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“Vicino come un’ombra”: proposta di traduzione e commento traduttologico al romanzo di Feng Hua

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Academic year: 2021

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Corso di Laurea Magistrale in

Interpretariato e Traduzione Editoriale,

Settoriale

Tesi di Laurea

“Vicino come un’ombra”:

proposta di traduzione e

commento traduttologico al

romanzo di Feng Hua

Relatore

Ch. Prof.ssa Nicoletta Pesaro

Laureanda

Martina Varagnolo

Matricola: 820657

Anno Accademico

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I

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摘要

侦探小说意味深长地为中国现代性和文学现代性作出了贡献。在二十世纪 的初期,这种大众文学的类型为读者提供一个新的文化调和的样式,在东方和西 方之间,在传统和现代之间。中国侦探小说受两方侦探文学模式的影响,并在中 国文学现象中发挥重要作用,首先我简要介绍侦探小说的起源,特别是公案小说。 其次我介绍西方侦探小说在晚清朝是怎么引进中国的。本文探讨的主题是中国大 众文学作家如何把侦探小说作为传播科学和现代社会理想强大的工具。 该论文重点冯华 2000 年出版的侦探小说«如影随形»的翻译。本小说从普克 侦探和米朵医生的初次见面开始,他们是该小说的主角。这个小说的情节德发展 有两条线索: 一方面小说描述杀女人连环杀手的鉴定,另方面还分析两位主角关 系的深化。因而该小说被归类为侦探小说,但是由于小说涉及自省部分同时也被 认为是心理小说。 我把前三个篇章翻译成意大利语,并提供了一个关于翻译过程中发现的问 题和解决方法翻译评论。这个评论一开始讨论该小说的总特征然后发展到比较具 体的观感。总特征说明原文的风格是什么和目标读者是谁,接着谈到在翻译过程 中所运用的策略。具体观感分析翻译过程中所遇到的翻译问题。翻译中遇到最主 要的问题是中国文化和意大利文化的差异以及两种语言之间的区别。翻译者想要 坚持原文,而且也想要完成一个好的意大利语翻译,以便让读者享受小说。最后, 我简要讨论这本小说已经有了由 Li Hong 和 Gilles Moraton 翻译的法语译本。

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I

Abstract

Detective fiction contributed significantly to Chinese modernity and literary modernization. In the first half of the twentieth century, this genre of popular literature offered readers a new cultural mediation between East and West and between tradition and modernity. Since Chinese detective fiction has been strongly influenced by western authors of the same genre and, it covers an important role in the Chinese literary scene, first I will briefly present the origin of detective fiction, in particular, the gong’an

xiaoshuo, then, I will show how western detective fiction was introduced in China during

the late Qing era. In addiction, I will explore how Chinese popular writers employed detective fiction as a powerful instrument in order to spread science and modern society ideals.

My thesis focuses on the translation of Feng Hua’s crime novel Ruyingsuixing, published in 2000. The novel starts with the first meeting of the detective Pu Ke and the doctor Mi Duo, the main characters of the book. The novel develops on two levels: the identification of the serial killer interested in women goes hand in hand with the deepening of the relationship of the two main characters. Therefore, this novel remains a detective novel but, at the same time, it can be considered a psychological novel, because of the importance of introspection.

I translated the first three chapters into Italian, provided a translation commentary about the problems encountered during the translation and the solutions adopted to solve them. The commentary it goes from the general features of the text, to a more specific observation. The general deals with the text dominant and the model reader, followed by the general strategy adopted during the translation process. The specific deals with all the translation issues encountered during the translation. The distance between the Chinese and Italian culture and the differences between the two languages are the main problem. The translator tries to be faithful to the original text, but also to achieve a good Italian translation, in order to allow the reader enjoy reading the novel. Finally, the last part of my thesis is a brief comment on the already existing French translation of the book, by Li Hong and Gilles Moraton.

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Indice

Introduzione ... 1

Capitolo 1 Le origini e il contesto storico-culturale ... 3

1. Una tradizione millenaria ... 3

1.1 Le origini del gong’an xiaoshuo ... 3

1.2 Le caratteristiche del romanzo gong’an ... 5

2. Il primo incontro tra occidente e oriente ... 7

2.1 Cenni storici: Il rinnovamento asiatico dopo l’incontro con l’Europa ... 7

2.2 I movimenti riformisti e la narrativa occidentale come strumento educativo di massa………....9

2.3 La diffusione della detective fiction occidentale in Cina ... 15

2.4 La detective fiction in seguito alla fondazione della Repubblica di Cina ... 21

2.5 Inversione di rotta: Il primo gong’an ad approdare in occidente ... 25

2.6 Il romanzo giudiziario diventa romanzo poliziesco ... 28

Capitolo 2 L’autrice e l’opera ... 29

1. L’autrice ... 29

2. Sinossi del romanzo ... 31

Capitolo 3. La traduzione ... 35

1. Capitolo I ... 35

2. Capitolo II ... 47

3. Capitolo III ... 65

Capitolo 4 Commento traduttologico ai primi capitoli del romanzo ... 79

1. Il prototesto ... 79

1.1 Identificazione della tipologia testuale ... 79

2. Prototesto e metatesto ... 81

2.1 Individuazione della dominante e delle eventuali sottodominanti nel prototesto 81 2.2 La scelta del lettore modello ... 84

2.3 Illustrazione della macrostrategia traduttiva ... 86

3. Illustrazione delle microstrategie traduttive ... 89

3.1 Il livello della parola ... 89

3.1.1 Fattori fonologici: onomatopee, interiezioni e aspetto ritmico ... 90

3.1.2 Fattori lessicali ... 99

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3.1.2.2 Parole legate alla cultura: realia, chengyu, espressioni idiomatiche ... 101

3.1.2.3 Lessico tecnico ... 110

3.1.3 Ulteriori problemi di resa nel metatesto... 112

3.2 Il livello del testo: organizzazione sintattica e tematica ... 113

3.2.1 La coesione: omissioni e aggiunte ... 115

3.2.2 Il discorso diretto: un elemento ricorrente ... 117

3.2.3 Gestione del verbo shuō (说, dire) ... 119

3.2.4 La punteggiatura: conservazione o adattamento ... 121

3.3 Il residuo traduttivo ... 126

Capitolo 5 Analisi contrastiva fra la traduzione proposta e la traduzione in lingua francese .. 129

Bibliografia ... 133

Testi narrativi ... 136

Sitografia ... 136

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Introduzione

La narrativa ha contribuito in modo significativo ai cambiamenti della società cinese del XIX° secolo, usata come strumento di educazione di massa, era considerata dai rivoluzionari dell’epoca la soluzione per istruire e sensibilizzare le masse sui problemi che affliggevano la società. All’interno della narrativa d’intrattenimento, la detective

fiction ricoprì un ruolo importante nel processo di modernizzazione, era vista come un

potente strumento in grado di diffondere gli ideali di scienza e democrazia. Nella prima metà del ventesimo secolo questo genere letterario offrì ai lettori un nuovo mezzo di comunicazione tra Est e Ovest e tra tradizione e modernità. Dal momento che la detective

fiction cinese è stata profondamente influenzata dagli scrittori occidentali dello stesso

genere e dal susseguirsi di diverse fasi storiche, un qualsiasi studio che la riguardi non può essere fatto senza prendere in considerazione i vari elementi che hanno contribuito a farla diventare ciò che è oggi.

Per questo motivo, nel primo capitolo della mia tesi presento brevemente le origini della detective fiction, in particolare, le caratteristiche peculiari del gong’an xiaoshuo e l’introduzione e la promulgazione della detective fiction occidentale in Cina durante la dinastia Qing. A seguire, vengono accennati anche gli avvenimenti che riguardano la diffusione del gong’an xiaoshuo in occidente, gli anni di censura imposti dal governo Maoista e la conseguente reintroduzione del genere nel panorama letterario cinese dopo gli anni ottanta.

L’oggetto del presente lavoro è la traduzione dei primi tre capitoli del romanzo

Ruyingsuixing 如影随形 di Feng Hua, autrice contemporanea di romanzi gialli e di

sceneggiature. La scelta di questo romanzo come testo da tradurre è stata guidata dal mio interesse per questo genere letterario e dal fatto che può essere considerato uno tra i primi thriller psicologici cinesi scritto da una donna e tradotto per un pubblico occidentale. Nel terzo capitolo viene presentata l’opera tradotta, alla quale precede un breve capitolo che presenta l’autrice e la sinossi del romanzo.

