• Non ci sono risultati.

C. & C. Consulting Engineering S.r.l. ELABORATO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "C. & C. Consulting Engineering S.r.l. ELABORATO"

Copied!
132
0
0

Testo completo

(1)

REV. DATA DESCRIZIONE

SOSTITUISCE IL

ELABORATO

REV. 00

00 PROGETTO DEFINITIVO

Ing. Vito Aurelio Campanella (Project Manager)

C. & C. Consulting Engineering S.r.l.

ROMANO CAMPANELLA PREPARATO CONTROLLATO APPROVATO

ELABORATO

FORMATO ELABORATO: A4

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

FV-BTBUR-PD-R10-0

ALIPERTA agosto/2020

EF SOLARE ITALIA S.p.A.

Via Brennero n. 111 - 38121 TRENTO

Tel/Fax +39 04611915800 - +39 04611915890 P.IVA / C.F. 13572371006

pec: efsolareitalia@legalmail.com

IMPIANTO FOTOVOLTAICO SITO NEL COMUNE DI BUTERA (CL) DENOMINATO

"BUTERA BURGIO"

Potenza di picco 19.950 kWp Potenza in immissione 19.950 kW

SerialNumber = TINIT-CMPVRL71R03A176L C = IT

SerialNumber = TINIT-CMPVRL71R03A176L C = IT

(2)

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

ai sensi del D. lgs. 3 aprile 2006 n° 152 ss.mm.ii.

IMPIANTO FOTOVOLTAICO DA 19,950 MWp SITO NEL COMUNE DI BUTERA (CL) DENOMINATO “BUTERA BURGIO”

(3)

SOMMARIO

INDICE DELLE FIGURE ...5

1 Introduzione ...7

Procedure autorizzative e disposizioni legislative in materia di impatto ambientale ... 10

2.1. Tempistica di realizzazione ... 13

DEFINIZIONE E DESCRIZIONE DELL’OPERA E ANALISI DELLE MOTIVAZIONI E DELLE COERENZE ... 15

3.1. Motivazioni e scelta tipologia dell’intervento ... 15

3.1.1. Considerazioni generali sulla produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica ... 15

3.1.2. Obiettivo dell’iniziativa ... 16

3.1.3. Emissioni evitate ... 16

3.1.4. Aspetti economici dell’iniziativa ... 18

3.2. Conformità delle possibili soluzioni progettuali rispetto a normativa, vincoli e tutele ... 23

3.2.1 Analisi dei vincoli ... 23

3.2.2 Vincoli archeologici e paesaggistici ... 24

ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE (SCENARIO DI BASE) ... 26

4.1. Dati ISTAT Comune di Butera... 26

4.2. Irraggiamento solare e producibilità fotovoltaica ... 28

4.3. Il contesto ambientale ... 29

4.3.1. Decreto Assessoriale 17/05/2006 ... 30

4.4. Aree protette ... 30

4.4.1. “Direttiva Habitat” ... 30

4.4.2. La “Rete Ecologica Siciliana” ... 31

4.4.3. Gestione dei siti di importanza comunitaria ... 32

4.4.4. Siti d’importanza comunitaria (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS) ... 33

(4)

4.4.5. P.A.I. – Piano di assetto idrogeologico ... 33

4.4.6. Aggiornamento Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana – PEARS 2030 ... 34

4.5. DESCRIZIONE DELLO SCENARIO DI RIFERIMENTO ... 37

ANALISI DELLA COMPATIBILITA’ DELL’OPERA ... 47

RAGIONEVOLI ALTERNATIVE ... 47

Principali alternative prese in esame ... 47

DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 51

5.2.1. Caratteristiche generali del sito ... 51

5.2.2. Caratteristiche generali dell’impianto ... 56

INTERAZIONE OPERA AMBIENTE (ANALISI IMPATTI) ... 69

6.1.1. Individuazione delle interferenze ... 69

Valutazione dei possibili impatti ... 69

Atmosfera e Clima ... 71

Flora e fauna ... 72

Paesaggio ... 73

Geomorfologia della zona ... 74

Salute pubblica ... 75

Interferenze elettromagnetiche sulle telecomunicazioni ... 78

Lavorazioni di cantiere ... 78

STIMA DEGLI IMPATTI ... 81

6.1. Componenti ambientali interessate dall’opera ... 81

6.2. Le fasi realizzative e i relativi fattori d’impatto ... 81

6.3. Le fasi realizzative e i fattori di impatto ... 90

6.4. Impatti in fase di cantiere ... 92

6.5. Impatti in fase di esercizio ... 94

(5)

6.6. Impatti in fase di dismissione ... 96

MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ... 98

7.1. Fase di cantiere: Misure di mitigazione e compensazione ... 98

7.2. Misure di mitigazione e compensazione, prescrizioni per la fase esecutiva ... 105

5.2. Fase di esercizio: misure di mitigazione e compensazione, prescrizioni ... 111

7.3. Fase di dismissione ... 114

5.3. Prevenzione del rischio incendio ... 115

COMPATIBILITÀ AMBIENTALE COMPLESSIVA ... 119

PROGETTO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE (PMA) ... 122

9.1. Riferimenti normativi nazionali ... 122

9.2. D.Lgs.163/2006 e s.m.i. ... 123

9.3. Obiettivi ed attività di Monitoraggio Ambientale ... 124

9.4. Fasi del monitoraggio ambientale ... 125

9.5. PMA ... 125

CONCLUSIONI ... 130

BIBLIOGRAFIA ... 131

(6)

INDICE DELLE FIGURE

Figura 1: Crescita nella capacità energetica delle fonti rinnovabili ... 20

Figura 2: Stime di crescita rinnovabili/carbone ... 20

Figura 3: Più capacità elettrica = prezzi più bassi ... 21

Figura 4: Il 15% dell'energia elettrica prodotta in Italia nel 2022 proverrà da eolico e fotovoltaico ... 21

Figura 5: Percentuale di energia da fonti rinnovabili nel 2022 - trasporto ... 22

Figura 6: Percentuale di energia da fonti rinnovabili nel 2022 - riscaldamento ... 22

Figura 7: Europa migliore tra i big mondiali ... 23

Figura 8: Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Butera dal 2001 al 2018. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (fonte: tuttitalia.it). ... 26

Figura 9: Popolazione per età, sesso e stato civile – 2019. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (fonte: tuttitalia.it) ... 27

Figura 10: Grafico struttura della popolazione Comune di Butera (CL) - Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (fonte: tuttitalia.it) ... 28

Figura 11: Irraggiamento medio annuale in Italia ... 29

Figura 12: Panoramica del sito ... 40

Figura 13: Ambiti territoriali (Tratto dalle Linee guida del Piano Paesistico Regionale)... 43

Figura 14: Ambito territoriale 11 (Tratto dalle Linee guida del Piano Paesistico Regionale - parte III elenco dei beni culturali e ambientali) ... 44

Figura 15: Foto rappresentativa del sito oggetto di studio ... 46

Figura 16: Inquadramento geografico del sito di interesse ... 53

Figura 17: Stralcio foto area ... 54

Figura 18: Schema tipo impianto fotovoltaico ... 57

Figura 19: Celle fotovoltaiche al silicio ... 58

Figura 20: Cella fotovoltaica a "film sottile" ... 59

Figura 21: Area Sottostazione elettrica condivisa in progetto su catastale ... 63

(7)

Figura 22: Ubicazione principali recettori in prossimità dell’impianto ... 77

Figura 23: Ubicazione recettori in prossimità della condivisa sottostazione di utenza ... 78

Figura 24: TOC Fase 1 - Realizzazione foro pilota con controllo altimetrico ... 87

Figura 25: Particolare recinzione lungo il perimetro dell’impianto ... 112

Figura 26: Planimetria aree di mitigazione ... 113

Figura 27: Particolare fascia di mitigazione lungo il perimetro dell’impianto ... 113

(8)

1 Introduzione

Il presente studio, ai sensi dell'Allegato V del D.lgs. 152/2006, come modificato dall’Allegato VII del D.lgs.

