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1.5 Orientamenti per l’assetto del territorio regionale

1.5.6 Infrastrutture prioritarie per la Lombardia

conseguimento degli obiettivi di piano.

Rete Verde Regionale (ob. PTR 10, 14, 17, 19, 21) Valore strategico prioritario viene riconosciuto alla Rete Verde Regionale, intesa quale sistema integrato di boschi, alberate e spazi verdi, ai fini della qualificazione e ricomposizione paesaggistica dei contesti urbani e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione dei paesaggi di Lombardia.

Il Piano Paesaggistico disciplina puntualmente la costruzione della Rete Verde Regionale (Piano Paesaggistico – normativa art.24).

La finalità generale di ricomposizione e salvaguardia paesistica della Rete Verde Regionale si attua tenendo conto delle problematiche e priorità di:

▪ tutela degli ambienti naturali

▪ salvaguardia della biodiversità regionale e della continuità della rete ecologica

▪ salvaguardia e valorizzazione dell’idrografia naturale

▪ tutela e valorizzazione del sistema idrografico artificiale

▪ ricomposizione e salvaguardia dei paesaggi culturali rurali e dei boschi

▪ contenimento dei processi conurbativi e di dispersione urbana

▪ ricomposizione paesistica dei contesti periurbani

▪ riqualificazione paesistica di ambiti compromessi e degradati.

43 L’articolazione della Rete Verde Regionale è sviluppata

all’interno dei PTCP e nei piani dei Parchi. I comuni partecipano all’attuazione della Rete Verde Regionale con la definizione del sistema del verde comunale nei PGT e, in particolare, tramite l’individuazione dei corridoi ecologici e di un sistema organico del verde di connessione tra territorio rurale ed edificato (l.r.

12/2005 art. 9 comma 1).

Contribuiscono alla costruzione e salvaguardia della Rete Verde Regionale e assumono in tal senso specifico valore paesaggistico i Piani di indirizzo forestale, i Parchi locali di interesse sovracomunale, i progetti di Sistemi verdi rurali, i progetti provinciali e regionali di greenway, i progetti di rete ecologica, i progetti di ricomposizione paesistica ed equipaggiamento verde delle fasce contermini ai principali corridoi della mobilità e tecnologici.

La Giunta regionale individua e disciplina tramite specifici indirizzi i sistemi verdi lineari di rilevanza regionale considerati strategici per la valorizzazione e il miglioramento del paesaggio rurale e urbano regionale, con specifica attenzione anche alla riconfigurazione paesistica dei territori interessati dalla previsione di nuove infrastrutture della mobilità e agli ambiti a rischio di degrado paesaggistico di rilevanza regionale.

La Regione, nell’ambito della Rete Verde Regionale, promuove la realizzazione dei Corridoi verdi, quale opportunità di realizzare un disegno territoriale che trovi fondamento:

▪ nella nuova stagione di pianificazione promossa dalla l.r. 12/2005 che coinvolge tutti i livelli istituzionali e consente un ridisegno organico di tutte le previsioni

▪ nell’occasione del ridisegno della rete infrastrutturale della mobilità, con riferimento in particolare agli interventi di rilevanza regionale, e della rete per le comunicazioni

▪ nella definizione dei corridoi tecnologici nei PTCP quale occasione di strutturare un sistema di connessioni verdi che completi in un disegno organico l’ossatura verde della Lombardia.

A tale scopo è prioritario promuovere la conservazione degli spazi liberi dall’edificato e la creazione di una continuità tra gli stessi attraverso il disegno di corridoi verdi che affianchino le previsioni di infrastrutturazione

“pesante”.

La definizione dei corridoi deve trovare attuazione, attraverso la partecipazione dei soggetti coinvolti (Comuni, Province, soggetti realizzatori, Parchi,…) anche mediante forme di accordo e promozione bottom up, all’interno della Rete Verde Regionale mediante:

▪ definizione nei PGT delle dotazioni a verde, dei corridoi ecologici e del sistema del verde (art.9 l.r.

