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Individuazione delle interferenze

1 Introduzione

4.5. DESCRIZIONE DELLO SCENARIO DI RIFERIMENTO

6.1.1. Individuazione delle interferenze

Gli aspetti che sono stati presi in considerazione per valutare gli eventuali impatti o interazioni non desiderate correlate all'esercizio della costruendo impianto fotovoltaico comprendono:

 Atmosfera e Clima;

 Flora e Fauna;

 Paesaggio;

 Geomorfologia;

 Salute pubblica;

 Campi elettromagnetici;

 Lavorazioni di cantiere.

Valutazione dei possibili impatti

La valutazione dei possibili impatti generali dell'attuazione degli interventi previsti per la realizzazione dell'impianto viene effettuata attraverso due strumenti:

1. La matrice di Identificazione dei possibili impatti ambientali positivi – negativi -incerti;

2. La matrice di caratterizzazione degli impatti, che per ogni impatto negativo individua le caratteristiche principali di:

 Probabilità di impatto potenzialmente negativo, sin intende la misura in cui si ritiene che l'evento si possa verificare;

 Durata di impatto potenzialmente negativo, si intende il periodo di tempo nel quale l'impatto si potrebbe manifestare:

 Frequenza di impatto potenzialmente negativo, si intende il numero di volte che l'impatto stesso si manifesta;

 Reversibilità di impatto potenzialmente negativo, si intende quando un'azione o un intervento in programma genera un effetto temporaneo, mitigabile o persistente sulla matrice ambientale.

Tabella 2: Matrice delle interferenze

DEFINIZIONE DELLE MISURE DI MITIGAZIONE E/O COMPENSAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI

Settore Flora e Fauna Paesaggio Suolo

CRITICITA' Momentanea sottrazione di

In considerazione del fatto che l’impianto è assolutamente privo di emissioni aeriformi di qualsivoglia natura, non sono previste interferenze con il comparto atmosfera, che anzi, a scala più ampia, non potrà che beneficiare delle mancate emissioni riconducibili alla generazione di energia tramite questa fonte rinnovabile. Si stima che ogni kWh di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile sostituisce un kWh che sarebbe altrimenti stato prodotto da centrali a combustibile fossile.

Lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore elettrico ha subito un rilevante impulso negli ultimi anni nonostante l’arresto dell’andamento positivo osservato per il 2015 e per il 2016 e confermato dai dati preliminari per il 2017. La quota di energia elettrica rinnovabile rispetto alla produzione totale lorda è passata da 15,3% nel 2007 a 43,1% nel 2014 per scendere fino a 37,3% nel 2016. Lo sviluppo dell’energia elettrica rinnovabile

consegue le politiche di riduzione delle emissioni di gas serra e di incremento delle fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali. Tale incremento è stato possibile attraverso diverse misure quali incentivazione delle fonti rinnovabili nel settore elettrico e priorità di dispacciamento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. Pertanto, a partire dal 2007 la crisi economica ha ridotto drasticamente i consumi totali aumentando nel contempo la quota delle fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda le emissioni atmosferiche del settore elettrico si osserva una rapida diminuzione dei fattori di emissione di CO2 per la generazione elettrica. I risultati dell’analisi della decomposizione possono essere sintetizzati come segue:

le emissioni di CO2 sono diminuite da 126,2 Mt nel 1990 a 92,5 Mt nel 2016, mentre la produzione lorda di energia elettrica è passata nello stesso periodo da 216,6 TWh a 289,8 TWh;

i fattori di emissione di CO2 per la generazione di energia elettrica mostrano quindi una rapida diminuzione nel periodo 1990-2016. Considerando anche la quota di emissioni dovute alla produzione di calore nel 2016 le emissioni di CO2 del settore elettrico ammontano a 105,9 Mt;

le emissioni di CH4 e NO2 incidono da 0,4% a 0,7% sulle emissioni di gas serra totali provenienti dal settore elettrico per la produzione di elettricità e calore;

i fattori di emissione dei principali contaminanti atmosferici emessi dal settore elettrico mostrano una costante diminuzione. In particolare, si registrano significative riduzioni dei fattori di emissione di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e materiale particolato4.