4/2008 e successivamente sostituito dall’ art. 22, comma 7, D.lgs. 16 giugno 2017, n. 104, redatto secondo gli artt. 10 e 11 del D.lgs. n. 104 del 2017 e secondo le Norme Tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale ISBN 978-88-448-0995-9 – Linee Guida SNPA, 28/2020, costituisce lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo al Progetto dell’impianto fotovoltaico denominato “Butera Burgio” e relative opere di connessione, di potenza nominale pari a 19,950 MWp, da realizzare in un’area sita nel Comune di Butera (CL), in contrada Burgio, ricadente nelle particelle 191, 192 e 193 (quota parte) del foglio di mappa 192 del Comune di Butera.

La società proponente è la EF SOLARE ITALIA S.p.A., con sede in Via Brennero, 111 – 38121 Trento, C.F./P.IVA 13572371006, pec: efsolareitalia@legalmail.com.

In termini più generali, l’iniziativa si inquadra nel piano di realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile che la società intende realizzare nella regione Sicilia per contribuire, per quanto nelle proprie possibilità, al soddisfacimento delle esigenze di energia pulita e sviluppo sostenibile che rientrano politiche europee su energia e clima al 2020 vanno inquadrate nell’ambito della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici (UNFCC) e del negoziato “post Kyoto” (la prima fase del Protocollo ha avuto una durata di quattro anni (dal 2008 al 2012). La seconda fase terminerà nel 2020), e al più recente accordo di Parigi del 12/05/2015 (ratificato con legge 1.06.2002, n. 204) finalizzati appunto alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e quindi all’incremento della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.

EF Solare Italia SPA, nella vasta area della contrada Burgio, ha già realizzato un impianto fotovoltaico denominato Caltanissetta 1 ed ha in corso di sviluppo un altro impianto fotovoltaico denominato “Butera Pozzillo”

contiguo all’impianto già costruito. Per l’impianto fotovoltaico Butera Pozzillo è stata già presentata istanza di Verifica di assoggettabilità a VIA (Istanza n. 240 del 03/07/2020)

Viceversa, l’iniziativa in esame si sviluppa in modo del tutto autonomo rispetto alle altre due. L’unico elemento di sinergia tra i due impianti in corso di sviluppo (Butera Pozzillo e Butera Burgio) riguarda le modalità di connessione alla RTN. Difatti essi condivideranno lo stallo a 150 kV della stazione di utenza MT/AT, a sua volta condivisa con altre iniziative imprenditoriali, il montante di trasformazione MT/AT e lo scavo per la posa dei cavidotti di collegamento tra l’impianto fotovoltaico e la stazione di utenza MT/AT.

Per ciò che riguarda la stima degli impatti cumulati delle iniziative proposte dalla società si rimanda alla Relazione sull’effetto cumulo e al relativo elaborato grafico.

La presente analisi è stata sviluppata al fine di raccogliere ed elaborare gli elementi necessari per documentare la compatibilità ambientale del progetto. Essa è stata redatta ai sensi della vigente normativa di riferimento (D.lgs. 152/06 e ss.mm.ii).

(9)

Al fine di una completezza di valutazione lo Studio di Impatto Ambientale è articolato secondo il seguente schema:

 Definizione e descrizione dell’opera e analisi delle motivazioni e delle coerenze

 Analisi dello stato dell’ambiente (Scenario di base)

 Analisi della compatibilità dell’opera

 Mitigazioni e compensazioni ambientali

 Progetto di monitoraggio ambientale (PMA)

Nella sezione Definizione e descrizione dell’opera e analisi delle motivazioni e delle coerenze vengono esplicitate le motivazioni e i livelli di accettabilità da parte della popolazione interessata e analizzate le relazioni tra l’impianto da realizzare e gli strumenti di pianificazione settoriali e territoriali.

Nell’Analisi dello stato dell’ambiente viene fornita una descrizione dello stato e delle tendenze delle tematiche ambientali rispetto ai quali gli effetti significativi possono essere confrontati e valutati. Tale analisi costituisce una base di confronto del progetto di monitoraggio ambientale per misurare i cambiamenti una volta iniziate le attività per la realizzazione del progetto.

Nell’Analisi della compatibilità dell’opera vengono descritte le caratteristiche del sito e degli impianti con una descrizione dei previsti impatti ambientali significativi e negativi del progetto, derivanti dalla vulnerabilità del progetto ai rischi di gravi incidenti e/o calamità che sono pertinenti per il progetto in questione. Inoltre, vengono definiti i sistemi ambientali interessati dal progetto e le possibili interazioni e modificazioni del territorio causate sia dalla realizzazione che dal funzionamento dell’impianto in oggetto. Inoltre, questa sezione conterrà una descrizione delle principali alternative ragionevoli del progetto (quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelle relative alla concezione del progetto, alla tecnologia, all’ubicazione, alle dimensioni e alla portata) prese in esame dal proponente, compresa l’alternativa zero, e una descrizione degli aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente (scenario di base) e una descrizione generale della sua probabile evoluzione in caso di mancata attuazione del progetto.

Nella parte che riguarda le mitigazioni e compensazioni ambientali vengono descritte le misure previste per evitare, prevenire, ridurre o, se possibile, compensare gli eventuali impatti ambientali significativi e negativi identificati del progetto.

Il Progetto di monitoraggio ambientale (PMA) infine rappresenta l’insieme delle azioni che consentono di verificare i potenziali impatti ambientali significativi e negativi derivanti dalla realizzazione e dall0esercizio del progetto.

Lo studio prevede una Sintesi non tecnica predisposta ai fini della consultazione e della partecipazione e alcuni elaborati di riferimento comprendenti fra l’altro le simulazioni fotografiche del realizzando impianto e lo Studio di Intervisibilità, che forniscono una rappresentazione visiva molto realistica dell’impatto visivo della

(10)

centrale, peraltro molto contenuto, la Carta dei vincoli gravanti sul comprensorio interessato dai lavori e la Relazione geologico-tecnica.

Il presente Studio di Impatto Ambientale è stato redatto ai sensi della vigente normativa di riferimento e sulla base della documentazione di progetto fornita dalla ditta committente.

(11)

Procedure autorizzative e disposizioni legislative in materia di impatto ambientale

Una delle barriere alla realizzazione delle centrali fotovoltaiche è da individuare nel complesso iter autorizzativo. In Italia non esistono procedure specifiche per la pianificazione e la localizzazione degli impianti.

Esiste comunque una normativa generale a sostegno, ma anche a limitazione di tali insediamenti.

L’iter autorizzativo degli impianti per la produzione di energia da fonte alternativa, nella fattispecie impianti fotovoltaici, è disciplinato dall’art. 12, D.lgs. n. 387 del 29 dicembre 2003 “Attuazione della Direttiva n.

2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità” e dal Decreto del Presidente della Regione Sicilia n. 48 del 18/07/2012.

In questo caso si segue il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) è disciplinato agli articoli da 15 a 21 della LR n. 4/2018.

Per l’adozione del provvedimento autorizzatorio unico si seguono le disposizioni di cui all’articolo 27‐bis, comma 7, del decreto legislativo n. 152 del 2006: l'autorità competente adotta il provvedimento autorizzatorio unico recante la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi (così l’art. 14 ter, comma 6- bis, legge 241/1990 e s.m.i.), ne dà comunicazione al proponente e alle altre amministrazioni interessate e lo pubblica sul proprio sito web, nonché, per estratto nella GURS. I titoli abilitativi necessari per la realizzazione e l’esercizio del progetto contenuti nel provvedimento autorizzatorio unico acquisiscono efficacia dalla data di approvazione del PAUR.

Si ricorda che, il provvedimento positivo di VIA, obbliga il proponente a conformare il progetto alle eventuali condizioni ambientali in esso contenute per la realizzazione, l'esercizio, la dismissione, per gli eventuali malfunzionamenti, nonché per il monitoraggio nel tempo dell'impianto, opera o intervento.

Il PAUR comprende il Provvedimento di VIA e i titoli abilitativi necessari per la realizzazione e l’esercizio del progetto rilasciati dalle amministrazioni che hanno partecipato alla conferenza dei servizi.

Sotto il profilo strettamente ambientale, l’iniziativa fotovoltaica in esame è assoggettata alla procedura di valutazione di impatto ambientale, di competenza dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e disciplinata dal D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. (artt. 23-25 successivamente modificati dall'art. 12 del d.lgs. n. 104 del 2017).

