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4. Tradurre il Teatro sovietico

4.5. Altre problematiche nella traduzione di Lož’ e Šarmanka

4.5.1. Le indicazioni di scena

Per la traduzione delle indicazioni di scena delle due opere ci si è avvalso di due strategie traduttive diverse e contrastanti. Si distinguono almeno quattro tipi di indicazioni di scena: quelle destinate all’attore, allo scenografo, altre destinate allo spettatore implicito e un quarto tipo destinate al lettore. Generalmente, le note alla regia sono costituite da frasi nominali, non sempre dirette a uno specifico interlocutore, sono spesso brevi o brevissime e si trovano anche racchiuse tra le battute. In Šarmanka, le note alla regia inserite da Platonov sono semplici, dirette, danno una determinata informazione; sembrano essere dirette a un lettore specifico che non può vedere la scena o a scenografi che devono allestire l’ambiente. Platonov descrive gli oggetti presenti sul palcoscenico, la disposizione delle scenografie e altre indicazioni di questo tipo. Per comunicare queste informazioni prettamente tecnico-pragmatiche, Platonov si avvale di un linguaggio didascalico, diretto e immediato. Utilizza anche, però, un lessico specifico, attento al particolare. Quindi la traduzione è stata analogamente attenta al dettaglio specifico, poiché, come afferma Nabokov, non è soltanto nelle traduzioni non letterarie che si deve rispettare la precisione terminologica, poiché «l’unico oggetto e l’unica giustificazione della traduzione è veicolare le informazioni più precise

94 possibili»159. A seguito riportiamo un esempio di un’indicazione di scena tratta da

Šarmanka

В другой стороне шарманка; на месте ручки у нее шкивок, шкива вврх ременная передача.

All’altro lato c’è l’organetto: al posto dei manici su di essa c’è una puleggia. Dalla puleggia parte una trasmissione a cinghia.

Questa specificità lessicale è propria della scrittura platonoviana, e non caratterizza pertanto il solo le indicazioni di scene e alla regia, ma anche le battute dei personaggi. In traduzione si è cercato di dare particolare attenzione al termine specifico, mantendo, ad esempio parole quali izba o dumping nel testo di arrivo.

Nell’originale, le indicazioni anche di media lunghezza sono caratterizzate da enunciati brevissimi o frasi nominali. Le frasi nominali nella lingua russa sono molto diffuse rispetto a quanto non lo siano nell’italiano. Tuttavia, in traduzione si è spesso optato per il mantenimento della frase nominale, per la sua semplicità e immediatezza, piuttosto che allungare inutilmente le indicazioni arricchendo il testo di costruzioni verbali pesanti.

Районная местьность. Дорога в даль страны, попутные деревья, которые шевелит редкий ветер; влево – постройка в пустоте горизонта, вправо – виден небольшой город, районный центр.

Località di provincia. Sullo sfondo del paese una strada, circondata da alberi che si muovono al vento leggero; a sinistra una costruzione sull’orizzonte vuoto, a destra si vede una piccola città: il capoluogo di provincia.

Laddove la frase suona invece troppo artificiosa e stride per via della mancanza del verbo, esso è stato aggiunto, pur mantenendo la semplicità della frase attraverso l’inserimento di un verbo polisemantico e della minor lunghezza possibile. Si è cercato invece di essere dettagliati e precisi per quanto riguarda la descrizione e la denominazione degli oggetti da collocare sulla scena. Nel secondo atto di

Šarmanka, Platonov descrive con minuzia tutti i marchingegni presenti

nell’«ufficio»; la macchina è un elemento importante per l’autore, che non ne

95 descrive solo il funzionamento, ma tutte le sue componenti, nel suo movimento, nel suono che essa produce.

Алеша жмет рукой рукоятку одного деревянного грубого механизма (он виден отчасти зрителю), приводной ремень сверху вращает механизм - он аплодирует и кричит "ура". Алеша отжимает рукоятку - ремень останавливается, механизм затихает.

Aleša stringe con la mano l’impugnatura di un rozzo meccanismo in legno (lo spettatore lo scorge in parte), la cintura di azionamento fa girare in alto il meccanismo: esso applaude e grida “Urrà”. Aleša gira l’impugnatura, la cintura si ferma e il meccanismo tace.

Dunque per quanto riguarda le note alla regia di questo testo, la precisione terminologica è stata ancora una volta la linea guida scelta in traduzione.

