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Interscambio commerciale dell’Italia con la Russia Valori in milioni di euro

Le sanzioni contro la Russia e le esportazioni italiane di Rita Anabella Maroni *

Grafico 1 Interscambio commerciale dell’Italia con la Russia Valori in milioni di euro

esportazioni importazioni saldo

Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat

variata nel 2015 rispetto all’anno precedente e pari al 4,5 per cento, mentre è aumentata quella sulle esportazioni dell’Area dell’euro, passata dall’11,9 al 12,4 per cento.

L’impatto diretto dell’embargo russo sta infatti colpendo più fortemente i paesi europei le cui esportazioni erano rappresentate in misura maggiore dai prodotti agricoli e alimentari. Per esempio la Lituania (con un’incidenza dei prodotti agroalimentari sulle esportazioni verso la Russia del 23,6 per cento nel 2013), la Spagna (19,7 per cento) e i Paesi Bassi (18,8 per cento) hanno registrato cali più intensi rispetto all’Italia, le cui esportazioni del settore agroalimentare pesavano solo per il 4,9 per cento sul totale.

Grafico 1 - Interscambio commerciale dell’Italia con la Russia Valori in milioni di euro

Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat

In conclusione, sull’andamento dell’interscambio ha influito maggiormente l’indebolimento del quadro macroeconomico russo, su cui pesano la persistente diminuzione dei corsi petroliferi, la forte volatilità del rublo e l’ampio calo della domanda interna. Secondo le stime di aprile del Fondo monetario internazionale, nel 2015 il Pil russo è diminuito del 3,7 per cento e tale situa- zione di recessione è stata ulteriormente aggravata dalle sanzioni adottate dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, che si trasmettono negativamente sulla capacità delle banche russe di conce- dere prestiti e sull’afflusso di capitali, peggiorando la percezione del rischio paese da parte degli investitori, e rischiando di ridurre ulteriormente gli scambi commerciali in settori non diretta- mente colpiti dalle sanzioni.2

Per l’Italia, data la sua dipendenza energetica dalla Russia (nel 2015 circa il 13 per cento delle importazioni italiane di petrolio e il 46 per cento di quelle di gas naturale – in volume – prove- nivano dalla Russia), uno dei rischi dell’intensificarsi delle tensioni può essere rappresentato dall’eventualità di interruzioni delle forniture di petrolio e di gas.

3.2 Gli scambi di servizi

Nel 2015 si evidenzia un peggioramento del disavanzo commerciale nella componente dei ser- vizi, che ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, come risultato di andamenti differenziati nelle aree geografiche (tavola 3.7).

È aumentato il disavanzo nei confronti dell'Unione Europea, determinato da un incremento de- gli acquisti da quest’area (+5,9 per cento nel 2015) più ampio della crescita delle vendite italiane (+5,6 per cento). Il peso dell’UE nell’interscambio di servizi dell’Italia nel 2015 è ulteriormente cresciuto, raggiungendo il 55 per cento sulle esportazioni e il 62,8 sulle importazioni, confer- mando la tendenza a una progressiva concentrazione degli scambi con l’area avviata dal 2012. In particolare, sull'incremento delle importazioni dall’UE, ha pesato l’aumento del 32,5 per cento degli acquisti dall'Irlanda, che è divenuto il quinto paese fornitore di servizi per l’Italia, dopo Ger- mania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Dagli ultimi dati settoriali disponibili relativi al 2014, si osserva che il 33,3 per cento delle importazioni dall’Irlanda è rappresentato dai servizi informa- tici, seguiti dai servizi finanziari (16,5 per cento) e dal trasporto aereo (13,7 per cento).

Nell’ultimo anno si è ridotto l'avanzo dell’Italia con i paesi europei non UE, come risultato di un decremento delle vendite di servizi più ampio della diminuzione degli acquisti. Nel dettaglio, sulla riduzione delle esportazioni italiane di servizi verso quest’area ha pesato principalmente la contrazione delle vendite in Russia (-34,2 per cento), colpita da una profonda recessione, ul- teriormente aggravata dalle sanzioni internazionali. Inoltre nei confronti della Svizzera si è veri- ficato nell’ultimo anno un calo sia delle esportazioni (-1,3 per cento) che delle importazioni (-5,6 per cento); la Svizzera rappresenta un importante partner per l’Italia, classificandosi al quinto posto per interscambio totale di servizi con quote del 9,4 per cento sulle vendite e del 5,6 per cento sugli acquisti.

È proseguita per il terzo anno consecutivo la diminuzione del disavanzo nei confronti dell’Africa settentrionale, spiegato per il 2015 da una riduzione delle importazioni più forte di quella delle esportazioni. In particolare, ha pesato maggiormente la diminuzione delle importazioni di ser- vizi dalla Tunisia (-29,8 per cento). Al contrario le importazioni dall’Egitto, il principale partner in quest’area, sono aumentate del 5,7 per cento. Le esportazioni di servizi verso gli altri paesi afri- cani sono aumentate di oltre il 45 per cento, mentre le importazioni si sono ridotte del 12,2 per cento, determinando un miglioramento del disavanzo. Complessivamente l’area africana incide in maniera ancora limitata sull’interscambio di servizi dell’Italia e in misura inferiore rispetto a quello di merci, con quote, nel caso dell’Africa settentrionale, dell’1 e 1,5 per cento, rispettiva- mente come mercato di destinazione e come fornitore di servizi, e ancora più basse per l’area subsahariana.

È diminuito l'avanzo con l'America settentrionale, per effetto di un incremento degli acquisti (+1,7 per cento) notevolmente superiore alla crescita delle vendite (+0,1 per cento). Gli Stati Uniti rappresentano un importante partner, il terzo per interscambio totale, incidendo per il 10 per cento sulle esportazioni e per il 7,7 per cento sulle importazioni italiane di servizi.

Si è ridotto anche l’avanzo con l’America centro-meridionale, dove il Brasile rappresenta il prin- cipale partner italiano e ha fatto registrare un calo degli acquisti di servizi dall’Italia dell’8,7 per cento nel 2015.

Si osserva una diminuzione del disavanzo con l'Asia, in seguito al notevole incremento delle esportazioni italiane verso l’area (+14,5 per cento nel 2015). Nel dettaglio, nel 2014 le vendite italiane di servizi in Asia erano rappresentate principalmente dai “viaggi per motivi personali” (per il 26,5 per cento sul totale), dai “servizi tecnici, connessi al commercio e altri servizi alle im- prese” (18 per cento) e dal trasporto aereo (11,1 per cento).

Tavola 3.7 - Scambi di servizi dell’Italia per aree e principali paesi

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