In particolare, secondo l’art. 22 del Dlg. 152/2006 (articolo così sostituito dall'art. 11 del d.lgs. n. 104 del 2017),

1. Lo studio di impatto ambientale è predisposto dal proponente secondo le indicazioni e i contenuti di cui all’allegato VII alla parte seconda del presente decreto, sulla base del parere espresso dall’autorità competente a seguito della fase di consultazione sulla definizione dei contenuti di cui all’articolo 21, qualora attivata.

2. Sono a carico del proponente i costi per la redazione dello studio di impatto ambientale e di tutti i documenti elaborati nelle varie fasi del procedimento.

3. Lo studio di impatto ambientale contiene almeno le seguenti informazioni:

(12)

a) una descrizione del progetto, comprendente informazioni relative alla sua ubicazione e concezione, alle sue dimensioni e ad altre sue caratteristiche pertinenti;

b) una descrizione dei probabili effetti significativi del progetto sull’ambiente, sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio e di dismissione;

c) una descrizione delle misure previste per evitare, prevenire o ridurre e, possibilmente, compensare i probabili impatti ambientali significativi e negativi;

d) una descrizione delle alternative ragionevoli prese in esame dal proponente, adeguate al progetto ed alle sue caratteristiche specifiche, compresa l’alternativa zero, con indicazione delle ragioni principali alla base dell’opzione scelta, prendendo in considerazione gli impatti ambientali;

e) il progetto di monitoraggio dei potenziali impatti ambientali significativi e negativi derivanti dalla realizzazione e dall’esercizio del progetto, che include le responsabilità e le risorse necessarie per la realizzazione e la gestione del monitoraggio;

f) qualsiasi informazione supplementare di cui all’allegato VII relativa alle caratteristiche peculiari di un progetto specifico o di una tipologia di progetto e dei fattori ambientali che possono subire un pregiudizio.

4. Allo studio di impatto ambientale deve essere allegata una sintesi non tecnica delle informazioni di cui al comma 3, predisposta al fine di consentirne un’agevole comprensione da parte del pubblico ed un’agevole riproduzione.

5. Per garantire la completezza e la qualità dello studio di impatto ambientale e degli altri elaborati necessari per l’espletamento della fase di valutazione, il proponente:

a) tiene conto delle conoscenze e dei metodi di valutazione disponibili derivanti da altre valutazioni pertinenti effettuate in conformità della legislazione europea, nazionale o regionale, anche al fine di evitare duplicazioni di valutazioni;

b) ha facoltà di accedere ai dati e alle pertinenti informazioni disponibili presso le pubbliche amministrazioni, secondo quanto disposto dalle normative vigenti in materia;

c) cura che la documentazione sia elaborata da esperti con competenze e professionalità specifiche nelle materie afferenti alla valutazione ambientale, e che l’esattezza complessiva della stessa sia attestata da professionisti iscritti agli albi professionali.

L’articolo 23 del D.lgs. 152/2006 (modificato dal d.lgs. n. 104 del 2017) recita:

1. Il proponente presenta l’istanza di VIA trasmettendo all’autorità competente in formato elettronico:

a) gli elaborati progettuali di cui all’articolo 5, comma 1, lettera g);

b) lo studio di impatto ambientale;

c) la sintesi non tecnica;

d) le informazioni sugli eventuali impatti transfrontalieri del progetto ai sensi dell’articolo 32;

(13)

e) l’avviso al pubblico, con i contenuti indicati all’articolo 24, comma 2;

f) copia della ricevuta di avvenuto pagamento del contributo di cui all’articolo 33;

g) i risultati della procedura di dibattito pubblico eventualmente svolta ai sensi dell’articolo 22 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.

2. Per i progetti di cui al punto 1) dell’allegato II alla presente parte e per i progetti riguardanti le centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 MW, di cui al punto 2) del medesimo allegato II, il proponente trasmette, oltre alla documentazione di cui alle lettere da a) a e), la valutazione di impatto sanitario predisposta in conformità alle linee guida adottate con decreto del Ministro della salute, che si avvale dell’Istituto superiore di sanità.

3. Entro quindici giorni dalla presentazione dell’istanza di VIA l’autorità competente verifica la completezza della documentazione, l’eventuale ricorrere della fattispecie di cui all’articolo 32, comma 1, nonché l’avvenuto pagamento del contributo dovuto ai sensi dell’articolo 33. Qualora la documentazione risulti incompleta, l’autorità competente richiede al proponente la documentazione integrativa, assegnando un termine perentorio per la presentazione non superiore a trenta giorni. Qualora entro il termine assegnato il proponente non depositi la documentazione integrativa, ovvero qualora all’esito della verifica, da effettuarsi da parte dell’autorità competente nel termine di quindici giorni, la documentazione risulti ancora incompleta, l’istanza si intende ritirata ed è fatto obbligo all’autorità competente di procedere all’archiviazione.

4. La documentazione di cui al comma 1 è immediatamente pubblicata e resa accessibile, con modalità tali da garantire la tutela della riservatezza di eventuali informazioni industriali o commerciali indicate dal proponente, in conformità a quanto previsto dalla disciplina sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale, nel sito web dell’autorità competente all’esito delle verifiche di cui al comma 3. L’autorità competente comunica contestualmente per via telematica a tutte le Amministrazioni e a tutti gli enti territoriali potenzialmente interessati e comunque competenti ad esprimersi sulla realizzazione del progetto, l’avvenuta pubblicazione della documentazione nel proprio sito web. La medesima comunicazione è effettuata in sede di notifica ad altro Stato ai sensi dell’articolo 32, comma 1.

Per quanto riguarda l’autorizzazione alla costruzione di nuove linee elettriche, nell’ambito del procedimento di autorizzazione unica prevista dall’art. 12 del D.lgs. 387/2003, vale il REGIO DECRETO 11 dicembre 1933, n. 1775

“Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici” che all’art. 111 recita: “Le domande di autorizzazione per costruzione di nuove linee o per varianti a quelle esistenti, corredate dal piano tecnico delle opere da costruire, sono presentate al prefetto o al ministro dei lavori pubblici, secondo la rispettiva competenza, per tramite dell'ufficio del genio civile, il quale, ove non abbiano già provveduto i richiedenti, ne dà notizia alle autorità di cui all'art.120 ed al pubblico mediante avviso nel Foglio degli annunzi legali della provincia.

La domanda rimane depositata presso l'ufficio del genio civile, a disposizione delle autorità suddette e del pubblico, durante l'istruttoria. Copia della domanda e del progetto è trasmessa al ministro delle comunicazioni perché ne disponga l'immediato esame da parte degli uffici dipendenti sia per quanto riguarda gli

(14)

attraversamenti, gli accostamenti e gli appoggi, sia per quanto concerne l'influenza generale della linea sul servizio telegrafico e telefonico”.

Per ciò che concerne le limitazioni, le centrali fotovoltaiche devono sottostare ad una legislazione generale di tutela del paesaggio, dell’ambiente e della salute, nonché di disciplina di uso del suolo, cosa che impone il rilascio di diversi nullaosta da parte di enti, amministrazioni centrali dello Stato e degli Enti locali, come ad esempio:

concessione di uso dei suoli (rilasciata da Comune e Regione), concessione edilizia (Comune, Regione), nullaosta paesaggistico (Regione, Soprintendenza beni culturali e ambientali, Ministero beni culturali e ambientali), nullaosta idrogeologico (Corpo forestale dello Stato, Corpo delle miniere), nullaosta sismico (Ufficio sismico regionale).

Per tutti i vincoli e le disposizioni in materia ambientale sono richiesti il Nulla Osta, l’Autorizzazione o il Parere delle Autorità competenti.

L’area su cui sarà collocato l’impianto non è soggetta ad alcun vincolo di tipo paesaggistico, storico artistico o archeologico, come individuato dal D.lgs. n. 42 del 22/01/2014, recante il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, in vigore nella Regione Sicilia dal 01/05/2004.

L’area su cui sarà collocato l’impianto non ricade nelle zone interessate da vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/1923, pertanto non sarà necessario ottenere il nulla osta alla realizzazione ed esercizio dell’impianto fotovoltaico e delle opere connesse, compresa la relativa linea elettrica, dall’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste della provincia di Caltanissetta.

2.1. Tempistica di realizzazione

A decorrere dall’ultimazione della fase istruttoria delle richieste di autorizzazione e di concessione relative al nuovo impianto, la realizzazione delle opere necessarie avverrà in tempi presumibilmente dell’ordine di 36 mesi.

