• Non ci sono risultati.

AFA NEL TERRITORIO BAGHERESE

Il distretto socio-sanitario D39 Bagheria, costituito dai Comuni di Altavilla Milicia, Bagheria, Casteldaccia, Ficarazzi e Santa Flavia è stato istituito con DP 4 novembre 2002.

Dalla relazione sociale per l'anno 2002 si ricava che l'indice di vecchiaia, cioè rapporto tra popolazione anziana (>65 anni) e quella dei bambini sotto 15 anni, in per 100, assume i seguenti valori:

Bagheria 71,40% Altavilla Milicia 90,16% Casteldaccia 86,04% Ficarazzi 55,01% Santa Flavia 81,61% per una media distrettuale di 72,97%

La relazione sociale del 2002 inoltre recita:

L'anziano è una risorsa per la comunità cittadina. Infatti durante la vita ha accumulato competenze, ha generato cultura locale, è la memoria della storia della comunità, ha del tempo che può dedicare ad altri. Un cittadino portatore di diritti e di responsabilità alla pari con gli altri cittadini. Se l'anziano è una risorsa, può essere esso stesso generatore e co-gestore della politica sociale comunale in favore della terza età. Si devono pertanto realizzare e potenziare i luoghi

106

L'anziano che vive una cittadinanza attiva deve essere coinvolto in luoghi dove ha la possibilità di pronunciare i suoi bisogni, dove la sua autonomia si esprime nella capacità di proporre idee e soluzioni, prospettare richieste e argomentare le critiche.

Nella vita anziana il fattore familiare assume rilevanza per il mantenimento di una condizione psicofisica ottimale.

I gestori dei servizi socio-sanitari comprendono quanto siano importanti gli anziani per la collettività, e capiscono pure che il loro stato di efficienza psicofisica è importante, le belle espressioni sopra riportate tendono a riservare loro un ruolo centrale e di riferimento per diverse attività cittadine.

Però scrivere e parlare è facile; farsi venire espressioni di magnanimità per riempire relazioni gratifica a livello gerarchico e politico ma poi nel concreto le azioni non sempre sono in sintonia con le parole dette, ed è proprio questo è un esempio tipico, infatti in altre parti della stessa relazione dove si evidenzia quanto fatto c'è quasi nulla sull'attività preventiva, sulle attività da sviluppare per mantenere in efficienza la macchina uomo, c'è molto di assistenzialismo, di curativo, di venir incontro ma quando la macchina è già guasta.

Infatti nella stessa relazione dove si riporta quanto fatto o quanto ci si propone di fare si scrive:

Nell'erogare il piano predisposto si intendono perseguire degli obiettivi volti a :

 migliorare le condizioni psico-fisiche ed igieniche personali dell'anziano assistito;

 promuovere il grado di autonomia personale e la capacità di autogoverno in relazione alle condizioni di benessere generale dell'assistito;

 migliorare la qualità di vita dell'anziano assistito per favorire l'integrazione sociale anche con il coinvolgimento di volontari e di gruppi di promozione sociale.

Le prestazioni di base, garantite a ciascun anziano assistito secondo il piano individualizzato, sono:

 aiuto domestico, inteso come governo dell'alloggio ed espletamento delle faccende domestiche, pulizia ed igiene della casa;

107  igiene e cura della persona, per stimolare l'anziano nell'autosufficienza nelle

attività quotidiane;

 sostegno morale e psicologico per favorire i rapporti sociali e familiari dell'anziano e promuovere il mantenimento della vita di relazione dell'anziano con il contesto abitativo;

 disbrigo pratiche, commissioni varie ed accompagnamento;

 ritiro lavaggio e riconsegna della biancheria.

La convenzione in atto vigente prevede dei servizi migliorativi garantiti dalla cooperativa affidataria:

 prestazioni di telesoccorso

 servizio di barbiere e parrucchiere

 attività di animazione: feste, concorsi, escursioni, gemellaggi con altri gruppi di anziani.