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Dopo la traduzione segue un commento traduttologico in cui si analizza la tipologia di prototesto, le considerazioni relative a dominante, lettore modello e le microstrategie adottate in funzione delle specificità linguistiche.

Infine, l’ultimo capitolo presenta una breve analisi contrastiva tra la mia traduzione e la versione francese del romanzo, pubblicata nel 2009 e tradotta con il titolo di Seul demeure son parfum. L’analisi serve a fornire un paragone fra le mie scelte traduttive per la traduzione in italiano e quelle compiute dai traduttori Li Hong e Gilles Moraton per la versione in francese.

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Capitolo 1

Le origini e il contesto storico-culturale

1. Una tradizione millenaria

1.1 Le origini del gong’an xiaoshuo

La cultura cinese, oltre a rivendicare la paternità delle quattro grandi invenzioni dell’antica Cina: carta, stampa, polvere da sparo e bussola, ha il diritto di autoproclamarsi inventrice del romanzo giallo, in cinese gong’an1, letteralmente caso giudiziario.

Parlando di crime fiction in generale, il lettore occidentale di romanzi gialli tende a fare un’immediata associazione con Agatha Christie, Edgar Allan Poe, Arthur Conan Doyle e, ovviamente, ai loro personaggi della letteratura anglosassone del diciannovesimo secolo, tuttavia, parlando in termini di tempo, non bisogna dimenticare che la Cina gode di una tradizione millenaria per quanto riguarda questo genere letterario.

Spesso, quando si parla di antica tradizione di gialli cinesi, vengono citate le avventure del giudice Bao, Bao gong’an 包公案, o del giudice Dee, Di gong’an 狄公 案, di epoca Yuan (1260-1368) e Ming (1368-1644). Sebbene queste siano tra le più famose crime stories e, da molti considerate le prime ad essere apparse sullo scenario cinese, è necessario fare attenzione poiché questo genere letterario ha radici ben più profonde e antiche.

I primi scritti riguardanti procedure legali appartengono alla dinastia Qin (221-206 a.C.), si tratta però solo di descrizioni di carattere compilativo, non di veri e propri romanzi.Per inquadrare le origini delle prime raccolte è necessario fare riferimento a fonti storiche che risalgono al tredicesimo secolo, quando a regnare sull’impero era la dinastia Song (1127-1279). Sotto questa dinastia l’impero vide un prorompente sviluppo sia economico che urbano e la nascita di città cosmopolite, luogo d’incontro ideale di mercanti e artigiani provenienti da tutto oriente. Grazie a questo nuovo fervore, la nuova

1 LAVINIA, BENEDETTI, “Le origini del 'giallo' orientale”, in Il paradiso degli orchi, Rivista di letteratura contemporanea, s.l., s.d. http://www.paradisodegliorchi.com/Le-origini-del-giallo-orientale.28+M500c3e69467.0.html, 10/10/2014.

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società moderna cinese divenne più esigente e richiese nuove occasioni di svago e di divertimento.2 Non era cosa rara vedere in strada folle radunate intorno ai cantastorie che raccontavano di storie d’amore, fantasmi, imprese di cavalieri erranti, crudeli criminali e spietati assassini. Non si poteva ancora definirli romanzi, probabilmente erano brevi novelle abbozzate da cui i cantastorie traevano ispirazione. La gente che ascoltava le loro storie era gente semplice, una classe popolare ignorante e oppressa dai politici, che non aveva nessuna fiducia nel sistema giuridico. Probabilmente, era proprio questo il motivo per cui lo spettatore cinese amava il genere giallo: veniva conquistato dall’integrità del magistrato. Non era di certo una caratteristica che caratterizzava i giudici cinesi dell’epoca, i quali erano soliti torturare gli imputati al fine di estorcere loro una confessione, spesso, di crimini che non avevano nemmeno commesso. In altre parole, erano attratti dai metodi d’investigazione diametralmente opposti al normale sistema giudiziario cinese.

Durante la dinastia Yuan, il gong’an tradizionale aveva come protagonista il giudice Bao, personaggio storico vissuto tra il 999 e il 1062, nell’epoca dei Song settentrionali. Grazie a queste opere, il giudice Bao divenne emblema di giustizia, un magistrato incorruttibile che andava contro ogni abuso di potere e, ovviamente, non poté non influenzare lo sviluppo della letteratura gong’an.

Since some of the malefactors were politically powerful, it took courage as well as ingenuity on Bao’s part to bring them to justice; he is thus the model of a fearless official as well as of an astute detective and wise judge.3

Nel 1600, non si trattava più di brevi novelle su crimini e misteri, ma si passò alla stesura di romanzi lunghi, un vero e proprio genere letterario detto gong’ an xiaoshuo 公案小说, ovvero romanzo di casi criminali, il quale raggiunse la sua massima fioritura tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. I protagonisti di questi romanzi erano

2ALESSANDRA,CAPPELLETTI, “Sorpresa: il romanzo giallo ha dieci secoli… e s’è tinto di rosso”, in Cina forum, news e analisi

sulla prossima superpotenza, s.l., 6 maggio 2014. http://www.cinaforum.net/giallo-in-cina/, 10/10/2014.

3 PATRICK,HANAN, “Judge Bao’s Hundred Cases Reconstructed”, in Harvard Journal of Asiatic Studies, Vol. 40, No. 2, Cambridge, Massachusetts, Harvard-Yenching Institute, (Dec., 1980), p. 301.

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brillanti giudici o funzionari governativi realmente esistiti in passato, caratterizzati da un atteggiamento severo e da un’assoluta intolleranza nei confronti di ingiustizia e corruzione. Ciononostante, quando pensiamo a questi eroi del crimine non dobbiamo confonderli con eroi “alla Sherlock Holmes”. Questi incarna il metodo scientifico: attraverso un’attenta osservazione dei dettagli e grazie alle sua capacità deduttive è in grado di risolvere il caso, mentre i brillanti giudici e funzionari governativi “alla cinese”, non mancavano certo di capacità deduttive, però, erano soliti risolvere il caso individuando la soluzione tra due ipotesi e, la maggior parte delle volte, venivano aiutati dall’intervento di uno spirito. Queste sono solo alcune delle caratteristichepeculiari di questo genere.

1.2 Le caratteristiche del romanzo gong’an

In Italia, il genere cui appartengono racconti di crimini, omicidi, assassini e investigatori viene comunemente definito “giallo”. Nel continente asiatico lo stesso genere viene chiamato, secondo una delle definizioni correnti, fanzui xiaoshuo 犯罪小说, che, tradotto in italiano, corrisponde a “romanzo criminale”, in inglese, crime fiction. Questa incompatibilità nelle definizioni è dovuta al fatto che nella cultura cinese il colore giallo, huang 黄, rimanda alla sfera erotica e alla pornografia,perciò non esiste in cinese una traduzione letterale di romanzo giallo.

La novellistica criminale cinese ha delle caratteristiche proprie che un lettore occidentale, appassionato d’oriente, sarà in grado di comprendere, dato che sono intimamente legate all’ambiente in cui sono state concepite. Innanzitutto, come abbiamo già accennato precedentemente, il giudice cinese non è un “detective” che fa affidamento solo sulle proprie capacità deduttive e sui suoi assistenti, ma spesso è aiutato da apparizioni di fantasmi, fenomeni naturali eccezionali, oppure, da oggetti parlanti che svelano degli indizi al giudice, così da aiutarlo nella risoluzione del caso. Il protagonista, aiutato da uno di questi elementi ultraterreni, fa sì affidamento sulle proprie abilità, ma non completamente come i protagonisti della crime fiction occidentale. Il tema del soprannaturale, perciò, è uno degli elementi caratterizzanti del romanzo criminale cinese. In secondo luogo, i lettori cinesi dell’epoca non conoscevano il concetto di suspense; il nome dell’assassino, infatti, non veniva rivelato nelle ultime pagine del racconto, ma si

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conosceva sin dall’inizio. Il lettore conosce già l’identità dell’assassino, il motivo che l’ha spinto a commettere il crimine, quindi è già in grado di immaginare come si concluderà il romanzo. Non è una casualità che i critici sostengano che il giallo cinese sia come una partita a scacchi: tutte le pedine sono sul tavolo da gioco e qualcuno farà scacco matto.In ciò consiste il fascino di questo genere di romanzi, il lettore è interessato a seguirepasso dopo passo le mosse del giudice e del criminale. La domanda che il lettore si pone non è chi sia stato a commettere il delitto, ma quali saranno le prossime mosse che il magistrato e il criminale faranno per raggiungere i loro scopi. Il lettore viene assorbito dal romanzo tramite le vivide descrizioni dei dettagli e dall’apparizione di fenomeni soprannaturali, attraverso i quali, il magistrato risolve il rebus e condanna il colpevole.

