LE AREE E I PAES
Tavola 3.1 Scambi di merci dell’Italia per aree e principali paesi Valori in milioni di euro
Aree /Paesi
Esportazioni Importazioni Saldi
2015 peso %2015 var. %2015 2011-15 2015Tcma (1) peso %2015 var. %2015 2011-15 2014Tcma (1) 2015
Unione Europea 227.284 54,9 3,9 3,1 215.781 58,5 5,8 1,2 14.934 11.503 Germania 51.023 12,3 1,8 3,1 56.809 15,4 4,5 -0,7 -4.244 -5.787 Francia 42.548 10,3 1,3 1,6 32.109 8,7 4,2 0,0 11.214 10.438 Spagna 19.854 4,8 10,1 0,3 18.391 5,0 6,7 1,9 793 1.463 Regno Unito 22.484 5,4 7,4 5,0 10.575 2,9 2,8 1,1 10.657 11.909 Belgio 14.595 3,5 10,6 11,0 17.156 4,7 13,8 5,1 -1.885 -2.561 Paesi Bassi 9.629 2,3 2,5 2,8 20.667 5,6 -0,7 0,7 -11.419 -11.038 Polonia 10.888 2,6 5,2 4,9 8.575 2,3 18,7 3,5 3.131 2.314 Austria 8.530 2,1 1,6 1,3 8.356 2,3 1,4 -0,2 155 174 Romania 6.658 1,6 6,2 5,1 6.288 1,7 4,6 6,1 259 371 Repubblica Ceca 5.059 1,2 8,0 7,1 5.615 1,5 15,6 4,6 -174 -556 Ungheria 4.140 1,0 8,6 6,1 4.502 1,2 11,1 4,5 -240 -361 Svezia 4.207 1,0 7,2 4,3 3.513 1,0 7,6 0,3 660 694 Grecia 3.765 0,9 -2,2 -7,2 2.538 0,7 9,2 6,2 1.526 1.227 Slovenia 3.685 0,9 -2,4 0,5 2.607 0,7 -4,2 3,8 1.053 1.078 Slovacchia 2.500 0,6 6,0 4,3 3.109 0,8 5,9 4,0 -575 -608 Irlanda 1.263 0,3 13,1 6,5 4.020 1,1 43,4 5,1 -1.686 -2.757
Paesi europei non UE 44.668 10,8 -4,8 3,0 38.702 10,5 -5,4 1,3 6.030 5.966
Svizzera 19.239 4,6 1,0 4,0 10.847 2,9 4,3 1,2 8.652 8.393 Russia 7.109 1,7 -25,2 -2,1 14.259 3,9 -17,5 -0,5 -7.773 -7.151 Turchia 10.005 2,4 2,8 4,5 6.621 1,8 15,8 5,1 4.016 3.385 Africa settentrionale 13.089 3,2 -6,4 -0,4 11.523 3,1 -15,8 -14,4 300 1.567 Algeria 4.143 1,0 -4,0 7,6 3.020 0,8 -21,2 -17,8 481 1.123 Tunisia 3.033 0,7 -7,8 -2,4 2.300 0,6 4,4 -0,3 1.087 733
Altri paesi africani 5.711 1,4 -7,9 5,1 7.618 2,1 0,4 6,0 -1.389 -1.908
Sud Africa 1.905 0,5 1,2 7,2 1.761 0,5 5,0 -2,0 205 144 America settentrionale 39.674 9,6 20,8 11,8 15.654 4,2 4,6 4,4 17.890 24.019 Stati Uniti 35.989 8,7 20,9 12,1 14.194 3,8 13,8 5,0 17.279 21.794 America centro-meridionale 13.776 3,3 -1,0 4,4 9.487 2,6 -0,3 -0,9 4.397 4.288 Brasile 3.873 0,9 -17,4 0,0 3.203 0,9 3,3 -0,7 1.591 670 Medio Oriente 21.543 5,2 8,4 5,9 15.231 4,1 -8,3 -6,2 3.263 6.312 Arabia Saudita 5.138 1,2 6,6 14,0 3.354 0,9 -19,9 0,7 634 1.784
Emirati Arabi Uniti 6.188 1,5 16,1 10,9 851 0,2 35,6 13,6 4.703 5.337
Asia centrale 5.646 1,4 11,3 -0,1 8.799 2,4 -3,5 2,4 -4.048 -3.153
India 3.351 0,8 10,3 -0,2 4.001 1,1 -4,1 0,9 -1.136 -650
Asia orientale 34.919 8,4 3,0 7,3 44.114 12,0 13,4 -0,1 -5.006 -9.195
Cina 10.422 2,5 -0,7 3,9 28.158 7,6 12,3 -0,4 -14.581 -17.736
Giappone 5.517 1,3 3,0 6,6 3.122 0,8 15,5 -6,2 2.654 2.395
Corea del Sud 4.506 1,1 8,4 12,4 3.198 0,9 36,5 1,4 1.814 1.308
Hong Kong 5.911 1,4 8,3 10,4 314 0,1 27,1 -4,0 5.212 5.597
Oceania 4.120 1,0 -0,7 5,5 930 0,3 1,4 -4,6 3.232 3.191
Australia 3.577 0,9 -0,7 5,6 506 0,1 -0,9 -9,7 3.090 3.071
Altri territori 3.452 0,8 9,0 9,5 876 0,2 4,5 6,0 2.329 2.576
MONDO 413.881 100,0 3,8 4,2 368.715 100,0 3,3 0,1 41.932 45.166
(1) Tasso di crescita medio annuo a partire dal 2010.
