• Non ci sono risultati.

Lo stress è il secondo problema di salute legato all‟attività lavorativa riferito più frequentemente. Esso colpisce più di 40 milioni di persone; interessa quasi un lavoratore europeo su quattro e secondo il rapporto della fondazione europea del 2007, i luoghi di lavoro possono costituire l‟ambiente privilegiato per la prevenzione dei disturbi psicologici e per la promozione di una migliore salute psicofisica. Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress. Il numero di persone che soffrono di stress legato all‟attività lavorativa è destinato ad aumentare.

La National Institute for Occupational Safety and Health, (NIOSH, 1999), ha definito lo stress “reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le

richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore”. La Commissione Europea invece lo definisce “reazione ad aspetti avversi e nocivi del contenuto, dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro. E’ uno stato caratterizzato da elevati livelli di eccitazione ed ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza”.

Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste.

I soggetti spesso tendono a percepire il proprio ambiente di lavoro come molto stressante, non riuscendo a gestire le tensioni causate dall‟intensa attività lavorativa.

Uno dei motivi principali è dovuto al fatto che i lavoratori non riescono a far valere i propri interessi. Quest‟atteggiamento li spinge ad adottare comportamenti di distacco verso l‟organizzazione nella quale lavorano, causando molto spesso un calo della qualità della loro prestazione. Quando le organizzazioni si accorgono di questa inefficienza, talvolta agiscono colpevolizzando il singolo lavoratore anziché riflettere e indagare sulla propria qualità gestionale.

La società di oggi, in continuo mutamento, porta le organizzazioni a ridefinire i propri obiettivi per garantirsi la sopravvivenza nel mercato. Tutto ciò porta altrettante modifiche nel modo di lavorare. I lavoratori spesso si alternano tra più aziende e più ambienti di lavoro trovando difficoltà ad instaurare relazioni efficaci e di sostegno con i colleghi, perché hanno poco tempo per trovare qualcuno di fiducia con cui confrontarsi. Questi elementi facilitano l‟insorgenza di patologie organizzative che compromettono la

qualità dei beni e dei servizi offerti ai clienti, sia la salute dei lavoratori. Se infatti le organizzazioni non sostengono i propri lavoratori, fornendo loro adeguati strumenti per gestire e fronteggiare i cambiamenti, e organizzando il lavoro anche sulla base delle esigenze degli stessi, contribuiscono all‟insorgenza di alcune patologie, tra cui lo stress. Con stress lavorativo o occupazionale ci si riferisce all‟impatto dei compiti affrontati dagli individui durante l‟esercizio degli incarichi, ruoli e responsabilità professionali sulla sfera del proprio benessere psico-fisico (Lazarus & Folkman, 1984).

Nell‟ambito degli studi sul benessere organizzativo, il rischio stress-lavoro correlato è ampiamente riconosciuto (Cox, 1978; Cooper, Sloan & Williams, 1988; Karasek & Theorell, 1990; Siegrist 1996; Edwards, Caplan & Van Harrison, 1998;Van der Doef & Maes, 1999, Cox, Griffiths & Rial-Gonzales, 2000; Maslach & Leiter, 2000; Schaufeli & Kompier, 2001; Avallone & Pamplomatas, 2005).

Lo stress lavoro-correlato è quella condizione particolare di tensione continua e di malessere che può nascere quando i contenuti del lavoro e il modo con cui si svolge sono tali da sottoporre un lavoratore a richieste eccessive per le sue possibilità. Esso, come abbiamo detto, può essere determinato vari fattori, quali il contenuto del lavoro, l‟eventuale inadeguatezza nella gestione dell‟organizzazione del lavoro e dell‟ambiente di lavoro, carenze nella comunità, ecc.

E‟ possibile osservare situazioni di stress in ogni tipologia di attività e in ogni luogo di lavoro. Ogni lavoratore può essere stressato, indipendentemente dalle dimensioni dell‟azienda, dal settore di attività o dalla tipologia del contratto o del rapporto di lavoro. Questo però non significa che tutti i luoghi di lavoro e tutti i lavoratori ne siano necessariamente interessati, ma indica che il rischio di stress lavoro- correlato è un rischio ubiquitario che deve essere valutato in ogni situazione lavorativa.