Un terzo elemento distintivo consiste nel fatto che il lettore cinese è abituato a leggere più di un centinaio di capitoli, in quanto appassionato di romanzi molto più lunghi rispetto agli standard occidentali. Lunghe poesie, descrizioni dettagliate, digressioni filosofiche e addirittura i documenti ufficiali riguardanti il caso, venivano alternati al romanzo vero e proprio, in un certo senso, spezzando il continuum della storia.

Parlando di descrizioni dettagliate, in ogni romanzo giallo cinese che si rispetti non possono mancare le punizioni corporali inflitte al colpevole dopo la sua condanna. Come per un lettore occidentale è fondamentale essere a conoscenza nel dettaglio di come sia stato commesso il crimine,d’altro canto, un lettore cinese esige sapere il più possibile sulle punizioni inflitte al colpevole. Perciò, descrizioni accurate, oserei dire macabre, sono un altro degli elementi caratterizzanti del giallo cinese. Solo punendo a dovere il colpevole si potrà ristabilire l’equilibrio all’interno della società e soddisfare il senso di giustizia. Spesso in questi romanzi c’è anche un ultimo capitolo dedicato all’aldilà, non si tratta di un paradiso in cui il condannato espia le sue colpe e viene perdonato ma, al contrario, è una sorta di riproduzione del mondo terreno dove spesso appaiono gli stessi giudici, che avvalendosi della giustizia divina, si recano personalmente in questo mondo per compiere il loro dovere. Si tratta di un’ulteriore descrizione delle crudeli punizioni a cui il condannato viene sottoposto anche in questa sorta di Inferno cinese. 4

4 R.H., VAN GULIK, Preface by R. H. van Gulik of “Dee goong An, Three Murder Cases Solved by Judge Dee”, An old

Chinese detective novel translated from the original Chinese with an introduction and notes, Tokyo, Toppan Printing

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Quindi se un lettore occidentale dovesse cimentarsi nella lettura di un romanzo di questo genere risalente al 1600 circa, deve tenere presente che gli elementi sopracitati sono parte integrante di esso, pertanto, elementi che influenzeranno anche i gialli delle epoche successive.

2. Il primo incontro tra occidente e oriente

2.1 Cenni storici: Il rinnovamento asiatico dopo l’incontro con l’Europa

L’inizio della penetrazione occidentale in Asia risale al cinquecento. Nei secoli posteriori i tentativi di arrivare in questo continente sconosciuto si fanno sempre più numerosi e insistenti. Intorno gli inizi del diciannovesimo secolo, l’espansione dell’Europa si fa più aggressiva provocando in Cina, in tempi successivi, uno stimolo per un processo di modernizzazione non solo tecnologico, ma anche economico, sociale e politico. In particolare, il 1890, vedrà la nascita di un nuovo fermento intellettuale che non solo darà il via a delle politiche riformiste, ma anche ad una nuova era di cambiamenti socio-culturali.L’occidente è visto come un pozzo da cui attingere nuove conoscenze, inizialmente ci si focalizza su scienza e tecnologia, in seguito, su diverse concezioni ideologiche e politiche. L’adozione di idee e istituzioni nuove ed estranee dà il via ad un’intensa trasformazione all’interno del paese. Il confronto con altre forme di civiltà stabilisce un nuovo entusiasmo negli studi scientifici e un progressivo cambiamento nei modi di vita. Tuttavia, vi è anche l’altra faccia della medaglia: ciò che guida la Cina verso un’era di riforme e di trasformazioni è l’espansione dell’Occidente verso l’Oriente e, ben presto, la Cina si rende conto che la sua economia è dissestata, i sistemi politici e sociali disgregati e la loro evoluzione quasi ferma. Il potere dei Qing (1644-1911), oltre ad essere tormentato da problemi interni al paese, è schiacciato da un’eccessiva pressione esterna esercitata dalle nazioni occidentali. Il processo di modernizzazione che in Europa si era realizzato gradualmente in tre secoli, si impone sul continente asiatico in pochi decenni. E’ vero quindi che il mondo esterno ebbe un enorme impatto rivoluzionario sullo stato Qing, ma allo stesso tempo condusse l’impero ad una situazione di instabilità e debolezza.

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L’infiltrazione occidentale in Cina avvenne in pochi decenni soprattutto a causa delle numerose sconfitte inflitte ai cinesi. In seguito al trattato di Nanchino (1842), che pose fine alla prima guerra dell’oppio (1839-1842), costituì il primo dei “trattati ineguali” imposti dalle potenze occidentali: la Cina fu costretta ad aprire numerose concessioni e il pagamento di una forte indennità. La prima guerra dell’oppio rivelò lo stato di decadenza dell’esercito cinese, che disponeva di una tecnologia e di tattiche arretrate per una guerra contro la potenza mondiale dominante. Quindi a partire da questo momento, dovrà collaborare con l’Europa per soddisfare gli interessi stranieri previsti dai trattati. Non si tratta di una collaborazione tra parti eguali: la classe burocratico-borghese dell’epoca era intellettualmente impreparata e incapace di fronteggiare i nuovi eventi. Tuttavia, l’occidentalizzazione si manifesta solo in alcune aree del paese, la causa dipende principalmente da due fattori: la vastità della Cina e la posizione passiva della classe dirigente. Nel resto del paese il processo economico è a un punto fermo e la classe dirigente non provvede alle necessità della popolazione: inondazioni, carestie e miseria flagellano il paese. Gli effetti economici del trattato di Nanchino uniti agli effetti dello squilibrio della bilancia commerciale dell’Impero, contribuirono ad aggravare la situazione nelle campagne cinesi. Le tensioni sociali sfoceranno in varie ribellioni tra il 1850 e il 1860, la più importante sarà la rivolta di Taiping, avvenuta tra il 1851 e il 1864. Il XIX° secolo fu segnato da problemi per la difficile situazione economica: la crescita demografica aveva ridotto il relativo benessere diffuso nella prima metà del XVIII°, di conseguenza molte famiglie contadine non furono più in grado di sfamarsi. Nella seconda metà del XVIII° secolo esplosero le prime rivolte. Esse riflettevano le condizioni e il malcontento della popolazione. Tali rivolte vennero sedate ma la situazione era chiara: il paese stava attraversando una crisi politica e sociale senza eguali. I fattori esterni strettamente connessi a quelli interni furono la causa della crisi dell’Impero. Uno dei fattori principali che influì negativamente sul paese fu l’incapacità da parte della Cina di gestire le trattative con gli altri paesi. Nei secoli precedenti era sempre stato un paese abbastanza isolato e non aveva mai avuto interesse a sviluppare relazioni esterne.

All’inizio del ventesimo secolo, in seguito alla seconda sconfitta da parte dell’impero britannico nella seconda guerra dell’oppio (1856-1860), la dinastia cinese si trovò davanti un bivio: avviare delle riforme e alienare il conservatorismo o bloccare le riforme e alienare i riformisti. In un paese sconvolto dalla guerra, dalle rivolte e dalle

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calamità, il governo tentò di imporre una rinascita del paese lanciando una serie di riforme. Sebbene le riforme del governo imperiale non saranno il mezzo adeguato per portare il paese fuori dalla crisi, cominciò il periodo della restaurazione Qing. Oltre alla riforma dell’organizzazione militare e una grande riforma istituzionale, le riforme più significative riguardarono i contenuti dell’istruzione e del sistema degli esami. La ragione principale della debolezza di questo tentativo di modernizzazione è da ricercare nell’incapacità della dinastia di fare presa sulla classe dirigente e nello scarso coordinamento tra potere centrale e i funzionari regionali.5

2.2 I movimenti riformisti e la narrativa occidentale come strumento educativo di massa

L’espansione occidentale oltre ad aver portato la Cina ad una notevole crescita economica, la sospinse verso una nuova era di cambiamenti socio-culturali. Fino al 1890, l’interesse per la cultura occidentale mirava specificatamente a conoscenze di tipo tecnico. Solo alla fine del secolo, i giovani dotati d’istruzione vennero attratti dalle politiche delle nazioni straniere, in particolare, dalle loro idee e dai loro valori legati alla democrazia. L’accettazione di questi valori da parte delle classi colte permise alla cultura occidentale di infiltrarsi all’interno della cultura tradizionale cinese e, a sua volta, diede adito ad un forte fermento intellettuale.

