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Cronache Economiche. N.005-006, Anno 1978

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(1)

5-6CROfMCHE

m

EConomiCHE

C A M E R A DI C O M M E R C I O I N D U S T R I A A R T I G I A N A T O E A G R I C O L T U R A DI T O R I N O - Spedizione in abb. postale (IV gr.)/70 - 2° semestre

NGONE E STURA A TORINO: PR

(2)

Sognando

California...

Li chiamano i 'nuovi pionieri".

Loro'.'Gli imprenditori" Gente che va nella direzione

che si è scelta.

Noi. "La Cassa di Risparmio di Torino". Gente che

crede in chi va e fornisce i mezzi.

• APERTURA DI CREDITO / ( M U T U I CHIROGRAFARI E • FI N D ATA - SOCI ETÀ DI SERVIZI PRESTITI CHIROGRAFARIE FONDIARI (SETTORE IMMOBILIARE/ CAMBIARI/CASTELLETTO • LEASING MOBILIARE E INFORMATICA/LEASING) • FINANZIAMENTI A MEDIO IMMOBILIARE • SERVIZIO REUTER (PER LA

TERMINE (MEDIO CREDITO • FACTORING CONOSCENZA ISTANTANEA PIEMONTESE) •SERVIZIO ESTERO DELLE QUOTAZIONI DEI CAMBI • FINANZIAMENTI AGEVOLATI ^SERVIZIO BORSA NEL MONDO)

PER L'ARTIGIANATO E L'AGRICOLTURA

Gente che insieme crea, conquista, espande,

migliora la qualità della vita.

CASSA DI RISPARMIO

DI TORINO

200Sportelli in Piemonte e Valle d'Aosta}

sognando California. Hanno unito

i loro oceani con nastri di ferro. Hanno cominciato con accette ed abeti,

chiodi e mazze. Hanno cominciato

mettendo un chiodo dopo l'altro verso occidente sognando California. Hanno eretto città d oro e di petrolio. Hannocominciatocon setacci picconi e tronchi cavi. Hanno cominciato setacciando torrente dopo torrente verso occidente sognando California. J J ihanno

chiamati pionieri. Hanno eretto città, stadi e imprese

(3)

Fiat vuole che"know how"

diventi una parola italiana.

L'automobile come atto di

fantasia: la matita corre sulla carta,

ferma una sensazione, un'idea.

Il processo d'intuizione si articola,

si sviluppa percorrendo vie nuove

e originali, fino a dar luogo a un

fenomeno importante come

l'"italian design". Ma tutto non si

esaurisce nell'intuizione della

forma: oggi, infatti, pensare a

un'auto come oggetto fine a se

stesso non ha più senso, perchè

insieme all'auto nuova deve

nascere un nuovo sistema di

progettare, di costruire.

L'italian design si integra

dunque in un più vasto sistema

di conoscenze tecnologiche:

è un "know how" italiano

che prende spunto

dalla costruzione

automobilistica,

ma che va

oltre

l'automobile.

L'impiego sempre più ampio

dell'elettronica e degli automatismi

per la progettazione e la produzione

costituisce la premessa per altre,

più vaste, applicazioni.

L'auto stimola programmi

di ricerca di grande respiro:

l'analisi dei tecnici che

ricercano innovazioni

in campo automobilistico dà

origine a conoscenze ed a

prodotti che potranno essere

impiegati anche in campi

differenti.

Così, ogni progresso tecnico

nella conoscenza del prodotto

automobile segna una tappa

all'interno di un più generale

progredire del know how italiano,

e l'"automobile tecnologica"

si presenta come serbatoio di

esperienze, come testimonianza di

una capacità più matura ed evoluta

di pensare e fare le cose.

La tecnologia '

può così

merce

scambio

internazionale, e un paese che,

come il nostro, si fonda

su un sistema industriale

di trasformazione, può esportare

non solo prodotti che pure

incorporano conoscenze teoriche e

pratiche di prim'ordine,

ma anche know how.

La ricerca assume dunque una

precisa funzione economica, si

presenta come risorsa primaria, nel

momento in cui, non avendo la

possibilità di esportare ferro o

carbone o petrolio, si possono

esportare idee e conoscenze. Ad

esempio, l'impianto robogate, che è

anno

in grado di risolvere alla radice

il conflitto permanente tra la

flessibilità della domanda di

mercato e la rigidità della

forza-lavoro.

Ad esempio, il sistema di

analisi strutturale che è stato

impiegato nella progettazione delle

scocche. E sono, questi, soltanto

due episodi all'interno di un più

vasto progetto evolutivo, che vuole

raggiungere obiettivi

di importanza

fondamentale,

come la

riqualificazione

dell'ambiente di

lavoro e il

consegui-di sicurezza e affidabilità

sempre maggiori per il prodotto.

L'automobile è dunque, oggi,

banco di prova per nuove

tecnologie, incentivo per la ricerca,

stimolo a promuovere sinergie

tra settori diversi.

Non a caso gli undici settori

che costituiscono la Fiat

si articolano come un enorme

insieme di vasi comunicanti di

tecnologia: le conoscenze passano

dall'uno all'altro, confrontandosi,

completandosi, i prodotti si

affinano, il processo complicato

e affascinante dell'evoluzione,

sempre più ampio, continua.

(4)

CENTRO ESTERO

CAMERE COMMERCIO PIEMONTESI

IL CENTRO ESTERO

CAMERE COMMERCIO

PIEMONTESI

è stato costituito per aiutare gli operatori a risolvere TUTTI i problemi connessi all'esportazione: commerciali, doganali, valutari, assicurativi, giuridici, finanziari, ecc.

L'assistenza è fornita sia con iniziative generali di INFORMAZIONE E FORMAZIONE, sia con iniziative specifiche di CONSULENZA e PROMOTION.

A) Informazione

Il Centro intende sopperire alla sempre maggiore necessità di informazioni da parte delle aziende su normativa italiana, normativa estera, notizie commerciali tramite:

• Pubblicazioni periodiche.

• Comunicazioni scritte agli utenti secondo necessità ed esigenze espresse e registrate in apposito schedario.

• Riunioni su temi generali o specifici (incontri su normativa italiana,

giornate di incontri con esperti di Paesi esteri, presentazione di studi di mercato, ecc.).

B) Formazione

Per consentire il costante aggiornamento professionale dei funzionari, il Centro organizza: • Corsi di prima formazione per un approccio

ai problemi dell'esportazione.

• Corsi di formazione per funzionari di azienda addetti all'export.

• Giornate di studio su temi specifici (finanziamento ed assicurazione del credito all'esportazione, disposizioni valutarie, sistemi di distribuzione diretta o tramite agenti e concessionari, ecc.).

C) Consulenza

Per risolvere i problemi specifici delle aziende nel corso delle singole operazioni con l'estero, il Centro offre:

• Consulenza Marketing

(ricerche di nominativi, studi di mercato, dati economici e statistici, norme valutarie, problemi finanziari ed assicurativi).

• Consulenza doganale

(legislazione doganale, regime delle importazioni ed esportazioni, procedure semplificate,

documenti amministrativi, normativa CEE ecc.). • Consulenza contrattuale e giuridica

(contratti con agenti e concessionari stranieri, licenze di brevetto e know-how, arbitrato internazionale, modelli di contratti in più lingue).

D) Promotion

Per fornire una valida guida per la penetrazione nel mercato estero ritenuto più conveniente per un dato prodotto, il Centro mette a disposizione la sua organizzazione per: • Missioni di operatori italiani all'estero. • Partecipazioni a mostre e fiere specializzate. • Attività di pubblicità all'estero sui vari canali di informazione, anche tramite inviti in Italia a giornalisti stranieri.

• Curare visite di operatori esteri in Italia e dare loro assistenza per contatti d'affari con imprese piemontesi.

(5)

RIVISTA DELLA C A M E R A DI C O M M E R C I O INDUSTRIA ARTIGIANATO E A G R I C O L T U R A DI TORINO

>

S O M M A R I O

3 Po, Dora, Sangone, Stura nel territorio torinese

Parte prima. Il paesaggio fluviale nell'ambito regionale e comprensoriale. Alcuni riferimenti al sistema fluviale nella

organizzazione territoriale

Marisa M a f f i o l i

89 Per un po' in Cina Bruno Cerrato

112 Borsa rifiuti industriali: un'indagine tra le industrie torinesi * * *

116 Tra i libri 127 Dalle riviste

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni debbono essere indirizzati alla Direzione della rivista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la Direzione della rivista né l'Amministrazione camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono essere inviate in duplice copia. È vietata la riproduzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si resti-tuiscono.

Editore: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino. Presidente: Enrico Salza

Giunta: Domenico Appendino, Mario Catella, Giuseppe Cinotto, Renzo Gandini, Franco

Gheddo, Enrico Salza, Alfredo Camillo Sgarlazzetta, Liberto Zattoni.