Lož’ è invece un’opera molto dissimile a questo proposito. Il modo di scrivere di Afinogenov è molto ancorato alla scrittura narrativa e questo si nota soprattutto nei monologhi e nelle indicazioni di scena. Le indicazioni scritte da Afinogenov più che informazioni che l’autore vuole dare al regista, sono un vero e proprio collocamento geografico, una descrizione attenta e onnisciente dei personaggi, delle loro passioni, emozioni, dei loro interessi e del loro modo di muoversi sulla scena, danno prova della poeticità del drammaturgo160. Questo è un elemento

specifico e intrinseco alla scrittura di Afinogenov. Si ricorda infatti che nella seconda redazione dell’opera, Afinogenov taglia la lunga descrizione dei personaggi, indicando appena il loro status sociale, piuttosto che dare indicazioni sul loro aspetto e modo di porsi sul palcoscenico. Le frasi nel testo originale non sono brevi, ma dettagliate e spesso non danno le indicazioni tipicamente teatrali, ma collocano la storia in uno specifico spazio narrativo. In questo caso specifico, quindi, si è preferito dare alle indicazioni la forma di veri e proprie descrizioni degne di un testo narrativo, attraverso l’aggiunta di verbi precisi e senza preoccuparsi troppo di allungare il testo.

ПЕТР НИКИТОВИЧ, отец Викторa, рaбочий того же зaводa. Мaленький, сухонький стaричок, знaчительно ниже и Викторa, и своей жены. Желтовaтое, подернутое морщинaми лицо, торопливые движения небольших рук, жестикуляция, когдa он хочет придaть

96 своим мыслям большую вырaзительность, и ясные, дaльнозоркие

видимо, глaзa. Говорит он неторопливо, не обижaется, если его перебьют, a когдa молчит, все время присмaтривaется к окружaющим, оценивaет, взвешивaет и мысленно принимaет сaмое деятельное учaстие в беседе, поддaкивaя головой, хлопaя себя по коленкaм или беззвучно и искренне смеясь.

PETR NIKITOVIČ, il padre di Viktor, anche lui operaio di quella fabbrica. È un vecchietto piccolo e magrolino, molto più basso sia di Viktor che di sua moglie. Ha il volto giallognolo, coperto di rughe. Le sue mani si muovono in modo frettoloso, gesticola quando vuole conferire ai suoi pensieri grande espressività, i suoi occhi sono chiari e si vede che è presbite. Parla lentamente, non si offende se viene interrotto, quando tace si guarda sempre intorno, valuta, soppesa e prende parte mentalmente in modo attivo alla conversazione, approvando con la testa, dandosi pacche sulle ginocchia oppure ridendo sommessamente con sincerità.

Un elemento modificato invece rispetto all’originale è il tempo verbale. Spesso le annotazioni di Afinogenov sono scritte utilizzando verbi al passato, cosa piuttosto insolita, trattandosi di un testo teatrale, confermando l’idea che l’autore, pur essendo principalmente un drammaturgo, sia molto legato a generi testuali prosaici o narrativi. In traduzione questo elemento è stato eliminato completamente. Il testo teatrale, scrive Serpieri, «si distingue da quello “letterario” (del romanzo, dell’epica, e ovviamente della poesia) anche (…) omologandosi alla battuta diretta in situazione del linguaggio quotidiano per il fatto di produrre senso in riferimento a un contesto pragmatico»161. Proprio per questa sua valenza

nella situazione contingente, il testo teatrale sceglie il tempo presente anche quando si tratta di narrazione, di descrizione che sopperisce alla mancanza di rappresentazione. Nonostante i verbi al tempo passato nelle indicazioni del testo originale, in traduzione si è optato per trasporre tutto al tempo presente, dando in questo modo una maggiore coerenza al linguaggio teatrale che in italiano si colloca al presente.

Мaть хотелa что-то скaзaть, но сдержaлaсь и прошлa нaвстречу гостям вместе с Виктором. Они возврaщaются вместе с РЯДОВЫМ и ВЕРОЙ.

La madre vuole dire qualcosa, ma si trattiene e va incontro agli ospiti insieme a Viktor. Ritornano insieme a RJADOVOJ e VERA.

161 Serpieri, A., “Ipotesi teorica di segmentazione del testo teatrale”, in Canziani, Elam, Guiducci,

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