Tali tempi, infatti, sono dettati anche dalle verifiche preliminari, dalla progettazione esecutiva e relativa validazione e dai tempi richiesti dal Gestore di rete per le varie attività collegate all’impianto di rete ed alla connessione.

Sono da considerarsi limitati i tempi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie al trasporto dell’energia, a tale scopo si prevede di utilizzare quanto più è possibile la viabilità esistente, in modo da limitare i costi relativi che renderebbero antieconomica l’iniziativa; allo stesso tempo la limitazione di nuovi percorsi rende minimo l’impatto di tali opere sull’ambiente circostante.

Prima dell'inizio sarà predisposto un dettagliato programma cronologico dello svolgimento dei medesimi, ovviamente compreso entro i termini contrattuali e coerenti con le priorità indicate dalla direzione dei lavori.

Prima di iniziare qualsiasi fase di lavoro, l'Appaltatore dovrà chiedere ed ottenere esplicito benestare dalla direzione dei lavori, e si deve impegnare inoltre ad eseguire i lavori entro le aree autorizzate e diviene economicamente e penalmente responsabile dei danni eventualmente arrecati a colture e cose nei terreni limitrofi alle aree di cui sopra.

(15)

2.1.1. Imprenditoria

Le aziende costruttrici si impegnano al coinvolgimento dell’imprenditoria locale, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie, sia direttamente, sia attraverso le commesse e sub-commesse.

2.1.2. Occupazione

Le aziende costruttrici si impegnano ad impiegare personale, di professionalità adeguata, per la realizzazione, gestione e custodia delle centrali. Le aziende si impegnano anche alla formazione del personale.

(16)

DEFINIZIONE E DESCRIZIONE DELL’OPERA E ANALISI DELLE MOTIVAZIONI E DELLE COERENZE

3.1. Motivazioni e scelta tipologia dell’intervento

3.1.1. Considerazioni generali sulla produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica

L’aumento delle emissioni di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti legato allo sfruttamento delle fonti energetiche convenzionali costituite da combustibili fossili, assieme alla loro limitata disponibilità, ha creato negli operatori del settore una crescente attenzione per lo sfruttamento delle fonti energetiche, cosiddette

“rinnovabili”, per la produzione di elettricità.

Per quanto concerne l’energia nucleare, le scelte del nostro Paese ne hanno da tempo impedito il ricorso, mentre per quanto riguarda i già citati combustibili fossili (petrolio, carbone, gas, etc.) il loro uso determina un aumento netto del contenuto di anidride carbonica nell’atmosfera, con ripercussioni non più trascurabili sul fenomeno conosciuto come “effetto serra”.

Obiettivo principale della presente iniziativa è il soddisfacimento della crescente domanda di energia da parte dell’utenza nazionale in generale e siciliana in particolare sia industriale che civile.

La produzione elettrica lorda da fonti rinnovabili è passata da 34,9 TWh nel 1990 a 108,0 TWh nel 2016 con un incremento particolarmente sostenuto dal 2008 fino al 2014 e una riduzione negli ultimi anni. L’energia fotovoltaica ed eolica mostra l’incremento più significativo. Le emissioni di CO2 da produzione elettrica sono diminuite da 126,2 Mt nel 1990 a 92,6 Mt nel 2016, mentre la produzione elettrica lorda è passata da 216,6 TWh a 289,8 TWh nello stesso periodo; pertanto i fattori di emissione di CO2 mostrano una rapida diminuzione nel periodo 1990-2016. L’analisi della decomposizione mostra che storicamente l’aumento dell’efficienza tecnologica nel settore termoelettrico e il conseguente impiego di combustibili a minore contenuto di carbonio hanno avuto un ruolo determinante nella diminuzione delle emissioni di CO2 ma a partire dal 2007 la quota delle fonti rinnovabili assume una dimensione rilevante, con un contributo alla riduzione delle emissioni atmosferiche superiore a quanto registrato per le altre componenti. Per i consumi elettrici l’analisi della decomposizione mostra che l’efficienza contribuisce alla riduzione delle emissioni atmosferiche solo nel settore industriale che rivela una struttura piuttosto eterogenea per i diversi comparti, mentre nel settore terziario la diminuzione dei fattori di emissione per la produzione elettrica è compensata dall’incremento dei consumi elettrici1.

In generale il fabbisogno di energia elettrica si prevede che continui a crescere nei prossimi anni; ciò comporterà, facendo ricorso alle tradizionali fonti energetiche non rinnovabili, un ulteriore aggravio della già difficile situazione ambientale.

1 Rapporto ISPRA 280/2018 “Fattori di emissione atmosferica di gas a effetto serra e altri gas nel settore elettrico”.

(17)

Una valida alternativa a questa situazione non può che essere il ricorso a fonti di energia “pulita”, cioè rinnovabile (biomasse, eolico, solare, geotermico, etc.). Ovviamente, la scelta non può prescindere dagli aspetti ambientali che l’adozione di tali tecnologie comporta. Sarebbe paradossale, infatti, se il ricorso a queste fonti determinasse, a livello anche locale, guasti ambientali di altro genere. Per prevenire questo tipo di inconvenienti, si è proceduto ad una analisi preliminare delle caratteristiche ambientali dell’area interessata dal progetto, al fine di fornire una valutazione del tipo di impatto che il progetto potrebbe determinare sugli habitat naturali e sulla salute delle popolazioni insediate nell’area. Alcune considerazioni a parte sono state effettuate sugli aspetti relativi all’impatto visivo ed estetico.

3.1.2. Obiettivo dell’iniziativa

Obiettivo principale dell’iniziativa è il soddisfacimento della crescente domanda di energia da parte dell’utenza siciliana industriale e civile. Nel corso dei prossimi 10 anni è previsto un costante incremento della domanda di energia elettrica pari ad un aumento annuo di circa il 2%. Ciò comporterebbe, se si facesse ricorso alle tradizionali fonti di energia costituite dai combustibili “fossili” (petrolio, carbone, gas naturale, etc.) un ulteriore aggravio della già difficile situazione ambientale. Le emissioni nell’atmosfera da parte delle tradizionali centrali di potenza termoelettriche costituiscono, infatti, a livello mondiale, il 40% del totale delle emissioni inquinanti. Tale percentuale è destinata ad aumentare in previsione del prossimo ingresso, nel novero dei Paesi industrializzati, dei Paesi dell’Est Europeo e Asiatico.

3.1.3. Emissioni evitate

Il beneficio ambientale derivante dalla sostituzione con produzione solare di altrettanta energia prodotta da combustibili fossili può essere valutato come mancata emissione, ogni anno, di rilevanti quantità di inquinanti.

Secondo l’agenzia specializzata dell’ONU, infatti, nonostante le grandi promesse mondiali del 2015 e gli obiettivi posti entro il 2030, non vi è alcuna inversione positiva di tendenza, e questo porta inesorabilmente ad una costante discesa planetaria per ciò che riguarda il cambiamento climatico e, quindi, anche l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione degli oceani e gli eventi climatici più estremi.

L’ultimo Bollettino sui Gas Serra della WMO mostra come le concentrazioni medie globali di anidride carbonica abbiano raggiunto 405,5 parti per milione (ppm) nel 2017, da 403,3 ppm del 2016 e dai 400,1 ppm del 2015. Sono aumentate anche le concentrazioni di metano e ossido nitroso, con la ripresa di un potente gas serra che impoverisce l’ozono, chiamato CFC-11.

I risultati chiave del Bollettino vengono riportati anche in una nota della WMO, e sono i seguenti.

Diossido di carbonio

(18)

Il diossido di carbonio (o anidride carbonica) è il principale gas serra a lunga vita presente nell’atmosfera. Le concentrazioni hanno raggiunto 405,5 ppm nel 2017, il 146% della concentrazione preindustriale (prima del 1750). L’aumento della CO2 dal 2016 al 2017 è stato quasi uguale all’aumento della stessa nell’ultimo decennio.

Metano

Il metano (CH4) è il secondo gas a effetto serra longevo più importante, e contribuisce per il 17% al forzante radiativo, ossia al peso che un gas ha sulle alterazioni atmosferiche e dunque sui cambiamenti climatici. Circa il 40% del metano è emesso nell’atmosfera da fonti naturali (zone umide, presenza di termiti, etc), e circa il 60%

proviene da attività umane, come gli allevamenti di bestiame, le coltivazioni intensive di riso, lo sfruttamento di combustibili fossili, le discariche e le biomasse. Il metano atmosferico ha raggiunto un nuovo record di circa 1859 ppb (parti per miliardo) nel 2017, ed è ora pari al 257% del livello preindustriale.

