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5.4 Interventi di riqualificazione energetica secondo i parametri nZEB

5.4.1 Interventi sugli elementi edilizi

Le prestazioni energetiche dell’intero organismo edilizio dipendono come analizzato nei precedenti capitoli, dall’efficienza dell’involucro chiamato a circoscriverlo; se le componenti di chiusura (verticali, orizzontali, trasparenti, opache) non sono state progettate e realizzate in maniera consona alle prestazioni energetiche dell’edificio, le dispersioni dei flussi di calore passanti attraverso le stesse ne comprometteranno i

60 In maniera semplificata possiamo definire il sistema edificio impianto come l’unità immobiliare insieme agli

79 consumi energetici finali. L’incremento dell’efficienza energetica si ottiene mettendo in atto varie forme di intervento che includono miglioramenti tecnologici, ottimizzazione della gestione energetica e diversificazione dell’approvvigionamento di energia.

In senso pratico le azioni termiche che agiscono sull’esterno di un edificio sono combinazioni d’impatti radiativi e convettivi: la componente radiativa consiste nella radiazione solare incidente e nello scambio termico radiativo con l’ambiente esterno e con il cielo; l’impatto termico convettivo è una funzione dello scambio con la temperatura dell’aria circostante e può essere accelerato dal movimento dell’aria. Alla luce della necessità di ridurre i carichi energetici dell’edificio è stato indispensabile individuare buone pratiche del costruire finalizzate all’implementazione delle caratteristiche tecnologiche dell’involucro edilizio, ridefinito come componente dinamica dal punto di vista energetico capace di regolare “positivamente” i flussi di energia entranti ed uscenti dall’ambiente edilizio.

Il processo di determinazione dei componenti dell’involucro edilizio si articola in due fasi, una relativa alle componenti opache, dunque pareti, coperture e solai, e l’altra relativa alle componenti trasparenti, ovvero gli infissi e le superfici vetrate.

5.4.1.1 Componenti opachi

Il miglior sistema per la riduzione delle perdite di calore durante l'inverno e l'afflusso di calore durante l'estate e quindi per la notevole riduzione della richiesta di energia dei sistemi di riscaldamento e di raffrescamento è l’isolamento termico, che è possibile ottenere con un'opportuna combinazione di materiali idonei e tecniche di intervento. Il sistema di isolamento scelto per la coibentazione degli edifici analizzati è il sistema di rivestimento a cappotto, conosciuto anche come ETICS (External Thermal Insulation Composite System). La scelta di questo sistema è dovuta al ruolo di primo piano che il cappotto ha svolto negli ultimi anni nell’ambito delle riqualificazioni energetiche. Risulta infatti la tecnica più applicata in questo campo grazie al suo possibile utilizzo in edifici di qualsiasi altezza, estensione e connotazione geometrica, ma anche grazie alle elevate prestazioni energetiche che il sistema è in grado di conferire all’edificio.

I moderni sistemi di rivestimento a cappotto discendono dalle prime soluzioni di isolamento termico applicato in facciata risalenti al finire degli anni ’70, ideate per implementare le prestazioni energetiche dei paramenti murari di facciata e per ridare allo stesso tempo una nuova connotazione architettonica degli edifici, oltre ad una migliore protezione dall’azione degli agenti atmosferici. Tali sistemi erano inizialmente realizzati con pannelli isolanti, di ridotto spessore, incollati e fissati meccanicamente al retrostante supporto murario con un esiguo numero di tasselli, rivestiti con un sottile strato di intonaco armato con una leggera rete in fibra di vetro e rifiniti con una rasatura di tipo plastico oppure con una semplice tinteggiatura. Tale modalità di realizzazione, assai similare a quella oggi impiegata sulla maggior parte

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di edifici sottoposti a riqualificazione energetica e su quelli di nuova realizzazione, ha subito nel tempo modifiche e miglioramenti che ne hanno definito gli attuali standard prestazionali, realizzativi e normativi, grazie anche alle problematiche che si sono di volta in volta manifestate e per le quali è stato necessario trovare un’affidabile soluzione.

Caratteristica di forza dei rivestimenti a cappotto è la consistente implementazione della prestazione d’isolamento termico della parete opaca di facciata realizzabile con idonei spessori dei pannelli isolanti in funzione delle condizioni di contorno. In anni più recenti, inizialmente a causa della crisi energetica e successivamente per la necessità di riduzione delle emissioni di CO2 al fine di limitare gli effetti sul clima, le soluzioni con sistema di rivestimento a cappotto hanno conosciuto una notevole evoluzione tecnologica e funzionale. Tali soluzioni sono state pertanto impiegate e riproposte sempre più di frequente, non solo a mero fine protettivo ma anche come opzione innovativa, in grado di migliorare sensibilmente la configurazione dell’involucro verticale opaco degli edifici, sia sotto il profilo tecnologico e prestazionale, sia sotto quello architettonico, dando così impulso alla diffusione dei moderni sistemi.