L’ordine in cui compaiono i paesi è basato sul valore dell’interscambio con l’Italia nel 2015. Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat
Interessante appare infine la dinamica dei flussi osservata per alcuni paesi europei, quali il Bel- gio – unico partner UE del nostro paese a veder crescere in maniera rilevante il proprio peso sia sul fronte dell’export (sul quale incidono in maniera rilevante i prodotti farmaceutici) che dell’im- port – ma anche la Polonia, la Romania, la Repubblica Ceca e l’Ungheria, per le quali si nota un ritmo di crescita sostenuto e nettamente superiore alla media europea non solo per il 2015 ma anche nell’ultimo quinquennio, soprattutto per l’export.
Il contributo più rilevante alla crescita del surplus commerciale è stato però fornito dall’Ame- rica settentrionale, con la quale è stato registrato il saldo attivo più elevato, frutto di una forte crescita dell’export che testimonia la capacità delle imprese italiane di cogliere le opportunità generate dalla ripresa dell’economia statunitense. Le vendite verso gli Stati Uniti, terzo mercato di destinazione dell’export italiano, appaiono infatti in decisa accelerazione (21 per cento) rispet- to ai tassi già sostenuti del biennio precedente e tali da superare l’incremento pure rilevante dell’import; il surplus ha quindi raggiunto la cifra record di 22 miliardi di euro. Settore di pun- ta dell’interscambio con gli Usa è la meccanica, che rappresenta circa un quinto delle vendite complessive; performance positive sono state registrate anche dagli autoveicoli (+72 per cento l’export), dal comparto degli alimentari e bevande e dall’abbigliamento e accessori.
È proseguito il miglioramento dei saldi con le aree fornitrici di materie prime energetiche, Afri- ca settentrionale e Medio Oriente, con le quali nel 2014 si è avuto il passaggio dal tradizionale deficit al surplus, nel 2015 cresciuto in entrambi i casi in misura rilevante. Tale miglioramento è stato determinato dal calo del valore delle importazioni, frutto della rilevante contrazione delle quotazioni dei prodotti energetici (-28 per cento la variazione dei valori medi unitari all’import rispetto al 2014, con punte del 37 per cento per il petrolio greggio), le cui dimensioni hanno più che controbilanciato la crescita dei volumi (11 per cento). Nel caso del Medio Oriente, a determinare la crescita dell’attivo è stata non solo la dinamica negativa dell’import di greggio, ma anche quella decisamente positiva delle esportazioni, particolarmente quelle dirette verso gli Emirati Arabi Uniti, primo mercato di destinazione delle nostre vendite nella regione, in cre- scita del 16 per cento sul 2014. Sul fronte dell’import, nonostante la forte contrazione (-20 per cento), il primo partner di riferimento è rimasta invece l’Arabia Saudita, mercato verso il quale l’export, sebbene cresciuto sul 2014, ha evidenziato un rallentamento rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
Nei confronti dell’aggregato dei paesi europei extra UE, seconda area dell’interscambio italiano per importanza, il saldo è rimasto pressoché invariato, per effetto tuttavia di dinamiche oppo- ste: si è accentuata infatti la diminuzione degli scambi con la Russia, assumendo dimensioni rilevanti sia dal lato dell’export (-25 per cento) che dell’import (-17 per cento), per effetto delle sanzioni imposte dai paesi occidentali a seguito della crisi con l’Ucraina e soprattutto delle con- tro-sanzioni applicate da Mosca (cfr. riquadro “Le sanzioni contro la Russia e le esportazioni italiane”). È invece rimasto sostanzialmente stabile il consistente surplus con la Svizzera, tra i più elevati registrati dal nostro paese. Più contenuto e in lieve ridimensionamento per il forte incre- mento dell’import, l’attivo con la Turchia, che è rimasta tuttavia il 10° mercato di destinazione del nostro export.