* … +

Nei comuni del distretto è diffusa la pratica di organizzare attività ricreative e di soggiorno in zone turistiche a favore di persone sole o appartenenti a famiglie con grave disagio socio-economico.

Sulla prevenzione e sulla specifica attività fisica c'è poco, si interviene sugli assistiti già fisicamente compromessi e questo consente storni di bilanci su accompagnatori e artigiani locali (barbieri, parrucchieri), volontari per ritiro spesa e biancheria.

Forse un'attenzione maggiore all'attività fisica comincia ad esserci, come dimostra l'articolo che segue datato 2008, ma sempre riferita ai soggetti compromessi da qualche patologia, non certo nell'ottica della prevenzione.

23_06_2008 il settimanale di Bagheria

Bagheria: anziani in movimento con "Guadagnare salute in Sicilia" di Viviana

Lamesta

Parte a Bagheria l'ambizioso progetto “Guadagnare salute in Sicilia”, un

programma comunitario realizzato in Italia dal ministero della Salute insieme alle regioni. L'obiettivo è quello di promuovere un nuovo stile di vita nella

prevenzione, per modificare i comportamenti a rischio che sono alla base delle principali cause di mortalità, di malattia e di spesa sanitaria.

A Bagheria il progetto si realizza grazie alla sinergia fra l' ASL 6, il Comune e l'ADA (associazione per la difesa dei diritti degli anziani). L'attività progettuale, che

108

riguarderà in questa prima fase venti over 65, è già iniziata. Grazie al supporto della dott.ssa Maria Maugeri, psicologa e psicoterapeuta (in servizio presso il SERT di Bagheria), e della dott.ssa Gabriella Gargano, pedagogista e referente dell'ASL 6 di Palermo, gli anziani impareranno alcune tecniche di stabilità

attraverso l'esercizio fisico. Il progetto vuole essere la giusta risposta per creare, attraverso la prevenzione, condizioni più favorevoli alle scelte per la salute, facendo leva sull'informazione, sulla comunicazione e, in particolare, su specifiche iniziative che inducano a scelte di vita salutari. “Il percorso di

benessere, afferma la dott. Maria Maugeri, riguarda differenti sfere del funzionamento della terza età, ed in particolare: il livello cognitivo (fornendo informazioni sui sani stili di vita), il livello della sfera emotiva (per affrontare condizioni di insicurezza e fragilità), le posture (per aumentare la gamma dei movimenti), il livello fisiologico (per ripristinare la respirazione spesso alterata e per incidere sul tono muscolare). Con queste modalità di intervento si ottengono effetti benefici: meno disturbi, più serenità e meno paure”.

Gli esperti incontreranno gli anziani una volta a settimana per tutto il mese di giugno; le attività verranno sospese per il periodo estivo e poi riprenderanno in autunno per un totale complessivo di dodici incontri. L’obiettivo è quello di avviare entro settembre almeno tre gruppi sperimentali di benessere per la terza età ed attivare gruppi di cammino a livello distrettuale, come previsto dal piano regionale di prevenzione degli incidenti domestici. Il progetto si realizza anche attraverso la collaborazione tra le istituzioni, il mondo della scuola e della produzione. Anche a Bagheria è stata attivata questa connessione prima con l’Assessorato alle Politiche Sociali e poi con il mondo della scuola; la Dirigenza scolastica dell’I.T.C. Sturzo, che ha “sposato” l’iniziativa, ha concesso, infatti, l’utilizzo dell’auditorium, della palestra e delle strutture sportive, per lo svolgimento delle attività.