12/2005)

▪ determinazioni dei PTCP

▪ Piani Territoriali Regionali d’Area

▪ Piani del Parchi.

In attesa di tradurre in un disegno compiuto il sistema di connessioni, è fondamentale fin da subito orientare le proposte di utilizzo degli spazi contigui alle previsioni delle principali infrastrutture e ai corridoi tecnologici, privilegiando destinazioni funzionali che mirino alla conservazione degli spazi liberi e consentano la razionale definizione dei corridoi verdi, considerando le diverse funzionalità da essi potenzialmente assolte:

▪ tutela della salute umana dalle possibili forme di inquinamento, elettromagnetico, atmosferico, acustico, limitando le previsioni insediative che prevedano la presenza stabile di persone nelle aree contermini

▪ valenza paesaggistica con la possibilità di ricucire e ridisegnare i paesaggi dei contesti urbani e rurali e per costruire la rete verde regionale

▪ produzione primaria (ad esempio: produzioni agricole no food, biomasse,…)

▪ funzioni ecologiche di connessione, secondo lo Schema Direttore della Rete Ecologica Regionale, e di conservazione della biodiversità (e suoi aggiornamenti)

▪ funzioni ecologiche di connessione, secondo lo Schema Direttore della Rete Ecologica Regionale, e di conservazione della biodiversità

▪ fruizione sociale degli spazi verdi (creazione di percorsi, piste ciclabili,…)

▪ filtro per l’abbattimento degli inquinanti atmosferici e per la riduzione dell’inquinamento acustico

protezione delle infrastrutture, con l’assoluto rispetto delle fasce di vincolo previste dalle normative affinché l’importante sforzo prodotto per la realizzazione delle opere strategiche (principalmente in termini di occupazione di suolo e finanziario) non sia vanificato da pressioni insediative che ne compromettano la prioritaria funzionalità trasportistica (PTR – Strumenti Operativi SO36)

▪ migliore uso dei suoli e riduzione dell’artificializzazione.

Gli ambiti territoriali interessati possono divenire occasione di concentrazione delle compensazioni ambientali nella realizzazione delle infrastrutture e aree prioritarie per attuare la perequazione alla scala comunale, nonché ambito prioritario per la compensazione territoriale.

La profondità dei corridoi necessariamente deve essere definita in funzione del contesto territoriale e garantendo il coinvolgimento degli attori interessati, ma è fondamentale che rispecchi concretamente le funzionalità che al corridoio verde vengono attribuite.

44 A titolo orientativo, con riferimento alle disposizioni

della normativa vigente, si evidenzia come le diverse funzionalità previste necessitino di una dimensione minima di:

▪ tutela dall’inquinamento acustico: 250 mt (fascia di pertinenza acustica per autostrade e strade extraurbane, infrastrutture ferroviarie con velocità di progetto non superiore a 200km/h)

▪ connessione ecologica: minimo 250 mt

▪ rispetto del tracciato infrastrutturale: corridoi di salvaguardia vigenti per le infrastrutture .(ampiezza variabile in relazione alla tipologia di opera).

Gli interventi per il perseguimento delle finalità di cui sopra devono trovare priorità nei finanziamenti regionali.

Riferimento: Piano Paesaggistico – normativa art.24 Rete Ecologica Regionale (ob. PTR 7, 10, 14, 17, 19) La Rete Ecologica Regionale (RER) è la modalità per raggiungere le finalità previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica.

Essa viene costruita con i seguenti obiettivi generali:

▪ riconoscere le aree prioritarie per la biodiversità

▪ individuare un insieme di aree e azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di ricostruzione naturalistica

▪ fornire lo scenario ecosistemico di riferimento e i collegamenti funzionali per: l’inclusione dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE); il mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette nazionali e regionali; l’identificazione degli elementi di attenzione da considerare nelle diverse procedure di Valutazione Ambientale

▪ articolare il complesso dei servizi ecosistemici rispetto al territorio, attraverso il riconoscimento delle reti ecologiche di livello provinciale e locale.