Ad un livello individuale, lo stress occupazionale rappresenta una seria minaccia alla qualità della vita dei lavoratori (Danna & Griffin, 1999; Dyck, 2001). Organizzazioni “stressate” influenzano la motivazione e il grado di impegno che il lavoratore pone nella sua attività. In termini generali, i lavoratori nello svolgimento di una particolare mansione, gestiscono due diversi ordini di tensioni (con tensioni si denota il risultato dell‟essere soggetti all‟applicazione di qualche tipo di forza) come risultato dell‟interazione con il proprio contesto: gli stressor e le risorse (Schaufeli & Bakker, 2004). Quando si parla di stressor occupazionali, ci si riferisce al grado in cui l‟ambiente lavorativo fornisce stimoli la cui gestione richiede investimenti fisici, cognitivi ed emotivi. Al contrario, le risorse occupazionali sono concettualizzate come

una riserva di risorse cui l‟individuo attinge per la gestione degli stressor (Hobfoll, 1989).

Le risorse occupazionali mitigano gli effetti degli stressor, contribuendo ad evitare situazioni di “esaurimento” con conseguenti ricadute di ordine psico-fisico sul benessere degli individui. Così ad esempio nei gruppi di lavoro il supporto sociale (risorsa) può ridurre gli effetti del conflitto (stressor) oppure dell‟ansietà (risultato dello stress). Dall‟inizio degli anni Novanta, i concetti di stress lavorativo, strategie di gestione delle pressioni e delle conseguenze dello stress sul posto di lavoro, “dominano” il tema della salute nelle organizzazioni (Nelson & Campbell, 2007). Non è possibile stilare un elenco esaustivo dei fattori che causano lo stress lavoro-correlato anche se si possono distinguere due gruppi di fattori di rischio:

- fattori oggettivi,che ottengono alla tipologia del lavoro esaminato e al contesto in cui si svolge;

- fattori soggettivi, che si riferiscono al modo in cui è organizzato il lavoro e al contesto in cui si svolge.

Alcune delle cause di stress da lavoro sono: mancanza di una chiara descrizione del proprio ruolo, responsabilità gravose non accompagnate da un grado di autorità o di potere adeguato, precarietà, discriminazioni, elevato carico di lavoro, conflittualità tra colleghi e lavoro pericoloso.

Secondo la Commissione Europea- Direzione generale occupazione e affari

sociali-, i fattori più comuni che possono determinare stress legato all‟attività lavorativa

sono:

quantità di lavoro da eseguire eccessiva oppure insufficiente;

tempo insufficiente per portare a termine il lavoro in maniera soddisfacente sia per gli altri che per se stessi;

mancanza di una chiara descrizione del lavoro da svolgere o di una linea gerarchica;

ricompensa insufficiente, non proporzionale alla prestazione;

impossibilità di esprimere lamentele;

responsabilità gravose non accompagnate da autorità o potere decisionale adeguati;

mancanza di collaborazione e sostegno da parte di superiori, colleghi o subordinati;

mancanza di controllo o di giusto orgoglio per il prodotto finito del proprio lavoro;

precarietà del posto di lavoro, incertezza della posizione occupata;

condizioni di lavoro spiacevoli o lavoro pericoloso;

possibilità che un piccolo errore o disattenzione possano avere conseguenze grave.

Una situazione lavorativa stressante si ripercuote negativamente anche sulla vita privata, innescando la “sindrome del corridoio”. Per l‟Ispesl, la sindrome da corridoio, è la non capacità di distinguere tra la sfera lavorativa e la sfera privata. Tuttavia, nonostante esso rappresenti una condizione fondamentale del disagio lavorativo, non è corretto attribuire le cause esclusivamente alla risposta soggettiva del lavoratore o, viceversa, a disfunzionalità dell‟organizzazione. Lo stress lavorativo si verifica quando non vi è una giusta distribuzione tra il carico di lavoro e la percezione del soggetto di avere un controllo su di esso (Karasek & Theorell, 1990), con conseguenze in termini di squilibrio tra prestazione e relativi rinforzi percepiti e tra sforzo e ricompensa (Siegrist & Peter, 1996). Le ricerche sullo stress si sono concentrate maggiormente sul modo in cui l‟individuo è in grado di gestirlo e su come egli affronta situazioni reputate stressanti, piuttosto che su come gli ambienti di lavoro possono determinare o mitigare stati di disagio o di pressione. Sembra invece ormai accertato che i principali responsabili di malattie, stress ed esaurimento siano proprio fattori legati al luogo di lavoro1.