In their search for the Western secrets of national strength, they went beyond the previous emphasis on technological ingenuity and commercial-industrial resourcefulness. The Western key to the national development, they now discovered, lay primarily in the capacity for united will and collective action across the barrier between the ruler and the ruled. 6

5 MARIO,SABATTINI,PAOLO,SANTANGELO,Storia della Cina, Roma-Bari, Editori Laterza, 2005, pp. 528-554.

6 JOHN K.,FAIRBANK AND LIU,KWANG-CHING (a cura di) “Intellectual Change and the Reform Movement, 1890-8”, The

Cambridge History of China, Vol 11, Late Ch’ing 1800-1911, 1980 part 2, Cambridge, Cambridge University Press, pp.

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Pensare che questa svolta culturale avvenne velocemente e in breve tempo non è affatto corretto. Per più di mezzo secolo dopo il 1840, la cultura occidentale esercitò una lenta influenza e un impatto superficiale sulla classe colta dell’epoca, specialmente, se la si compara alla veloce crescita che la cultura occidentale esercitò in Giappone nel diciannovesimo secolo. In breve tempo, l’apprendere tutto ciò che riguardava l’occidente divenne l’obbiettivo nazionale giapponese, mentre in Cina, gli studi erano ancora incentrati sulla tradizione confuciana e tutti i materiali didattici provenienti da ovest non venivano inclusi nei curricula tradizionali. Inizialmente chi venne attratto dalle civiltà occidentali furono pensatori riformisti lontani l’uno dall’altro, ma che per coincidenza, arrivarono alla stessa conclusione: la Cina aveva bisogno d’aria di cambiamento, soprattutto all’interno delle istituzioni politiche. E’ proprio in questo periodo che si rintracciano i germogli della nascente letteratura moderna cinese. Tra il 1895 e il 1911, la letteratura diventa un mezzo con cui dare voce al diffuso malcontento dell’intera società. Un crescente divario tra stato e società era inevitabile: più lo stato continuava a fallire nei suoi tentativi di miglioramento, più gli intellettuali provavano un senso di frustrazione.

Due figure di spicco che diedero un enorme contributo alla campagna per la modernizzazione della Cina, furono Kang Youwei7 e il suo allievo Liang Qichao8. Famosi

filosofi e riformisti, erano convinti che al fine di revitalizzare la Cina come nazione una riforma politica era l’unica soluzione possibile, mentre l’introduzione delle moderne tecnologie occidentali passava in secondo piano. Se una riforma politica fosse stata messa in atto e portata avanti con successo, innovazione militare e tecnologica sarebbe automaticamente arrivata subito dopo. Nel programma di riforme elaborato da Liang Qichao, la riforma politica aveva il primato rispetto ad ogni altro provvedimento. La chiave per una riforma politica consisteva, a sua volta, in un totale rinnovamento dell’istituzione educativa. L’abolizione degli esami imperiali e l’introduzione di un sistema scolastico valido e applicabile all’intera nazione costituivano i primi passi verso

7 KANG YOUWEI (1858-1927), riformatore politico cinese, si fece promotore in particolare, tra le sue opere di riforma, vi era l’abolizione degli esami imperiali. Il suo “Stato modello” si fondava sull’esempio del Giappone in seguito al rinnovamento Meiji.

8 LIANG QICHAO (1873-1929), allievo di Kang Youwei, ne seguì le orme e compì grandi passi in favore della letteratura moderna e della riforma del sistema scolastico. L'abolizione dell'obsoleto sistema degli esami, l'educazione di massa, e una maggior diffusione di istituti scolastici sul territorio cinese erano i punti su cui si basava la sua proposta di riforma. Per uscire dalla crisi in cui si trovava la Cina, era necessario non tanto emulare le scoperte scientifiche e tecnologiche dell'Occidente, ma piuttosto il dinamismo e l'attivismo politico europei e giapponesi. Alla luce di questo, a fianco dell’insegnamento dei classici, proponeva l’inserimento di programmi didattici di materie "occidentali".

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la modernizzazione. Lo scopo di una tale riforma era l’alfabetizzazione della popolazione, fornire loro un’educazione politica basata sia sulle conoscenze delle tradizioni culturali cinesi, sia sugli ideali politici e sulle esperienze occidentali. Liang Qichao credeva che, in questo modo, un sentimento di cittadinanza e di consapevolezza politica si sarebbe fatto strada nelle menti dei cittadini. Per un progetto di tale portata, era necessario trovare un mezzo e un metodo di comunicazione efficaci per riuscire ad educare le masse.

If one intends to renovate the people of a nation, one must renovate its fiction. Therefore, to renovate morality, one must renovate fiction; to renovate religion, one must renovate fiction; to renovate politics, one must renovate fiction; to renovate social customs, one must renovate fiction; to renovate learning and arts one must renovate fiction; and to renovate even the human mind and remold its character, one must renovate fiction. Why is this so? This is because fiction has a profound power over the way of man. 9

E’ chiaro che Liang Qichao riponeva la sua fiducia nella narrativa quale mezzo di comunicazione efficace per illuminare le menti del popolo, in quanto, possedeva un vasto potenziale. A suo avviso, la diffusione del romanzo in Cina si sarebbe rivelata un metodo educativo efficace, esattamente come era già accaduto in occidente e in Giappone. La creazione di una nuova narrativa poteva condizionare ogni aspetto della vita di un individuo: dalla moralità alla religione, il suo comportamento, le usanze e i costumi, l’apprendimento e le arti e, anche, il carattere stesso dell’individuo, ogni singolo cittadino poteva subire una forte influenza. Grazie alle nuove norme introdotte dai riformisti dell’epoca, che dettero priorità ai valori educativi e non alla qualità letteraria, alla fine del diciannovesimo secolo, la narrativa venne finalmente presa in considerazione.

9QICHAO,LIANG, “On the relationship between fiction and people’s rule” translated by Gek Nai Cheng in, Modern

Chinese Literary Thought, Writings on literature, 1893- 1945, Redwood City, California, Stanford University Press, 1996,

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Fiction gained its new standing largely because the new norms propagated by the late nineteenth century reformist elite gave priority to the educational rather than the literary value of the genre.10

Un altro fattore che favorì il fiorire della narrativa, tra il 1895 e il 1911, fu la proliferazione del giornalismo. In questo periodo il giornalismo visse una fase di evoluzione: divenne il mezzo di comunicazione con cui sensibilizzare l’opinione pubblica e cercare una reazione sociale dinnanzi alla profonda crisi politica che stava attraversando il paese. Allo scopo di divulgare la loro causa e, allo stesso tempo, pubblicare del materiale che risultasse appetibile alle masse, per i giornali divenne consuetudine includere traduzioni di poesie, saggi e romanzi pubblicati periodicamente a episodi. Le pubblicazioni di scritti e traduzioni legati al mondo occidentale aumentarono vertiginosamente e giornali e riviste diventarono il mezzo con cui diffondere critiche sociali e temi di discussione pubblici. Il contatto con la cultura occidentale fu la miccia che accese l’interesse dei cittadini nei confronti della situazione socio-economica del proprio paese. Per acquisire più conoscenze possibili, una grande quantità di libri giapponesi riguardanti l’occidente venne tradotta e molti studenti furono mandati a studiare all’estero. Tuttavia, il passo più radicale messo in atto, fu una drastica riforma scolastica portata avanti durante il processo di riforme avvenuto tra il 1901 e il 1911. Significanti riforme vennero attuate in campo amministrativo, legale, militare, economico, sociale e ovviamente del sistema scolastico.

