• Non ci sono risultati.

tra le industrie torinesi

Nel documento Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1978 (pagine 116-139)

Con questo articolo si presenta la terza ed ultima parte dello studio prodotto dalla Camera di commercio di Torino, con la collaborazione tecnica della Fiat-Engineering, finalizzata all'istituzione di una borsa rifiuti industriali.

scopo e m e t o d o l o g i a dell'indagine

Prima di passare alla fase realizzativa vera e propria della borsa rifiuti si è ritenuto utile effettuare un'indagine in merito presso i diretti interessati all'ini-ziativa: le industrie.

Gli obiettivi che si intendevano conse-guire possono essere cosi riassunti: 1) far conoscere alle aziende le finalità della creazione di una borsa rifiuti e le modalità previste per il suo funziona-mento;

2) sensibilizzare le industrie, in tale pro-spettiva, ad un riesame della loro poli-tica in merito allo smaltimento dei resi-dui finali di lavorazione;

3) analizzare il livello di gradimento del-l'iniziativa, anche allo scopo di ricevere eventuali suggerimenti costruttivi relati-vamente alle forme ed alle modalità di gestione della borsa rifiuti;

4) esaminare e definire la tipologia dei rifiuti industriali prodotti e recuperabili nell'area di Torino e la potenziale richie-sta dell'industria locale.

A tal fine è stata predisposta un'apposita lettera illustrativa della finalità dell'ini-ziativa, — trasformare il problema dello smaltimento in un'opportunità di recu-pero —, e dei servizi messi gratuitamen-te a disposizione delle aziende da pargratuitamen-te della Camera di commercio, consistenti in:

— pubblicazione su apposito bollettino delle offerte e delle richieste di materiali pervenute;

— invio del bollettino;

— inoltro agli inserzionisti delle richie-ste di contatti.

In allegato alla lettera sono stati pure inviati: un questionario utilizzabile per segnalare la disponibilità o la richiesta di prodotti residui, per i quali si

ri-chiedevano informazioni relative a tipo di materiale offerto/richiesto (qualità, quantità, tipo di confezione, mezzo di spedizione); un elenco provvisorio di residui industriali possibile oggetto del-la borsa rifiuti.

Infine, in questa fase preliminare del-l'iniziativa, veniva offerta la possibilità, a titolo completamente gratuito per le aziende, di sottoporre ad analisi even-tuali campioni di prodotti residui e di rivolgersi alla Camera di commercio in sei giorni prefissati per avere ogni con-sulenza tecnica ritenuta utile.

aziende interpellate

La scelta delle aziende alle quali invia-re pinvia-reliminarmente il questionario della borsa rifiuti è stata fatta con lo scopo di interpellare un campione significativo delle ditte operanti nell'area metropoli-tana torinese, utilizzando notizie desun-te da precedenti indagini.

In particolare gli studi svolti nell'ambito del « Progetto Pilota Sangone » e della « Progettazione di massima di una piat-taforma-tipo di depurazione degli scari-chi industriali », avevano messo in evi-denza come le categorie industriali pre-valenti nel comprensorio di Torino fos-sero costituite da quelle appartenenti ai settori: della costruzione mezzi di tra-sporto, meccanico, metallurgico, della gomma, tessile. In tali aziende, secondo i risultati di un'indagine statistica svolta dalla Confìndustria, la produzione media mensile di rifiuti per addetto è compresa tra le 6000 tonnellate del settore metal-lurgico e le 92 tonnellate di quello tes-sile, mentre la quota media percentuale di essi che al momento dell'indagine era venduta o recuperata variava dal 16% delle aziende tessili all'83% di quelle della costruzione dei mezzi di trasporto. Tenendo presente tutte queste conside-razioni, sono stati individuati i nomina-tivi di 356 ditte dell'area metropolitana

torinese che sono state contattate me-diante lettera nel mese di gennaio: nella tabella 1 ne viene riportata la suddivi-sione per categoria produttiva di appar-tenenza.

ANALISI DELLE RISPOSTE

Alla fine del mese di marzo erano giun-te alla Camera di commercio 35 risposgiun-te scritte, pari a circa il 10% delle ditte inizialmente interpellate, oltre a nume-rose richieste telefoniche per avere mag-giori informazioni.

Per quanto riguarda i settori di apparte-nenza delle aziende che si sono dimo-strate più interessate all'iniziativa, nella tabella 1 viene riportato il numero to-tale e percentuale di lettere inviate e di risposte ottenute, ripartite secondo le ca-tegorie produttive delle ditte interpel-late.