Ossido nitroso

L’ossido nitroso (N2O) viene emesso nell’atmosfera sia da fonti naturali (circa il 60%) che da attività umane (40%), come l’uso dei fertilizzanti, la combustione di biomassa, i processi industriali. La sua concentrazione atmosferica nel 2017 era pari a 329,9 ppb, ed è pari al 122% dei livelli preindustriali. Si tratta di un gas che gioca un ruolo molto importante nella distruzione dello strato di ozono stratosferico che ci protegge dai danni dei raggi ultravioletti del sole.

CFC-11

Il Bollettino della WMO ha una sezione speciale dedicata al CFC-11. Si tratta di un potente gas a effetto serra che riduce l’ozono stratosferico. Dal 2012, il suo tasso di declino è rallentato di molto rispetto al decennio precedente, probabilmente a causa dell’aumento delle emissioni associate alla produzione di CFC-11 nell’Asia Orientale.

Come si legge sulla nota dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, dal 1990 c’è stato un aumento del 41%

dell’effetto riscaldante dei gas serra sul clima, e la CO2 ha rappresentato circa l’82% di questo aumento negli ultimi dieci anni.

Per fare un esempio concreto, si pensi che il consumo energetico, per la sola illuminazione domestica in Italia, è pari a circa 7 miliardi di chilowattora. Per produrre 1 miliardo di chilowattora utilizzando combustibili fossili come il gasolio si emette nell’atmosfera oltre 800.000 tonnellate di CO2 che potrebbero essere evitate se si utilizzasse energia elettrica da fonte rinnovabile, quale è la fonte solare.

Altri benefici del fotovoltaico sono: la riduzione della dipendenza dall’esterno in merito all’approvvigionamento energetico, la diversificazione delle fonti energetiche, la regionalizzazione della produzione.

(19)

3.1.4. Aspetti economici dell’iniziativa

Secondo l’ultimo rapporto dell’International Energy Agency (IEA), sembra che il fotovoltaico stia entrando in una nuova era. Questa fonte di energia rinnovabile sta vivendo una fase di forte crescita dal punto di vista della capacità elettrica, con un 2016 davvero da record. Si tratta di un boom che si prevede proseguirà fino al 2022:

nei prossimi cinque anni infatti, il solare fotovoltaico rappresenterà la più grande aggiunta annuale di capacità per le energie rinnovabili, ben al di sopra anche di eolico e idroelettrico.

Se nel quinquennio 2011-16 le fonti rinnovabili hanno prodotto 800 mila GWh di energia, dal 2017 al 2022 si prevede di sfiorare quota 2,2 mila GWh: 321 GWh dall’eolico, 438 GWh dal fotovoltaico, 119 GWh dall’idroelettrico e ben 252 GWh dovuti appunto alla crescita accelerata nella capacità elettrica da fonti rinnovabili. Si nota una netta inversione di tendenza anche solo rispetto al 2011-16, dove il fotovoltaico pesava di meno rispetto all’eolico.

Secondo gli esperti di IEA, questo significa che nel 2022 saremo sensibilmente più vicini a colmare il gap con le fonti fossili. Fra 5 anni la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili globali dovrebbe aumentare di oltre un terzo fino a raggiungere quota 8.000 Terawattora, pari al consumo odierno di energia di Cina, India e Germania messe insieme.

Se guardiamo i dati, nel 2016 le energie rinnovabili hanno prodotto 6.012 TWh, mentre il carbone 9 mila TWh e il gas naturale altri 6 mila TWh. Nel 2022 si prevede che il carbone e il gas naturale produrranno poco di più (rispettivamente 10 mila e 6 mila TWh), mentre che i TWh da fonti rinnovabili diventeranno 8 mila.

Con il 2016 per la prima volta la capacità del fotovoltaico è aumentata più velocemente di qualsiasi altro combustibile, superando anche la crescita netta delle fonti fossili. Questo spiegamento è stato accompagnato dall’annuncio di prezzi d’asta straordinariamente bassi, a partire da 30 dollari per megawatt ora (MWh). Per fare un paragone, nel 2013 un MWh da fotovoltaico costava 180 dollari americani, nel 2016 90 dollari e nel 2020 si prevede costerà 30 dollari. Una decrescita decisamente maggiore rispetto all’eolico, che pure è diventato sempre meno costoso, passando dagli 80 dollari per MWh del 2013 ai 50 dollari del 2016.

Le politiche sulle fonti rinnovabili in molti paesi si stanno spostando da tariffe stabilite dai governi ad aste competitive con accordi di acquisto di energia a lungo termine per progetti su scala industriale. L’aumento della concorrenza ha permesso di ridurre per i governi i costi per i progetti fotovoltaici ed eolici del 30-40% in soli due anni in alcuni paesi chiave come India, Germania e Turchia. Quasi la metà dell’espansione delle capacità di elettricità rinnovabile nel 2017-22 si stima sarà guidata da aste competitive, rispetto a poco più del 20% nel 2016.

A giocare un ruolo chiave in questo boom è la Cina, che ha rappresentato quasi la metà della crescita della capacità solare fotovoltaica mondiale.

(20)

In Unione europea invece la crescita delle rinnovabili nel periodo di previsione è inferiore del 40% rispetto al precedente quinquennio. Complessivamente, una domanda di energia elettrica più debole, un eccesso di capacità e la visibilità limitata in alcuni mercati – si legge nel rapporto – rimangono sfide per la crescita delle rinnovabili.

Una speranza concreta secondo gli esperti è rappresentata dalla nuova direttiva UE sulle energie rinnovabili che copre il periodo post-2020 che richiederà una visibilità triennale sulle politiche di sostegno alle rinnovabili, migliorando in tal modo la prevedibilità del mercato.

Cruciale è anche la commistione di fotovoltaico ed eolico. Sommando le stime su quanto peseranno queste due fonti in % sull’energia elettrica prodotta, scopriamo per esempio che in Danimarca ben il 69% dell’energia nel 2022 deriverà da eolico e fotovoltaico, contro il 44% del 2016. Anche il dato sull’Italia è positivo: nel 2022 il 15% dell’energia arriverà da eolico o fotovoltaico.

Per quanto riguarda i Big della Terra – Stati Uniti, Cina e India – ognuno di loro toccherà quota 10%, un sostanziale raddoppio rispetto alla situazione nel 2016.

Certo, non si può dire di aver raggiunto un obiettivo ideale. I due problemi più grossi oggi rimangono i trasporti e il riscaldamento domestico: qui le fonti rinnovabili ancora non riescono a farsi strada. Secondo le stime, fra biocarburanti ed auto elettriche il mercato non peserà per oltre il 4,5% del totale, una crescita impercettibile, dato che nel 2016 pesava per il 4%. Nel 2022 appena il 2% delle auto in circolazione nel mondo saranno elettriche.

Per quanto riguarda il riscaldamento, solo l’11% dell’energia nel 2022 sarà prodotta da fonti rinnovabili, anche se su questo abbiamo una buona notizia: l’Europa nel suo complesso mostra previsioni molto migliori rispetto a Stati Uniti, India a Cina. Nel 2022 possiamo sperare che quasi un quarto dell’energia che produciamo per scaldarci provenga da fonti rinnovabili2.

2Da Il Sole 24 ore – articolo 12/03/2018 di Cristina Da Rold “2022: ecco perché il fotovoltaico guiderà il mercato dell’energia”

(21)

Figura 1: Crescita nella capacità energetica delle fonti rinnovabili

Figura 2: Stime di crescita rinnovabili/carbone

(22)

Figura 3: Più capacità elettrica = prezzi più bassi

Figura 4: Il 15% dell'energia elettrica prodotta in Italia nel 2022 proverrà da eolico e fotovoltaico

(23)

Figura 5: Percentuale di energia da fonti rinnovabili nel 2022 - trasporto

Figura 6: Percentuale di energia da fonti rinnovabili nel 2022 - riscaldamento

(24)

Figura 7: Europa migliore tra i big mondiali

Tra i vantaggi socioeconomici associati all’utilizzo delle centrali fotovoltaiche, il primo è ovviamente il risparmio sulla bolletta energetica nazionale, dal momento che si fa uso di una fonte endogena del tutto gratuita e rinnovabile. A ciò si deve aggiungere che gran parte degli investimenti resta nel Paese con benefici effetti sull’economia e sull’occupazione. Ma altri effetti positivi riguardano specificamente le comunità che vivono nelle zone di installazione. Infatti, un territorio su cui sono installate le celle fotovoltaiche può essere considerato come impegnato per un nuovo tipo di coltivazione, una “coltivazione energetica”. In altri termini, il territorio, indipendentemente dalle sue potenzialità agricole, può fornire un reddito dovuto al fatto che esso si configura come un vero e proprio giacimento energetico rinnovabile.

