a limitare gli ostacoli alla loro partecipazione.

Per quanto riguarda le prospettive future di sviluppo del mercato volontario, queste sono direttamente collegate alle decisioni che verranno prese in riferimento al mercato regolamentato, che è terminato a Dicembre 2012, ma che necessita di ulteriori due anni per poter presentare i risultati ed effettuare un conteggio puntuale delle emissioni e delle quote di carbonio evitate ed assorbite.

Nel frattempo, l’Unità di progetto Foreste e Parchi della Regione Veneto e gli altri partner di Carbomark stanno lavorando principalmente in due direzioni. Una è già stata sottolineata ed è relativa alla pubblicizzazione e alla diffusione dell’informazione riguardo questa nuova realtà. La seconda, invece, mira ad una precisa definizione delle regole che deve necessariamente avere un mercato volontario per essere definito tale, con lo scopo, così, di evitare la diffusione di mercati che si definiscono volontari, ma che in realtà non rispettano alcuni criteri base ad esso relativi, come, ad esempio, l’addizionalità. Questa condizione è fondamentale per permettere anche in futuro una contemporanea esistenza sia di mercati regolamentati che volontari. Per ottenere questo risultato, perciò, la Regione Veneto sta collaborando con l’UNI (l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione) al fine di definire regole precise e per assegnare pertanto a

105

quei mercati volontari che le rispettano una certificazione che risulta essere sinonimo di garanzia di un reale contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.