È possibile notare come il maggior nu-mero di risposte riguardino le industrie metallurgiche, meccaniche e chimiche, che, unitamente a quelle della costru-zione dei mezzi di trasporto, costitui-scono come già precedentemente accen-nato, la componente principale delle atti-vità manifatturiere dell'area metropoli-tana torinese e sono quindi le più diret-tamente interessate a trovare delle valide soluzioni per lo smaltimento dei proprii residui di lavorazione.

Giudizi ed osservazioni espressi in merito alla iniziativa

« Riscontriamo la pregiata Vostra e prendiamo atto con vivo interesse della Vostra intenzione di istituire una borsa dei rifiuti industriali. Oltre alle conside-razioni di carattere generale sull'oppor-tunità di tale iniziativa nei confronti di un miglior sfruttamento delle risorse e di una maggiore salvaguardia dell'am-biente, riteniamo che molte attività dustriali siano contemporaneamente in-teressate sia a offerte che a richieste di materiali residui ».

« Desideriamo innanzitutto formulare la nostra piena approvazione per l'iniziati-va intrapresa ed alla quale auguriamo

Tabella 1. Numero totale e percentuale di lettere inviate e di risposte ottenute, ripartite secondo le categorie produttive delle aziende

Numero invìi Numero risposte Categoria produttiva

Totale % Totale % numero invii risposte %

Alimentari 20 5,6 2 10 6 Tessili . 23 6,5 4 18 11 Vestiario ed abbigliamento 13 3,6 Calzature 2 0,6 Pelli e cuoio 6 1,7 Legno 15 4,2 2 13 6 Metallurgiche 54 15,2 7 13 ' 20 Meccaniche 105 29,5 6 6 17

Costruzione mezzi di trasporto 27 7,6

Lavorazione minerali non metallici 11 3,1 2 18 6

Chimiche 23 6,5 6 26 17 Gomma 14 3,9 Cartotecniche e poligrafiche 19 5,3 2 11 6 Plastica 18 5,0 4 22 11 Varie 6 1,7 Totale 356 100,0 35 10 100

la migliore e più valida risonanza e partecipazione nell'interesse di tutta quanta la comunità ».

Quelli sopra riportati sono due esempi dei giudizi espressi in merito alla crea-zione di una borsa rifiuti industriali da parte delle aziende che hanno inviato la loro adesione all'iniziativa.

È interessante notare come siano per-venute risposte favorevoli anche da in-dustrie che al momento non ritengono di poter partecipare attivamente alla borsa rifiuti, ma che desiderano egual-mente essere tenute aggiornate sul suo funzionamento.

Si è inoltre presentato il caso di una ditta che non ha attualmente il proble-ma di offrire sul mercato dei proprii sottoprodotti ma che sta studiando la possibilità di utilizzare nei proprii cicli produttivi particolari sostanze di recu-pero e che pertanto ritiene di notevole

utilità al fine di orientare nel modo mi-gliore i proprii studi di fattibilità in me-rito, avere, tramite il bollettino della borsa rifiuti, delle informazioni sulla di-sponibilità effettiva di tali sostanze re-sidue.

Per quanto riguarda osservazioni e pro-poste in merito alle forme ed alle moda-lità di gestione della borsa rifiuti, dalle aziende interpellate sono stati prospet-tati i due seguenti suggerimenti:

1) edizione di bollettini di differenti ca-tegorie merceologiche a diffusione nazio-nale;

2) costituzione di un centro di raccolta, eventualmente affidato ad una ditta spe-cializzata, al fine di valorizzare alcuni rifiuti che hanno una modesta consisten-za quantitativa, ma che sarebbe tuttavia utile recuperare o per l'alto contenuto inquinante o per il loro valore intrinseco.

Relativamente alla prima proposta, si ritiene che la diffusione a livello nazio-nale delle informazioni contenute nei bollettini della borsa rifiuti, sia senza dubbio un elemento positivo, come del resto già avviene nelle altre nazioni in cui sono già da tempo attive iniziative analoghe.

In Germania, ad esempio, tutte le inser-zioni pubblicate dalle borse rifiuti costi-tuitesi presso le singole Camere di com-mercio, vengono successivamente raccol-te in un bollettino a diffusione nazionale. Non sembra invece altrettanto utile pro-cedere ad una pubblicazione delle offer-te/richieste di materiali residui su bol-lettini separati secondo le diverse cate-gorie merceologiche, in quanto ciò po-trebbe limitare possibili e già in certi casi realizzati recuperi dei residui di la-vorazione in settori industriali diversi da quelli che li hanno prodotti.