Il fotovoltaico è caratterizzato, come le altre tecnologie che utilizzano fonti di energia rinnovabili, da costi di investimento elevati in rapporto ai ridotti costi di gestione e manutenzione. A parità di costo dell'energia prodotta, tale specificità può avere il vantaggio di essere trasformata in occupazione.

3.2. Conformità delle possibili soluzioni progettuali rispetto a normativa, vincoli e tutele

3.2.1 Analisi dei vincoli

Come riportato nei certificati di destinazione urbanistica del Comune di Butera prot. 5289/2020, 5291/2020, 5292/2020 del 09/06/2020 l’area dell’impianto ricade in zona Agricola “E” del P.R.G. approvato con Decreto Assessoriale n. 192 del 18/06/1984.

Il suddetto certificato di destinazione urbanistica riporta ancora che la particella 191 ricade in parte in area con livello di tutela 1 nel Piano Paesaggistico Provinciale approvato con D.A. n. 1858 del 02.07.2015. Si precisa

(25)

che le opere in progetto sono del tutto esterne alla suddetta zona normata (cfr. Carte dei vincoli FV-BTBUR-PD- T2-0).

Dall’analisi della documentazione cartografica disponibile, le opere in progetto non ricadono all’interno di zone a rischio idrogeologico cartografate nel P.A.I. (Piano per l’Assetto Idrogeologico – Area territoriale del Bacino Idrografico del Torrente Comunelli (075)) (cfr. FV-BTBUR-PD-T3-0 Carte Piano Assetto Idrogeologico).

La consultazione delle “carte della pericolosità e del rischio geomorfologico” Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) consente di asserire che il lotto studiato non ricade nelle aree individuate come sito d’attenzione, o per le quali è stata riconosciuta una pericolosità idraulica e di frana P1 – P2 – P3 (elevata) – P4 (molto elevata) e/o un rischio idraulico e di frana R1 – R2 – R3 (elevato) – R4 (molto elevato).

Per quanto riguarda il cavidotto, il tracciato attraversa:

• un’area a pericolosità, per fenomeni ad erosione accelerata, bassa (P0), nel tratto che ricade sulla sede della SP48;

• un’area a pericolosità, per fenomeni ad erosione accelerata, bassa (P0), nel tratto che ricade sulla sede della SP 162;

• un’area a pericolosità, per fenomeni ad erosione accelerata, media (P2) nel tratto che ricade sulla sede della SP162 (cfr. FV-BTBUR-PD-T3a-0 Carte Piano Assetto Idrogeologico).

Dall’analisi della documentazione cartografica disponibile, l’area dell’impianto è esterna alla perimetrazione di aree soggette a vincoli di natura ambientale (parchi, riserve, SIC e ZPS), vincoli paesaggistici (D.lgs. 42/2004) e non ricade nelle zone interessate da vincolo idrogeologico ai sensi del RD 3267/1923 (cfr. Carte dei vincoli FV- BTBUR-PD-T2-0).

Vincolo idrogeologico Regio Decreto 3267/1923

Dall’analisi della documentazione cartografica disponibile, le opere in progetto non ricadono in zone soggette a vincolo idrogeologico ai sensi del RD 3267/1923, tranne un tratto del cavidotto di utenza in media tensione (cfr. FV-BTBUR-PD-T2-0 Carte dei vincoli).

3.2.2 Vincoli archeologici e paesaggistici

Si è presa visione delle Tavole di piano e delle Carte di analisi allegate al Piano Paesistico Provinciale PTP della provincia di Caltanissetta - Ambiti 6-7-10-11-12-15 (D.A. 1858 del 2 luglio 2015). Ecco nel dettaglio cosa si è riscontrato.

Dall’analisi della documentazione cartografica allegata al Piano, l’area del generatore fotovoltaico e apparati di conversione e trasformazione in media tensione e l’area della stazione di utenza ricadono nel paesaggio locale PL10 “Area delle Colline di Butera” del Piano Paesaggistico degli Ambiti 6-7-10-11-12-15 ricadenti nella provincia di Caltanissetta. Entrambe le aree non ricadono all’interno di zone normate del rispettivo paesaggio locale. Il cavidotto di utenza in media tensione, interrato per la quasi totalità lungo la viabilità esistente, intercetta aree del

(26)

paesaggio locale PL16 “Piana di Gela” con livelli di tutela 1 (Contesto paesaggistico 16a – Paesaggio agricolo collinare e dei fiumi, torrenti e valloni) per complessivi 1.997 metri , aree del paesaggio locale PL10 “Area delle Colline di Butera” con livello di tutela 1 (Contesto paesaggistico 10a - Paesaggio agricolo dei fiumi, torrenti e valloni) per complessivi 1.821 metri e con livelli di tutela 2 (Contesto paesaggistico 10c – Aree archeologiche di Contrada Tinutella Turchiotto, C.da Moddemesi, Monte Desusino, Contrada Dessueri) per 380 metri (cfr. FV- BTBUR-PD-T2-0 Carte dei vincoli); nei suddetti tratti, interferenti con aree normate del Piano, il percorso del cavidotto risulterà ricadente su sede stradale asfaltata preesistente.

Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 - Codice dei beni culturali e del paesaggio

Dall’analisi della documentazione cartografica allegata al Piano, le interferenze con beni paesaggistici ai sensi del Decreto 42/2004 riguardano esclusivamente il cavidotto di utenza in media tensione, interrato per la quasi totalità lungo la viabilità esistente, che interseca: Fiumi, torrenti e corsi d’acqua e relative sponde per una fascia di 150 m (art. 142 comma 1 lett. c) e Vincoli archeologici (art. 10 - ex 1089/39) (cfr. FV-BTBUR-PD-T2-0 Carte dei vincoli); nei suddetti tratti interferenti, il percorso del cavidotto risulterà ricadente su sede stradale asfaltata preesistente.

La proposta progettuale è coerente con la situazione vincolistica presente nell’area.

(27)

ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE (SCENARIO DI BASE)

L’analisi dello stato dell’ambiente fornisce gli elementi conoscitivi sulla relazione tra l’opera e gli atti di pianificazione territoriale e settoriale e fornisce inoltre la valutazione della congruità del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli strumenti pianificatori.

A tal fine vengono in particolare considerati:

 la situazione socioeconomica della Regione Sicilia e in particolare le caratteristiche del tessuto produttivo regionale;

 gli strumenti di pianificazione territoriale dell’area oggetto della realizzazione dell’impianto;

 le linee guida dell’Accordo di Programma Quadro Settore Energia tra il Governo della Repubblica e la Giunta Regionale Siciliana.

4.1. Dati ISTAT Comune di Butera

La popolazione residente a Butera al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 4.937 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 4.933. Si è, dunque, verificata una differenza positiva fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 4 unità (+0,08%).

Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. L’andamento demografico temporale della popolazione residente nel comune di Butera dal 2001 al 2018 è riportato nel grafico seguente.

Figura 8: Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Butera dal 2001 al 2018. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (fonte: tuttitalia.it).

Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Butera per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2019.

(28)

La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.

Figura 9: Popolazione per età, sesso e stato civile – 2019. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (fonte:

tuttitalia.it)

In generale, la forma di questo tipo di grafico dipende dall'andamento demografico di una popolazione, con variazioni visibili in periodi di forte crescita demografica o di cali delle nascite per guerre o altri eventi.

In Italia ha avuto la forma simile ad una piramide fino agli anni '60, cioè fino agli anni del boom demografico.

Gli individui in unione civile, quelli non più uniti civilmente per scioglimento dell'unione e quelli non più uniti civilmente per decesso del partner sono stati sommati rispettivamente agli stati civili 'coniugati\e', 'divorziati\e' e 'vedovi\e'.

