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Individuazione della dominante e delle eventuali sottodominanti nel prototesto

Capitolo 4 Commento traduttologico ai primi capitoli del romanzo

2. Prototesto e metatesto

2.1 Individuazione della dominante e delle eventuali sottodominanti nel prototesto

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[…] l'analisi traduttologica del testo non può limitarsi alla sua descrizione, per quanto dettagliata. La funzione dell'analisi traduttologica è l'individuazione della dominante di quel livello o elemento al quale prima di tutto si consegue l'unità del testo43.

L’elemento caratterizzante che conferisce integrità alla struttura e che influenzerà la resa del metatesto è detto dominante. Nel caso di una traduzione intertestuale, il traduttore deve tenere conto che tradurre un testo significa passarlo da una cultura ad un’altra e quindi cambiarlo di contesto. Il traduttore, nella posizione di mediatore e provvisto di una propria ideologia, influenza il “come” un messaggio arriva a destinazione. La prima fase della “manipolazione” traduttiva consiste nello stabilire quale dei livelli del testo ha funzione di dominante assoluta, alla luce di ciò, si determina la conformazione e la sostanza di tutto il resto del testo. Il traduttore deve fare attenzione a non privilegiare un unico livello del testo, altrimenti la sua traduzione sarebbe tesa ad un solo aspetto del testo e non all’intera opera. Inoltre, trattandosi di un caso di traduzione interlinguistica, si ha un trasferimento della dominante e, non è detto, che quella del metatesto coincida sempre con quella del prototesto.

L’individuazione della dominante è strettamente legata alla comprensione di ciò che il prototesto vuole esprimere in maniera più rilevante. In questo caso, trattandosi di un romanzo giallo, si potrebbe pensare che la dominante sia solo la stessa vicenda narrata, ma ci sono altri elementi da tenere in considerazione come l’emotività dei personaggi, la suspense e il desiderio di sciogliere l’enigma. Quindi la storia ruota intorno ad un crimine e alla sua risoluzione, ma la definizione della dominante non è da considerarsi così semplicistica, vi sono delle sottodominanti da tenere in grande considerazione.

I fatti vanno di pari passo con la relazione che si instaura tra i due protagonisti, Pu Ke e Mi Duo. Per individuare la sottodominante è necessario analizzare i due protagonisti di quest’opera. Il primo capitolo narra il loro primo incontro, sono entrambi persone fredde e introverse, ma non appena cominciano a parlare tra loro si instaura un rapporto

43 PEETER,TOROP, La traduzione totale. Tipi di processo traduttivo nella cultura, a cura di Bruno Osimo, Milano, Hoepli, 2010, p.16.

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di fiducia. Inspiegabilmente, entrambi cominciano ad aprirsi e a mostrare all’altro i lati oscuri che nascondono dentro. La sottodominante di questo testo, quindi, risiede nella sua funzione connotativa. Lunghe descrizioni di ricordi, sogni, sensazioni e dubbi interiori sono i mezzi di cui l’autrice si serve per trasmettere al lettore la personalità dei suoi protagonisti. E’ importante tenere conto del fatto che nel passaggio da un prototesto ad un metatesto, è pressoché impossibile per un traduttore riuscire ad elaborare la perfetta traduzione interlinguistica della connotazione senza residuo o perdita.

Trattandosi di un testo letterario, un’altra sottodominante da tenere in considerazione è rappresentata dalle scelte stilistiche dell’autrice. I vari omicidi che si susseguono nel romanzo, non sono gli unici misteri che vanno risolti, l’intero romanzo è pervaso da un’aura di mistero, a partire dallo stesso titolo del romanzo. Ruyingsuixing 如 影随形 è un’espressione idiomatica che letteralmente significa “come l’ombra segue il corpo o seguire come un’ombra”44, ma in senso figurato, indica un qualcuno o un qualcosa di intimamente collegato a qualcun altro o a qualcos’altro, come ad esempio due persone inseparabili, oppure, un ricordo o una sensazione che si associa ad un odore o ad un oggetto. Inizialmente, si potrebbe pensare si faccia riferimento solo al collegamento tra l’omicida e le sue vittime, in realtà, ci sono implicazioni ben più profonde in gioco. Nello specifico, potrebbe riferirsi alla sempre più profonda relazione che si instaura tra i due protagonisti, oppure, potrebbe essere un’allusione al trauma avvenuto durante l’infanzia di Mi Duo, un avvenimento del suo passato che però non riesce a ricordare. Il lettore assiste contemporaneamente alla risoluzione del caso, all’approfondirsi del rapporto tra i due protagonisti e all’introspezione psicologica dei personaggi, in particolare, il viaggio nel subconscio di Mi Duo che l’aiuterà a ricordare i misteriosi e dolorosi eventi del passato.

Individuata anche quest’ultima sottodominante, nel corso della traduzione, va prestata la massima attenzione alla funzione connotativa resa possibile dalle scelte stilistiche dell’autrice, in particolare, cercare di rendere al meglio il perfetto equilibrio tra ciò che va detto e ciò che non va svelato.