Per quanto riguarda invece la costitu-zione di appositi centri di raccolta per la valorizzazione di piccoli quantitativi di residui, si ritiene che una tale inizia-tiva, se condotta in modo ecologicamen-te ed economicamenecologicamen-te corretto, possa dar luogo senza dubbio a dei risultati positivi, ponendosi in posizione paral-lela a quella della borsa rifiuti il cui intendimento principale è quello di met-tere in contatto diretto fra loro i produt-tori ed i potenziali utilizzaprodut-tori di mate-riali residui.

Materiali offerti e richiesti

Delle 35 ditte che a fine marzo avevano aderito alla borsa rifiuti 32 hanno riin-viato l'apposito modulo compilato con una o più offerte/richieste di sostanze residue: in totale sono giunte 43 offerte e 9 richieste classificabili, per il tipo'di materiale a cui si riferiscono, come ri-sulta dalla tabella 2.

È possibile notare come la maggior par-te degli annunci abbia riguardato sostan-ze chimiche residue, quali soluzioni con-centrate esauste di acido cloridrico e sol-forico, solfato di calcio, solventi ed olii esausti: è interessante mettere in evi-denza come, mentre le offerte per questi ultimi prodotti sono giunte prevalente-mente da industrie del settore meccani-co, si sono avute parallelamente delle

Tabella 2. Numero di offerte/richieste otte-nute classificate per tipo di materiali

Classi di materiali Nu-mero of-ferte Nu-mero richie-ste Totale % Residui chimici 10 2 12 24 Materie plastiche 3 2 5 10 Carta e cartone 7 7 13 Legno 3 1 4 8 Gomma 1 1 2 Prodotti tessili 7 1 8 15 Metalli 5 2 7 13 Vari 7 1 8 15 Totale 43 9 52 100

richieste per gli stessi residui da parte di aziende appartenenti al settore chi-mico, a conferma della validità per una borsa rifiuti di essere strutturata in modo orizzontale, in grado cioè di mettere in contatto fra loro anche aziende operanti in categorie produttive differenti. Abbastanza numerose sono pure state le offerte/richieste di prodotti tessili e ma-teriali vari, con particolare riferimento a stracci, sfridi di filato, sacchi di juta, mattoni refrattari, materiali organici in grado di bruciare. Più limitati sono in-vece risultati gli annunci relativi a resi-dui in carta e cartone, materie plastiche e metalli, per i quali già esistono e sono da tempo praticate numerose forme di recupero; mentre non è infine pervenuta nessuna offerta per materiali in cuoio e vetro.

Le principali motivazioni espresse dalle ditte che hanno aderito alla borsa rifiuti, oltre a quella precedentemente accenna-ta di studiare il possibile reperimento o collocamento di particolari residui in funzione di nuovi impianti produttivi, possono essere riassunte nelle due se-guenti: da un lato trovare, secondo quello che è lo spirito informatore delle borse rifiuti, una possibilità di recupero per materiali attualmente destinati alla eliminazione; d'altra parte, essere ag-giornati sulla valutazione di sfridi di la-vorazione già attualmente venduti, al fi-ne di collocarli con una giusta remufi-ne- remune-razione.

A tale riguardo si ritiene utile precisare come non debba rientrare nei servizi of-ferti dalla Camera di commercio, analo-gamente a quanto avviene solitamente all'estero, quello di stabilire eventuali prezzi dei materiali offerti o richiesti, che saranno invece oggetto di trattative economiche dirette fra le aziende ad essi interessate.

Osservazioni sulle offerte-richieste pervenute

Oltre all'errore facilmente superabile commesso da aziende che hanno indica-to sotindica-to la voce « richiesta » dei sotindica-to- sotto-prodotti che invece intendevano offrire, in alcuni degli annunqi pervenuti non erano esattamente indicate tutte le noti-zie necessarie per una precisa

individua-zione delle sostanze offerte o richieste, ed in particolare risultavano di volta in volta mancanti dati esatti relativi alle proprietà fisiche e chimiche, concentra-zioni, quantitativi disponibili, periodici-tà di consegna o di ritiro.

Sono inoltre state offerte delle sostanze residue il cui recupero, a motivo ad esempio della presenza contemporanea di numerose sostanze diverse mescolate fra loro, si presenta veramente proble-matico.