Direttore responsabile: Giancarlo Biraghi Vice direttore: Franco Alunno

Redattore capo: Bruno Cerrato impaginazione: Studio Sogno

Direzione, redazione e amministrazione: 10123 Torino Palazzo degli Affari -Via S. Francesco da Paola, 24 - Telefono 57161.

± In copertina:

Particolare di

« Rive dei Po a Torino »,

(6)

Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e Ufficio Provinciale Industria Commercio e Artigianato

Sede: Palazzo degli Affari Via S. Francesco da Paola, 24

Corrispondenza : 10123 Torino Via S. Francesco da Paola, 24 10100 Torino - Casella Postale 413.

Telegrammi : Camcomm Torino.

Telefoni: 57161 (10 linee).

Telex: 23247 C C I A A Torino. C/c postale: 2/26170.

Servizio Cassa:

Cassa di Risparmio di Torino. Sede Centrale - C/c 53. Borsa Valori 10123 Torino

Via S a n Francesco da Paola, 28.

Telegrammi : Borsa. Telefoni: Uffici 54.77.04 Comitato Borsa 54.77.43 Ispettorato Tesoro 54.77.03. Borsa Merci 10123 Torino Via Andrea Doria, 15.

Telegrammi : Borsa Merci Via Andrea Doria, 15.

Telefoni: 55.31.21 (5 linee). Gabinetto Chimico Merceologico (presso la Borsa Merci) 10123 Torino

Via Andrea Doria, 15.

(7)

PO, DORA, SANGONE

STURA

NEL TERRITORIO

TORINESE:

materiali

per l'analisi del rapporto

Tra paesaggio fluviale

e paesaggio urbano

Marisa Maffioli

(8)

Quasi con una certa analogia con le im-magini molteplici e contrastanti offerte dai percorsi fluviali stessi, questa ricerca sul paesaggio fluviale torinese allinea, ordinandoli, note, documenti ed osser-vazioni. L'intento è chiaramente descrit-tivo, ma è orientato, indagando sull'in-sieme e sul rapporto dei problemi coin-volti, a delineare potenzialità e compro-missioni di questo paesaggio, come ele-menti da sviluppare e/o come nodi da sciogliere per riproporre il tema in chia-ve, intanto, problematica e successiva-mente propositiva.

Studiare da questo punto di vista il pae-saggio fluviale porta ad identificare que-sta risorsa naturale-territoriale come supporto possibile di nuove connessioni d'uso, con le quali cercare di rendere più evidente di quanto non sia sinora avvenuto che « creare e conservare sono inseparabili: conservare è un creare in permanenza »

Fra gli obiettivi di una riorganizzazione territoriale tendente a riallacciare con-servazione e utilizzazione delle risorse, il paesaggio fluviale — espressione cir-coscritta ma viva del rapporto natura-cultura che ha dato forma al territo-rio, — non è certo un argomento irrile-vante; e in questo senso si esprimono infatti anche le ipotesi di piano che sa-ranno qui documentate. Risulta quindi contraddittoria con tale considerazione di base — apparentemente contradditto-ria, in quanto le cause si identificano in precise linee politiche e socio-culturali — la misura reale delle attuali dimen-sioni di marginalità delle aree gravitanti lungo il paesaggio fluviale. Come vedre-mo, sono infatti riconoscibili, a Torino e nell'area torinese2, gli effetti di un

pro-cesso crescente di marginalizzazione del paesaggio fluviale.

Se non si vuole accettare di considerare irreversibili né le condizioni di estra-neità e disinteresse per il paesaggio flu-viale nel contesto urbano, né uno stato di permanente disequilibrio naturale nel territorio, appare necessario e urgente un progetto articolato e approfondito per questo paesaggio che riprenda e sviluppi, alla scala comprensoriale co-me alla scala urbana, quelle preco-messe or-mai individuate come obiettivi di piano; un progetto quindi non unidimensionale

o sporadico, ma invece esplicito sulle scelte, sulle procedure e sulle responsa-bilità di intervento.

Collocate in questo contesto, le variabili dell'analisi paesistica possono contribui-re a dacontribui-re soluzione operativa al tema del paesaggio fluviale, o meglio dei di-versi paesaggi fluviali presenti sul terri-torio regionale; e in tal senso non è fuo-ri luogo un fuo-rifefuo-rimento alle espefuo-rienze e realizzazioni europee. L'analisi paesi-stica, oltre a valere come proposta per suscitare, intanto, l'interesse per luoghi prossimi ma misconosciuti (premessa questa per qualsiasi progetto di riappro-priazione e riorganizzazione dello spazio comune) rappresenta infatti un proces-so conoscitivo e progettuale per com-porre e ricostruire, saldando risorse ed uso socializzato in interventi corretti e qualitativamente significanti, lo spazio e l'immagine del paesaggio fluviale. Tale è la prospettiva secondo cui si orienta l'indagine che segue; e che ne giustifica l'interesse, anche se essa si risolve, evidentemente, in un primo av-vicinamento al tema del paesaggio flu-viale, che rimane tutto da sviluppare.

N O T E

1 La citazione è tratta da W. DILTHEY,

L'ana-lisi dell'uomo e l'intuizione della natura, 1927, che la riprende sintetizzandola da un passo di Descartes nei «Principia». Naturalmen-te la nostra inNaturalmen-tenzione non è tanto quella di « conservare » Cartesio ma piuttosto quella di ricordarci che la razionalità critica a cui poter attingere anche per conservare e riinventare il paesaggio naturale e costruito, non è nata in Europa l'altro ieri.

2 Dove sono presenti anche se attutiti i

ri-flessi di un fenomeno più ampio che ha in-teressato l'intera area del bacino padano, co-me co-messo in evidenza dalla indagine illustrata dalla recente mostra itinerante « Padania - Cul-tura e territorio».

Questa indagine ha richiesto disponibilità e diversi contributi che vorrei — non formal-mente — ricordare, perché ritengo che senza di essi questo lavoro di raccolta di dati e di elementi per una riorganizzazione del

(9)

IL PAESAGGIO FLUVIALE NELL'AMBITO REGIONALE E COMPRENSORIALE ALCUNI RIFERIMENTI AL SISTEMA FLUVIALE NELL'ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE

Il sistema fluviale e le delimitazioni po-litico-amministrative degli enti locali territoriali.

Elementi di ricomprensione storica e si-tuazione attuale dell'organizzazione ter-ritoriale connessa alla presenza fluviale.

La distribuzione degli insediamenti. Le infrastrutture di collegamento. Note sulla navigabilità dei fiumi e delle vie d'acqua regionali.

Caratteri del paesaggio fluviale e pae-saggio rurale.

Paesaggio fluviale e paesaggio agrario nel comprensorio di Torino.

Reti irrigue e paesaggio agrario. Nota sul Canale Cavour.

Problemi di conservazione e di utiliz-zazione del paesaggio fluviale e delle ri-sorse idriche.

Condizioni e regolamentazioni dell'al-veo fluviale.

Nota sul regime di proprietà delle spon-de spon-dei fiumi.

Aree di esondazione come condiziona-mento territoriale.

Asportazione di materiali alluvionali da-gli alvei.

Regolamentazione e sistemazione idro-geologica dei bacini fluviali.

Modi di utilizzazione delle risorse idri-che.

Nota sulle risorse idriche come fonte energetica.

Note sull'inquinamento e il risanamento delle acque fluviali.

LE INDICAZIONI DI PIANO PER IL PAESAGGIO FLUVIALE NEL COMPRENSORIO

E NEL COMUNE DI TORINO

Le ipotesi del Piano Territoriale del Comprensorio di Torino per il paesag-gio fluviale.

Le indicazioni del Piano Intercomunale per il paesaggio fluviale nell'area metro-politana di Torino.

Nota sulla legge regionale n. 56: uno strumento di vincolo nella utilizzazione delle sponde dei fiumi.

Il Piano Regionale dei parchi e il pae-saggio fluviale.

Le ipotesi del Piano dei parchi nel comprensorio di Torino.

Nota sul progetto per il parco del Ti-cino.

Note sulla condizione della vegetazione lungo le sponde dei fiumi.

La pianificazione urbanistica e il pae-saggio fluviale nell'area urbana.

Il paesaggio fluviale secondo l'organiz-zazione del Piano Regolatore-1908. Nòta sulla demanialità delle aree lungo le sponde.

Il paesaggio fluviale secondo l'organiz-zazione del Piano Regolatore-1959. La proposta per « La sistemazione ur-banistica delle sponde dei fiumi nel territorio del comune di Torino » -1967-68.

IL PAESAGGIO FLUVIALE NELL'AMBITO URBANO

La costruzione del paesaggio fluviale ur-bano.

I progetti francesi per un nuovo paesag-gio urbano.

La costruzione della città periferica lun-go le derivazioni d'acqua della Dora. I ponti come elementi di organizzazione nel paesaggio fluviale.

