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Inversione di rotta: Il primo gong’an ad approdare in occidente

Capitolo 1 Le origini e il contesto storico-culturale

2. Il primo incontro tra occidente e oriente

2.5 Inversione di rotta: Il primo gong’an ad approdare in occidente

La letteratura gong'an finì per scomparire all'inizio del secolo, per essere poi riscoperta oltremare dall'orientalista olandese Robert Van Gulik (1910-1967). Diplomatico e studioso delle culture orientali, negli anni cinquanta, fu lo scopritore del giallo orientale e il primo occidentale a tradurre la letteratura gong’an. Grazie alle sue traduzioni e, in seguito, ai racconti composti di suo pugno egli non solo fu in grado di riportare il genere gong’an all’antico splendore, ma lo rese un genere “itinerante” tra Occidente e Oriente.

Nel 1949, van Gulik fornì una traduzione in inglese dei primi trenta capitoli del

manoscritto anonimo di epoca Qing: Wu Zetian sida qi’an 武則天四大奇案 (Quattro strani casi sotto il regno dell’imperatrice Wu Zetian), il cui titolo in inglese è Dee Gong

An: an ancient chinese detective story. Egli scelse quest’opera perché ritenne che fosse

uno dei pochi tra i romanzi legali cinesi adatto a un pubblico occidentale. Il romanzo ha come protagonista il giudiceDi Renjie (607-700), che si occupa simultaneamente di tre casi. Il giudice in questione, era un talentuoso magistrato realmente esistito che aveva prestato servizio presso la corte dell’imperatrice Wu durante la dinastia Tang (618-907).

A partire dal 1949 sino al 1967, van Gulik scrisse di proprio pugno racconti che avevano come protagonista l’onorevole magistrato Dee, fu talmente ispirato da questo

27 La scuola detta Yuanyang hudie pai 鸳鸯蝴蝶派 (Scuola delle anatre mandarine e delle farfalle) è nata alla fine del periodo Qing. Narrativa popolare e d'intrattenimento ad opera di romanzieri vecchio stile che produssero romanzi popolari scritti nello stile tradizionale. I temi centrali di questa narrativa erano storie d'amore, romanzi polizieschi, e storie di cavalieri erranti,

in Tuttocina.it, il portale sulla Cina, http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/093/093_lomb.htm#2, 01/02/2015. 28 Roberta Siclari, “Sinologie- Il maestro del poliziesco cinese”, in China Files reports from China, 22/10/2012.

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personaggio che arrivò a pubblicare un totale di sedici libri in lingua inglese che lo riguardavano. I primi romanzi furono The Chinese Bell Murders (1949) e The Chinese

Maze Murders (1951). I romanzi di van Gulik, ormai considerati dei best-seller,

dimostrano che ebbe la capacità di adattare romanzi tradizionali cinesi al pubblico d’occidente, assecondò i loro gusti e creò un romanzo che rientrava nei loro canoni. Allo stesso tempo, mantenne alcune delle caratteristiche del romanzo giudiziario cinese, senza deludere così le aspettative dei lettori orientali.

[…] It would be an interesting experiment to write a Chinese-style detective story myself, utilizing plots found in Chinese stories from bygone times.

I engaged upon this experiment mainly in order to prove to present-day Chinese and Japanese authors that it is possible to write a detective-novel in traditional Chinese style that yet appeals to the modern Oriental reader. […] it occurred to me that also Western readers might perhaps be interested in this new type of crime novel.29

Prima della traduzione di van Gulik, nessun’altra detective story cinese era stata pubblicata in inglese. Lui stesso, nella prefazione alla traduzione del 1949, fornisce una breve spiegazione dei motivi per i quali nessuno aveva tentato di cimentarsi. In primo luogo, era regola fissa svelare l’identità del colpevole al lettore all’inizio del racconto: si forniva il suo nome completo, un breve resoconto del suo passato e si spiegavano i motivi che l’avevano spinto a commettere il crimine. Secondo, l’elemento del soprannaturale non poteva mai mancare, quindi, l’apparizione di fantasmi era del tutto normale. Terzo, i lettori cinesi amavano i dettagli e le lunghe descrizioni quindi i romanzi erano estremamente prolissi, arrivavano spesso a più di un centinaio di capitoli. Quarto, il numero dei personaggi era molto elevato, spesso in uno stesso romanzo ne apparivano più di duecento. Da ultimo, il lettore si aspetta un gran finale e che il criminale venga punito. Una descrizione raccapricciante delle punizioni corporali era d’obbligo, necessaria per soddisfare il senso di giustizia cinese, tuttavia, poteva indignare un lettore

29 ROBERT, VAN GULIK, Foreword by R. van Gulik in The Chinese Maze Murders: A Judge Dee Mistery, Chicago, The University of Chicago Press, 1997, pp. V-VI.

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occidentale non abituato a tali particolariorribili. 30 Quindi diventa chiaro il motivo per cui nessuno avena tentato nell’impresa: un pubblico, abituato ai detective anglosassoni, non avrebbe mai apprezzato un romanzo poliziesco di questo tipo.

Van Gulik tra tutti i romanzi cinesi che avrebbe potuto tradurre, scelse Dee Gong

An. Lo scelse perché non rispettava a pieno gli elementi caratteristici appena citati, quindi,

poteva risultare appetibile per un pubblico occidentale. Difatti, in Dee Gong An l’identità del colpevole non viene svelata all’inizio, gli elementi soprannaturali insieme al numero di personaggi sono presenti ma in numero limitato ed è relativamente corto per gli standard cinesi, visto che è spogliato di tutte quelle parti che non sono attinenti alla trama. Ad esempio, eliminò o modificò i nomi di vari personaggi per agevolare la comprensione dei lettori occidentali. Inoltre, nella maggior parte dei romanzi cinesi, all’inizio di ogni capitolo c’è un breve riassunto dell’ultimo paragrafo del capitolo precedente, mentre alla fine di ogni capitolo c’è la tradizionale frase:” Se sei interessato a cosa succede dopo, dovrai leggere il prossimo capitolo”. Van Gulik eliminò tutti questi elementi convenzionali. L’unica peculiarità che mantenne è il coinvolgimento simultaneo del giudice o magistrato in tre differenti casi, tra i quali cui esiste nessun collegamento.

Alla luce di ciò, Dee Gong An non andrebbe considerato come un lavoro di mera traduzione, ma una combinazione di traduzione e creazione che ha trovato un compromesso tra Est e Ovest, tra i gong’an tradizionali e la detective fiction occidentale.

Dal 1981, grazie al successo internazionale ottenuto, si cominciarono a tradurre in cinese i romanzi di Van Gulik. I traduttori cinesi tentarono di imitare il cinese vernacolare del tardo periodo Ming e Qing e riorganizzarono i racconti in base all’ordine cronologico delle varie cariche assunte dal giudice Di Renjie31. Il successo degli anni ottanta dei romanzi del giudice Dee non è una coincidenza ma, ancora una volta, è la conseguenza degli avvenimenti storici.

Tra il 1949 e il 1976, durante l’era di Mao Zedong, non era permessa la pubblicazione di storie d’amore e di crimine, poiché considerate letteratura

30 ROBERT, VAN GULIK,Preface by R. H. van Gulik of Dee goong An, Three Murder Cases Solved by Judge Dee, An old

Chinese detective novel translated from the original Chinese with an introduction and notes,Tokyo, Toppan Printing Company, 1949, pp. IV-V.

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d’intrattenimento. Solo dopo la rivoluzione culturale, tra il 1979 e il 1980, fu permessa la pubblicazione di letteratura gong’an e di detective fiction proveniente da occidente.