La dimensione della Rete si sviluppa a livello regionale inquadrandosi nel più vasto scenario territoriale ambientale delle regioni biogeografiche alpina e padana attraverso uno schema direttore che individua:

▪ siti di Rete Natura 2000

▪ Parchi, Riserve naturali, Monumenti naturali e Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS)

▪ principali direttrici di frammentazione dei sistemi di relazione ecologica

▪ ambiti prioritari (gangli) di riqualificazione in contesti ecologicamente impoveriti

▪ corridoi ecologici primari, da conservare ovvero ricostruire mediante azioni di rinaturazione

▪ principali progetti regionali di rinaturazione.

L’articolo 3 ter della l.r. 86/83 disciplina la definizione e la gestione della Rete Ecologica Regionale.

La traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locali e del sistema dei Parchi che, sulla base di uno specifico Documento di Indirizzi, dettagliano la RER.

I principali obiettivi correlati alla definizione della Rete Ecologica ai diversi livelli sono:

▪ il consolidamento ed il potenziamento di adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica

▪ la realizzazione di nuovi ecosistemi o di corridoi ecologici funzionali all’efficienza della Rete, anche in risposta ad eventuali impatti e pressioni esterni

▪ la riqualificazione di biotopi di particolare interesse naturalistico

▪ la previsione di interventi di deframmentazione mediante opere di mitigazione e compensazione ambientale

▪ l’integrazione con il Sistema delle Aree Protette e l’individuazione delle direttrici di permeabilità verso il territorio esterno rispetto a queste ultime.

Negli elementi primari della RER (corridoi e gangli) si applicheranno i seguenti principi:

▪ le aree della RER costituiscono sito preferenziale per l’applicazione di misure ambientali e progetti di rinaturazione promossi da Regione Lombardia

▪ costituiscono sito preferenziale per l’individuazione di nuovi PLIS

▪ le trasformazioni in grado di compromettere le condizioni esistenti di naturalità e/o funzionalità ecosistemica (connettività ecologica, produzione di biomasse in habitat naturali,…) sono in genere da evitare accuratamente. Qualora in sede di pianificazione locale venga riconosciuta una indubbia rilevanza sociale, le trasformazioni su dette aree sensibili potranno essere realizzate solo prevedendo interventi di compensazione naturalistica, da eseguire sullo stesso elemento della rete (corridoi o gangli primari). Gli interventi collocati entro un corridoio primario dovranno in ogni caso garantire che rimanga permeabile una sezione trasversale non inferiore al 50% della sezione prevista dalla RER.

Sistema Ciclabile di Scala Regionale (ob. PTR 2, 3, 5, 7, 10, 17, 18)

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC) è lo strumento attraverso il quale la Regione Lombardia persegue l’obiettivo di favorire e incentivare approcci sostenibili negli spostamenti quotidiani e nel tempo libero (l.r. 7/2009).

45 Percorsi Ciclabili di Interesse Regionale

(fonte: Piano Regionale della Mobilità Ciclistica) Il Piano individua il sistema ciclabile di scala regionale mirando a connetterlo e integrarlo con i sistemi provinciali e comunali, favorisce lo sviluppo dell’intermodalità con altri sistemi della mobilità e del trasporto, in particolare quello ferroviario; propone una segnaletica unica per i ciclisti; definisce le norme tecniche ad uso degli Enti Locali per l’attuazione della rete ciclabile di interesse regionale.

I temi di maggior relazione territoriale possono essere ricondotti a quelli di seguito indicati.

▪ Integrazione delle reti: il PRMC individua la rete ciclabile di scala regionale intesa come dorsale principale composta da percorsi extraurbani di lunga percorrenza che hanno continuità con le regioni limitrofe e con la Svizzera, anche attraverso il trasporto pubblico locale. La dorsale principale è stata definita tenendo in considerazione i percorsi ciclabili di livello europeo del progetto EuroVelo e i percorsi di livello nazionale del progetto Bicitalia.