Gli interventi lungo i quattro corsi d'ac-qua torinesi:

II Po:

1970 - Progetto per la sistemazione delle rive del Po.

1974 - Proposta per l'inserimento di un nuovo asse autostradale lungo il tratto urbano del corso del Po.

Il nodo urbano attorno al Ponte del Re. I Murazzi del Po.

II nucleo verde del Valentino: parco pubblico ed area espositiva lungo il Po. L'intervento per « Italia '61 » e la siste-mazione della sponda.

Il collegamento a Moncalieri: l'area del-le Valdel-lere.

Il canale Michelotti.

Il collegamento a San Mauro: l'area della confluenza della Dora a Sassi.

La Dora:

Il Borgo Dora.

Il ponte Mosca e i Murazzi della Dora. La confluenza al Po in Vanchiglia. Il collegamento a Collegno: l'area della Pellerina.

Il Sangone:

La confluenza al Po.

Il collegamento a Beinasco, oltre la zona di Mirafiori e di Stupinigi.

La Stura:

La confluenza al Po in Bertoulla. Il collegamento a Venaria, oltre Altes-sano.

(10)

IL PAESAGGIO FLUVIALE

NELL'AMBITO REGIONALE

E COMPRENSORIALE

Alcuni riferimenti

al sistema fluviale

nell'organizzazione territoriale

Fig. 1. Il sistema fluviale regionale e le suddivisioni territoriali degli enti locali.

LEGENDA Comunità montane nel comprensorio di Torino. Parte piana e collinare nel comprensorio di Torino. Comunità montane esterne al comprensorio di Torino. Parte piana e collinare esterna al comprensorio di Torino. Confine della Regione Piemonte. Confine delle Comunità montane. Confine di Provincia

(Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli). Confine di comprensorio. Confine dei comuni. Fiumi, torrenti, laghi.

(11)
(12)

1

Fig. 2. // sistema fluviale regionale e la rete dei principali collegamenti stradali e ferroviari.

LEGENDA

Zone d'alta e media montagna alpina.

Zone di bassa montagna alpina. Zone di collina depressa e montagna appenninica. Zone di media e bassa collina ad indirizzi vari.

Zone di collina a prevalenti indirizzi viticoli e

viticoli-zootecnici.

Zone di piano-colle e altipiano. Zone di pianura.

Confine della Regione Piemonte. Confine di Provincia.

Confine delle Comunità montane.

Rete autostradale esistente ed in progetto.

Strade statali. Ferrovie. Fiumi e laghi.

(13)

F R A N C I A

Milano

Da disegno in scala 1 :250.000.

(14)

Fig. 3. Il sistema fluviale in relazione alle suddivisioni territoriali degli enti locali e alla distribuzione della popolazione nei Comprensorio di Torino.

LEGENDA

Aree di collina [ > 300 m]. Aree di pianura [ < 300 m]. Aree comprese nelle comunità montane.

Confine del comprensorio. Confine delle Comunità montane. Confine delle U.L.S.

[Unità Locali di Servizi], Fiumi e torrenti. Autostrade.

Comuni con popolazione 5.000 -f- 10.000 ab.

Comuni con popolazione > 10.000 ab.

(15)

Il sistema fluviale

e le delimitazioni

politico-amministrative

degli enti locali territoriali

Il paesaggio fluviale ha un riscontro territoriale immediatamente percettibile seguendo le linee principali della strut-tura idrografica regionale del territorio. La mappa di fig. 1, che sovrappone la maglia delle suddivisioni amministrati-ve del territorio alla rete idrografica, individua chiaramente i principali si-stemi idrografici per il necessario rife-rimento all'oggetto di questa ricerca L L'idrografia del territorio piemontese coincide appunto con l'idrografia del-l'intero tratto iniziale del bacino del Po:

il disegno strutturale del sistema idro-grafico è rappresentato dall'asta del Po, nel tratto che scorre dalle sorgenti del Monviso sino alla confluenza del tor-rente Scrivia, con tutte le diramazioni dei suoi affluenti.

Gli affluenti principali, per la conforma-zione geomorfologica della regione, in-teressano tutti, con poche eccezioni, la sponda sinistra del Po: i fiumi Dora Ri-paria, Dora Baltea, Sesia, Ticino, che scendono dalla Valle di Susa, dalla Val d'Aosta, dalla Valsesia, dal Lago Mag-giore, insieme con tutti gli altri tor-renti delle valli minori.

Fa eccezione il Tanaro, che in sponda destra, collega al Po le valli di Cuneo, solcando le colline astigiane.

La mappa di fig. 1 riprende quindi nel-la sua totalità il sistema idrografico pie-montese che è comprensivo dei 25 si-stemi idrografici, cosi come individuati e descritti nella loro situazione di fatto in una recente proposta per l'interven-to regionale in materia di difesa e si-stemazioni idrogeologiche2.

La stessa mappa indica come la perime-trazione ai confini nazionali e regiona-li raccolga tutta la parte alta del baci-no del Po, racchiusa dal giro delle Al-pi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, con una sostanziale

identi-tà tra regione fisiografica e regione po-litico-amministrativa, se consideriamo l'insieme Piemonte-Val d'Aosta. In que-sto senso, qualche lieve difformità va ri-levata in corrispondenza di alcuni baci-ni montabaci-ni sul confine ligure; più im-portanti invece le difformità tra gli an-damenti del confine regionale e del si-stema idrografico rilevabili in corri-spondenza della Lomellina e dell'oltre Po, zona attraversata da tutto il tratto finale della Agogna, del Terdobbio, e del Ticino (fiume di frontiera con la re-gione lombarda, la cui sua confluenza al Po è segnata dalla localizzazione di Pavia).

Notiamo questa situazione di comples-siva coerenza tra il disegno dell'anda-mento fluviale e quello della perimetra-zione regionale, che assume rilevanza nell'ipotesi di un piano regionale ter-ritoriale, che indichi anche proposte d'uso per il sistema fluviale raccordate a livello interregionale e intercompren-soriale.

È evidentemente la vicenda storico-po-litica del territorio che potrebbe preci-sare come in generale un corso d'acqua, cioè un elemento con unità geomorfolo-gica, viene invece inteso piuttosto qua-le equa-lemento di suddivisione territoriaqua-le. Al corso d'acqua, che è segno di imme-diata identificazione nel paesaggio, vie-ne infatti attribuita una costante fun-zione di riferimento nella ripartifun-zione fondiaria.

Cosi' la percezione di un elemento natu-rale, il fiume, trasforma e accentua la realtà visiva motivandola insieme di un significato diverso, di segnalazione dei limiti di territorialità e di proprietà. Si snatura in questa convenzione d'at-tribuzione quella valutazione e perce-zione della unitarietà funzionale del-l'eco/sistema fluviale, per altro già

(16)

»s

sivamente evidente nella caratterizza-zione del paesaggio fluviale sull'insieme del territorio attraversato.

È nota la necessità di superare le difformità tra tali modi di valutazione in un'ottica di intervento progettuale stabilendo precise e unitarie relazioni tra le sponde; necessità che si manifesta ai diversi livelli di pianificazione, dal-l'intervento regionale — ad esempio nel caso del parco regionale del Ticino — all'intervento comunale — vedremo la linea di confine lungo le anse del Po, ad esempio tra Carignano e Carmagnola.

Portato a coincidere con un elemento di separazione, con un effetto/barriera, il fiume diventa una struttura di suddi-visione territoriale che implica la rego-lamentazione dei vantaggi e degli svan-taggi propriamente connessi a questa ri-sorsa e alla sua utilizzazione.

Non a caso la regolamentazione giuri-dica delle acque interne è un'importante problematica storica che sviluppa la de-finizione e i modi di tutela dei corsi d'acqua, quali bene comune, attraverso le norme di diritto pubblico e privato. L'interpretazione del fiume come linea di confine « naturale » consolidato co-me confine amministrativo è ricostruibi-le seguendo lo sviluppo storico riale, ed è verificabile per scale territo-riali assai diverse.

Ad esempio, possiamo dapprima osser-vare in quale rapporto si pone il bacino del Po rispetto alle suddivisioni regio-nali dell'intera Italia settentrionale. La pianura Padana può essere conside-rata nel suo insieme come una sola, enorme, unità morfologica interessata dall'intero bacino del Po, all'interno del-la quale sono riconoscibili quelle diffe-renziazioni dovute all'intenso processo antropico; in quanto anche appoggiato alle diverse caratteristiche morfologiche del paesaggio della pianura variabili a nord o a sud del Po, o ancora nella zona del delta.

La regione fisica padana viene suddivi-sa dalle delimitazioni amministrative proprio secondo la localizzazione dei principali affluenti del Po, che assumo-no pertanto un carattere ed un ruolo interregionale, con conseguenti proble-mi di gestione.