In seguito alla riforma del sistema scolastico, i curricola tradizionali fondati sui classici vennero modificati e vennero introdotti nuovi settori disciplinari, tra cui, l’apprendimento della storia dei paesi stranieri, delle conoscenze e scoperte occidentali. Tutte le scuole vennero riorganizzate ad immagine di quelle occidentali e, nel 1905, si giunse all’abolizione degli esami imperiali. Infine, venne nuovamente incoraggiato l’invio degli studenti all’estero, che si recavanosoprattutto in Giappone.

10 EVA,HUNG, “Giving Texts a Context: Chinese Translations of Classical English Detective Stories, 1896-1916”, In David Pollard, ed., Translation and Creation: Readings of Western Literature in Early Modern China. Amsterdam, Philadelphia: J. Benjamins, 1998, p.151.

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Riformare il sistema scolastico non significava accantonare del tutto la cultura tradizionale cinese, ma piuttosto trovare un compromesso tra due culture estranee tra loro:

Know how to combine the gists of Western learning with Chinese learning, in order to enlighten dense ignorance.11

Il nuovo sapere occidentale diventò lo strumento attraverso il quale migliorare il paese: avanzare dove c’era arretratezza e colmare le lacune del sistema scolastico cinese.

In order to render China powerful, and at the same time preserve our own institutions, it is absolutely necessary that we should utilize Western knowledge.12

Il concetto di democrazia, come già citato precedentemente, costituiva effettivamente un mezzo per raggiungere una solidarietà nazionale e una coesione politica, ovvero, un modo per raggiungere un obiettivo comune: benessere e potere dell’intera società, non solo di una parte di essa. Per raggiungere questo scopo una società istruita era fondamentale.

I riformisti credevano che la letteratura occidentale potesse diventare lo strumento con il quale educare le masse, con cui osservare l’occidente e imparare da esso, potendo così supplire alle mancanze del sistema scolastico cinese. Poiché lo scopo era un’educazione di massa, la scelta del materiale da tradurre doveva ricadere su opere che li avrebbero attratti. La narrativa era un tipo di genere letterario d’intrattenimento, perciò offriva svago e distrazione ma, allo stesso tempo, svolgeva anche precise funzioni educative di natura politica e socioculturale. Un gran numero di romanzi che trattavano

11 ZHANG,ZHIDONG, China’s only hope, an appeal by her greatest viceroy Chang Chih-Tung, translated from the Chinese edition by Samuel I. Woodbridge, New York,The Caxton Press, 1901, p. 24.

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di crimine, d’avventura e di storie d’amore vennero pubblicati e vennero apprezzati dal pubblico di massa.

Dovendo risultare allettanti e allo stesso tempo accessibili, queste opere tradotte mancavano della qualità letteraria che da sempre aveva caratterizzato le opere cinesi fruite dalle classi erudite. Stando così le cose, i critici letterati dell’epoca non potevano far altro che ignorare e non considerare degno di nota questo tipo di letteratura. Si può definire la divulgazione di questo genere letterario una lama a doppio taglio: rendere allettante a chiunque un genere letterario, infatti, significava abbassarne il target qualitativo. Mettere la qualità letteraria in secondo piano significava indignare i critici, quindi auto-escludersi dall’élite degli scrittori. Presto, i critici avrebbero attaccato la narrativa, oltre che dal punto di vista tecnico-qualitativo, anche dal punto di vista etico: la maggior parte delle opere mirava ad intrattenere, a divertire, quindi, come potevano essere in grado di istruire? Per questo motivo gran parte degli autori e dei traduttori preferivano rimanere nell’anonimato, in questo modo, spesso le opere tradotte passavano per opere originali. Miss Tompkins nella prefazione alla sua opera con poche parole riassume alla perfezione la situazione: “The two chief facts about the novel are its popularity as a form of entertainment and its inferiority as a form of art”.13 I critici continueranno ad attaccare

questo genere su due fronti: quello della scarsa qualità letteraria e della mancanza di moralità, di conseguenza, non smetteranno di disapprovare la grande quantità di materiale pubblicato e tradotto, ignorandolo anche nei vent’anni successivi al 1890.

La narrativa e, in particolare, le traduzioni di romanzi occidentali continuarono a circolare esclusivamente come letteratura d’intrattenimento rivolta alle masse. Nello specifico, i romanzi a puntate occupavano una posizione dominante su mercato letterario, grazie al vasto apprezzamento da parte del pubblico. Le prime crime stories occidentali approdarono in Cina alla fine del 1890 e, naturalmente, nemmeno il popolo cinese rimase immune dal fascino del giallo occidentale. Prima della caduta della dinastia imperiale, avvenuta nel 1912, persino i più fedeli sostenitori dell’impero cominciarono a percepirne la fine, soprattutto in seguito alla caduta di alcune città del paese in mani straniere. Allo stesso tempo, patrioti e giornalisti, nel tentativo di risvegliare la nazione, si servirono di giornali e riviste per mandare il loro messaggio: la nazione doveva svegliarsi dal torpore

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e rimettersi in piedi. Questi giornali circolavano in Giappone e nei porti commerciali, luoghi in cui era più facile godere della protezione imperiale. La città di Shanghai, in particolare, data l’insaziabile richiesta da parte del pubblico di nuovo materiale da leggere, teneva scrittori e traduttori continuamente occupati. Negli ultimi dodici anni della dinastia Qing, più di mille titoli di romanzi originali e tradotti vennero pubblicati e per più di due decenni il giornalismo letterario continuò a fiorire.14

2.3 La diffusione della detective fiction occidentale in Cina

Le detective stories inglesi vennero introdotte in Cina solo alla fine del 1890, con lo scopo di ampliare gli orizzonti culturali del popolo cinese. La prima detective story, “The Naval Treaty”, di Arthur Conan Doyle, fu tradotta e pubblicata a puntate nell’agosto e settembre del 1896, nel giornale Shiwu bao 时务报 (Progresso cinese), di cui Liang Qichao ne era il redattore. Subito dopo, vennero pubblicati altri tre racconti che vedevano protagonista il detective Sherlock Holmes: “The Crooked Man” (1896), “A Case of Identity” (1897) e “The Final Problem” (1897). Non esiste una documentazione che testimoni il successo di queste opere, tuttavia, considerando che dopo soli due anni dalla pubblicazione dell’ultimo racconto, venne messo in commercio un volume contenente i quattro racconti, intitolato Xinyi baotan an (New Translations of Detective Stories), possiamo supporre che il responso dei lettori cinesi a queste opere fosse molto positivo.15 Inoltre, visto l’immediato successo ottenuto e mantenuto per molti anni in Inghilterra e in America e l’altrettanta popolarità ottenuta in Cina nell’arco di pochi anni, non si può negare che questo genere letterario goda di un’attrattiva universale.

A causa della significativa differenza con la narrativa tradizionale cinese e della mancanza di opere antecedenti su cui basarsi, è chiaro che i traduttori di tarda epoca Qing ebbero non poche difficoltà nell’adattare le detective stories occidentali ai canoni della narrativa tradizionale cinese. Le prime traduzioni dei racconti di A.C. Doyle vennero

14HSIA,C.T. , “Liu E’s The Travels of Lao Can”, in Masterworks of Asian Literature in Comparative Perspective: A Guide

for Teaching, Armonk, New York, M.E. Sharpe Inc, 1994, p. 300.

15 EVA,HUNG,“Giving Texts a Context: Chinese Translations of Classical English Detective Stories, 1896-1916”, op. cit., p.157.

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modificate secondo le caratteristiche dei gong’an tradizionali, in modo da soddisfare i gusti del pubblico cinese.