L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana.

(29)

Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.

Figura 10: Grafico struttura della popolazione Comune di Butera (CL) - Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno (fonte: tuttitalia.it)

4.2. Irraggiamento solare e producibilità fotovoltaica

Butera, al pari dell’intera Regione Siciliana, presenta un ottimale valore dell’irraggiamento solare medio, che suggerisce lo sfruttamento delle tecnologie solari a fini energetici, che hanno elevati potenziali sull’intero arco annuale.

La mappa prodotta dal PVGIS del potenziale italiano e dell’irraggiamento medio inserisce la provincia di Palermo, tra le zone con maggior potenziale in Italia, come evidenziato nella mappa sotto riportata.

Entrando nel particolare del Comune di Butera il valore dell’irraggiamento medio anno sulla superficie orizzontale è di 1.697 kilowatt/ora annui, che permette producibilità molto elevate per kWp installato, ben al di sopra della media nazionale.

(30)

Figura 11: Irraggiamento medio annuale in Italia

Tabella 1: Irraggiamento solare e produzione di energia elettrica Butera (Fonte: PVGIS)

4.3. Il contesto ambientale

Dal punto di vista ambientale, l’impianto fotovoltaico viene configurato come impianto per la produzione di energia elettrica, per cui ricade nell’Allegato IV del D.lgs. 152/06, sottoposto a procedura di verifica ambientale presso l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. Il citato Assessorato ha ritenuto opportuno regolamentare gli impianti fotovoltaici e le conseguenti procedure di natura ambientale con un decreto che si rimanda di seguito.

(31)

4.3.1. Decreto Assessoriale 17/05/2006

Il decreto stabilisce le direttive, i criteri e le modalità procedurali, ai fini dell'emissione dei provvedimenti di cui al D.P.R. 12 aprile 1996 e s. m. i. e relativi ai progetti per la realizzazione di impianti per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del sole, nell'ambito del territorio siciliano.

L’impianto in progetto secondo l’art 2, comma 4 viene definito come impianto connesso alla rete o “grid connected”.

Ai sensi dell’art. 5 comma d, del presente D.A. poiché l’impianto fotovoltaico oggetto di studio ha una potenza nominale superiore ai 1.000 kW deve essere sottoposto alla procedura di giudizio di compatibilità ambientale così come previsto anche dall’art. 26 del D.lgs. n. 152/06.

4.4. Aree protette

Al fine di fornire un quadro esaustivo dell’inquadramento nel contesto ambientale dell’intervento, dopo una breve premessa, saranno descritti i siti più vicini all’area di intervento.

Nei paragrafi successivi verranno richiamate le principali direttive guida in materia di “tutela ambientale” e le integrazioni tra gestione delle risorse naturali e sviluppo socioeconomico.

4.4.1. “Direttiva Habitat”

La realizzazione dell’elenco dei siti d’importanza comunitaria, comprensivo delle zone di protezione speciale (ZPS), è previsto dalla Direttiva comunitaria 92/43/CEE, detta "Direttiva Habitat". In ottemperanza a quanto prescritto da tale Direttiva, viene avviato nel 1995 il progetto Bioitaly, finalizzato alla conservazione e al ripristino di habitat naturali o frequentati da particolari specie della flora o della fauna per contribuire a salvaguardare la biodiversità.

I siti segnalati dagli Stati membri sono inclusi in un apposito elenco elaborato dalla Comunità Europea costituendo la rete ecologica denominata "NATURA 2000". L'importanza di garantire che obiettivi e principi della citata direttiva comunitaria, recepita a livello nazionale con il D.P.R. 8 settembre 1997 n.357, vengano adeguatamente considerati in sede di pianificazione o programmazione regionale degli interventi afferenti i fondi strutturali 2000/2006 è stata sottolineata dalla Commissione Europea in due note ufficiali rispettivamente del 26 marzo 1999 e del 28 marzo 2000, rispetto alle quali il Ministero dell'Ambiente - Servizio Conservazione della Natura - ha provveduto a diramare diverse note informative di cui l'ultima risale al 16 maggio 2000.

Nella citata nota il Servizio Conservazione della Natura, rispetto ai vincoli posti dalla Commissione, ha individuato due elementi funzionali a recepimento delle disposizioni comunitarie in materia, ovvero:

 garantire l'informazione su SIC e ZPS;

(32)

 garantire azioni di tutela e conservazione dei siti "Natura 2000" interessati da interventi di trasformazione del territorio e delle risorse naturali e pertanto, applicare la valutazione d'incidenza ai sensi dell'art.6 della Direttiva 92/43/CEE e dell’art. 5 del D.P.R. 357/97.

L’accoglimento delle disposizioni comunitarie in materia di valutazione d'incidenza presuppone che ogni piano o progetto insistente su un proposto Sito, fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa in materia di Valutazione di Impatto Ambientale, sia accompagnato da un'adeguata relazione finalizzata ad individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

Per una migliore elaborazione dei contenuti della relazione di valutazione di incidenza, si è fatto riferimento a quanto riportato nell’allegato G, previsto dall’art. 5 comma 4 del D.P.R.357/97, nel quale sono elencati i punti essenziali di piano o progetto che debbono essere descritti con particolare riferimento:

 alle tipologie delle azioni e/o opere;

 alle dimensioni e/o ambiti di riferimento;

 alla complementarietà con altri piani e/o progetti;

 all’uso delle risorse naturali;

 alla produzione di rifiuti;

 all’inquinamento e disturbi ambientali;

 al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate.

Secondo quanto riportato nel succitato allegato, le interferenze con il sistema ambientale devono essere descritte considerando le componenti abiotiche, le componenti biotiche e le connessioni ecologiche.

La descrizione delle interferenze tiene conto della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e dalla capacità di carico dell’ambiente naturale.

Scopo dello studio di incidenza è la determinazione dei possibili impatti negativi sugli habitat e le specie animali e vegetali per i quali il sito è stato individuato a seguito di determinate iniziative d’intervento e trasformazione del territorio.

4.4.2. La “Rete Ecologica Siciliana”

Negli strumenti di programmazione della Regione Sicilia risulta evidente come il principale punto di forza per lo sviluppo socioeconomico del territorio sia la ricchezza di risorse ambientali, naturali, culturali ed umane, che costituiscono il vero patrimonio, materiale e immateriale, della Sicilia, utile per una ripresa economica dell’isola.

La Regione presenta, inoltre, sistemi locali endogeni a forte identità (culturali, turistici, produttivi, di città e nodi), riconosciuti quali elementi di opportunità per la definizione di nuovi modelli di crescita delle comunità locali e la cui consistenza è superiore a quelle di molte altre regioni del Mezzogiorno d’Italia; ciò è legato alla rilevanza

(33)

quantitativa e qualitativa delle risorse naturali presenti nel territorio regionale, alla loro diffusione anche in aree con forte compromissione ambientale e al loro elevato grado di integrazione territoriale.

La Rete Ecologica Siciliana (RES) costituisce, in tal senso, un’infrastruttura territoriale di grande importanza in grado di fornire un forte impulso allo sviluppo locale integrato e sostenibile, capace di divenire un riferimento territoriale, così come sono le città e i sistemi locali, e il luogo di concentrazione per l’individuazione e la definizione di programmi integrati territoriali.

Le linee di intervento definite nella programmazione e pianificazione regionale mirano ad eliminare le condizioni di emergenza e di rischio attraverso la predisposizione di sistemi di conoscenza e di monitoraggio in modo da raggiungere un’adeguata base informativa sullo stato dell’ambiente; ciò realizza il binomio risorsa naturale da tutelare e proteggere e risorsa naturale da sviluppare e gestire con economicità ed efficienza anche attraverso l’individuazione degli ambiti prioritari in cui concentrare le azioni di intervento sulla base dell’efficacia dell’impatto sia per lo sviluppo produttivo sia per la qualità della vita che per la qualità ambientale.

4.4.3. Gestione dei siti di importanza comunitaria

La salvaguardia ed il miglioramento della qualità dell’ambiente naturale, attuati anche attraverso la conservazione degli habitat, della flora e della fauna selvatica costituiscono un obiettivo di primario interesse perseguito dall’Unione Europea.