Tale norma — che vede, per tutto il suo corso il Po inteso quale linea di

confine tra Emilia e Lombardia, ed Emi-lia e Veneto — viene appunto contrad-detta solo dalla Lombardia nei due brevi tratti corrispondenti al Ticino e al Mincio, inclusi nel tratto finale del suo perimetro regionale.

11 riconoscimento dell'unitarietà e l'in-terdipendenza dei problemi legati al si-stema fluviale ha portato del resto al-l'istituzione del Magistrato del Po per il coordinamento di tutti i problemi del-l'assetto idrologico dell'area padana. Rimane un problema politico tuttora aperto l'ipotesi e la possibilità di impo-stare un programma interregionale di organizzazione territoriale per l'intera Pianura Padana, raccordabile, come area unitaria, sulla configurazione del bacino del Po. Si potrebbe, se l'argo-mento non costituisse un riferil'argo-mento troppo ampio per gli obiettivi e i limiti di questa ricerca, indicare le ipotesi che sono state avanzate a questo proposito sul tema della Padania.

Il processo di trasformazione socio-eco-nomico ha certamente indotto nella organizzazione territoriale dell'area pa-dana fenomeni di scompensi e ha con-solidato situazioni di marginalità, pur all'interno di una area omogenea come quella della più ricca pianura italiana solcata dal Po, e, ora, dai corridoi infra-strutturali della ferrovia e della grande viabilità.

In questo contesto, un elemento di con-tinuità fisico-morfologica, importante e condizionante come il corso del Po, è stato individuato come l'asse struttura-le di sviluppo, qualora la sua ristruttura-levan- rilevan-za e potenzialità venga rivalutata all'in-terno di un programma unitario di svi-luppo economico e territoriale; l'indica-zione in tal senso è per uno sviluppo non monofunzionale del paesaggio del Po, attraverso un'integrazione del cor-ridoio naturale del fiume con le va-lenze produttive e insediative di un ri-costruito paesaggio del P o3.

All'interno di questo disegno territoria-le, il Piemonte ha una posizione secon-daria, in parte collegata alla diversità del paesaggio del Po nel tratto pie-montese.

La mappa di fig. 1 riprende e mette in evidenza il rapporto che intercorre tra il sistema idrografico e gli ambiti ter-ritoriali degli enti locali operanti sul

territorio regionale; oltre alle suddivi-sioni comunali, sono infatti riportate le sei delimitazioni provinciali e la nuova perimetrazione dei quindici comprenso-ri, istituiti con recente legge regionale. Da queste sovrapposizioni si possono dedurre osservazioni diverse per quan-to riguarda, nei tre casi considerati, la confrontabilità dei due sistemi indipen-denti, il sistema naturale della rete flu-viale, e il sistema delle suddivisioni ter-ritoriali, valido a livello giuridico-am-ministrativo; che sono peraltro scarsa-mente omogenei.

Può tuttavia interessare la verifica di questo rapporto di omogeneità qualora lo si filtri con l'indagine storica e qua-lora lo si riveda nella prospettiva di interventi di pianificazione del sistema fluviale.

A livello locale la perimetrazione comu-nale rimanda piuttosto al disegno sto-rico della distribuzione degli insedia-menti iniziali che ha stabilito, con la presenza degli elementi naturali più ri-levanti, e in particolare con i corsi d'acqua, un rapporto preciso e definito da una matrice ancora oggi in larga misura identificabile e riconoscibile. Allo stesso modo possiamo verificare come si sovrappongano il disegno del sistema idrografico e il disegno delle delimitazioni comunali piemontesi e leggerne le modificazioni avvenute lo-calmente.

(17)

territoriali, dovrà esprimere — a partire dall'attuale situazione di fatto — gli obiettivi per la riorganizzazione del ter-ritorio.

Vediamo quindi questi due casi, sem-pre col riferimento cartografico indi-cato.

In sponda sinistra del Po, Dora Baltea, Sesia e Ticino delineano una spartizione territoriale che è stata ripresa dalle sud-divisioni provinciali, relative alle pro-vince di Torino, Vercelli, Novara, men-tre in sponda destra, il bacino del Ta-naro viene intercettato dalla perimetra-zione delle province di Cuneo, Asti e Alessandria (vedi fig. 1). La provin-cia di Cuneo, appunto largamente 'in-teressata dal tratto iniziale del Tanaro, comprende anche il primo tratto del cor-so del Po, con i suoi primi affluenti di destra, i torrenti Varaita e Maira, le cui confluenze al Po appartengono tut-tavia già alla provincia di Torino. Tut-to il tratTut-to del Po infatti, che va dalla confluenza del. Pellice alla confluenza della Dora Baltea, ed è progressivamen-te segnato dai punti di confluenza ravvi-cinati di tutti gli altri affluenti, interessa la provincia di Torino.

I problemi legati alla sistemazione idraulica sono quindi particolarmente consistenti per sua stessa conformazione territoriale, nella provincia di Torino. La mappa in fig. 1 precisa anche il rap-porto tra le perimetrazioni provinciali, le perimetrazioni comprensoriali, e il si-stema idrografico regionale, un rapporto che è utile rivedere proprio in quanto costituisce attualmente un livello di coordinamento problematico nella sud-divisione delle competenze sulle risorse idrauliche.

La provincia, che ha rappresentato la più estesa circoscrizione amministrati-va nella suddivisione del nostro Stato sino al momento del decentramento re-gionale, costituisce ancora tutt'oggi una unità base delle suddivisioni tecnico-amministrative, in quanto non è ancora avviato il riscontro tra ambiti operativi diversi e tra le rispettive competenze di settore.

Riscontro che dovrebbe permettere di ri-vedere i programmi di sistemazione idraulica nell'ottica dei piani di bacino fluviale; e che d'altronde, avendo la Re-gione assunto, con il recente decreto sul

decentramento del gennaio '78, molte delle competenze in materia di politica delle acque, prima attribuite allo Stato, dovrebbe trovare ora effettiva soluzione. Riprendendo le precedenti indicazioni a livello di comprensorio si costituisce il quadro di riferimento più pertinente per dare una dimensione prospettica e operativa ad una ricerca organica sul paesaggio fluviale.

Il paesaggio fluviale rientra tra i proble-mi territoriali che devono trovare una coerente impostazione che ne precisi l'inquadramento rispetto agli indirizzi e alle procedure di pianificazione territo-riale in atto.

Ora, accanto agli ambiti amministrativi comunali e provinciali, gli ambiti com-prensoriali e subcomcom-prensoriali, corri-spondono a livelli intermedi e appro-priati per l'impostazione del tema che qui studiamo.

Gli stessi riferimenti valgono quindi già a livello descrittivo delle problematiche inerenti al paesaggio fluviale, in quan-to tale descrizione è qui proposta come introduttiva e funzionale a successive precisazioni, necessarie ad una più compiuta analisi e ad un eventuale prO' gramma progettuale.

L'istituzione e la conseguente perimetra-zione dei Comprensori, come livello sub-regionale, implica l'articolazione in pia-ni territoriali di coordinamento com-prensoriali del piano territoriale regio-nale, che dovrebbe tradurre gli orienta-menti e le linee del piano di sviluppo regionale.

Nell'area del Comprensorio di Torino le attuali ipotesi di pianificazione del paesaggio fluviale a scala territoriale hanno riscontro, come vedremo, coi do-cumenti di piano, relativi, dapprima, al piano intercomunale e, ora, al piano comprensoriale in corso di elabora-zione.

Attorno al primo, si è dibattuta la questione della perimetrazione dell'area metropolitana, circoscritta poi alla la e

2a cintura dei comuni attorno a Torino.

L'ambito territoriale dell'area torinese, cosi come disegnato dalle modificazioni territoriali indotte dal processo di pola-rizzazione attorno a Torino consolida-tosi negli ultimi 20/25 anni, e cosi co-me prescelto nelle successive ipotesi di ristrutturazione territoriale, era quindi

staio fatto coincidere dapprima con i 53 comuni dell'area metropolitana 4,

al-largati successivamente ai 230 Comuni dell'area ecologica5; la perimetrazione

dell'area ecologica è stata infine sostan-zialmente trasferita in quella del Com-prensorio di Torino (vedi fig. 3). Rispetto alla delimitazione provinciale, il Comprensorio di Torino presenta una perimetrazione territoriale che risulta largamente sovrapponibile, anche se germente più ristretta, come si può leg-gere in fig. 1; tuttavia il rapporto tra comprensorio e sistema idrografico è meno precisabile di quanto non avven-ga per la provincia, soprattutto per quanto riguarda il caso del Pellice e del-la Dora Baltea, del-la maggior parte del corso dei quali appartiene ai rispettivi comprensori di Pinerolo e di Ivrea, ma ad esclusione delle rispettive aree di confluenza al Po, che appartengono invece all'adiacente comprensorio to-rinese.