Le avventure di Sherlock Holmes, narrate in prima persona dal suo fedele assistente Watson, rappresentano la struttura classica della detective story occidentale. Il narratore in prima persona è in grado di riportare fedelmente tutti i fatti, senza però rivelare gli indizi. Questo stratagemma narrativo conferisce al romanzo l’effetto di mistero e di suspense. Nei gong’an tradizionali, invece, la narrazione deve seguire l’ordine cronologico degli eventi e deve essere presentata da un narratore onnipresente. I traduttori sostituirono il narratore in prima persona, in questo caso Watson, con una sorta di voce onnisciente per non confondere il lettore. Il paragrafo introduttivo venne tagliato e le prime tre pagine del testo originale riscritte: eliminati i dialoghi diretti che descrivevano una serie di flashbacks, il prodotto finale consisteva in una narrazione senza dialoghi diretti che rispettava l’ordine cronologico degli eventi. Nella traduzione del 1896 di “The Naval Treaty”, la narrazione in prima persona di Watson fu sostituita da un narratore onnipresente, tuttavia, in breve tempo si cominciarono ad accettare e a sperimentare differenti tecniche narrative. La seconda storia pubblicata nel 1896, “The Crooked Man”, affronta il problema del narratore diversamente: una frase, che fa da prefazione al romanzo, nomina Watson quale narratore delle avventure del collega. Il ruolo di Watson venne restaurato, tuttavia, per riferirsi a se stesso in prima persona non utilizzava il pronome personale “Io”, ma il proprio nome. Infine, la terza storia, “The Final Problem”, utilizzava esattamente la stessa tecnica narrativa dell’originale. Eliminata l’etichetta identificativa del narratore all’inizio del romanzo, la voce narrante cominciò ad utilizzare il pronome “Io” per identificare se stessa. In un periodo di sei mesi, la narrazione in prima persona si affermò all’interno del panorama letterario cinese. 16

Un altro esempio di mediazione culturale tra occidente e oriente è la rivelazione dell’identità del colpevole. Dato che nei gong’an tradizionali il nome del colpevole veniva citato nel titolo dell’opera, i traduttori non esitarono a fare lo stesso anche con le opere occidentali.17 Il traduttore non si preoccupava affatto di “rovinare il finale” e, il lettore

16 Ivi. pp. 162-163.

17 WEI, YAN, Dissertation entitled The Rise and Development of Chinese Detective Fiction 1900-1949, Harvard University, 2009, p. 10.

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stesso, non se ne lamentava. L’enfasi della narrazione, come già spiegato precedentemente, ricadeva sui metodi di investigazione e non sull’identità del colpevole.

Sebbene i letterati dell’epoca attribuissero alla fiction una connotazione negativa, in Cina la detective fiction riscosse un discreto successo anche tra le classi colte. Di fatto, nemmeno gli autori cinesi rimasero immuni al fascino di Sherlock Holmes e, ben presto, cominciarono a produrre romanzi gialli ispirandosi a questo misterioso personaggio venuto da lontano. Soffermandosi a riflettere su questo genere letterario in grado di abbattere le barriere sociali, viene naturale chiedersi quali furono le ragioni che spinsero i lettori a rimanere incondizionatamente attratti da esso. Innanzitutto, in occidente era un genere fruito da tutte le classi sociali, compresi gli stessi fautori e promotori del progresso, perciò, per il pubblico cinese leggere questi romanzi significava avvicinarsi e acquisire maggiori conoscenze di questo mondo che appariva così innovativo e moderno. Leggere di nuove invenzioni come la ferrovia, il telegrafo e la metropolitana significava scatenare l’ammirazione dei lettori cinesi dell’epoca. Inevitabilmente, questo genere letterario venne associato alla vita moderna in Occidente, una finestra su un mondo sconosciuto ed esotico a cui si poteva avere accesso tramite una forma d’intrattenimento.

Con l’introduzione delle nuove detective stories occidentali, venne anche un po’ stravolta la visione dell’eroe impavido che caratterizzava i romanzi tradizionali. Mentre precedentemente l’eroe cinese era un cavaliere errante esperto nelle arti marziali e caratterizzato da un’anima incorruttibile, con Sherlock Holmes appare sullo scenario un nuovo tipo di eroe, che non si fa strada utilizzando la forza fisica, ma applicando le sue capacità intellettive. Inoltre, la detective fiction esercitò anche un’attrattiva psicologica sui lettori. I crimini e le punizioni che apparivano nelle crime story occidentali richiamavano alla mente i gong’an tradizionali ma, allo stesso tempo, in termini di modalità di investigazione e di punizioni corporali, si trattava di romanzi con caratteristiche differenti. I mezzi di cui l’eroe-detective si serviva per risolvere il caso si potevano definire “giusti” e, il fatto che alla fine del romanzo la giustizia trionfasse senza dover ricorrere alla tortura, faceva sentire il lettore appagato e rassicurato. In una società dove la giustizia raramente trionfava, questo eroe-detective ricordava l’incorruttibile giudice o magistrato cinese, ma l’eroe-detective aveva qualcosa in più rispetto al suo collega: la padronanza di metodi moderni e tecniche scientifiche.Di conseguenza, i valori

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tradizionali combinati alle tecniche moderne occidentali costituivano una combinazione irresistibile per il pubblico.

Per la prima metà del ventesimo secolo, la detective fiction offrì alla Cina una nuova forma di mediazione culturale tra il tradizionale e il moderno e tra l’est e l’ovest. In questa era di trasformazioni all’interno della società, occupava una posizione privilegiata tra gli intellettuali cinesi. I riformisti di tarda epoca Qing credevano che le tecniche e i sistemi scientifici, legali e di applicazione della leggi descritti nei romanzi occidentali costituissero un modello da seguire nella promulgazione della riforma educativa, legale ed istituzionale. Grazie all’alta considerazione che la detective fiction si era guadagnata tra gli intellettuali, nel primo decennio del ventesimo secolo si verificò un’intensa attività di traduzioni di detective story occidentali, in particolare quelle inglesi che venivano tradotte dall’inglese o dal giapponese. Si stima che tra le mille e cento traduzioni di fiction occidentale tra il 1840 e il 1911, almeno un terzo erano traduzioni di

detective story.18

Negli ultimi anni della dinastia imperiale cinese, al fine di riportare il genere

gong’an in auge, gli scrittori si cimentarono nella stesura di romanzi gong’an tradizionali,

ciononostante, i loro tentativi furono vani e questo genere perì sotto l’influsso del giallo di stampo occidentale. Grazie a questo grande afflusso di traduzioni di opere inglesi, presto gli scrittori cinesi si ritrovarono a prendere in prestito eroi ed eroine della fiction occidentale. Tra i vari eroi comparsi nell’ultimo decennio della dinastia Qing, il più famoso è Lao Can, definito anche come lo Sherlock Holmes orientale.

Lao Can youji 老殘遊記 (I viaggi di Lao Can) di Liu E (1857-1909), scritto tra il

1903-1904 e pubblicato nel 1907, rimane tutt’ora il più amato tra i romanzi cinesi prodotti nell’ultimo decennio della dinastia Qing.19 Lao Can youji inizialmente venne pubblicato

a puntate in una rivista di Shanghai e, in seguito, in un quotidiano di Tianjin. Per introdurre il romanzo è necessario, prima di tutto, parlare del suo autore.

Liu E, nato nella provincia del Jiangsu, non si dedicò con diligenza alla preparazione degli esami imperiali, ma si interessò di materie come musica, matematica,

18 TIAN DEPEI E ALII, “Zhentan xiaoshuo zai Zhongguo”侦探小说在中国 (La detective fiction in Cina), in Suzhou jiaoyu

xueyuan xuebao, 2010, 13, 4, p.10.

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astronomia e medicina. La sua crescente preoccupazione nei confronti del fiume Giallo, lo spinse a specializzarsi nella prevenzione e nel controllo delle inondazioni. Grazie alla sua buona preparazione e reputazione, lavorò per il governo come consigliere su questioni riguardanti inondazioni, carestie e ferrovie. Deluso dai tentativi di riforma messi in atto dal governo, diventò presto un sostenitore dello sviluppo economico privato basato sul modello occidentale. Durante la rivolta dei Boxer, speculò sul riso proveniente dal granaio imperiale in modo da sfamare la gente nella capitale. A causa di questo atto caritatevole, fu esiliato e morì l’anno dopo a Dihua, nella provincia dello Xinjiang. Sebbene appartenesse alla generazione degli intellettuali della tarda epoca Qing e fosse molto interessato alle nuove ideologie provenienti da occidente, non fu mai in grado di ripudiare completamente la tradizione cinese. Il suo incollabile attaccamento al patrimonio culturale e intellettuale, la sofferenza causata dalle condizioni della povera gente e dei paesaggi naturali, sono l’origine del dolore costante che affligge l’autore.