<<Per la dott. Gabriella Gargano, i gruppi di benessere per la terza età saranno

direzionati verso la promozione della salute dell’individuo nella sua globalità, a livello psichico e corporeo, attraverso interventi calibrati. Si tratta di attività facilmente praticabili ed utili anche per prevenire l’osteoporosi (che predipone alle fratture in caso di cadute), per la riduzione del rischio di patologie croniche, malattie vascolari e metaboliche. I gruppi saranno riorganizzati nell’ottica della concezione del Sè, utile per l’individuazione dei punti di forza e di debolezza di un individuo, al fine di riacquistare autonomia e sicurezza, eliminando di contro paura ed irrigidimento>>.

L'indagine sulla diffusione delle AFA e delle AF Motorie che ho fatto tra i Medici di Famiglia e gli Istruttori di Palestre di Bagheria evidenzia la modesta

109

conoscenza delle positive ricadute che queste attività hanno nelle terapie riabilitative e nella prevenzione di diverse patologie croniche del XXI secolo come la lombalgia.

110

QUESTIONARIO PER I MEDICI DI FAMIGLIA

E

STATISTICA DELLE RISPOSTE DEI MEDICI DI FAMIGLIA

---ooOoo---

Sono riuscita a ad intervistare 11 medici di famiglia che assistono tra un terzo ed i due quinti della popolazione adulta ed anziana del paese (Bagheria abitanti nel 2016: 55.322).

0. Quali sono le più comuni patologie che riferiscono i pazienti anziani?

Tutti i medici hanno risposto che tra le patologie più comuni per le quali i pazienti si recano presso i loro studi, vi è il “mal di schiena”.

1. Qual è la frequenza annua dei pazienti che accusano “mal di schiena”?

La frequenza annua di pazienti che riferiscono di avere episodi di mal di schiena oscilla tra il 30-45% del totale dei pazienti.

2. In quanti di questi casi il “mal di schiena” si presenta in co-manifestazione con la sciatalgia?

Il 2-5% dei soggetti che accusano mal di schiena, riferiscono anche di dolore irradiato ad almeno ad uno dei due arti inferiori.

3. Attualmente quanti sono i pazienti in cura, presso il suo studio, che presentano “mal di schiena”? E quanti di questi soffrono anche di sciatalgia?

Nel periodo dell’intervista (LUGLIO), solo 3 medici curanti su 11 intervistati, hanno risposto che si erano recati da loro solo 2-3 pazienti che accusavano dolori lombari, ed 1 solamente di questi presentava anche sciatalgia. (può questo essere dovuto al fatto che eravamo in periodo di ferie?)

111

4. La sciatalgia, in riferimento ai casi osservati, ha la medesima incidenza nei maschi e nelle femmine? Se l’incidenza è diversa, perché? Quale potrebbe essere il presupposto fisiopatologico alla base?

Per quanto riguarda l’infiammazione del nervo sciatico per 10 medici su 11 risulta essere più frequente negli uomini rispetto che nelle donne; solo una dottoressa ha riferito che l'incidenza era la stessa per maschi e femmine. Come spiegazione è stato riferito da tutti i medici che la problematica possa essere connessa ai lavori svolti dagli uomini con carichi pesanti e in cui si ripetevano movimenti e posizioni di sovraccarico in cui la colonna assumeva posture instabili.

5. Qual è l’età media di insorgenza e di presentazione clinica della sciatalgia?

L’età media di insorgenza è principalmente tra i 30 e i 60 anni (ma qualcuno riferisce la presenza di un aumento dei casi tra i ragazzi di 15-16 anni). I pazienti solitamente non si recano subito dal medico al presentarsi del dolore ma quando questo perdura per almeno una settimana e si va via via intensificando.

6. Quali sono le cause più comuni che portano alla patogenesi delle sindromi algiche? Possono queste essere connesse al tipo di lavoro svolto?