▪ Infrastruttura strategica: l’integrazione tra tutte le reti ciclabili dei diversi livelli territoriali e il sistema della mobilità collettiva conferisce alla rete ciclabile la stessa valenza delle altre reti infrastrutturali di trasporto. Il PTR ha individuato, tra le infrastrutture strategiche per il conseguimento degli obiettivi di Piano, la rete ciclabile di interesse regionale; pertanto essa ha valenza equivalente alle altre reti infrastrutturali dei trasporti ed è da ritenersi parte del sistema della mobilità così come intesa nella L.R. 12/2005.

▪ Fruizione del territorio: il PRMC, nel lavoro di individuazione dei percorsi ciclabili, ha tenuto conto dei 9 Siti Unesco (32 comuni interessati), nonché dei parchi regionali e dei 30 ecomusei presenti in Lombardia, in quanto patrimonio da valorizzare anche grazie al turismo “lento”. In coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), art. 26, comma 9 e 10, i percorsi ciclabili di interesse regionale interessano zone agricole e boschive,

parchi e riserve naturali, o comunque territori ampiamente dotati di verde, oppure costeggiano corsi d’acqua e laghi, oppure occupano sedimi stradali o ferroviari dismessi;

▪ Banca dati: secondo quanto previsto dal PRMC, è stato implementato e messo a disposizione sul Geoportale di Regione Lombardia il livello informativo della rete ciclabile. Tale strato informativo, unitamente allo schema fisico dei dati, è a disposizione dei Comuni nell’ambito dell’aggiornamento dei Piani di Governo del Territorio e degli altri EE.TT. per la rispettiva pianificazione della rete locale in accordo con la LR n. 12/2005 (Legge per il governo del territorio).

▪ Pianificazione: il PRMC costituisce atto di riferimento principale per la pianificazione locale.

Tenuto conto del PRMC, le Province individuano con i Piani Strategici provinciali per la mobilità ciclistica la rete ciclabile di livello provinciale quale elemento integrante della rete ciclabile regionale. I Comuni, tenuto conto del PRMC e del predetto Piano provinciale, individuano con i Piani Strategici comunali per la mobilità ciclistica la rete ciclabile di livello comunale quale elemento integrante della rete ciclabile regionale e provinciale. I piani sono approvati tenuto conto delle disposizioni della normativa statale e della legge regionale n.12/2005 e provvedimenti attuativi in materia di reti ciclabili.

Qualora gli obiettivi ed i contenuti dei piani strategici per la mobilità ciclistica, previsti all’art.3 e all’art.6 della L.R. 7/2009, siano inseriti in fase di redazione/aggiornamento dei PTCP e dei PGT, essi dovranno trovare collocazione, così come previsto dalla L.R 12/2005:

- nei PTCP: nella localizzazione delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità e le principali linee di comunicazione (art. 15);

- nei PGT: nel Documento di Piano per quanto riguarda gli obiettivi generali (art. 8, comma 2, punto b) e nel Piano dei Servizi per le modalità di attuazione (art. 9, comma 3).

All’attuazione agli obiettivi del PRMC concorre un ampio spettro di azioni legate, in particolare, allo sviluppo del turismo e della competitività, al miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente, alla diffusione di stili di vita più sani, alla riscoperta dei propri territori, alla sicurezza stradale, allo sviluppo di ambiti rurali e delle aree ai margini dei principali attrattori turistici, ecc. Nell’ambito di queste si cita che:

▪ nella programmazione comunitaria FESR 2014-2020 è prevista la Misura ‘Mobilità Ciclistica’, con la quale vengono stanziate risorse pubbliche (20 mln €) per l’attuazione di interventi per il completamento di percorsi ciclabili funzionali

46 soprattutto alla connessione/intermodalità con il

trasporto pubblico;

▪ a seguito dalla Legge di stabilità per il 2016 sono state stanziate risorse per l’attuazione delle prime ciclovie del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (SNCT); il 27 luglio 2016 sono stati sottoscritti , insieme con le Regioni territorialmente interessate e i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e dei Beni e delle Attività Culturali (MIBACT), due Protocolli di Intesa finalizzati alla progettazione e realizzazione della Ciclovia