L’eroe Lao Can, il cui nome significa “vecchio e decrepito”, è un personaggio autobiografico, in quanto condivide molti degli interessi dell’autore, come la medicina e ne rivive alcune dell’esperienze, come l’arrivo nello Shandong. Ambientato nel 1890, non è solo un romanzo autobiografico, ma è anche un romanzo di critica sociale e si riferisce, in particolare, alla rivolta dei Boxer (2 novembre 1899 - 7 settembre 1901). Poiché il romanzo è ambientato nel 1890, l’autore non allude esplicitamente alla ribellione e alle derivanti catastrofiche conseguenze, ma ne parla con tono profetico. Egli esprime la sua visione pessimista della situazione cinese dopo gli avvenimenti del 1900, perciò, l’intero romanzo è pervaso dal dolore dell’autore di fronte all’impotenza di reagire della Cina, in particolare, dopo l’occupazione di Pechino da parte degli alleati. Il motivo del grande successo di questo romanzo è l’acuto criticismo dell’autore nei confronti della società, dominata da funzionari tiranni e ingiusti. La rivolta dei Boxer, catastrofi naturali, il decadimento del sistema di controllo del Fiume Giallo e l’onnipresente ipocrisia e incompetenza del sistema burocratico sono solo alcuni dei problemi che affliggono la povera gente. Nell’individuare la causa dell’indebolimento della Cina e della sua posizione passiva, Liu E si trova d’accordo con la maggior parte degli studiosi dell’epoca: bisogna guardare alla millenaria disumanità che pervade la società. Emblema chiaro di disumanità ed elemento ricorrente nel romanzo, è l’impotenza della povera gente di fronte

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ai perpetui maltrattamenti da parte dei funzionari.20 A contrastare le vili azioni commesse dai funzionari è Lao Can. Egli non è un cavaliere errante che vendica i torti a colpi di spada, ma è un dottore che si diletta di natura e musica, porta sempre con sé vecchi libri da leggere e compone versi. Egli, soprattutto, gode della compagnia delle umili genti che occupano le strade e le locande, assistendo così alle difficoltà della vita di tutti i giorni della classe contadina nel tardo periodo Qing. Ogni volta che Lao Can viene messo al corrente delle crudeltà commesse dai funzionari, ne rimane profondamente scioccato, si scatena in lui una forte e irrefrenabile compassione ed è la stessa reazione emotiva che l’autore vuole provocare nel lettore. Sebbene Lao Can venga identificato come un eroe, non significa che ci sia un lieto fine in cui la giustizia trionfa. E’ vero che Lao Can di fronte ad alcuni casi di ingiustizia riesce a ristabilire l’ordine, tuttavia, egli è consapevole che ogni giorno innumerevoli torti vengono perpetrati e, di fronte ad una situazione di portata nazionale, non è in grado di fare nulla per porvi fine. Lao Can youji è un romanzo basato su un profondo realismo politico e, allo stesso tempo, è uno tra i primi romanzi cinesi ad essere arrivato ad un intimità biografica senza precedenti. L’abilità letteraria dell’autore ci permette di condividere i suoi stati d’animo, osservazioni e le sue più intime riflessioni, inoltre, un così profondo grado di intimità è dato anche dall’utilizzo della narrazione in prima persona. Probabilmente, Lao Can youji fu il primo romanzo autoctono ad aver adottato la narrazione in prima persona.21

Il motivo per cui Lao Can viene definito lo Sherlock Holmes orientale è in un singolo episodio presente nel diciottesimo capitolo: il collega di Lao Can gli attribuisce scherzosamente l’appellativo di Sherlock Holmes, perché, durante il suo viaggio attraverso la provincia dello Shandong, viene coinvolto in un caso di omicidio in cui la vittima viene uccisa con del veleno. Qui entra in gioco il magistrato locale, che a costo di estrarre una confessione non esita a far affidamento sulla tortura. Incapace di assistere a tali ingiustizie inflitte ai più deboli e, indignato dalla testardaggine del magistrato, Lao Can si improvvisa investigatore privato. Non si può considerare questo romanzo una vera e propria detective story, ma è chiaro che l’autore entrò in contatto con questo genere letterario e ne fu inevitabilmente influenzato. I personaggi e la trama di quest’opera sono, in parte, il risultato dell’influenza della crime fiction occidentale sugli intellettuali cinesi.

20HSIA,C.T., Liu E’s The Travels of Lao Can,op. cit., pp. 300-303.

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Il romanzo in questione, oltre ad essere autobiografico22, era soprattutto una denuncia contro il sistema, contro una vecchia élite incapace, per questo motivo riscosse un immediato successo. Grazie all’estrema perspicacia nell’osservare e mediante le sue deduzioni logiche, Lao Can fu ben presto considerato lo Sherlock Holmes cinese.

2.4 La detective fiction in seguito alla fondazione della Repubblica di Cina

Nel 1912, dopo più di duemila anni di dominio imperiale, l’ultimo imperatore cadde e venne fondata la Repubblica di Cina. Il nuovo movimento culturale del 1917-1923, che culminò nel Movimento del 4 maggio del 1919, portò alla diffusione del cinese vernacolare come lingua da adottare nella narrativa cinese. Inoltre, i valori morali occidentali, rappresentati dagli slogan De xiansheng e Sai xiansheng 德先生 e 赛先生 (signor Democrazia e signor Scienza), furono ampiamente accettati ed esaltati da studenti, intellettuali e rivoluzionari dell’epoca. In un momento in cui la Cina continuava a subire i danni causati dalle continue guerre, un nuovo tipo di cultura metropolitana si stava sviluppando nel porto internazionale di Shanghai, città che divenne ben presto un centro culturale vario e cosmopolita. Con lo sviluppo urbano, aumentò anche la popolarità della

detective fiction, la quale forniva ai cittadini la risposta ai loro bisogni psicologici: forti

stimoli e la rassicurazione di poter ristabilire l’ordine. Inoltre, trattandosi di un genere strettamente legato alla scienza e alla razionalità, non poté non godere di un’immensa popolarità.

All’interno del genere narrativo, la detective fiction divenne la più richiesta tra i lettori urbani e i trent’anni che precedono la Rivoluzione Culturale, sono considerati l’età d’oro di questo genere letterario. A Shanghai circolavano riviste interamente dedicate a questo genere, complete collezioni dedicate ai detective occidentalivennero tradotte in

baihua, rendendole così accessibili a molti più lettori. Ancora più importante, in questo

periodo molti scrittori cinesi nativi emersero quali scrittori di detective fiction. La

detective fiction cinese di questo periodo era il risultato del contesto culturale che

caratterizzava Shanghai nel periodo repubblicano. Non è una coincidenza che la gran

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parte degli scrittori provenissero dalla regione di Shanghai e, che la maggior parte dei romanzi gialli, fossero ambientati in questa caotica città definita dai giornalisti occidentali del 1920 “centro criminale d’oriente”23. Le detective stories rimanevano comunque una forma d’intrattenimento, ma si riferivano ai problemi sociali reali che affliggevano la città: rapine, rapimenti, prostituzione, gioco d’azzardo, gangsters, droghe e terrorismo rivoluzionario erano tutti problemi reali e, quindi, temi centrali della letteratura criminale dell’epoca.

Alla fine del diciannovesimo secolo, con l’introduzione della detective fiction occidentale, i traduttori diedero inizio ad un processo di rieducazione del mondo dell’investigazione. In Cina, lo studio della criminologia e dell’investigazione non venivano contemplati, e spesso, la tortura era l’unico strumento di cui ci si serviva per arrivare alla risoluzione di un caso. Grazie alla narrativa, la Cina ebbe accesso a nuove tecniche moderne di investigazione, come l’utilizzo della scienza e della tecnologia forense. I riformisti cinesi, ovviamente, non poterono non rimanerne affascinati e ben presto innalzarono lo status della scienza tramutandola in una filosofia di vita. “L’uomo di scienza” era universalmente considerato il modello di uomo virtuoso, dotato di una superiorità morale. Quando i lettori si trovavano di fronte la rappresentazione esatta del decadimento della propria società, in chi o che cosa riponevano la loro fiducia per ristabilire l’ordine perduto? Per ripristinare l’armonia si riponeva la propria fiducia nella scienza e nella ragione umana, quindi, chi meglio del detective, cioè uomo di scienza per eccellenza e modello d’uomo virtuoso era in grado di farlo? Egli non era altro che la risposta alle esigenze psicologiche del pubblico. Il successo della detective fiction è intimamente legato al contesto culturale: in seguito al Movimento del 4 Maggio 1919 la scienza guadagnò un rispetto e un’ammirazione senza precedenti. A partire dal 1920 sino al 1940, gli autori cinesi di detective fiction introdussero nelle loro opere elementi e tecniche d’investigazione scientifici. Il più famoso tra loro è sicuramente Cheng Xiaoqing 程小青che, nel suo romanzo Shuangren bixue 霜刃碧血 (Il coltello insanguinato), inserì il rilevamento delle impronte digitali quale mezzo utilizzato nell’identificazione del colpevole.24 L’enfasi che in particolare Cheng Xiaoqing pone sulla scienza riflette il clima culturale che ormai andava affermandosi dalla fine dell’ottocento: la Cina,

23 FREDERIC,WAKEMAN, Policing Shanghai 1927-1937, Oakland, California, University of California Press, 1996, p.8. 24 WEI,YAN, The Rise and Development of Chinese Detective Fiction 1900-1949,op. cit., p. 44.