Le cause più comuni che portano alla patogenesi dolorosa a livello lombare e che possono scatenare anche la sciatalgia sono:

discopatie/ernie del disco;

spondilolisi e spondilolistesi;

marcate contratture muscolari;

queste condizioni patologiche sono spesso l’esito di obesità e/o posture scorrette sul posto di lavoro (camionisti, muratori, falegnami, ditte traslochi, …)

112

7. Quali sono le modalità di trattamento consigliate in relazione alla causa scatenante?

Riferiscono che le modalità di trattamento sùbito consigliate sono state:

CURA FARMACOLOGICA: antidolorifici, FANS e anche miorilassanti (su questi ultimi tra i medici sono emerse controversie sulla loro efficacia).

VISITE FISIATRICHE

8-9-10.

8. Include mai, tra le modalità di trattamento, l’attività fisica?

9. Ritiene che l’attività fisica abbia pari importanza di un’eventuale terapia farmacologica? E prescrive/consiglia questa da svolgere secondo modi e tempi ben precisi?

10. Indica specifiche attività da svolgere? Se si, quali ad esempio?

Quali sono le condizioni che portano a prediligere un tipo di attività fisica rispetto ad un’altra?

Se la terapia farmacologica non produce effetti consigliano la fisioterapia. Solo se anche la fisioterapia non produce effetti la maggior parte dei medici si orienta a consigliare la pratica dell'attività fisica (ma non tutti, alcuni di loro ritengono che sia più utile il riposo e che il movimento possa solo peggiorare la situazione/condizione dolorosa).

Tra le attività consigliate vi sono: principalmente NUOTO, PILATES e STRETCHING (pur non conoscendo loro in prima persona questo tipo di attività e quale tipologia di esercizi si svolga); altri consigliano pure GINNASTICA DOLCE E POSTURALE.

Le attività fisiche, però, vengono consigliate solo in via confidenziale e in maniera molto vaga, mai in forma di prescrizione e delineando i parametri fondamentali di frequenza (quante volte alla settimana), carico e durata; lasciano il compito agli istruttori in palestra (non sempre qualificati).

113

11. Quali sono le condizioni che portano a prediligere un tipo di attività fisica rispetto ad un’altra?

Nessuna risposta significativa. “Noi indichiamo l'attività fisica in via informale, poi fanno tutto in palestra”.

12. Ha esperienza di pazienti che hanno effettivamente tratto giovamento dalle attività svolte in palestra o in strutture simili?

8 medici su 11 riferiscono che i soggetti hanno effettivamente tratto sollievo dall’attività fisica, ma di non conoscere, né di essersi informati sull’effettiva tipologia di attività svolta.

13. Conosce i protocolli AFA e le palestre in cui vengono applicati?

Nessuno dei medici intervistati ha detto di conoscere o di aver mai sentito parlare di protocolli AFA.

14. Se li conosce, cosa pensa al riguardo?

Solo 2 medici sul totale di 11 si sono effettivamente mostrati interessati all’argomento; loro condividono che l'AFA per i pazienti possa essere utile, ma pensano che “qui”, nel nostro contesto, sia difficile possa “attecchire”.

114

QUESTIONARIO PER GLI ISTRUTTORI PALESTRE

E

STATISTICA DELLE RISPOSTE DEGLI ISTRUTTORI PALESTRE

---ooOoo---

Ho potuto contattare ed intervistare solo istruttori di 5 palestre bagheresi

1. Sono previsti dalla struttura corsi pensati per le persone anziane? Se SI, quali? Di che genere? Qual è la frequenza a tali corsi? Se NO, c’è qualche motivo particolare per non attivarli?

- In 4 palestre per anziani ed adulti si organizzano principalmente corsi di

ginnastica dolce, ma anche di ginnastica posturale e chinesipilates.

- I corsi hanno sostanzialmente una frequenza di 2 volte a settimana,

ripetuti sia mattina che pomeriggio, per gruppi di 10/12 persone a corso.

- Solo in 1^ delle palestre visitate non si organizzano ancora corsi specifici

per le persone over >60 o di ginnastica posturale/riabilitativi; la motivazione data è che puntano ad altro.