Il termine “cappotto” indica una parete opaca di facciata dotata di rivestimento esterno costituito da pannelli isolanti posti in opera mediante incollaggio o fissaggio meccanico, rivestiti da una sottile rasatura armata, la quale è a sua volta finita superficialmente con un sottile strato di rivestimento che ne assicura adeguata protezione contro le intemperie. Tale sistema sfrutta e massimizza la capacità di isolamento termico dei pannelli, creando uno strato continuo sull’intera superficie di facciata dell’edificio. Esso permette di raccordarsi a serramenti, copertura ed altri componenti edilizi riducendo gli effetti dei ponti termici ed il fabbisogno energetico per il mantenimento delle condizioni di comfort interno degli ambienti.

In definitiva lo spessore dell’isolamento termico è stato determinato al fine di garantire il raggiungimento della prestazione minima richiesta in relazione alla zona

climatica di riferimento e al periodo di realizzazione. Per quanto riguarda quest’ultimo punto si è scelto di riferirsi al periodo 2021, essendo molto prossimo. Si riportano di seguito i valori massimi di trasmittanza termica U in relazione ai diversi componenti opachi indicati nel DM 26/06/2015 nella definizione dei parametri relativi all’edificio di riferimento:

81 Nel caso di strutture delimitanti lo spazio riscaldato verso ambienti non climatizzati, si assume come trasmittanza il valore della pertinente tabella diviso per il fattore di correzione dello scambio termico tra ambiente climatizzato e non climatizzato. Un altro passo di fondamentale importanza nel processo di riqualificazione energetica è costituito dal controllo dei ponti termici, il quale sarà specificato per ogni caso studio nei prossimi capitoli. L’utilizzo del sistema di isolamento a cappotto ha aiutato nella risoluzione di tale problematica, infatti il suo posizionamento sulla superficie esterna della muratura di tamponamento ha favorito la neutralizzazione degli effetti termici sfavorevoli derivanti dalle eterogeneità geometriche e materiche presenti nella costruzione.

5.4.1.2 Componenti trasparenti

I recenti sviluppi legislativi hanno dato sempre più rilevanza alle schermature solari come soluzione tecnologica e costruttiva efficace per evitare il surriscaldamento estivo, riconoscendo e confermando il ruolo fondamentale di questi componenti tecnologici nell’ambito dell’efficienza energetica.

Per quanto riguarda i componenti trasparenti si è proceduto alla sostituzione di quelli esistenti in favore di altri ad elevata prestazione energetica in grado di soddisfare i requisiti riportati nel decreto “Requisiti Minimi” per la modellazione dell’edificio di riferimento riproposti nella seguente tabella:

Il valore riportato è considerato comprensivo degli effetti del ponte termico, motivo in più per effettuare una corretta progettazione nel posizionamento dell’isolamento esterno e soprattutto nella scelta di infissi a taglio termico con un adeguato numero di camere cave in grado di ridurre al minimo la trasmittanza totale del serramento esterno, calcolata come specificato nel capitolo precedente.

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Un altro valore imposto dalla norma riguarda il fattore di trasmissione solare totale ggl+sh per i componenti finestrati con orientamento da Est a Ovest passando per Sud il quale va determinato considerando il soleggiamento del mese di luglio e con l’utilizzo di eventuali schermature solari mobili. ggl+sh tiene conto non solo del ruolo del vetro, ma anche di eventuali schermature mobili come si può notare dall’analisi della sigla rappresentante tale parametro in cui g è il fattore solare ed i pedici gl e sh indicano rispettivamente i contributi forniti dal vetro e quelli dalle schermature. Per poter considerare il contributo delle schermature, come precisato dalla specifica tecnica UNI/TS 11300-1, par. 14.3.3, esse devono essere applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente montabili e smontabili dall’utente. La norma richiede che tale valore sia minore di 0.35 per tutte le zone climatiche e per ogni periodo di realizzazione come si può vedere dalla seguente tabella:

Nel febbraio scorso Il Comitato Termico Italiano in accordo con l’ENEA e il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un documento di chiarimento sul Decreto dei Requisiti dei Minimi e in particolar modo ha chiarito alcuni aspetti inerenti al fattore di trasmissione solare totale ggl+sh. Il decreto stabilisce quanto sopra riportato ma non chiarisce se ggl+sh sia assimilabile al gtot e se, quindi, potessero concorrere al calcolo anche le schermature oscuranti come avvolgibili e persiane o se fossero ammissibili solo le schermature filtranti, come inizialmente fatto intendere. È stato chiarito che il fattore di trasmissione solare totale ggl+sh può essere considerato come gtot. Pertanto, al fine del calcolo del valore del fattore di trasmissione solare totale della componente finestrata si può considerare qualsiasi sistema di oscuramento, indipendentemente dal fatto che quando sono chiusi facciano filtrare o meno la luce. Quindi, il fattore di trasmissione solare totale gtot deve essere calcolato come somma della capacità schermante del vetro e di qualsiasi schermatura solare, che può essere:

 schermatura esterna al vetro (persiane, avvolgibili, ...);  schermatura integrata (veneziana);

 schermatura interna (tende o veneziane interne).

In sintesi: le finestre con una schermatura solare esterna (persiane, tapparelle) rispetteranno tale valore, se invece abbiamo solo una schermatura sul lato interno, per raggiungerlo sarà necessario utilizzare un vetro selettivo e fare un calcolo di verifica. Nel caso non ci sia alcun tipo di schermatura, come negli edifici commerciali, dovranno essere utilizzati vetri selettivi con un fattore g minore o uguale a 0.35.

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