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Gli interventi di tipo organizzativo per la prevenzione e la cura dei rischi psicosociali nel contesto lavorativo, non sono gli unici attuabili, infatti non bisogna mettere da parte tutte quelle strategie che attuano degli interventi di tipo individuale. Tra quest‟ultimi ce ne sono alcuni che mirano ad incrementare il benessere individuale piuttosto che organizzativo, altri invece, più articolati, considerano il livello individuale all‟interno del contesto organizzativo. Quest‟ultimo tipo di intervento è quello più in uso, in quanto si basa sulla prevenzione primaria ed enfatizza l‟espressione soggettiva del disagio e dello stress, non di per sè, ma mettendolo in rapporto al contesto che li ha prodotti.

Tra gli interventi individuali vi sono i programmi di assistenza ai lavoratori (EAP), introdotti per la prima volta negli USA per sostenere la prevenzione e cura dell‟alcolismo sui luoghi di lavoro. Negli anni Settanta, oltre alle iniziative di assistenza all‟alcolismo, vengono anche costituiti dei veri e propri programmi di counselling per i dipendenti, che si basano su tre principali obiettivi:

1 sostenere l‟organizzazione, fornire assistenza ai lavoratori e alle loro famiglie anche su problemi personali che possono influire sulla perfomance lavorativa;

2 rappresentare una risorsa per il management e i sindacati nel rapporto con i dipendenti i cui problemi personali influenzano la performance lavorativa;

3 fornire assistenza, informazione e follow-up sul luogo di lavoro per problemi di salute, alcolismo e dipendenza da droghe.

Oltre a questi tre obiettivi, che sono la base su cui si fondano gli EAP, negli ultimi anni, hanno allargato il loro range di interventi, focalizzandosi anche su problematiche lavorative e su quanto incide sul livello di produttività, e creazione di una funzione consulenziale rispetto al management e al sindacato.

I modelli di assistenza forniti, su cui si basano gli EAP, possono essere raggruppati in tre categorie (Jones, 1985):

- Programmi full-service;

- Programmi di assistenza limitata;

- Programmi di sola informazione.

I primi sono dei servizi di assistenza indirizzati sia a lavoratori che a quelli già in pensione, su qualsiasi problema o disagio. Essi sono gratuiti e disponibili ventiquattro ore su ventiquattro, tutti i giorni della settimana compresa la domenica. Un esempio di programma full-service è Stress Care, che offre counselling su diversi problemi psicologici, interpersonali, emotivi e stress-correlati, ma anche problematiche che riguardano la sfera individuale e familiare, problemi di dipendenza e questioni lavorative.

Il dipendente accede al sevizio tramite un recapito telefonico per un numero illimitato di volte, richiedendo anche, se lo vuole, di parlare sempre con lo stesso consulente. In caso di richiesta o nei casi più problematici si possono organizzare incontri face to face con il consulente psicologo o legale, in base alla problematica.

I programmi di assistenza limitata, invece, sono caratterizzati da servizi a

pagamento e un numero limitato di contatti, circa cinque- otto all‟anno.

Infine i programmi di sola informazione non offrono servizi di counselling individuale e di follow-up, ma solo informazioni telefoniche.

Gli EAP non si differenziano solo per la tipologia di modello di assistenza offerto, ma anche nella scelta della strategia da adottare. In base a quest‟ultimo criterio possiamo identificare programmi a gestione interne, i servizi vengono gestiti da professionisti EAP che hanno un contratto specifico con l‟organizzazione, ed i

programmi a gestione esterne, usufruite soprattutto dalle piccole imprese che tendono a

richiedere risorse esterne.

Per garantire un‟efficace gestione dei programmi è fondamentale (Avallone & Paplomatas, 2005):

- mantenere la riservatezza, anonimato dei dipendenti che temono che le informazioni che forniscono al servizio possono essere utilizzate in modo poco corretto dal management. Proprio per questo è importante definire sin dall‟ inizio sia il luogo dove conservare tutti i dati, - deve essere sicuro, e garantire che nessuno oltre professionisti che sono tenuti al rispetto del codice deontologico, abbia accesso a tali dati;

- fare affidamento ad uno staff qualificato, quindi a professionisti che abbiamo competenze diagnostiche e trattamento psicoterapeutico breve, individuale e di gruppo, anche se le qualifiche più appropriate dipendono primariamente dal focus specifico del programma EAP, per esempio i problemi di salute mentale piuttosto che la dipendenza da sostanze, piuttosto che problemi più direttamente al lavoro; - capacità di raccolta e gestione dei dati personali, importante per creare un sistema

di monitoraggio idoneo a fornire le basi per un programma di valutazione degli interventi. I dati basilari sono quelli demografici, quelli al tipo di informazioni richieste dai dipendenti, come diagnosi, risultati degli intervanti; e quelle informazioni che riguardano l‟assenteismo, gli infortuni ecc.