2. Vengono, nella struttura, soggetti che accusano “mal di schiena” indirizzati dal medico di famiglia?

Nelle varie strutture hanno riferito che capita spesso che si presentino persone con rachialgie, soprattutto lombare, ma quasi nessuna di queste riferiva di essere stata consigliata dal medico.

3. Che tipo di attività proponete a soggetti con lombo-sciatalgia? E perché?

115

Un istruttore ha riferito di trarre principi ed esercizi dal filone di pensiero della Back School; mentre altri hanno riferito di far fare la stessa tipologia di esercizi in sala attrezzi che avrebbe fatto una qualunque altra persona.

4. Attualmente vi sono casi?

Molte forme lievi (mal di schiena di origine posturale) ma nessun caso particolare nel periodo dell’indagine (luglio)

5. Qual è la frequenza annua con cui si presentano casi di lombo-sciatalgia?

Più di 20 persone l’anno per palestra

6. Qual è il sesso e l’età media delle persone che accusano più frequentemente tali sintomatologie?

40-50 anni, principalmente donne.

7. Con le vostre metodiche di trattamento quali miglioramenti concreti si raggiungono? E dopo quanto tempo mediamente?

Nel giro di 20 giorni la maggior parte dice di avere risultati positivi soprattutto su dolore.

Dopo qualche mese si hanno risultati sull’assetto posturale e il rinforzo muscolare; inoltre la maggior parte dei soggetti non segnala recidive di grosse entità.

8. Dopo i miglioramenti, i soggetti continuano a svolgere attività in palestra? Perché?

La maggior parte dei soggetti che seguono soprattutto corsi di ginnastica dolce, g. posturale e di pilates, rimangono nella palestra e continuano i corsi.

9. Cosa pensa dei protocolli AFA? Quanto le vostre metodiche di trattamento si avvicinano ai protocolli AFA? Apporterebbe delle modifiche?

116

Dopo le ricevute informazioni la maggior parte degli istruttori riferisce che gli esercizi proposti nei corsi seguono pressoché le linee guida indicate dai protocolli.

117

CONCLUSIONI

Il mal di schiena, ed in particolare la lombalgia, colpendo 8 persone su 10, è divenuto negli ultimi anni una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati, ed è tra le cause più frequenti di assenza dal lavoro, di visita medica e di indagine diagnostica.

La lombalgia, oggi, rappresenta non solo un problema di salute, ma anche un problema economico perché incide sia sui costi diretti della Sanità che sui costi indiretti per le pesanti e negative ripercussioni nel campo del lavoro, per assenze per malattia, cure, limitazioni dell'idoneità lavorativa e per l’invalidità, che produce(How D. et al., 2010).

Dalla letteratura biomedica degli ultimi anni e dai contributi provenienti dalla ricerca medica di base, si ricava che tra i lavoratori addetti allo spostamento di carichi pesanti la prevalenza di mal di schiena arriva addirittura fino all'80% (Juniper M, Le TK, Mladsi D, 2009).

Con il DGR 595/2005 e successive m/i (DGR 1081/2005 e DGR 1082/2005) la Regione Toscana ha promosso l’iniziativa dei percorsi di AFA, in alternativa a quelli sanitari, per il trattamento di sindromi algiche e sono già 30.000 gli anziani coinvolti nel progetto (pari al 3,5% della popolazione Toscana over65) suddivisi in 1891 gruppi che hanno svolto attività in 773 palestre sparse nell'81% dei Comuni della Toscana.

Il numero di adesioni, e dei gruppi, aumenta ogni anno, ed è il risultato positivo della soddisfazione dei partecipanti e dell’impegno del sistema.

118

È risultato ottimo il lavoro delle Società della Salute, che svolgendo un ruolo di promozione e sostegno, sono riuscite a coinvolgere i professionisti sanitari e i providers, sia no-profit che profit.