Risulta quindi evidente il contributo che l’energia da fotovoltaico è in grado di offrire al contenimento delle emissioni delle specie gassose che causano effetto serra, piogge acide o che contribuiscono alla distruzione della fascia di ozono. Vista l’assenza di processi di combustione, la mancanza totale di emissioni aeriformi e l’assenza di emissioni termiche apprezzabili, l’inserimento ed il funzionamento di un impianto salare non è in grado di influenzare le variabili microclimatiche dell’ambiente circostante. Si può affermare che la produzione di energia tramite l’impianto in progetto non interferirà con il microclima della zona.

Flora e fauna

Sulla base dei dati assunti, dalla letteratura disponibile ed a seguito di visite sui luoghi, si può affermare che le possibili interferenze tra l’impianto, la fauna e la flora risultano limitati alla fase di realizzazione dello stesso. Le interferenze infatti sono sostanzialmente attribuibili alla momentanea sottrazione di suoli e quindi habitat naturale. Questo sarà comunque ripristinato in fase di esercizio e potrà ulteriormente essere valorizzato in fase di dismissione dell’impianto stesso, magari con la realizzazione di opere di rinaturalizzazione che portino il livello di naturalità del sito ad un valore più alto, se paragonato all’attuale.

4 Rapporto ISPRA 280/2018 “Fattori di emissione atmosferica di gas a effetto serra e altri gas nel settore elettrico”.

Si ha inoltre la totale compatibilità di questi impianti con l’eventuale pascolo di bovini ed ovini anche nelle immediate vicinanze.

Va ulteriormente precisato che le aree più sensibili sono soprattutto quelle umide e le macchie boscate, habitat comunque non interessati dall’installazione. I tipi di habitat, quindi non presentano peculiarità tali da determinare un grosso impatto in termini floro-faunistici.

Gli impianti per la connessione alla RTN non interferiscono in alcun modo con aree protette, siti della Rete Natura 2000 o altre aree ad elevato valore naturalistico (boschi, aree umide etc.).

La localizzazione degli impianti interessa aree rurali distanti dai centri abitati adibite a coltivazioni, aventi comunque una qualità ambientale non elevata. Pertanto, l’impatto sulla componente biotica che consiste sostanzialmente alla sottrazione del suolo agricolo per la realizzazione della sottostazione di utenza, sono bassi.

In fase di cantiere gli impatti saranno temporanei, mitigabili e con un livello basso, principalmente dovuti alla presenza del cantiere in sé, all’innalzamento di polveri e al rumore e vibrazioni, effetti che cesseranno al termine dei lavori.

Paesaggio

L'impatto visivo di un impianto fotovoltaico è sicuramente minore di quello delle centrali termoelettriche o di qualsiasi grosso impianto industriale. Va in ogni caso precisato che a causa delle dimensioni di opere di questo tipo, che possono essere percepite da ragguardevole distanza possono nascere delle perplessità di ordine visivo e/o paesaggistico sulla loro realizzazione.

Il problema dell’impatto visivo è ormai oggetto di approfonditi studi e sono state individuate soluzioni costruttive di vario tipo per cercare di limitare o comunque ridurre tale impatto. Alcune soluzioni riguardano la forma, il colore e la disposizione geometrica dei pannelli, ad esempio si predilige l’istallazione di pannelli di bassa altezza, facilmente mimetizzabili tra cespugli. Anche la disposizione dei pannelli sul suolo se eseguita con raziocinio può contribuire in modo significativo e ridurre l’impatto visivo, si potrebbe scegliere ad esempio di intercalare ai pannelli delle essenze vegetali, meglio se autoctone, a basso fusto per spezzare la monotonia del susseguirsi degli stessi. Si potrebbe scegliere di disporre i pannelli in modo da formare figure più o meno geometriche in modo da incuriosire positivamente chi le osserva e contribuire ad un loro più immediato inserimento nel paesaggio locale.