Diverse ricerche hanno mostrato l‟efficacia degli interventi EAP in termini di percentuale di lavoratori che usufruisce del servizio, di livello di miglioramento della performance lavorativa, di riduzione dei costi per le imprese. Esiste un generale alto livello di soddisfazione per i programmi EAP espresso sia dai dipendenti sia dai manager sia dai componenti dello staff di assistenza.

4.4.1 L’intervento della psicologia Funzionale

Un altro esempio di intervento individuale ci viene suggerito dalla scuola della psicologia Funzionale. Infatti secondo il Funzionalismo moderno è opportuno agire tramite un intervento multidimensionale, che agisca su più livelli contemporaneamente puntando sulle condizioni qualitative interne dei diversi piani funzionali del Sé e sulle varie funzioni psicocorporee.

Infatti lo stress cronico lo si può riconoscere sia attraverso le alterazioni fisiche, come la posture, la respirazione, sia attraverso una alterazione dell‟area cognitiva, la più sviluppata al fine di controllare l‟esterno, delle fantasie e dell‟immaginazione che perdono la capacità di progettazione al futuro e caratterizzata soprattutto da fantasie e ricordi del passato, nonché dell‟area emozionale, soffocando l‟espressione delle emozioni positive a favore delle emozioni negative come la paura la scontentezza e il rimpianto.

L‟obiettivo è il ripristino di una integrazione di fondo per recuperare un naturale alternarsi di attivazione-eccitazione a momenti di rilassamento-riposo (Di Nuovo & Rispoli, 2000).

Inoltre non si agisce solo sullo stato conclamato di stress cronico, ma anche a scopo preventivo per incrementare le capacità di conoscenza dei piccoli segnali di allarme e di stanchezza del nostro corpo.

L‟intervento proposto dall‟approccio della psicologia Funzionale è caratterizzato da una prima fase di colloquio individuale, finalizzato alla valutazione dello stato di stress, seguito da una fase di programmazione individuale da realizzare attraverso incontri individuali o di gruppo e infine da una fase di valutazione dei risultati ottenuti. Le sedute agiscono sui diversi piani Funzionali, accogliendo in un primo momento tutti i vissuti e le ansie legate agli ultimi periodi, secondariamente ci si focalizza sui distretti corporei sciogliendo zone di maggiore interesse. L‟obiettivo secondo l‟approccio Funzionale è recuperare e ricostruire alcune Esperienze di base, come il “Lasciare”, “l‟Abbandonarsi”, “lo Stare”, “la Calma”, la pienezza tranquilla. Le tecniche utilizzate, non solo hanno lo scopo di curare ma anche di aumentare la capacità di coping. Alcune di esse riguardano l‟area:

 della respirazione, soprattutto se diaframmatica permette una modificazione modulata dell‟azione del sistema neurovegetativo. Questo tipo di respirazione permette all‟aria di essere buttata fuori con un‟espirazione dolce spontanea e liberatoria non forzata;

 della muscolatura, infatti spesso la tensione si accumula sulla nuca, la schiena, le gambe, impedendo il rilascio dell‟atteggiamento di allarme e di vigilanza anche in situazioni in cui non è necessario. Le tecniche utilizzate sono quelle del massaggio; lo scopo è quello di ripristinare il tono muscolare, il quale contraendosi permette una svalutazione della stanchezza e dell‟affaticamento;

 dei movimenti, se lenti, morbidi, fluidi, permetto la leggerezza dei passi, il piacere di stendersi sul letto dopo l‟affaticamento;

 della consapevolezza, conoscere e informarsi sui processi psicofisici dello stress come comprensione dei sintomi, i modi in cui si innesca lo stress;

 del piano immaginativo, attraverso la tecnica delle immaginazioni guidate, il cui scopo è quello di rivivere esperienze positive che la persona ha realmente vissuto;  delle emozioni, cercando di rievocare gli stati emotivi legati alla calma, alla

tranquillità, al lasciarsi andare.

Attraverso un intervento antistress viene ripristinata la capacità di percepire i segnali di affaticamento del proprio organismo come veri e propri campanelli di allarme. Se una persona li avverte e li riconosce può essere molto più facile prevenire il

malessere. E si recuperano risorse esistenti: facilità nel raggiungere una condizione di rilassamento efficace, mobilità tra stati di attivazione e disattivazione in generale, apprendimento di nuove strategie necessarie per gestire situazioni di stress. L‟assessment anche quantitativo del livello del sentirsi e dell‟essere stressati è il presupposto indispensabile del momento terapeutico o preventivo (Di Nuovo & Rispoli, 2000).