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consapevole di trovarsi in una posizione di svantaggio e di arretratezza, ripone la sua fiducia in scienza e tecnologia occidentali, unici strumenti per realizzare il progresso. Grazie al legame indissolubile creatosi tra scienza e letteratura criminale, questo genere letterario fece un ulteriore passo verso la modernità.

Cheng Xiaoqing è il più famoso tra gli autori della prima repubblica (1893-1976)25. Egli iniziò la sua carriera traducendo i racconti di Arthur Conan Doyle, poi diventò un prolifico scrittore. La sua fama in quanto “Maestro del poliziesco cinese” è dovuta alla fortunata serie dell'investigatore Huo Sang, ancora oggi considerato un best-seller e definito lo Sherlock orientale. La serie, ambientata a Shanghai, cominciò nel 1919 e continuò fino a superare i cento “casi”, ottenendo una popolarità tale che le sue avventure vennero stampate per decenni, influenzando le successive opere di detective fiction. Il tributo di Cheng Xiaoqing al suo collega Conan Doyle è palese. Innanzitutto, la struttura principale segue esattamente il modello holmiano. Il protagonista Huo Sang, le cui iniziali sono le stesse di Sherlock Holmes invertite, ha sempre al suo fianco Bao Lang, che come il Dr. Watson, ricopre non solo il ruolo di assistente fidato, ma è anche un buon amico che lo aiuta nel corso delle indagini e racconta in prima persona le loro vicissitudini. Huo Sang non è solo una fotocopia orientalizzata del collega inglese, egli incorpora anche gli elementi fondamentali che caratterizzano i personaggi tradizionali come il giudice Bao, in altre parole, un personaggio che risente dell’influenza della detective fiction occidentale e, allo stesso tempo, di elementi derivanti dai gong’an xiaoshuo. Huo Sang, anche detto lo Sherlock Holmes di Shanghai, ama l’approccio scientifico e la razionalità e incarna il prototipo cinese dell’uomo virtuoso che propaga i valori positivi della cultura cinese. C’è da chiedersi perché Cheng Xiaoqing abbia dato vita ad un personaggio che rappresenta modernità e tradizione insieme. Egli sosteneva che l’occidentalizzazione non avrebbe portato solo ad un progresso scientifico e tecnologico, ma rappresentava anche l’importazione di un sistema di valori decadente e corrotto, che esaltava il materialismo e incrementava il tasso di criminalità. Pertanto in questo romanzo, oltre al livello prettamente investigativo, c’è da tenere in considerazione il livello etico-morale: Huo

25 Ivi. pp. 15-16.

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Sang impartisce ai personaggi delle lezioni morali26, indirettamente anche il lettore è il destinatario di tali lezioni.

Un insieme di modernità e tradizione, perfetta sintesi tra Occidente e Oriente, egli non è il tradizionale magistrato cinese che agisce in nome della legge, è un detective privato che condivide la stessa morale di giustizia del magistrato, ma che gode di una maggiore libertà d’azione, non dovendo rispettare i limiti imposti da una carica ufficiale. Egli agisce in base alla propria morale, piuttosto che in base ai principi della legge.

Questa serie ambientata a Shanghai, riflette le tensioni e le contraddizioni della società cinese tra il 1920 e il 1930, in particolare, si occupa della corruzione della Repubblica Popolare Cinese. Si tratta di una descrizione realistica e non vuole essere la rappresentazione di una società idealizzata. I rigorosi ragionamenti e gli attenti processi empirici rappresentano i principi di scienza e democrazia che i progressisti dell’epoca seguivano con vivido interesse. Huo Sang si fa portavoce del pensiero dell’autore: la scienza è la chiave per diventare una nazione moderna e competitiva. Sebbene la corruzione proliferasse ad ogni livello della polizia di Shanghai, Cheng Xiaoqing non osò sfidare l’intero sistema poliziesco, quindi, il suo “detective” Huo Sang spesso si trova a lavorare in stretta collaborazione con la polizia locale e tra le sue amicizie ci sono alcuni onesti ufficiali di polizia. Il successo di Cheng Xiaoqing è da attribuire a vari fattori, ma soprattutto egli fu in grado di creare un’ideale identità culturale cinese in una società moderna. La modernità di Huo Sang, uomo di ammirevole umiltà, consiste nel difendere i poveri e i deboli là dove la legge fallisce.

Sebbene si sia parlato di una popolarità senza precedenti e persino di un’età dell’oro, collocabile tra il 1911 e il 1949, il romanzo poliziesco non fu mai apprezzato negli ambienti della critica letteraria. La sua posizione marginale, rispetto ad una narrativa d’impegno politico e civile, va attribuita alla sua appartenenza allo stesso filone di

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narrativa d’evasione che comprendeva anche la narrativa romantica detta Yuanyang hudie

pai 鸳鸯蝴蝶派 (Scuola delle anatre mandarine e delle farfalle27)28.

A causa dell’irrilevanza attribuita a questo genere, non furono mai condotti studi critici approfonditi sul genere poliziesco, di conseguenza, la conoscenza da parte del popolo cinese è molto limitata.

2.5 Inversione di rotta: Il primo gong’an ad approdare in occidente

La letteratura gong'an finì per scomparire all'inizio del secolo, per essere poi riscoperta oltremare dall'orientalista olandese Robert Van Gulik (1910-1967). Diplomatico e studioso delle culture orientali, negli anni cinquanta, fu lo scopritore del giallo orientale e il primo occidentale a tradurre la letteratura gong’an. Grazie alle sue traduzioni e, in seguito, ai racconti composti di suo pugno egli non solo fu in grado di riportare il genere gong’an all’antico splendore, ma lo rese un genere “itinerante” tra Occidente e Oriente.

Nel 1949, van Gulik fornì una traduzione in inglese dei primi trenta capitoli del

manoscritto anonimo di epoca Qing: Wu Zetian sida qi’an 武則天四大奇案 (Quattro strani casi sotto il regno dell’imperatrice Wu Zetian), il cui titolo in inglese è Dee Gong

An: an ancient chinese detective story. Egli scelse quest’opera perché ritenne che fosse

uno dei pochi tra i romanzi legali cinesi adatto a un pubblico occidentale. Il romanzo ha come protagonista il giudiceDi Renjie (607-700), che si occupa simultaneamente di tre casi. Il giudice in questione, era un talentuoso magistrato realmente esistito che aveva prestato servizio presso la corte dell’imperatrice Wu durante la dinastia Tang (618-907).

A partire dal 1949 sino al 1967, van Gulik scrisse di proprio pugno racconti che avevano come protagonista l’onorevole magistrato Dee, fu talmente ispirato da questo

27 La scuola detta Yuanyang hudie pai 鸳鸯蝴蝶派 (Scuola delle anatre mandarine e delle farfalle) è nata alla fine del periodo Qing. Narrativa popolare e d'intrattenimento ad opera di romanzieri vecchio stile che produssero romanzi popolari scritti nello stile tradizionale. I temi centrali di questa narrativa erano storie d'amore, romanzi polizieschi, e storie di cavalieri erranti,

in Tuttocina.it, il portale sulla Cina, http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/093/093_lomb.htm#2, 01/02/2015. 28 Roberta Siclari, “Sinologie- Il maestro del poliziesco cinese”, in China Files reports from China, 22/10/2012.

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