La grande maggioranza dei visitatori degli impianti fotovoltaici rimane favorevolmente impressionata del loro inserimento come parte attiva del paesaggio. I sondaggi di opinione in altri Paesi europei hanno confermato questa tendenza: nei casi di diffidenza o di ostilità iniziale, allorché la popolazione è messa a conoscenza, in modo corretto, delle potenzialità dell'energia da fonte fotovoltaica, acquisisce una percezione reale circa le modalità del suo sfruttamento e cambia nettamente la propria opinione trovando anche decorative le centrali.

Per quanto riguarda l’area della Sottostazione si evidenzia che il paesaggio locale nel quale sarà inserita è quello tipico collinare, poco diversificato, della Sicilia centro-meridionale. L’area della sottostazione, attualmente coltivata a vigneto, è pianeggiante e distante dai centri urbani. In relazione alle dimensioni dell’impianto, si rammenta che è stato progettato per consentire la connessione di diversi produttori al fine di limitare la presenza di più impianti (stazioni e linee elettriche) nell’area vasta.

Infine, si evidenzia che per l’illuminazione della stazione, si prevede l’istallazione di fonti luminose limitate al perimetro di cinta e proiettanti verso l’interno dell’impianto, al fine di garantire in fase notturna attività di sorveglianza e manutenzione e utilizzando lampade ad accensione programmata ed ovviamente a basso consumo energetico.

Geomorfologia della zona

5.3.6.1. Suolo e sottosuolo

Per quantificare tale impatto si è reso necessario condurre, preliminarmente, uno studio dettagliato degli aspetti geologici dell'area indagata, i quali appaiono imprescindibili da quelli geomorfologici ed idrogeologici. Da tale studio si evince che la realizzazione dell’impianto non richiederà l’esecuzione di interventi tali da comportare sostanziali modificazioni del terreno, in quanto sono state privilegiate soluzioni che minimizzano le operazioni di scavo e riporto, volte a rispettare l’attuale morfologia del sito. Sarà inoltre sostanzialmente assente qualsiasi interferenza con il sottosuolo in quanto gli scavi più approfonditi risultano di gran lunga inferiori ai 2 m di profondità.

Gli elementi rilevati in superficie sono stati integrati in parte, per quanto attiene agli aspetti geologici, con quelli desunti dalla letteratura tecnica specializzata, con particolare riferimento alle carte geologiche della zona.

Al fine dell'individuazione delle problematiche connesse alla realizzazione delle opere è stata, perciò, redatta la Relazione geologica (elaborato in allegato).

5.3.6.2. Ambiente idrico superficiale e sotterraneo

Per quanto riguarda gli eventuali effetti sulla qualità dell’ambiente idrico, si sottolinea che la produzione di energia tramite installazioni solari si caratterizza per l’assenza di rilasci in corpi idrici o nel suolo.

Conseguentemente è da escludersi qualunque possibile interferenza di questo tipo con l’ambiente idrico superficiale o sotterraneo.

In conclusione, si può ragionevolmente affermare che la centrale e gli impianti di connessione alla RTN non turberanno alcun equilibrio idrico sotterraneo o superficiale, né verrà alterata la linea di spartiacque attuale nelle aree considerate.

Salute pubblica

La valutazione degli eventuali effetti dell’impianto sulla salute pubblica è stata effettuata prendendo in considerazione i seguenti rilasci potenziali:

-

Emissioni o rilasci di sostanze chimiche.

-

Emissioni di campi elettro-magnetici.

-

Emissioni acustiche

5.3.6.3. Emissioni in atmosfera

La produzione di energia elettrica tramite fotovoltaico è priva di emissioni aeriformi di qualsivoglia natura o di alcun tipo di emissione inquinante o rilascio e, conseguentemente, non sono da prevedere interferenze con questo comparto.