A seguito dei risultati positivi ottenuti in Toscana, all’iniziativa hanno aderito altre Regioni, in primis: il Veneto, la Liguria e l’Emilia Romagna; esse, per quanto si evince dalle informazioni di pubblico dominio, hanno recepito in pieno i protocolli Toscani e li hanno applicati senza apportare modifiche.

Riguardo la promozione della salute, e con particolare riferimento all’area geriatrica, l’AFA rappresenta sicuramente una delle iniziative più efficaci.

Uno studio della Sezione di Geriatria Clinica nella ASL 4 di Chiavari (Regione Liguria), titolato Mal di schiena e Attività Fisica Adattata: risultati di un

anno di sperimentazione, riporta che la risposta dei partecipanti ai corsi è stata

positiva sia in termini di efficienza che di efficacia: la partecipazione ai corsi è stata numerosa e i partecipanti sono rimasti molto soddisfatti del lavoro svolto. In particolare i risultati, ottenuti mettendo a confronto i dati prima e dopo alcuni mesi di corso, dimostrano che la pratica dell’AFA è ben correlata al miglioramento del mal di schiena e c’è un significativo progresso soggettivo dello stato psico-fisico dei partecipanti.

La Regione Emilia-Romagna ha avviato interventi di promozione della salute come strumento fondamentale per il raggiungimento del benessere fisico e psichico e per diffondere stili di vita attivi, facilitando scelte salutari.

Ha promosso, assieme al Ministero della Salute, una sperimentazione per delineare le modalità organizzative idonee e valutare la sostenibilità organizzativa ed economica di tali programmi.

La Regione Emilia sin dal 2004 ha previsto lo sviluppo della prescrizione dell'attività fisica, controllata e monitorata da esperti della sanità. Inoltre il Piano della Prevenzione 2010-2012 ha esteso la prescrizione dell’attività fisica alla prevenzione delle malattie croniche. È stata poi incentivata la creazione di

119

palestre etiche e sicure (DGR 1154/2011) ed ha sostenuto la possibilità di integrare i professionisti della sanità con altri esperti, in particolare quelli del movimento quali sono i laureati in scienze motorie.

Secondo quanto riportato nel rapporto “Italia in cifre: edizione 2015”, nel 2014 in Italia i sedentari (cioè coloro che non svolgono né uno sport né un’attività fisica) sono il 39,9% (44,1% fra le donne e 35,5% fra gli uomini), con netta differenza tra Sud e Nord; nella maggior parte delle Regioni meridionali più della metà della popolazione non pratica né sport né attività fisica, in particolare in Sicilia la percentuale dei sedentari arriva al 55,2%, mentre al Nord la percentuale dei sedentari si abbassa al 30%.

Per svolgimento di sport in modo continuativo nelle Regioni settentrionali, in particolare a Bolzano, Trento ed in Veneto si arriva al 38% di praticanti, mentre le Regioni con la più bassa quota di praticanti sportivi sono la Campania (19,3%) e la Puglia (21,7%). Analogamente, anche la pratica di qualsiasi attività fisica fa registrare un gradiente decrescente da Nord verso Sud e Isole (Sicilia 22,0% e Campania 22,9%), contro circa 42% nelle Regioni del Nord.

La promozione dell’attività fisica oggi rientra tra le priorità delle politiche di Sanità Pubblica nazionali ed europee (programma “Guadagnare

salute”).

I risultati ottenuti dai trial avviati sui protocolli AFA si sono mostrati positivi soprattutto in termini di miglioramento della mobilità articolare, aumento della forza e del trofismo muscolare, perfezionamento dell’equilibrio, riduzione del dolore e percezione del proprio corpo.

Risultati pure positivi si sono ottenuti prendendo in esame anche altre metodiche di trattamento motorio.

Visti i benefici effetti che l’AFA ha sulla qualità di vita dei soggetti i

Documenti correlati