A tale riguardo è importante che i vari residui non vengano fra loro mescolati all'interno delle aziende prima delle ope-razioni di smaltimento finale, special-mente quelli per i quali si intravvedono delle possibilità di recupero, adottando-si ad esempio depoadottando-siti separati per i materiali solidi e quelli liquidi. Inoltre l'esperienza delle borse rifiuti estere di-mostra come in tali casi sia utile da par-te delle industrie ricorrere ad alcune mo-difiche dei processi produttivi per sepa-rare le impurità dannose ed ottenere una maggior purezza e concentrazione dei residui o persino dei nuovi sottopro-dotti, in modo da rendere più facili le operazioni di recupero.

Un'indagine condotta dalla borsa ri-fiuti delle industrie chimiche tedesche ha messo in evidenza come le principali cause che hanno impedito il buon fine delle trattative fra offerente e richieden-te fossero proprio costituirichieden-te dalla pre-senza di impurità eccessive o di concen-trazioni troppo basse nelle sostanze re-sidue.

Al fine del successivo recupero risulterà senza dubbio molto utile seguire, per quanto possibile, l'esempio di alcune ditte che nel modulo relativo all'offerta di proprii prodotti residui hanno anche riportato, oltre alle caratteristiche chi-mico-fisiche delle varie sostanze, indica-zioni precise sulle forme di recupero ri-tenute migliori in base al tipo dei pro-dotti stessi.

CONCLUSIONI

I risultati dell'indagine campione sem-brano confermare come l'iniziativa volta a creare una borsa dei rifiuti industriali

in sintonia con le analoghe iniziative da tempo operanti in numerose altre na-zioni europee, susciti notevole interesse e sia considerata in modo decisamente positivo anche da parte delle aziende che operano nel tessuto industriale tori-nese.

Riteniamo che il primo risultato con-creto sia costituito dalla pubblicazione, avvenuta a fine marzo, del primo bollet-tino della borsa rifiuti industriali nel quale sono riportati complessivamente 81 annunci suddivisi in 70 offerte ed 11 richieste di prodotti residui di varia na-tura, pervenute da parte di 56 ditte dif-ferenti, e per i quali iniziano a perve-nire alla Camera di commercio richieste di contatti che vengono trasmesse diret-tamente agli interessati.

A conclusione dello studio intrapreso è quasi inutile precisare che l'istituzione della borsa rifiuti non sarà logicamente in grado da sola di risolvere tutti i com-plessi problemi legati allo smaltimento finale dei sottoprodotti e dei rifiuti gene-ratisi nelle diverse fasi dei processi pro-duttivi, ma essa potrà senza dubbio con-tribuire fattivamente e concretamente ad una loro soluzione:

1) favorendo uno scambio di informa-zioni il più ampio possibile fra poten-ziali produttori ed utilizzatori dei residui industriali. L'esperienza tedesca ha ad esempio dimostrato che non tutti i pro-duttori sono a conoscenza delle possibi-lità di recupero dei proprii residui; 2) stimolando un'approfondita analisi da parte delle singole aziende dei pro-prii cicli produttivi sia al fine di appor-tarvi eventuali modifiche in grado di tra-sformare degli scarti in prodotti recupe-rabili, sia per studiare il possibile uti-lizzo di materiali di recupero con con-seguenti vantaggi economici facilmente prevedibili;

3) promuovendo il nascere di iniziative, studi e ricerche volte alla definizione di nuove metodologie di recupero per ma-teriali attualmente inviati a smalti-mento.

Per quanto riguarda difficoltà ed ostacoli che potranno frapporsi al buon funzio-namento della borsa rifiuti, dopo un lo-gico iniziale periodo di rodaggio, si

ri-tiene che essi potranno consistere prin-cipalmente in:

1) mancanza di disponibilità, da parte delle aziende ad utilizzare dei sottopro-dotti provenienti da altre lavorazioni non tanto per motivi di ordine tecnico ma per non giustificate ragioni di carat-tere estetico-ambientale. Si sono a tale riguardo già verificati dei casi in cui lo stesso materiale, inizialmente non accet-tato avendone esplicitamente dichiarata la provenienza, è stato successivamente utilizzato perché presentato in maniera diversa;

2) opposizione da parte di società che già operano o sono comunque interessa-te al settore del recupero, per timore di una diminuzione dei proprii introiti; 3) disinteresse naturale, dopo un'inizia-le fase di entusiasmo, da parte delun'inizia-le in-dustrie direttamente interessate all'ini-ziativa, a motivo magari di qualche pri-mo insuccesso nelle trattative di scam-bio o di altre difficoltà di natura com-merciale.