5.3.6.4. Effetti sulla salute delle popolazioni dei campi elettromagnetici generati

Dalle indagini condotte in diversi stati della comunità europea su impianti già realizzati e in esercizio, si deduce che i valori di intensità di induzione magnetica e di intensità di campo elettrico non superano mai i limiti di esposizione fissati per la popolazione dal D.P.C.M. del 23 aprile 1992 e neanche i limiti di esposizione per i lavoratori raccomandati attualmente dall’I.C.N.I.R.P. (International Commision on Non-Ionizing Radiation Protection).

I cavi MT che collegano la cabina di raccolta dell’impianto fotovoltaico con la sottostazione di utenza MT/AT saranno realizzati con una tipologia di cavo interrato in alluminio a corda rigida ad elica visibile tipo ARE4H5EX o equivalente. Secondo quanto previsto dal Decreto 29 maggio 2008 (paragrafo 3.2), la tutela in merito alle fasce di rispetto di cui all’art. 6 del D.P.C.M. 8 luglio 2003 non si applica a tale tipologia di linee elettriche aeree ed interrate, in quanto le relative fasce di rispetto hanno un’ampiezza ridotta, inferiore alle distanze previste dal D.M. 21 marzo 1988, n. 449 e s.m.i.

Il campo elettrico al suolo in prossimità di elettrodotti a tensione uguale o inferiore a 150 kV, come da misure e valutazioni, non supera mai il limite di esposizione per la popolazione di 5 kV/m.

Per quanto riguarda il collegamento della sottostazione di utenza con la stazione di TERNA che è effettuato con un tratto di linea aerea tra i due portali tipo “gatto” delle due stazioni, lungo circa 50 m, il calcolo della fascia di rispetto ha una semi-ampiezza pari a 19,6m, che si arrotondano a 20m. Non si registra la presenza di recettori all’interno di questa fascia.

Maggiori dettagli in merito sono riportati nella Relazione campi elettromagnetici (FV-BTBUR-PD-R301).

5.3.6.5. Rumore

La produzione di energia elettrica tramite fotovoltaico è priva di emissioni sonore di qualsivoglia natura, conseguentemente, non sono da prevedere interferenze con questo comparto. Infatti, anche se i gruppi

inverter-cabine sono raffreddati tramite ventole, tutte le apparecchiature sono inserite all'interno di una struttura completamente insonorizzata e le elettroventole stesse hanno un livello di pressione sonora al di sotto dei valori di norma.

La variazione del clima acustico durante le fasi di realizzazione delle opere di connessione alla RTN è riconducibile, principalmente, alle fasi di approntamento ed esercizio del cantiere ed al trasporto dei materiali, i quali possono arrecare disturbo oltre che alla cittadinanza limitrofa anche alla fauna presente nei dintorni, entrambe aventi quantità comunque irrisorie. Le conseguenti emissioni acustiche, caratterizzate dalla natura intermittente e temporanea dei lavori, potranno essere continue (es. generatori) e discontinue (es. mezzi di cantiere e di trasporto). In questo caso la mitigazione dell’impatto prevede l’uso di macchinari aventi opportuni sistemi per la riduzione delle emissioni acustiche, che si manterranno pertanto a norma di legge (in accordo con le previsioni di cui al D.L. 262/20025); in ogni caso i mezzi saranno operativi solo durante il giorno e non tutti contemporaneamente.

Come detto, l’area in cui si inserisce l’impianto è un’area rurale, ad uso seminativo, già condizionata dalla presenza di un impianto fotovoltaico in esercizio. Nelle immediate vicinanze del sito si trova la linea ferroviaria Caltanissetta-Siracusa. Nelle vicinanze del sito non vi sono “recettori di tipo residenziale”. Si precisa che il casale rurale al confine con l’area di progetto (identificato di seguito come RX) è di tipo agricolo, non abitato.