‘VENTO’ (lungo il Fiume Po da Venezia a Torino con diramazione fino a Milano) e della Ciclovia

‘SOLE’ (da Firenze a Verona con passaggio nella provincia di Mantova e connessione con il Lago di Garda), mentre per la ciclovia Garda il protocollo è stato sottoscritto il 9 agosto 2017. Nel 2017 sono state assegnate le risorse per i progetti di fattibilità tecnica ed economica di tutte le Ciclovie. Il 20 luglio 2017 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato gli indirizzi tecnici comuni per la progettazione, anche legati alla segnaletica. Il Decreto ministeriale 571 del 29 novembre 2018 ha successivamente puntualizzato la tempistica per l’avanzamento delle fasi di progettazione e realizzazione delle ciclovie, ha approvato il piano di riparto delle risorse, assegnando ad ogni ciclovia 16.622.512 € per la progettazione e la realizzazione dei lotti prioritari, ed ha previsto la sottoscrizione di nuovi protocolli fra tutti i soggetti interessati. Tutte e 3 le ciclovie sono dotate di un Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica ed è in corso la redazione del Progetto Definitivo per la realizzazione dei Lotti prioritari di VENTO e SOLE.

Inoltre, a seguito dell’approvazione del PNRR, nell’ambito del programma di investimenti e riforme Next Generation EU, il Ministero ha previsto lo stanziamento di ulteriori risorse per la realizzazione di Lotti aggiuntivi delle ciclovie dotate di PFTE o con PFTE in corso di realizzazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziato con la disciplina del REGOLAMENTO (UE) 2021/241, nell’ambito della Missione 2 Rivoluzione verde e transizione ecologica assegna infatti l’importo complessivo di euro 600.000.000,00 per la realizzazione della rete nazionale delle ciclovie.

Rete Sentieristica Regionale (ob. PTR 2, 6, 10, 19) La Rete Sentieristica Regionale si fonda sul piano escursionistico regionale che individua i percorsi escursionistici di interesse naturalistico e storico integrati con il sistema delle aree protette.

La Rete Sentieristica deve trovare le necessarie connessioni con la pianificazione e la progettualità, anche di sistema, a livello provinciale e comunale,

arricchendosi dei relativi tracciati che vanno a formare il Catasto Sentieri.

La Rete Sentieristica rappresenta un patrimonio storico, culturale con molteplici valenze: favorisce la fruizione turistica e ricreativa di comprensori a forte valenza naturalistica e paesaggistica, è occasione didattica per ripercorrere vicende storiche legate ai pellegrinaggi, agli eventi bellici del ‘900, e alla cultura rurale alpina, è strumento per la promozione e valorizzazione sostenibile dell’intero territorio regionale in particolare quello montano.

E’ in corso di definizione una proposta di legge regionale che definisce un quadro normativo specifico in cui gli attori principali sono la Regione con un ruolo di indirizzo, coordinamento e promozione ed ERSAF con le Province, le Aree protette, le Comunità Montane, i Comuni e il CAI che partecipano alla programmazione ma con ruolo principale relativo alla tutela, gestione e manutenzione.

Rete dei corsi d’acqua (ob. PTR 1, 7, 8, 16, 17, 18, 19)