La creazione della rete europea Natura 2000, in attuazione delle Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, ha rappresentato uno dei momenti di maggiore impulso per le politiche nazionali e regionali di conservazione della natura attraverso la salvaguardia ed il miglioramento degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche.

La creazione di Natura 2000 è stata anche l'occasione per strutturare una rete di referenti scientifici di supporto alle Amministrazioni regionali e coordinati dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con le associazioni scientifiche italiane di eccellenza, l'Unione Zoologica Italiana, la Società Botanica Italiana, la Società Italiana di Ecologia, che continua a produrre risultati in termini di verifica e aggiornamento dei dati ed è stata coinvolta in una ricca serie di attività volte al miglioramento delle conoscenze naturalistiche sul territorio nazionale: dalla realizzazione delle checklist delle specie, alla descrizione della trama vegetazionale del territorio, alla realizzazione di banche dati sulla distribuzione delle specie all'avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla realizzazione di pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi.

La rete Natura 2000 ha rappresentato dunque uno stimolo e costituisce una sfida per rendere concrete forme di sviluppo sostenibile, conferendo un ruolo di protagonisti alle comunità locali.

In base a quanto previsto dalla direttiva ‘Habitat’, la conservazione della biodiversità è realizzata tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali nonché delle peculiarità regionali.

(34)

4.4.4. Siti d’importanza comunitaria (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS)

All’interno del territorio comunale di Butera non si riscontra la presenza di alcun sito di importanza comunitaria e/o zona di protezione speciale.

Esternamente all’area a circa 4 km Sud‐Est dell’area di progetto si rileva il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Rupe di Falconara” (codice: ITA050008). Di seguito si riassumeranno le caratteristiche ambientali del SIC:

Il SIC si estende per una superficie di circa 137,90 ettari, nel comune di Butera (CL) ed è interessato

dalla Formazione Evaporitica Inferiore del Messiniano oltre che da depositi recenti del Pleistocene e Pliocene Superiore, su cui insistono litosuoli e vertisuoli. Il bioclima termomediterraneo inferiore secco inferiore, con temperatura media annua di 19° C, piovosità media annua di 409 mm (stazione di Gela).

Le formazioni originarie di macchia risultano quasi del tutto assenti a causa della secolare attività

antropica e dell’azione del fuoco. Le aree pianeggianti sono attualmente occupate da colture erbacee e legnose, con comunità infestanti dominate da Silene fuscata, Sinapis arvensis, Chrozophora tinctoria, Euphorbia chamaesyce, Diplotaxis erucoides, ecc. Le aree più scoscese o rocciose sono caratterizzate per lo più da praterie aride ad Ampelodesmos mauritanicus ed aspetti transitori collegati all’abbandono di vecchie colture. Più rari nell’area gli aspetti di gariga a Thymus capitatus su litosuoli e roccia affiorante. Il sito ospita rare specie di uccelli rapaci.

Per maggiori approfondimenti si rimanda alla relazione naturalistica allegata al presente Studio.

4.4.5. P.A.I. – Piano di assetto idrogeologico

Il Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico, di seguito denominato Piano Stralcio o Piano o P.A.I., redatto ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89, dell’art. 1, comma 1, del D.L. 180/98, convertito con modificazioni dalla L. 267/98, e dell’art. 1 bis del D.L. 279/2000, convertito con modificazioni dalla L. 365/2000, ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del territorio siciliano.

Nel Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico, approvato con D.A. n. 298/41b del 4/7/00, erano stati individuati nel territorio siciliano n. 57 bacini idrografici principali. Tale suddivisione è stata estrapolata da quella contenuta nel Censimento dei Corpi Idrici – Piano Regionale di Risanamento delle acque, pubblicato dalla Regione Siciliana nel 1986. Nell’Aggiornamento del Piano Straordinario, approvato con D.A. n. 543 del 22/7/02, sono state individuate le aree territoriali intermedie ai sopraelencati bacini idrografici principali.

(35)

4.4.6. Aggiornamento Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana – PEARS 20303

La Regione Siciliana con D. P. Reg. n.13 del 2009, confermato con l’art. 105 L.R. 11/2010, ha adottato il Piano Energetico Ambientale. Gli obiettivi di Piano 2009 prevedevano differenti traguardi temporali, sino all’orizzonte del 2012.

Il Piano del 2009 era finalizzato ad un insieme di interventi, coordinati fra la pubblica amministrazione e gli attori territoriali e supportati da azioni proprie della pianificazione energetica locale, per avviare un percorso che si proponeva, realisticamente, di contribuire a raggiungere parte degli obiettivi del protocollo di Kyoto, in coerenza con gli indirizzi comunitari.

In vista della scadenza dello scenario di piano del PEARS, il Dipartimento dell’Energia dell'Assessorato Regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità ha formulato una proposta di aggiornamento del Piano, al fine di pervenire all'adozione dello stesso.

L’esigenza di aggiornamento del PEARS discende dagli obblighi sanciti dalle direttive comunitarie, recepite con il decreto ministeriale del 15 marzo 2012 (c.d. Burden Sharing), nonché per un corretto utilizzo delle risorse della programmazione comunitaria.

La pianificazione energetica regionale va attuata anche per “regolare” ed indirizzare la realizzazione degli interventi determinati principalmente dal mercato libero dell’energia. Tale pianificazione si accompagna a quella ambientale per gli effetti diretti ed indiretti che produzione, trasformazione, trasporto e consumi finali delle varie fonti tradizionali di energia producono sull’ambiente. Il legame tra energia e ambiente è indissolubile e le soluzioni vanno trovate insieme, nell’ambito del principio della sostenibilità del sistema energetico.

L’Amministrazione regionale ha stipulato in data 01 aprile 2016 un apposito Protocollo d’intesa con tutte le Università siciliane (Palermo, Catania, Messina, Enna), con il CNR e con l’ENEA. Per l’avvio dei lavori della stesura del Piano è stato istituito, con decreto assessorile n. 4/Gab. del 18 Gennaio 2017, un Comitato Tecnico Scientifico (di seguito CTS) previsto dal suddetto protocollo d’intesa e composto dai soggetti designati dalle parti, al fine di condividere con le Università e i principali centri di ricerca la metodologia per la costruzione degli scenari e degli obiettivi del PEARS aggiornato. Il suddetto CTS si è riunito da ultimo in data 24 maggio 2017 ed ha trasmesso, per il tramite dell’Assessore pro-tempore, alla Segreteria di Giunta il “Documento di indirizzo”.

Al fine di supportare al meglio l’elaborazione della nuova Strategia energetica regionale, il Presidente della Regione Siciliana e il Presidente del GSE hanno sottoscritto in data 5 luglio 2018 un Protocollo d’intesa, della durata di tre anni, che si pone l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile sul territorio, attraverso il monitoraggio e la crescita delle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile.

Si è dato seguito ad una serie di consultazioni con i principali attori nazionali nel campo energetico (GSE, ENEA, ENI, ENEL) e con esperti del settore allo scopo di assicurare una piena armonizzazione tra i Piani regionali

3 Aggiornamento Piano Energetico Ambientale della Regione Siciliana – PEARS 2030

Riferimenti

Documenti correlati

la riqualificazione dell’area dismessa “Ex Feltrificio Scotti” mediante la demolizione degli edifici esistenti, escluso Villa Azzurra (con cambio di

Ritenuto di dover adottare il provvedimento definitivo sulla base della determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi, relativamente

- nulla osta prot. “Bonifiche” sulla base della quale il Piano preliminare delle terre e rocce da scavo risulta non approvabile e ha richiesto l’adeguamento dello stesso con

Come previsto dal preventivo di connessione rilasciato da Terna SpA, avente numero identificativo 201800283, l’impianto sarà allacciato alla Rete di Trasmissione

l posto a tempo pieno e indeterminato di Dirigente Amministrativo la valutazione dei candidati è condotta da una Commissione esaminatrice che sarà nominata con apposito

Il Ministero della Salute è l’autorità centrale dello Stato a cui spettano compiti di indirizzo genera- le e coordinamento in materia di sicurezza alimentare, l’elaborazione

31 ottobre Termine conclusione procedimento (es. 60 gg) 5 settembre Trasmissione documentazione (entro 2 gg lav) 20 settembre Termine per richiedere integrazioni (+15 gg cons)

Come previsto dall’art. 152/2006, la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi costituisce il provvedimento autorizzatorio unico regionale e