I recettori sensibili (identificati come RZ) si trovano verso sud e oltre la linea ferroviaria ad una distanza superiore ai 200 metri dall’impianto che, come più volte detto, sarà schermato da una fascia perimetrale a verde e pertanto non inciderà sulla percezione visiva dell’osservatore posto in corrispondenza di tali recettori.

5 Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all’aperto

Figura 22: Ubicazione principali recettori in prossimità dell’impianto

In fase di esercizio l’unica fonte di emissioni acustiche è la sottostazione di utenza. Nella sottostazione la sola apparecchiatura che rappresenta una sorgente di rumore permanente è il trasformatore AT/MT, per il quali si può considerare un livello di pressione sonora Lp(A) a vuoto alla tensione nominale non superiore a 72 dB(A) a 0.3 metri in funzionamento ONAN e 78 dB(A) a 2 metri in funzionamento ONAF: esso però non viene percepito all’esterno del perimetro di recinzione. Inoltre, gli interruttori, durante le manovre (di brevissima durata e pochissimo frequenti), possono provocare un rumore trasmissibile all’esterno. In ogni caso il rumore che comunque contenuto nei limiti previsti dal DPCM 01-03-1991 e la legge quadro sull’inquinamento acustico del 26 ottobre 1995 n. 447, non sarà percepito dai 3 recettori più prossimi alla area della sottostazione, situati ad una distanza che varia tra i 230 e i 1175 m circa.

Figura 23: Ubicazione recettori in prossimità della condivisa sottostazione di utenza

Interferenze elettromagnetiche sulle telecomunicazioni

Come qualsiasi ostacolo fisico, gli impianti fotovoltaici possono influenzare la propagazione delle onde elettromagnetiche, la qualità del collegamento in termini di segnale-disturbo e la forma del segnale ricevuto con eventuale alterazione dell’informazione. È possibile eliminare del tutto tali interferenze con opportuni accorgimenti progettuali. Infatti, le stesse diventano pressoché trascurabili, sugli apparecchi domestici, già ad una distanza di circa 10 m. Per gli apparecchi più importanti (trasmettitori/ripetitori), una distanza di qualche chilometro rende trascurabili gli effetti indesiderati.

Poiché il campo fotovoltaico, collocato in un’area rurale, non si trova in alcun cono di trasmissione di comunicazioni con forte direzionalità, si può affermare che il costruendo impianto fotovoltaico non interferirà con i collegamenti radio.

Lavorazioni di cantiere

Oggetto del presente paragrafo è la descrizione dell’impatto delle fasi operative di realizzazione delle opere dell'impianto in oggetto.

5.3.9.1. Prescrizioni generali

Nel corso della fase di realizzazione dell’impianto saranno temporaneamente sottratte alla destinazione d’uso attuale le aree di cantiere nelle zone sopra citate. L’Appaltatore provvederà, comunque, alla rimozione dell'impianto di cantiere e di tutte le opere provvisionali (quali ad esempio protezioni, ponteggi, slarghi, adattamenti, piste, puntellature, opere di sostegno, etc.) al termine di ciascuna fase di lavorazione. Resta inteso

che qualsiasi opera provvisionale, che modifichi anche solo in parte la situazione esistente in loco all'inizio dei lavori, deve essere preventivamente autorizzata dal Committente e, ove occorra, dall’Amministrazione, qualora le opere incidano sui dati posti a base delle relative autorizzazioni.

Nell'allestimento e nella gestione dell'impianto di cantiere l'Appaltatore provvederà al rispetto di quanto disposto dalla Normativa nazionale, regionale e da eventuali Regolamenti Comunali in materia sicurezza e di inquinamento acustico dell'ambiente.

5.3.9.2. Trasporto e posa a discarica dei materiali di risulta

I materiali di risulta, opportunamente selezionati e previo benestare della D.L., dovranno essere riutilizzati per quanto è possibile nell'ambito del cantiere per formazione di rilevati, di riempimenti od altro; il rimanente materiale di risulta prodotto dal cantiere e non utilizzato dovrà essere trasportato a discarica autorizzata reperita dall'Appaltatore.