Il reticolo dei corpi idrici lombardi rappresenta una delle principali ricchezze ambientali e paesaggistiche della regione. Il principale strumento di tutela e valorizzazione dei corpi idrici è rappresentato dal Piano di Gestione Distrettuale, che in attuazione della direttiva comunitaria 2000/60/CE, che costituisce un quadro programmatico per la gestione e tutela dei corpi idrici. Il Piano individua una struttura di valutazione della qualità dei corpi idrici, che non è più banalmente concentrata sulla qualità chimico fisica delle acque, ma che tiene conto degli aspetti ecologici e idro-morfologici complessivi di corsi d’acqua e bacini lacustri. Sulla base di questa definizione iniziale ad ogni corpo idrico è associato un obiettivo di qualità, che in linea generale deve corrispondere al buono stato ecologico e chimico, sulla base delle caratteristiche del corpo idrico stesso e dei fattori di pressione che gravitano su di esso, e che può essere raggiunto in tempi differenziati in dipendenza dallo stato iniziale di partenza, alle scadenze del 2015, 2021, e 2027. Sulla base di queste previsioni la regione ha provveduto ad aggiornare il Piano di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) (dGR 6990 del 31 luglio 2017), principale strumento regionale di indirizzo delle politiche sulle risorse idriche. Il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti per i corpi idrici comporta positive ricadute su contesti più ampi, con la conseguente valorizzazione o il mantenimento/miglioramento delle caratteristiche di tratti di territorio connessi sotto il profilo socio – insediativo con l’ambiente acquatico e con la possibilità di sviluppare concrete strategie di riutilizzo delle acque reflue depurate, possibile solo in presenza di condizioni tali da assicurare il rispetto nel tempo di adeguate garanzie. Per alcune aree tipiche del territorio lombardo

47 una particolare attenzione alle infrastrutture depurative

risulta recepita dalle norme regionali, con l’obbligo di adozione di trattamenti spinti di rimozione delle sostanze nutrienti dalle acque reflue urbane.

Gli obiettivi che guidano l’azione regionale sulla tematica tendono a:

▪ dare compiuta attuazione alla riforma dei servizi idrici, in conformità alle previsioni della l.r. 26/2003 e successive modifiche e integrazioni

▪ valutare la coerenza degli interventi di completamento e potenziamento con gli obiettivi di qualità dei corpi idrici, in modo da evitare discrasie tra lo strumento di pianificazione regionale e la concreta programmazione degli interventi

▪ promuovere il riutilizzo delle acque reflue depurate attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori interessati

▪ promuovere azioni sinergiche di risanamento nei bacini che presentano problemi di recupero della qualità delle acque, con l’attivazione di strumenti di contrattazione negoziata (contratti di fiume e di lago).

Infrastrutture per la mobilità (ob. PTR 2, 3, 4, 12, 13, 24)

Le strategie regionali per la mobilità declinate puntualmente nel Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti (PRMT) approvato con d.c.r. n. X/1245 del 20 settembre 2016, si sviluppano in relazione al perseguimento di alcuni importanti obiettivi specifici:

▪ migliorare i collegamenti della Lombardia su scala macroregionale, nazionale e internazionale;

▪ potenziare i collegamenti su scala regionale;

▪ sviluppare il trasporto collettivo in forma universale e realizzare l’integrazione fra le diverse modalità di trasporto;

▪ realizzare un sistema logistico e del trasporto merci integrato, competitivo e sostenibile;

▪ migliorare le connessioni con l’area di Milano e con altre polarità regionali di rilievo;

▪ sviluppare iniziative ulteriori (rispetto allo sviluppo del trasporto pubblico e dell’intermodalità delle merci) per la promozione della mobilità sostenibile e azioni per il governo della domanda;

▪ sviluppare la navigazione e promuoverne la sostenibilità;

▪ promuovere la mobilità elettrica;

▪ intervenire per migliorare la sicurezza nei trasporti.

Le azioni sono in particolare orientate verso:

▪ l’organizzazione della rete di trasporto, le cui esigenze richiedono in prima istanza l’organizzazione del Servizio Ferroviario e l’integrazione delle diverse modalità di trasporto al fine di garantire servizi più capillari sul territorio (trasporto pubblico locale, rete metropolitana e metrotranviaria, mobilità ciclabile, altre forme di

mobilità sostenibile), su cui calibrare la risposta infrastrutturale attraverso il potenziamento e l’ottimizzazione prestazionale della rete su ferro

▪ il potenziamento della rete infrastrutturale stradale

▪ il potenziamento della rete infrastrutturale stradale