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Inferno – Il fenomeno Dan Brown e la realtà consolidata degli Inferno tour a Firenze

Ci sono dei film che al momento della loro uscita vengono preceduti dal clamore e dall’attesa suscitata dal fatto di essere tratti da un libro già di successo: è questo anche il caso di Inferno (2016) di Ron Howard, uscito tre anni dopo la

pubblicazione del libro di Dan Brown del 2013, campione di incassi in quell’anno. Dan Brown costituisce già di per sé un fenomeno letterario significativo tanto da convincere l’industria cinematografica americana a produrre ben tre film tratti dai suoi romanzi: Il Codice da Vinci (2006), Angeli e Demoni (2009) e per l’appunto Inferno (2016); una cosa che riesce a pochi scrittori.

Pur avendo schiere di detrattori che lamentano la scarsa qualità dei suoi romanzi non si può certo negare come lo scrittore statunitense conosca la ricetta giusta per produrre dei buoni bestseller cosa che mette in condizione questi libri di essere spessissimo un buon materiale per ricavare dei film di altrettanto successo169.

Il caso di Inferno è molto interessante perché conferma innanzitutto l’amore dell’autore per le città italiane (come Roma era stata al centro della trama di Angeli e Demoni allo stesso modo lo è Firenze in Inferno) ma soprattutto conferma il potenziale cineturistico delle opere di Brown: in tutti e tre i casi dei film tratti dalle sue opere si è sviluppato in varie comunità di fan in tutto il mondo il desiderio di visitare le location associate ai film (Parigi, Londra e la cappella di Rosslyn in Scozia per Il Codice da Vinci, Roma per Angeli e Demoni e Firenze per Inferno). Si pensi solo al caso della cappella di Rosslyn nel Midlothian scozzese passata dai 30.000 visitatori annuali medi degli anni precedenti al 2006 (anno di uscita del film Il Codice da Vinci) ai 160.000 in seguito all’uscita dell’acclamato film: un sito relativamente sconosciuto ha più che quadruplicato i suoi visitatori solo ed esclusivamente per via dell’esposizione cinematografica dovuta al film170.

169 https://www.ft.com/content/fd40dbfc-a482-11de-92d4-00144feabdc0

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La situazione di Firenze è chiaramente ben diversa da quella di Rosslyn: il

capoluogo toscano era (e rimane tuttora) una capitale mondiale del turismo ancora prima che uscisse il bestseller di Brown e nel suo caso la funzione del libro e del film è stata quella di aggiungere una nuova prospettiva di visita del capoluogo toscano, prospettiva che secondo dati usciti di recente ha contribuito non poco all’economia turistica di Firenze: l’associazione MUS.E (Musei Eventi Firenze)parla ad esempio di ben 16.800 prenotazioni per il loro tour I Segreti di Inferno nel giro di un anno (settembre 2015 – settembre 2016) con le visite a Palazzo Vecchio aumentate anch’esse progressivamente negli anni (349.231 visitatori nel 2013, 691.996 nel 2014 e 815.127 nel 2016) 171.

Facendo una ricognizione sul web scrivendo semplicemente «Inferno Tour Firenze» su qualsiasi motore di ricerca si trovano molte proposte interessanti divise

principalmente in due filoni: articoli e blog di appassionati del libro e del film che raccontano la loro esperienza e consigliano un tour personale sull’esempio dell’opera e proposte strutturate di tour operator locali che offrono pacchetti Inferno Tour già organizzati.

Avendo parlato con due tour operator tra i più importanti offerenti dell’Inferno Tour (Florence Inferno e Made of Tuscany) si evidenzia come in tutti e due i casi il tour sia nato già nel 2013 in occasione dell’uscita del libro e che faccia comunque dei riferimenti a passaggi del libro che non sono compresi nel film ma in tutti e due i casi si registra un incremento delle vendite successivamente all’uscita del film: nel caso di Florence Inferno, a detta dell’intervistato, dai 150 tour venduti del 2013 si è passati ai 500 del 2017 mentre nel caso di Made of Tuscany l’incremento dei tour venduti in seguito all’uscita del film è stato circa del 20%; dati che

confermano il grande effetto mediatico che può avere un prodotto cinematografico del calibro di Inferno.

In entrambi i casi il target dei turisti che richiedono il tour è composto per la maggior parte da turisti stranieri dei quali circa l’80% da anglosassoni (per la maggioranza statunitensi) e il restante 20% composto in parti omogenee da russi, giapponesi, indiani e tedeschi anche se da Made of Tuscany sottolineino come la

171 http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/16_ottobre_07/effetto-traino-inferno-

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nazionalità più nutrita dopo quella statunitense sia quella tedesca. Considerando invece la composizione dei gruppi turistici i rispondenti sottolineano come accanto ai classici gruppi di senior sia presente anche la tipologia familiare che cerca appositamente tour che rendano più «leggera» la visita di monumenti storici e opere artistiche.

Ad una generale ricognizione effettuata sempre sul web si può dire come il classico Inferno Tour offerto dalle varie guide abbia delle caratteristiche comuni e dei punti obbligati di passaggio che oltre a ripercorrere diverse scene del film

approfondiscono anche la storia di Dante: è infatti a partire dalle immagini della Mappa dell’Inferno dantesco di Botticelli che inizierà il percorso investigativo di Robert Langdon che lo porterà a cercare degli echi danteschi sparsi per la città. Non è un caso che il presidente del consiglio regionale della Toscana ed ex presidente della Società Dantesca Italiana, Eugenio Giani, abbia espresso la sua soddisfazione per l’uscita del film vista la centralità della figura di Dante nella vicenda, personalità fondamentale per la cultura e l’identità italiana e spesso trascurata nelle abituali visite a Firenze172.

Partendo dalla Porta Romana dove Robert Langdon e la sua provvidenziale

«aiutante» Sienna Brooks si incontrano si ripercorre l’itinerario della fuga dei due protagonisti, braccati dai loro inseguitori, attraverso i Giardini di Boboli, il

Corridoio Vasariano per arrivare a Palazzo Vecchio all’interno del quale si potrà ammirare una copia della maschera mortuaria di Dante Alighieri, ignorata dai più prima dell’uscita dell’opera173, insieme al passaggio segreto dietro la cartina

dell’Armenia nella Sala dei Mappamondi, usata nel film dal ricercatore americano, ed infine il Museo della Casa di Dante e la Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, all’interno del quale i due ritroveranno la maschera di Dante rubata. L’importanza di quest’opera per la città di Firenze è confermata dal fatto che questo risulta essere per ora l’unico film tour tematico operato nel capoluogo toscano nonostante tanti altri film italiani e non girati nella città del Giglio.

172 https://www.theguardian.com/books/2013/may/11/dan-brown-inferno-florence-tourism

173 orrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/16_ottobre_07/effetto-traino-inferno-500-mila-

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3.2.6