La disponibilità delle discariche dovrà, comunque, essere assicurata dall'Appaltatore di sua iniziativa e a tutta sua cura, spese e responsabilità, nel totale rispetto della Legislazione vigente, degli strumenti urbanistici locali e dei vincoli imposti dalle competenti Autorità, e dopo avere valutato correttamente gli aspetti tecnici ed ambientali connessi alla collocazione a discarica dei materiali di risulta.

L'Appaltatore provvederà, inoltre, a qualsiasi onere, incombenza e prestazione relativa al trasporto ed alla collocazione in idonea discarica autorizzata dei materiali di risulta prodotti dal cantiere (scavi, demolizioni, lavorazioni varie, etc.) e non riutilizzabili nello stesso, sollevando il Committente dall'assunzione di ogni e qualsiasi responsabilità in merito. L'Appaltatore darà priorità, nella scelta delle aree di discarica, a quelle individuate o già predisposte allo scopo ove sarà realizzata l'opera ed in ogni caso a quelle più vicine al cantiere, mantenendo tuttavia una distanza dallo stesso non inferiore ai 200 m.

5.3.10. Ripristino dello stato naturale dell’area come “ante operam”

Al fine di proteggere le superfici nude di terreno ottenute con l'esecuzione degli scavi e per il recupero ambientale dell'area, si darà luogo ad una azione di ripristino e consolidamento del manto vegetativo, coerentemente agli indirizzi urbanistici e paesaggistici. Prima di effettuare qualsiasi impianto o semina, si dovrà verificare che il terreno sia adatto alla semina stessa; in caso contrario, si dovranno eliminare gli avvallamenti e le asperità che potrebbero formare ristagni d'acqua seguendo l'andamento naturale del terreno. Prima della stesura della terra di coltivo, verranno asportati tutti i materiali risultanti in eccedenza e quelli di rifiuto, anche preesistenti e l'Appaltatore dovrà provvedere ad allontanare i materiali inutilizzabili presso le discariche autorizzate o nei luoghi indicati dalla D.L. Gli sterri e i riporti di terra dovranno permettere di raggiungere le quote definitive di progetto, rispettando i tracciamenti dei percorsi e delle piazzole.

La semina dovrà essere eseguita a spaglio da personale specializzato, con l'ausilio di mezzi meccanici, avendo cura di distribuire uniformemente il seme sulla superficie nella quantità di 25 gr/mq. Dopo la semina

dovrà essere eseguita una rullatura con un rullo di peso non superiore a 150 kg. Infine, una omogenea e leggera irrigazione, avendo cura di non creare buche o discontinuità.

In conclusione, si può affermare che, per quanto riguarda gli habitat naturali, la fase di cantiere per la realizzazione della centrale fotovoltaica in oggetto non produrrà alcun impatto, poiché, al termine delle operazioni di installazione dell’impianto, le aree di cantiere verranno ripristinate come ante operam attraverso interventi di inerbimento e ripiantumazione con essenze autoctone.

5.3.11. Definizione dei rifiuti prodotti dopo la dismissione dell'impianto.

Gli impatti della fase di dismissione dell’impianto sono relativi alla produzione di rifiuti essenzialmente dovuti a:

Dismissione dei pannelli fotovoltaici in silicio cristallino;

Dismissione dei telai di acciaio zincato a caldo e/o di alluminio (supporto dei pannelli);

Dismissione di eventuali basamenti in cemento armato (per cabine e corpo uffici);

Dismissione di eventuali cavidotti ed altri materiali elettrici (compresa la cabina di trasformazione BT/MT se in prefabbricato).

In fase di dismissione degli impianti fotovoltaici, le varie parti dell’impianto dovranno essere separate in base

In fase di dismissione degli impianti fotovoltaici, le varie parti dell’impianto dovranno essere separate in base