Premesso che la borsa rifiuti non inten-de mettersi in concorrenza ma bensì ope-rare parallelamente ad altre eventuali iniziative aventi lo stesso scopo di pro-muovere un sempre maggior riciclaggio dei residui industriali, si ritiene che tut-te le precedenti difficoltà troveranno un loro naturale superamento se da parte di tutte le aziende interessate il proble-ma del recupero dei residui industriali verrà affrontato in maniera onesta e re-sponsabile, stimando nella giusta misura sia il valore dei singoli sottoprodotti sia le difficoltà che potranno sorgere per un loro riutilizzo, contribuendo così a tra-sformare il problema dello smaltimento in un effettivo momento di recupero di beni economici ed ecologici.

(trailibri)

PRESENTATI DAGLI AUTORI

R. MARCHIONATTI, il dibattito economico di oggi Voi. di 12,5 X 19,5 cm, 304 pp.

-Loescher, Torino, 1978 - L. 3800.

A questo punto dobbiamo fare alcune considera-zioni sul significato di Produzione di merci a mezzo di merci (di Sraffa) nei confronti della teo-ria economica precedente.

Tale libro rappresenta la rinunzia ad un'idea della teoria del valore che lo poneva come principio fondamentale dell'analisi economica e come base di visioni complessive del sistema economico. Riducendo il campo della teoria economica, il libro di Sraffa dimostra la risolubilità di alcuni problemi dell'economia classica, totalmente al di fuori però dell'impostazione classica. Come rigo-rosa soluzione del problema dei prezzi di produ-zione ci si trova di fronte con Sraffa ad uno schema logico che definisce alcune relazioni che esistono tra determinate categorie economiche. Questo fatto ha posto un duplice problema. Da un lato si è cercato di storicizzare il modello sraffiano: si sono attribuite le proposizioni sraf-fiane alla società capitalistica ed in particolare si è affrontato il problema della determinazione del-le quote distributive, variamente fatto dipendere dal saggio di crescita del sistema, dalla politica monetaria (attraverso il saggio dell'interesse mo-netario a cui fa riferimento lo stesso Sraffa), dal rapporto di forza tra le classi della società. Dal-l'altro lato ci si è posti il problema di ricostitui-re sulla base di Sraffa una visione del processo capitalistico antineoclassica: la proposta emersa da parte dei cosiddetti « neoricardiani » è quella di assorbire in una sintesi il nucleo della teoria keynesiana, « depurato dalle contaminazioni mar-ginaliste la teoria dei prezzi di produzione di Sraffa e l'analisi del feticismo delle merci di Marx.

Prima di concludere accennando delle valutazioni su tale impostazione neoricardiana, è necessario far riferimento a quel filone della scienza econo-mica contemporanea che ha ripreso il nucleo cri-tico della teoria keynesiana: esso, pur avendo in alcuni suoi autori legami con il neoricardismo, ha sviluppato una critica autonoma, sebbene non omogenea tra i vari autori che soltanto per con-venienza poniamo insieme, della • versione addo-mesticata * di Keynes.

Come è noto, attraverso principalmente i lavori di Hicks, Modigliani, Klein ed Hansen, fin dagli anni immediatamente seguenti la pubblicazione della Teoria Generale, si attuò un tentativo di riportare il pensiero keynesiano entro la teoria neoclassica: si tentò di sostenere che l'equili-brio di sottoccupazione è un caso speciale del-l'equilibrio di piena occupazione e si tese a di-mostrare l'esistenza di una netta separazione tra un Keynes teorico ed un Keynes politico, il pri-mo dei quali si potrebbe accantonare senza dan-no per il progresso della scienza ecodan-nomica. La critica ed il superamento di tale impostazione è avvenuto cercando di dimostrare che il venir meno di quei vincoli e rigidità che Keynes avreb-be mutuato dall'esame del mondo reale (il fatto che l'investimento è inelastico rispetto all'inte-resse monetario, la rigidità dei salari verso il basso) non portano alla definizione di un equili-brio di piena occupazione.

Tale dimostrazione è avvenuta sostanzialmente in due modi. Da un lato si è recuperata la fon-damentalità del ruolo dell'incertezza e delle

Nel documento Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1978 (pagine 116-139)

Documenti correlati