Si è ridotto sensibilmente il deficit con l’Asia centrale, grazie alla riduzione dell’import di petrolio proveniente soprattutto dall’Azerbaijan, primo fornitore di greggio della regione per il nostro paese, e alla consistente crescita dell’export, in particolare verso l’India, economia tra le più di- namiche negli ultimi anni, primo mercato di sbocco dell’Italia nell’area, soprattutto per il settore della meccanica.
Si è confermato in controtendenza, invece, il commercio con l’Asia orientale, con cui si è registrata nel 2015 una crescita del deficit nettamente più marcata di quella osservata nel 2014. Tale anda- mento è imputabile soprattutto all’interscambio con la Cina, con la quale il passivo commerciale
si è ulteriormente ampliato fino a raggiungere i 18 miliardi di euro, a causa dell’ulteriore forte incremento delle importazioni e del calo delle esportazioni, che ha bruscamente interrotto un biennio caratterizzato da tassi di crescita rilevanti. A livello settoriale, si sono aggravati i deficit nei prodotti elettrici ed elettronici e nei comparti dell’abbigliamento e degli accessori in pelle e si è fortemente ridimensionato l’unico saldo attivo importante per il nostro paese, quello relativo alla meccanica, principale voce dell’export verso il mercato cinese. Tuttavia, considerando come un unico aggregato la Cina e Hong Kong – anche in considerazione del ruolo importante, benché in ridimensionamento rispetto al passato, svolto da Hong Kong nell’interscambio tra UE e Cina in virtù del fenomeno delle vendite indirette1 – le esportazioni italiane hanno fatto registrare com- plessivamente una crescita sul 2014, anche se in netto rallentamento rispetto ai tassi degli anni precedenti. Il saldo nei confronti del mercato cinese esteso ad Hong Kong è rimasto comunque fortemente negativo (-12 miliardi di euro) e in peggioramento rispetto al 2014, nonostante la scarsa incidenza del flusso di import proveniente dalla regione amministrativa speciale. È pro- seguita invece la robusta crescita delle esportazioni verso la Corea del Sud, mentre, dopo la decisa battuta d’arresto del 2014, sono tornate a salire quelle verso il Giappone, sebbene a tassi più contenuti; in entrambi i casi è aumentato sensibilmente l’import, ma in misura più marcata per la Corea del Sud, la cui incidenza nell’interscambio commerciale dell’Italia è ulteriormente aumentata, avvicinandosi ai livelli del Giappone, presumibilmente anche per effetto dell’applica- zione dell’accordo di libero scambio UE-Corea del Sud, entrato in vigore nel 2011.
È proseguito l’andamento negativo degli scambi con l’America centro-meridionale, anche se su dimensioni meno importanti rispetto all’anno precedente, con una sostanziale tenuta del sur- plus tradizionalmente detenuto dal nostro paese, dopo il ridimensionamento del 2014. La di- namica marcatamente negativa dell’export verso il Brasile, accentuatasi rispetto all’anno prece- dente, e dovuta all’ulteriore calo della domanda interna del paese, è stata in parte compensata dalla netta ripresa delle vendite verso il Messico.
È peggiorato inoltre il saldo con l’Africa sub-sahariana, a causa della contrazione delle vendite italiane nell’area, in larga misura costituite da macchinari, e della sostanziale stabilità degli ac- quisti di materie prime, soprattutto greggio, proveniente prevalentemente dall’Angola, che ha preso il posto della Nigeria come primo mercato di approvvigionamento di tale prodotto nella regione. Il ridimensionamento dell’export ha riguardato in particolare alcuni mercati, quali la Ni- geria, in cui si è avuto un forte calo nelle vendite di prodotti della meccanica (-33 per cento), che rappresentano il 40 per cento del totale, l’Angola e il Congo, interessati anche da una riduzione delle esportazioni di prodotti della metallurgia.
È rimasto infine sostanzialmente invariato il saldo tradizionalmente positivo con l’Oceania, ri- conducibile all’interscambio con l’Australia, in cui le esportazioni italiane sono in buona parte legate alla meccanica.
1 Uno studio condotto nel quadro dello EU-China Trade Project dell’Unione Europea (Study and Workshop on improving the comparability of EU-China external trade statistics – A438-C4, dicembre 2015), che analizza le discrepanze tra le statistiche dell’interscambio commerciale UE-Cina di fonte cinese e quelle di fonte
Tavola 3.2 - I primi 10 paesi dell’interscambio commerciale dell’Italia