Come vedremo oltre, discutendo le ipo-tesi del PTC, la dimensione compren-soriale è la dimensione adeguata per impostare un progetto organico di pia-nificazione paesistica del sistema flu-viale, in relazione cioè con il disegno dello sviluppo territoriale in atto e pre-visto e con il disegno ecologico del con-testo naturale.

All'interno del comprensorio possono essere verificate successivamente le ar-ticolazioni di questo progetto; se per una prima impostazione dei problemi trattati in questa ricerca è infatti neces-sario dare una dimensione comprenso-riale di riferimento, tuttavia per la lo-ro precisazione va necessariamente con-siderata una dimensione subcomprenso-riale. Nel comprensorio di Torino, le di-mensioni subcomprensoriali si possono identificare intanto con le suddivisioni corrispondenti alle Comunità Montane, e alle Unità Locali dei Servizi, riportate in fig. 3.

Alle prime competono evidentemente tutti i bacini montani, che presentano le caratterizzazioni specifiche del paesag-gio fluviale nelle vallate alpine; le se-conde, interessano il territorio pianeg-giante percorso dai corsi d'acqua, che suddividono in settori secondo la trama illustrata in figura. Saranno da condur-re su questi livelli intermedi quelle pcondur-re-

(18)

cisazioni in tema di paesaggio fluviale, che traducono le ipotesi d'insieme in analisi progettuali; identificando le uni-tà di paesaggio fluviale caratterizzanti e verificando in esse la congruenza dei diversi interventi settoriali, individuati necessari come per gli obiettivi di piano.

N O T E

1 Cfr. anche, alla scala 1:100000, la « C a r t a del

Piemonte » recentemente pubblicata a cura del Servizio Cartografico dell'Assessorato alla piani-ficazione e gestione urbanistica.

Il rapporto tra il sistema naturale e il sistema insediativo sul territorio regionale illustrato in questa cartografia è pure l'oggetto della Carta

del Piemonte e degli Stati annessi elaborata

dal-l'arch. A. Cattaneo a Torino nel 1800, che rico-struisce sulla base dei documenti cartografici al-lora disponibili, la situazione idrografica in Pie-monte, insieme con la distribuzione territoriale. A commento di questa mappa G. T. Michelotti scriveva, rilevando l'importante sviluppo della più minuta distribuzione della rete idrografica: «_I1_ tronco principale del fiume lo vedremo for-mato da molti rami minori, e questi di moltis-simi ramoscelli gradatamente sempre più pic-coli ».

Da G . T . MICHELOTTI, Saggio idrografico del

Pie-monte, edito in Roma, MDCCCIII, per i tipi

di Antonio Fulgoni.

2 IRES, Rapporto sulla difesa idrogeologica in

Piemonte, Torino, 1975.

1 25 sistemi idrografici analizzati in questo stu-dio sono:

1) Toce, Ticino, Terdobbio; 2) Agogna; 3) Sesia; 4) Dora Baltea; 5) Chiusella; 6) Orco, Soana; 7) Malone; 8) Stura di Lanzo e Ceronda; 9) Dora Riparia; 10) Sangone, Chisola, Lemina; 11) Pel-lice, Chisone; 12) Alto Po; 13) Varaita; 14) Mai-ra; 15) Grana, Mellea; 16) Stura Demonte; 17) Gesso-Vermagnasca, Pesio; 18) Torrenti del Monreg.; 19) Alto, Medio, Basso Tanaro; 20) Bel-bo; 21) Bormida; 22) Orba, Lemme; 23) Scrivia; 24) Curone; 25) Bacini minori del Monferrato e delle Langhe.

3 Cfr. tra le dieci relazioni presentate al secondo

congresso nazionale del Po, organizzato a Man-tova nell'ottobre 1971, G. Mercandino, Il

terri-torio del Po asse portante fondamentale di tutti i modelli di assetto della Valle Padana.

La rivista « P a r a m e t r o » ha presentato nel 1972 un numero speciale (8-9) su « il Po e il suo ter-ritorio », che con vari contributi ha affrontato alcuni aspetti inerenti all'organizzazione del ba-cino del Po.

Con l'esposizione « Padania - Cultura e territo-rio - Una mostra in costruzione » si è, lo scorso anno, riproposta la problematica del territorio pa-dano, come progetto conoscitivo.

4 Tale perimetrazione, corrispondente alla

secon-da cintura di Torino, era già stata indicata in fase di elaborazione di Piano Intercomunale; ed è stata adottata come dimensione di riferimen-to anche per successive analisi terririferimen-toriali. In

un recente lavoro, SITECO (a cura di), La

pia-nificazione territoriale nell'area torinese, Torino,

1976, è stato presentato un quadro preciso sulla consistenza dei fenomeni in atto, a supporto di una ipotesi di organizzazione territoriale.

5 Come nota a margine, occorre qui precisare

(19)

Elementi di ricomprensione storica

e situazione attuale

dell'organizzazione territoriale

connessa

alla presenza fluviale

LA DISTRIBUZIONE DEGLI INSEDIAMENTI

Le informazioni fornite dalla lettura delle figure precedenti introducono il rapporto tra paesaggio fluviale e pae-saggio urbano cosi come si configura oggi, da un punto di vista distributivo, nel territorio regionale e nel compren-sorio di Torino.

Come fattore di'organizzazione territo-riale, la presenza del sistema fluviale ha stabilito, con la distribuzione e con le specifiche localizzazioni degli insedia-menti, una relazione precisa e motiva-ta.

Pur attraverso il succedersi delle trasfor-mazioni, anche nella situazione attuale, la matrice delle relazioni tra fiumi e in-; sediamenti può quindi essere ritrovata

nella permanenza territoriale delle pre-j cedenti forme di occupazione dello

spa-zio lungo i corsi d'acqua.

Sarebbe certamente significativo verifi-care questa caratterizzazione del paesag-gio fluviale nei vari tratti subcompren-soriali, analizzando cioè, nella sua per-manenza e nelle sue modificazioni, il rapporto tra le due strutture, quella na-turale e quella insediativa, sia per quan-to riguarda la tipologia distributiva ter-ritoriale, sia per quanto riguarda lo svi-luppo dei nuclei di agglomerazione. In tal senso, come prima indicazione per istituire un termine di confronto adeguato, possiamo osservare le imma-gini della situazione, insieme lontana e presente, a un diverso periodo stori-co; le mappe storiche qui pubblicate, che si riferiscono soprattutto a docu-menti cartografici del sec. XVIII, con-sentono di ritrovare, nella sua eviden-za grafica, il rapporto tra paesaggio

flu-viale e paesaggio costruito (vedi figu-re da 4 a 15). La serie riguarda, insie-me con una rappresentazione dell'intero corso del Po e del suo tratto piemon-tese, essenzialmente l'area che qui ci interessa, cioè Torino, estesa alla sua cintura e al comprensorio (vedi in par-ticolare figg. 11 e 7).

In queste rappresentazioni degli insedia-menti lungo i fiumi, si enuclea quella caratterizzazione portante del paesaggio fluviale espressa dall'organizzarsi degli scambi e dello spazio territoriale lungo di esso.

È possibile leggere il modificarsi delle relazioni tra fiumi e insediamenti già nella diversa grafia adottata nelle suc-cessive descrizioni cartografiche di To-rino e la sua cintura; avvicinando ad esempio le rappresentazioni settecente-sche alle rilevazioni ottocentesettecente-sche e at-tuali, che illustrano questo e altri para-grafi della ricerca.

Si è infatti progressivamente ridotta l'importanza grafica del segno fluviale nella rappresentazione, parallelamente ad un processo di valutazione riduttiva dei caratteri morfologico-naturali nel progressivo intervento di dominio sul territorio, sempre meno condizionato (apparentemente) dalla struttura na-turale.

L'organizzazione spaziale della struttu-ra insediativa nell'area dei corridoi flu-viali è dipendente da molte variabili, anche in quanto traccia delle modifica-zioni d'uso del suolo indotte dai proces-si socio-economici; e certamente la tra-sformazione da un punto di vista for-male e quantitativo delle tipologie inse-diative costituenti il paesaggio fluviale è una componente da intendersi all'inter-no del processo generale di sviluppo territoriale.

Tuttavia una traccia della configurazio-ne dell'impianto territoriale settecente-sco (conferma d'altronde di una preesi-stente base territoriale) e di cui abbia-mo a disposizione le rappresentazioni (vedi figg. 9 e 10) ha conservato una sua resistenza alle successive trasforma-zioni; e in tal senso potrebbe essere ri-cercata e ritrovata la spiegazione, la conferma o la rettifica delle varie forme in cui si è successivamente sviluppata la relazione fiume/abitato.

La gravitazione lungo gli assi fluviali, intesi come fattori di dispersione e / o di accentramento territoriale, le differen-ziazioni tra il paesaggio del Po e quello degli altri corsi d'acqua per quanto ri-guarda la frequenza e la tipologia, ac-centrata o sparsa, degli insediamenti lungo le sponde: secondo questi e altri parametri la relazione abitato/fiume può essere stata conservata, prolungata, vanificata, lungo la vicenda della tra-sformazione degli impianti insediativi in quella che si può riconoscere come area di influenza fluviale.

