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Di cosa ti occupi all’interno di USSI?

All’interno di USSI mi occupo del servizio richiedenti l’asilo.

Dal momento che come servizio riceviamo dalla Confederazione l’attribuzione formale di un richiedente l’asilo in Ticino, il mio lavoro principale consiste nel coordinare l’alloggio dei richiedenti l’asilo e l’attivare i partner con cui collaboriamo.

Cosa si intende per “integrazione” dei richiedenti l’asilo in generale in Ticino?

Integrazione significa: il raggiungimento da parte del richiedente l’asilo di determinati step nel percorso di integrazione, che gli permettano di raggiungere un certo livello di autosufficienza nel territorio. Concretamente significa imparare la lingua italiana, conoscere gli usi e costumi del contesto sociale, ecc. Sono le tematiche che vengono affrontate nei moduli di integrazione che seguono tutti i richiedenti l’asilo.

Quali sono le procedure e i criteri per definire quando un richiedente l’asilo potrà uscire da un Centro di Croce Rossa e andare a vivere in un appartamento sul territorio?

È necessaria l’integrazione. Attualmente tutti i richiedenti l’asilo alloggiati nei Centri CRSS seguono i moduli di integrazione (igiene, economia domestica, salute, usi e costumi ecc.). I criteri per uscire in appartamento corrispondono al raggiungimento gli obiettivi del percorso di integrazione. Se questi sono raggiunti la persona potrà uscire in appartamento, se no la teoria è che la persona rimarrà all’interno del centro. Tuttavia ci sono dei casi eccezionali, in cui nonostante tutto quello che ha fatto Croce Rossa a livello di integrazione durante il periodo permanenza nei centri di accoglienza, ci sono dei blocchi e delle difficoltà da parte della persona a raggiungere questi obiettivi. Un altro elemento importante che fa si che vi siano dei casi eccezionali, è che il richiedente l’asilo non può restare per tutta la sua vita nei Centri e dovrà prima o poi trasferirsi in appartamento Per questi motivi vengono fatte delle eccezioni.

Quando un RA è in lista per uscire in appartamento è corretto dire che si inizia a cercare l’appartamento e come avviene la ricerca, secondo quali criteri viene scelto?

All’interno del nostro servizio è presente una persona competente che si occupa della ricerca dell’appartamento sul territorio, in seguito effettua un sopraluogo per verificare lo stato dell’appartamento. Dopo di che, questa persona, attraverso le liste dei richiedenti asilo che usciranno in appartamento, si informa sulla tipologia del nucleo familiare (uomo single, donna con bambini, ecc.) e sceglie delle persone dalla lista. In seguito, si attiva il lavoro di informare l’amministrazione per i contratti e di attivare il SOS siccome é il nostro partner che seguirà le persone in appartamento.

Nel vostro servizio sentite la presenza della richiesta dei richiedenti di andare a vivere in appartamento?

Si, perché per i richiedenti l’asilo l’obiettivo principale è avere un appartamento, indipendentemente dal raggiungimento o meno degli obiettivi dell’integrazione.

Noi cerchiamo di trasmetterli il messaggio che avere un appartamento è uno passaggio per poi seguire un percorso di vita individuale e se non ci sono le basi per essere autonomi in questo contesto e nella gestione della loro vita, avranno in seguito dei problemi. A volte mi sembra che si faccia fatica a capire questo. Bisogna anche tener presente che tutti i richiedenti l’asilo che ricevono un premesso che gli consente di rimanere in Svizzera in un futuro usciranno in appartamento. Per noi però è importante che la persona abbia raggiunto un grado di autosufficienza prima di farlo.

Ci sono dei casi di uscite in appartamento eccezionali (che non seguono le procedure e i criteri)? Avesti un esempio?

Certamente ci sono delle uscite in appartamento eccezionali.

Serve contestualizzare che il Cantone prima seguiva tutti i Centri collettivi di Croce Rossa, se non sbaglio erano 12. In seguito sono stati chiusi e sono rimasti solo i Centri di Cadro e di Paradiso. Il Cantone in questa situazione si appoggiava alla collaborazione con le pensioni e gli alberghi in cui venivano collocati i richiedenti l’asilo. Erano collocati circa 220 richiedenti asilo nelle pensioni.

In seguito i c’è stato un calo del flusso migratorio; alcune persone sono uscite in appartamento, altre sono andate in un altro Cantone, eccetera e così sono calati i numeri. Attualmente abbiamo solamente due collaborazioni con delle pensioni e vi sono pochi richiedenti l’asilo alloggiati.

I casi eccezionali riguardano dei richiedenti l’asilo che nonostante tutti i percorsi di integrazione hanno un blocco. Ad esempio qualcuno che ha fatto molti corsi di lingua ma non riesce ad impararla. In seguito per i casi eccezionali, come quelli medici, si può pensare di attivare una rete esterna dopo l’uscita.

Degli altri esempi di casi eccezionali riguardano delle persone che erano accolte degli alberghi. Le abbiamo incontrate e magari ci accorgevamo che si trattava di persone che dimostravano la capacità di riuscire a destreggiarsi sul territorio. Per queste persone era possibile autorizzare un’uscita in appartamento senza necessariamente passare dai Centri collettivi.

Potresti parlarmi dell’obiettivo del Cantone di spostare i richiedenti asilo alloggiati nelle pensioni nei Centri CRSS?

Innanzitutto questo obiettivo è perseguito sulla base della necessità che i richiedenti l’asilo vengano accolti e seguiti fin da subito. Ci siamo accorti che c’erano delle persone alloggiate nelle pensioni sul territorio da mesi senza aver fatto nessun corso e se queste persone ricevevano in seguito un permesso per rimanere in Svizzera, potevano uscire in appartamento ma senza essere stati seguiti prima. Ora che abbiamo avuto una diminuzione di persone, abbiamo pensato di concentrarci maggiormente sull’aspetto dell’integrazione. Per risponde coerentemente all’Agenda Integrazione si è deciso di non perdere i primi mesi in cui la persona arriva in Svizzera lasciandola in un albergo senza un’assistenza. Si è voluto quindi rispondere all’integrazione già dall’inizio.

In passato SOS si occupava di seguire i richiedenti l’asilo nelle pensioni, però differenziando le possibilità di frequentare i corsi a seconda del permesso di soggiorno. Invece adesso non è più così perché alloggiando da prima nei centri di accoglienza, tutti hanno la possibilità di seguire dei percorsi di integrazione ed essere seguiti da subito. In secondo luogo, l’obiettivo di trasferire dalle pensioni ai Centri è anche per una questione di costi importanti per il Cantone.

Se potessi cambiare qualcosa, cosa cambieresti di questo percorso di integrazione e di uscita in appartamento?

Sono molto contento che ora c’è la possibilità di passare prima nei Centri come a Croce Rossa.

In generale se potessi cambiare qualcosa, sarebbe dare sempre una grande importanza al primo contatto che si ha con la persona o con la famiglia. È importante che ci sia la presenza di un interprete culturale, un buon dialogo e l’empatia. Mi sono accorto che a volte questi aspetti vengono un po' a mancare, ad esempio alle Pci a Camorino o negli alberghi. Mentre non penso sia il caso in Croce Rossa perché le persone vengono seguite fin da subito.

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