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2.2 La scelta del lettore modello

Quando si scrive un testo, l’autore si rivolge a qualcuno45. Una sorta di lettore

immaginario a cui il narratore racconta qualcosa e che è stato definito da Umberto Eco “lettore modello”. Il traduttore nell’elaborazione della strategia traduttiva, o meglio strategia comunicativa, deve assolutamente tenerne conto. Come nel caso della dominante, non è detto che il lettore modello nella cultura ricevente coincida con il lettore modello postulato dall’autore nella cultura emittente, poiché il destinatario si trova nella cultura ricevente, non in quella dov’è nato l’originale.

Il traduttore deve essere in primo luogo un abile mediatore culturale, e quindi un esperto conoscitore della cultura in cui vive, non considerata dall'interno, ma con una prospettiva interculturale. In altre parole, il traduttore deve avere una consapevolezza metaculturale46.

Il testo di partenza è un romanzo che non presuppone un alto grado di competenza ai fini della comprensione, sostanzialmente, può essere letto da chiunque. Considerando l’autrice, l’anno in cui il romanzo è stato pubblicato e lo stile, il lettore dell’originale è stato identificato in un lettore di cultura media, non necessariamente competente in campo letterario, di età adulta e non specializzato in un particolare ambito lavorativo o di studio. Il lettore empirico probabilmente è un appassionato di detective stories moderne. Tuttavia, come già osservato in precedenza, il romanzo offre vari livelli di interpretazione che potrebbero non essere colti da un lettore distratto, poco attento ai particolari o da un lettore occasionale.

Per quanto riguarda il lettore modello del metatesto, si tratta di un lettore italiano eventualmente ma non necessariamente interessato alla letteratura cinese. Il numero di lettori italiani interessati alla lettura cinese è sicuramente inferiore rispetto al numero di lettori italiani che si interessano di altre letterature straniere. Per di più, si tratta di una serie di romanzi abbastanza recenti che in Italia non sono mai stati tradotti, quindi è certo

45 BRUNO,OSIMO, Propedeutica della traduzione, Milano, Hoepli, 2010, p. 90. 46 BRUNO,OSIMO, Manuale del traduttore,op. cit., pp. 38-39.

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che il lettore non abbia mai sentito parlare dell’autrice. Non si tratta dei classici della letteratura cinese e non stiamo parlando nemmeno di Premi Nobel, quindi il lettore modello sarà sicuramente qualcuno interessato alla cultura cinese moderna, oppure un lettore amante del genere e curioso di leggere una detective story ambientata in Cina.

I lettori modello del prototesto e del metatesto hanno in comune il fatto di non necessitare di un approfondito bagaglio culturale per affrontare la lettura di questo romanzo e il lettore modello del metatesto potrebbe essere una persona incuriosita dalla cultura cinese, ma non necessariamente un esperto. Essere interessati alla cultura cinese non presuppone un alto grado di conoscenza di essa, questo è il motivo per cui, nella mia traduzione, ho scelto di mantenere la scorrevolezza della narrazione. Sebbene nel romanzo siano presenti alcuni elementi tipici della cultura cinese, ad un lettore non pratico degli usi e delle abitudini della popolazione cinese al giorno d’oggi risultano comunque comprensibili, perciò ho preferito evitare di creare note esplicative a piè di pagina.

Quando si parla di note a piè di pagina sorge un’altra questione: le richieste degli editori. Essendo il prototesto in questione un romanzo, sicuramente è destinato alla pubblicazione quindi, oltre al lettore modello, bisogna tenere conto dell’editore e del tipo di pubblicazione destinata all’editoria.

Spesso nelle opere di narrativa in edizione non scolastica e non critica gli editori impongono la riduzione delle note del traduttore al minimo essenziale. E’ in effetti comune considerare antiestetica e poco agevole la presenza di note a piè di pagina. Una delle frasi che più spesso si sentono pronunciare ai redattori è che la lettura deve risultare scorrevole.47

A plasmare il testo, oltre ai diretti partecipanti alla comunicazione, prende parte in una certa misura un elemento esterno – il redattore – colui che confeziona il metatesto nel suo formato definitivo. Come dimostra la prassi contemporanea, nella pubblicazione di una traduzione non si può prescindere da questo ruolo.48

47 Ivi, p. 118.

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Non è sempre semplice riuscire a trovare un compromesso con gli editori, poiché essi costituiscono un sistema di potere le cui regole son parecchio difficili da scalfire. Ipotizzando una futura pubblicazione del romanzo in analisi, il fulcro della macrostrategia traduttiva sarà rappresentato dalla scorrevolezza, ma raramente e quando ritenuto necessario, verranno introdotte brevi note esplicative, poiché concordo con Osimo nel dire che:

Una cultura che conosca soltanto sé stessa è povera, poiché non può confrontarsi con il diverso, con l’altrui. La traduzione, in questo senso, si colloca al confine tra le culture, è quel fenomeno che permette la comunicazione tra le culture, la percezione dell’altrui, la fecondazione di proprio e altrui.49