Mentre si può rilevare, anche confron-tando le mappe di figg. 4, 5 e 6, come una costante, la presenza di un corso d'acqua nei vari centri urbani piemon-tesi, le localizzazioni urbane lungo l'as-se del Po sono relativamente poco fre-quenti in Piemonte e — diversamente dalla Lombardia, dove Pavia, Piacenza, Cremona, gravitano sul Po — non ri-guardano i centri regionali più impor-tanti, con le sole eccezioni di Torino e di Casale.

La presenza del Po in Piemonte si è espressa secondo un diagramma di rela-zioni più dirette con i centri minori, che si allineano soprattutto in sponda sini-stra, e si accentua nel territorio tori-nese; ne deriva una certa marginalità

(20)
(21)

F'9- 4. Cursus Padi per Longobardiam a fonte

usque ad Ostia cum fluminibus quae in if/um se exonerant.

Aut.: Tobiam Conradum Lotter.

Data: mancante.

Se.: 7 ; 518.500.

Dim.: 132 x 59.

Tecn. gr.: incisione e stampa.

Supp.: carta con supporto di tela.

Scrit. sul verso: Po corso dei fiume dalla sua sorgente fino ai mare colli stati adiacenti delineato e dato in luce dai geografo Tobia Conrado Lotter.

A.S.T. sez. I, carte top.: A-B, Po n. 2.

(22)

Fig. 5. Le cours de Po dedié au Roy Padre Placido Agostiniano scalzo (stralcio).

Incisore: Berey.

Data: 1734. Parigi.

Se.: 1 : 253.600.

Tecn. gr.: incisione a stampa.

Supp.: carta con supporto di tela.

Scrìt. sul verso: Po carta corografica in stampa dei corso del fiume delineata e dedicata a S. M. Cristianissima dai P. Placido Agostiniano Scalzo nei 1734.

(23)

O N T

(24)

territoriale del corridoio urbanizzato che segue il corso del Po, che nel tratto piemontese ha un ruolo meno struttu-rante di quanto non avviene nei succes-sivi tratti della grande pianura padana. Per le trasformazioni socio-economiche avvenute, i paesaggi urbanizzati gravi-tanti sulla fascia fluviale sono diventati nella situazione attuale, paesaggi margi-nali — dal punto di vista economico e produttivo — anche in un'area come quella padana \

Questa marginalità, innescata dalla stes-sa riduzione dell'uso produttivo delle ri-sorse fluviali, ma consolidata da una più generale linea di modificazione strutturale nell'economia di territori ri-sultati periferici rispetto alle cosiddette « aree forti », ha influito sulle caratte-rizzazioni degli insediamenti lungo il paesaggio fluviale.

Si potrebbe verificare questo processo nell'area piemontese, e anche nel com-prensorio torinese, dove i paesaggi flu-viali sono, comunque, più diversificati: in quanto maggiormente segnati dal fe-nomeno di polarizzazione avvenuta, nei suoi effetti sia di trasformazione dei centri abitati vicini a Torino, sia di marginalità cosi indotta, nelle aree agricole adiacenti. La decisione di uti-lizzare, conservare, valorizzare il pae-saggio fluviale, deve quindi passare an-che attraverso la valutazione della pre-esistenza insediativa lungo di esso, nel-la sua consistenza attuale e nelle sue potenzialità per un progetto coordinato di sviluppo territoriale 7.

Si può notare sulla mappa regionale (ve-di fig. 1), la non casuale corrisponden-za dei capoluoghi di provincia e di com-prensorio e la localizzazione fluviale. Se analizziamo, tra i capoluoghi di provin-cia: Torino, Alessandria, Cuneo; e tra i capoluoghi di comprensorio: Fossano, Pinerolo, Casale, Borgosesia, individuia-mo alcuni dei centri nei quali è presen-te una relazione storica tra fiume/città e dove sono quindi identificabili le solu-zioni paesistiche adottate nelle successi-ve fasi della costruzione urbana; ma dove è pur sempre presente una matrice comune per un progetto nuovo che quindi riproponga oggi il rapporto fiu-me-città come potenzialità paesistica. In tal senso, a scala locale, si potrebbe verificare l'interesse che una

pubblica-zione recente 8 ha indicato e

documen-tato proprio per questa tipologia di spa-zi urbani lungo i fiumi.

Nell'area del comprensorio di Torino, la struttura del paesaggio fluviale deli-nea — al confronto con l'insieme del si-stema urbanizzato — precise caratteriz-zazioni e relazioni di reciprocità.

In quest'area il corso del Po incontra il più importante centro urbano in To-rino, in posizione baricentrica tra due tratti a monte e a valle che segnano la pianura che si prolunga dalla con-fluenza del Pellice a quella della Dora Baltea; a Torino, la caratteristica del Po quale fiume della pianura viene in parte a modificarsi per l'incontro sulla spon-da destra, del sistema collinare, che ac-compagna con una nuova caratterizza-zione morfologica tutto il successivo tratto a valle della città.

Le mappe storiche qui inserite, vedi i due gruppi di figg. 10, 11, 12 e figg. 13,

14, 15, danno una prima descrizione di questa articolazione del paesaggio flu-viale comprensoriale in due unità terri-toriali a monte e a valle di Torino; e, co-me vedremo, corrispondono a punti no-dali nella organizzazione attuale e pre-vista di tale paesaggio.

Nel comprensorio torinese, e in Piemon-te, il sistema idrografico e il sistema ur-banizzato hanno oggi evidentemente il loro nodo più importante e rappresen-tativo nel Po a Torino.

Tuttavia questo dato si è venuto con-solidando in un periodo relativamente recente, in relazione allo sviluppo cre-scente e polarizzato della città; la Tori-no capitale d'Italia, e ancor più la To-rino del momento napoleonico, presen-tava infatti una situazione di densità d'uso e di forme di urbanizzazione in rapporto al fiume più omogeneo a quel-la attuale di altre città, quali Chivasso, Casale, Cuneo, Pinerolo. La permanen-za di una immagine « stabilizpermanen-zata » del paesaggio fluviale, è quindi più evidente oggi al di fuori dell'agglomerazione to-rinese; anche se in una certa misura, la progressiva riduzione dell'interesse al-l u s o deal-l paesaggio fal-luviaal-le accomuna a Torino anche i centri minori. Questa riduzione rimanda infatti a motivazioni che hanno riferimenti comuni, in mo-delli socio-culturali, in linee di crisi dell'identità urbana che portano a

sco-raggiare ogni forma di appropriazione dello spazio urbano comune.

Nel comprensorio torinese, il confron-to tra il sistema urbanizzaconfron-to e il sistema fluviale, indica nell'area di Torino este-sa ai comuni della prima cintura, e nel-le aree gravitanti attorno a Carignano-Carmagnola da un lato, e a Brandizzo-Chivasso dall'altro, le aree di priorità per un progetto d'uso delle risorse natu-rali organizzato attorno al paesaggio flu-viale.

Si potrebbe infatti riprendere l'indica-zione della distribul'indica-zione attuale della popolazione lungo gli assi fluviali, illu-strata in fig. 3 che misura l'incidenza attuale del paesaggio fluviale nei ri-guardi della popolazione accentrata. È subito evidente che il paesaggio flu-viale è « paesaggio quotidiano » per la maggior parte della popolazione del comprensorio, anche se si tratta attual-mente, soprattutto e solaattual-mente, di un « paesaggio potenziale » al di fuori di reali possibilità d'uso.

Ma questo motiva l'interesse per dare consistenza progettuale alle indicazioni programmatiche per il paesaggio fluvia-le, che qui oltre considereremo, anche a partire dalla matrice storica delle relazioni paesistiche tra fiume/città/ter-ritorio.

N O T E

6 Cfr. per un primo riferimento la nota 3 del

paragrafo precedente.

7 Ad esempio cfr. la proposta per il Progetto per

lo sviluppo integrato dell'Adda, in « Lotus »,

n. 14/1977.

8 ROY MANN, Rivers in the city, New York,

(25)

Fig. 6. Mappa geografica esattissima delle Provincie dei Tortonese Pavese, Alessandrino, contenute dai corso dei Fiume Po, Tanaro e Tidone con l'adiacenti montagne della Liguria, novamente pubiicata nella stamperia presso le scole Palatine di Milano de Marc'Antonio dai Re, incisore in Rame.

Aut.: Marc'Antonio dai Re incisore in Rame.

Data: mancante.

Se.: 1 : 76.800 circa.

Dim.: 118 X 76.

Tecn. gr.: stampa.

Supp.: carta rilegata su tela.

Scrit. sul verso: tortonese - Carta geografica in stampa delle Provincie dei Pavese, Alessandrino e dei Tortonese contenute dai corso dei Fiume Po, Tanaro e Tidone, pubblicata da Marc'Antonio dai Re, incisore in Milano sulla scala di 1 a 76.800 circa.

A.S.T. sez. I, carta top. Tortonese.

(26)

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(27)

Fig. 7. Carta Corografica continente la linea perimetrale dei nuovo Distretto riservato per ia Regia Caccia in giusta misura conformemente aita Misura reale fatta dall'infratto Ingegnere d'ordine di S.S.R.AI. e secondo l'Istruzione di S E. il S.r C.te di Genoia Gran Cacciatore, nei 1741 e 1742.

Aut.: Gian Tommaso Monte.

Data: 1744.

Se.: 1 : 35.280.

Dim.: 169 X 125.5.

Tecn. gr.: china nera e acquarello.

Supp.: carta su tela.

Scrit. sul verso: Torino, ossia Carta corografica dei Distretto Generale riservato per le

Regie Caccie, stabbiato da S. M. H Re Cario Emanuele con diritto deiii 8 giugno 1741, formato e terminato conforme all'Istruzione di Sua Eccellenza il S. Conte di Genoia Gran Cacciatore, datt'ing. Gran Tommaso Monte nell'anno 1744, sulla scala di 1 :35.280.

A.S.T. sez. I, carte top. Torino n. 18.

Fig. 7 bis. Stralcio Fig. 7.

(28)

I

'(tA/grUt

Fig. 8. Carte Generate du Département du Po. (extraite de ia grande Carte Générale de l'Ingenieur B or gonio mise au jour 1683. rectifiée en 1772). Dressée par Monsieur La Ramée Pertinchampt Ingenieur en Chief du Corps Imperiai des Ponts et Chaussée pour servir a taire connaitre les positions geographiques des Communes. composant le di Département. pouvant egalement servir pour ia partie hidrographique et mème pour celle Itinéraire des routes classées par ie Gouvernement. que pour Statistique et Minerai.

Aut.: estratto dai Borgonio dall'ing. La Ramée Pertinchampt.

Inc.: Chianale Amati et Tela a Torino.

Data: 1807.

Se.: 1 : 194400.

Dim. 85.5 X 59.

Tecn. gr.: stampa.

Supp.: cartoncino.

Scrlt. sul verso: Piemonte ossia Carta dei dipartimento dei Po, ricavato dai Borgonio e data in luce nei 1807 dall'ing. La Ramée Pertinchampt. con osservazioni e notizie sulla scala di 1 : 194.400.

A.S.T. sez. I, carte top. Piemonte n. 3.

(29)

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Fig. 9. Carta della Provincia di Pinerolo dedicata a S. Sacra Rea/ Maestà Vittorio Emanuele Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme.

Aut.: F. Pojretti Già Soldato nei Reg.to delle Guardie.

Data: mancante.

Se.: miglia 6 = cm 6,5.

Dim.: 52 X 40.

Tecn. gr.: china nera e acquarello.

Supp. carta da disegno.

(30)

Fig. 10. Il corso del Po da Sa/uzzo a Torino con li campi che fecero li alleati nei 1690

Aut.: T. Collonello Alfonso Lambertengo. Maggiore Generale dell'esercito nello Stato di Milano.

Data: 1690?

Se.: di Miglia Tré = cm 9.

Tecn. gr.: china seppia e acquarello.

Supp.: carta da disegno.

(31)

Fig. 11. Carta che comprende il corso del Po da Torino sino a Carignano, a Rivoli.

Data: mancante.

Se.: 1 : 16.416.

Dim.: 137,5 X 96.

Tecn. gr.: china nera e acquarello.

Supp.: cartoncino da disegno.

Scrit. sul verso: Progetti di strade tendenti da Torino a Carignano, e da Monca/ieri a Rivoli - Senza data e senza sottoscrizione. Sulla scala di 1 : 16.416.

A.S.T. sez. I, carte top. A-B, Torino n. 8.

(32)

Fig. 12. Aut.: F. Patteri e altri.

Data: 1735/1790.

Se.: mancante.

Dim.: 92 x 106.

Tecn. gr.: china nera e acquarello.

Supp.: cartoncino con supporto tela.

Scrit. sul verso: tipo della strada fra Monca/ieri - La Loggia - Villastel/one (copia estratta dall'originale esistente nell'archivio delle R. Finanze) fatto da Patteri Giovanni, 1735.

(33)

Fig. 13. Tipo presentaneo del letto del fiume Po, principiando dalle fini di Gassino intersecando quelle di S. Raffaele, Brandizzo, Cimena e termine su quelle della città di Chivasso e Castagneto.

Aut.: Vittorio Bosso, misuratore.

Data: ottobre 1774.

Se.: 1 : 5.040.

Dim.: 120 X 56.

Tecn. gr.: china nera e acquarello.

Supp.: cartoncino da disegno.

Scrit. sul verso: Po piccola parte del corso de! fiume dalle fini di Gassino sino a quelle di Chivasso levato in ottobre 1774.

A.S.T. sez. I, carte top. A-B, Po n. 8. Cfr. inoltre la seguente mappa (qui non pubblicata):

Tipo regolare del corso principale del fiume Po e dei canale denominato d' Rocchi decorrente fra li territori di Gazzino, Brandizzo, Cimena, e San Raffaele e questo nel territorio di San Raffaele fatto dall'Architetto Carretto in seguito al decretto del signor conte Ferrerò delti 13 luglio 1774.

Aut. arch.: Carretto.

Data: luglio 1774.

Se.: 1 : 2.376.

Dim.: 191 X 69.

Tecn. gr.: china nera ed acquarello.

Supp.: cartone da disegno.

Scrit. sul verso: Po piccola parte del corso del fiume vicino al Brandizzo e Gassino e Cimena levato in luglio 1744 dall'arch. Carretto per particolari questioni.

A.S.T. sez. I, carte top. A-B, Po n. 9.

(34)

c o r j o d c l .TùÙj>/c ?d j o p r a l i J c r r i t o r i di * . B r a n à t z T . 0 e C h i i m j j o

' . A7* *« JH~<r+!> m» —fa*** itila Immara—fà i , J&aaJ.,,.

t imi J..r Jan a

(35)

Aut.: Carlo Maria Castelli ingegnere.

Data: 15 luglio 1751.

Se.: 1 : 4.824.

Dim.: 96 X 70.

Tecn. gr.: china nera e acquarello.

Supp.: carta da disegno.

Scrit. sul verso: Po. Corso del Fiume Po nei territori di S. Raffaele, Cimena, Brandizzo e Chivasso; levato in luglio 1751 dall'Ingegnere Carlo Maria Castelli,

per particolari questioni sulla scala di 1 :

4.824-A.S.T. sez. I, carte top. A-B, Po n. 6.

Fig. 14. Tipo in misura del corso del Fiume Po, sopra H territori di S. Raffaele, Cimena, Brandizzo e Chivasso.

(36)
(37)

. hfrni/i'/,iirA(i,rvM iman /!ù\t/.;l,in,iii nlmwi if/Int,(iliHf/imh • t/b uitffm i.:.> <•. •)•alla ,\<] i

Ilan/M/MArnmA'A//n f/iiiA tpfy/wn uniti' mila miniti, turili..

Fig. 15. Tipo regolare del corso del fiume Po dal sito in cui trovasi H porto di Castiglione sino alla confluenza di esso con quella della Sturel/a, l'andamento della quale resta pure segnato nella presente carta.

Data: 27 dicembre 1790.

Dim.: 106 X 400.

Tecn. gr.: china ed acquarello.

Supp.: carta.

A.S.T. sez. Riun. To-Acque Po 98.

(38)

LE INFRASTRUTTURE DI COLLEGAMENTO

Il rapporto distributivo esistente tra struttura insediativa e struttura fluviale nel territorio va considerato tenendo evi-dentemente presente, insieme ad esso, il connettivo rappresentato dalla rete in-frastnitturale delle vie di comunicazio-ne.

Le indicazioni date dalla fig. 2 forni-scono primi elementi per un quadro della situazione attuale di questa rete, con particolare riguardo all'incidenza della grande viabilità sul sistema flu-viale, e sugli insediamenti a questo adiacente.

Le modificazioni più rilevanti nella rete infrastrutturale sono state infatti quelle indotte dello sviluppo recente, dovute evidentemente alla crescente importanza del sistema dei trasporti nella econo-mia dello sviluppo territoriale; il fatto che, tra le variabili del progetto della grande viabilità, le questioni d'inseri-mento paesistico siano state e siano con-siderate, argomento secondario o irrile-vante risulta evidente e ormai fissato in situazioni irreversibili, in molte delle trasformazioni territoriali indotte dal nuovo sistema viario nell'area torinese. L'attenzione e l'interesse per l'imposta-zione paesistica di un tracciato come quello della autostrada Torino-Ivrea non è certo stato riproposto né egualmente ripreso negli altri casi di tracciati auto-stradali.

Si può, invece, piuttosto riconoscere una progressiva indifferenza delle scelte al-la grande viabilità, in rapporto col ter-ritorio attraversato; scelte che del resto non sono senza riferimento al fenome-no di prevaricazione tecfenome-nologica sul-l'ambiente, che conosciamo come pro-blema più generale.

In tal senso le soluzioni adottate nel-l'ambito del progetto della grande viabi-lità per superare i condizionamenti na-turali posti dai corsi d'acqua nel territo-rio attraversato possono servire per una verifica più specifica e sufficientemente significativa: come esempio, facendo ri-ferimento alla fig. 2 e alla documen-tazione più precisa della terza parte di questo lavoro, possiamo vedere i

no-di d'incontro del sistema autostradale tangenziale della cintura torinese col si-stema fluviale, sul Po, Sangone, Dora e Stura in particolare.

Tra il paesaggio preesistente e il pae-saggio indotto dall'intervento di viabi-lità può non esistere quasi alcun rap-porto di continuità; ma non solo è la perdita della qualità del paesaggio flu-viale naturale preesistente che crea il problema, quanto il modo di condurne le trasformazioni con interventi e pro-getti unidimensionali, indifferenti ed estranei al contesto paesistico.

Si vedono cosi situazioni in cui si è pro-dotta quasi una cancellazione del segno fluviale — vedi ad esempio il tratto autostradale lungo il Sangone, con ef-fetto di argine artificiale e indipendente dalla preesistenza naturale — e situa-zioni in cui, col tracciato viario, si sono ritagliati lungo il fiume degli spazi mar-ginali che, come residuati agricoli o ur-bani, rendono precaria qualsiasi utiliz-zazione successiva. In tal modo, con l'in-tervento per la sola viabilità si sono ve-nute precludendo le possibilità esistenti per il progetto « positivo » di un nuovo paesaggio fluviale: nei tracciati viari che costeggiano le sponde fluviali si sono cosi, spesso, perdute quelle indicazioni che erano disponibili — anche a partire dalla riconsiderazione delle esperienze di parkway — e si sono inoltre annul-late molte delle relazioni esistenti o possibili tra il sistema delle sponde e la trama insediativa che su questo po-teva gravitare.

Gli attraversamenti fluviali rappresenta-no un altro punto di difficoltà di inser-zione della viabilità nel paesaggio flu-viale e ancora costituiscono un elemen-to di frattura tra il sistema fluviale e il sistema della viabilità secondaria, che non può servirsi degli stessi attraversa-menti della grande viabilità.

Si ripete, infatti, il caso già presentato-si al momento dell'impianto territoriale della infrastruttura ferroviaria, venuta a portare un primo effetto di barriera arti-ficiale tra territorio fluviale e territorio abitato.

Infatti il progetto territoriale conse-guente all'introduzione della rete ferro-viaria è il primo programma infrastrut-turale di nuovo impianto che può

es-sere considerato — proprio d'altronde come l'attuale infrastruttura autostra-dale — anche per l'aspetto delle sue relazioni paesistiche col territorio attra-versato.

Tali relazioni sono da valutare coeren-temente con il progetto infrastrutturale e quindi sia nella sua dimensione d'in-sieme, come nella dimensione di det-taglio.

Si potrebbero seguire come esempi in tal senso, le scelte adottate per dare so-luzione agli andamenti paralleli dei trac-ciati ferroviari e delle linee dei corsi d'acqua che percorrono le valli, e i pro-blemi affrontati con la nuova tecnologia per il progetto delle strutture metalliche di attraversamento dei corsi d'acqua9.

Gli attestamenti in città delle linee fer-roviarie portano ad altri problemi d'in-serzione paesistica particolari, soprat-tutto là dove, nella costruzione urbana, la presenza fluviale è un elemento im-portante; ad esempio il nodo ferroviario impostato a Cuneo, e ad Alessandria,

in-serisce una reale barriera tra fiume e città che, anche se parzialmente circo-scritta a qualche tratto, non è rimasta senza rapporto con lo sviluppo urbano successivo.

D'altra parte nella valutazione attuale della rete ferroviaria esistente si potreb-be osservare che molti tratti di linee tra-sversali secondarie consentono un avvi-cinamento più puntuale e più diretto al paesaggio fluviale del comprensorio — è indicativo ad esempio il costeggiare e l'attraversamento del Po nel tratto a val-le di Torino della linea ferroviaria col-linare Torino/Asti.

Questo argomento potrebbe quindi esse-re riproposto con attenzione all'interno di un progetto di nuova utilizzazione ricreativa dello spazio fluviale nel ter-ritorio comprensoriale.

Infatti, evidentemente, tutta rete in-frastrutturale più capillare prende inte-resse in una analisi operativa del pae-saggio di sponda fluviale, e questa anali-si rimanderebbe anche alla individua-zione della matrice storica dei percorsi, per chiarirne i nessi con gli insediamen-ti e con il corso d'acqua.

(39)

ta-vole pubblicate fornisce un primo supporto di verifica iconografica. È nel periodo successivo alla restaurazione, che — cresciute le esigenze del mo-vimento commerciale — vengono ri-prese quelle proposte francesi che nel periodo precedente avevano fatto il pun-to in tema di viabilità, sia valorizzando la rete preesistente, curandone soprat-tutto la manutenzione, sia impostando interventi tesi a potenziare le grandi vie di comunicazione.

Soprattutto è in questo momento, tra gli anni 1816/17, che viene riorganizzato, da un punto di vista istituzionale e le-gislativo, l'intero settore degli interventi

territoriali comprensivi di « tutti gli og-getti relativi ai ponti, strade acque e sel-ve ».

Agli ingegneri del Real Corpo del Genio Civile dapprima aggregati al Genio Mi-litare — viene infatti affidata a partire da questi anni « l'esecuzione degli ordi-ni e istruzione emanati da una Inten-denza generale dei ponti, acque, strade e selve, che (l'anno dopo) prese il nome di Azienda Economica dell'interno, e venne posta alle dirette dipendenze del Ministro dell'Interno.

L'organizzazione del settore, tra il 1816/17 venne completata, mediante l'istituzione di un Consiglio superiore, e di un Congresso permanente (di ponti, acque, strade e selve)... Primo risultato dell'attività del Congresso permanente, in cooperazione coll'Azienda Economi-ca dell'Interno, fu la preparazione di quattro regolamenti (per ponti e strade; per le acque; per il servizio dei ponti, strade ed acque; per gli atti e contratti d'acque e strade), approvati dal re e andati in vigore con la pubblicazione delle patenti 29 maggio 1817, che rior-dinano tutta la complessa materia, co-stituendo al riguardo la base della suc-cessiva legislazione sabauda » 10.

La situazione territoriale che con questi provvedimenti doveva essere controlla-ta, era d'altronde piuttosto difficile, per quanto riguardava la viabilità; ad esem-pio sulla strada verso Milano: « manca-vano i ponti, e l'attraversamento dei fiu-mi, torrenti e torrentelli, di cui le belle pianure erano come sono, ricchissime, si volgeva in gran parte su barche e zat-teroni. Anche qui, lavori iniziati nel periodo napoleonico, ma non ancora

portati a termine, per quanto l'impor-tanza economica e militare della strada avesse spinto, in questo caso, a più vi-gorosi interventi il governo francese. A tutto il 1814, erano stati gettati tre ponti in legno sulla Dora Riparia, pres-so Torino, sulla Stura, e sulla Sesia. Mancavano però i ponti sull'Orco e sul Malone, del ponte sul Ticino, a Buffalo-ra, erano state costruite soltanto le dieci pile, e in via di compimento si trovava il ponte sulla Dora Baltea, a Rondizzo-ne... » 10.

Queste notizie tracciano un primo riferi-mento alla situazione del paesaggio flu-viale come parte costituente del territo-rio urbanizzato, nel peterrito-riodo che, prece-dendo lo sviluppo industriale, può rias-sumere la preesistenza territoriale nelle sue condizioni di relativa staticità. I documenti d'archivio, relativi allo stes-so periodo, che proponiamo nei succes-sivi capitoli, possono inoltre integrare questi primi riferimenti e porsi quindi come utili termini di confronto, per ca-pire la matrice storico-territoriale del paesaggio fluviale nell'area torinese.

N O T E

9 Cfr. la documentazione dei primi progetti di

ponti metallici costruiti dal Genio Civile negli anni attorno alla metà del secolo scorso, ad esempio:

— i ponti sulla Stura, Malone, Orco della linea ferroviaria Torino-Milano;

— i ponti sul Po, a Moncalieri e a Casale. Si tratta di progetti dove è presente e precisato il riferimento tra le strutture portanti del ponte e le condizioni di sponda, quale indice di una maggiore unitarietà dell'intervento di viabilità nel contesto territoriale.

!0 GUDERZO G., Vie e mezzi di comunicazione in

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