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In seguito verranno mostrate le misure attualmente promosse dal PIC-2: Corsi di lingua L2

Sono corsi di lingua italiana dal livello analfabeta fino al livello B2 per gli stranieri residenti in Ticino titolari di un permesso N, F.ap., F.rif, B. rif. Questi corsi prestano una particolare attenzione alle donne single con figli per evitare che vengano escluse alle consuete forme di integrazione, offrendo loro dei corsi di lingua “mamma-bambino” in cui il genitore potrà frequentare un corso nello stesso luogo dove qualcuno potrà prendersi cura dei figli.

Corsi ALFA e corsi ITA-Quo

Da gennaio 2018 CRSS, in accordo con le autorità cantonali e federali, ha deciso di lavorare più intensamente sull’integrazione linguistica dei RA alloggiati nei Centri CRSS, sviluppando due corsi. Il corso ALFA è un corso di alfabetizzazione della durata di 150 ore, volto a promuovere l’integrazione attraverso l’apprendimento della lingua (per chi possiede un permesso N, F-ap, F.rif o B rif). Il corso ITA-Quo è un corso di italiano parlato nella vita quotidiana per principianti, della durata di 100 ore. Entrambi i corsi si rivolgono a coloro che hanno più di 20 anni e che hanno la possibilità di seguire regolarmente le lezioni.

Moduli di integrazione sociale CRSS

Dal 2018 tutti i richiedenti asilo (anche coloro in AU) che hanno più di 20 anni, che non sono inseribili al Pre-PTI o al PTI e che hanno un livello minimo di A1, devono frequentare sette moduli di integrazione sociale organizzati da Croce Rossa. Attualmente i moduli sull’integrazione sono: economia domestica, scuola e formazione, usi e costumi, finanze, igiene e salute, mondo del lavoro ed informatica.

Progetto E-voliamo

Si tratta di un progetto organizzato da SOS-Ticino, volto a rafforzare l’integrazione sociale e professionale per giovani in difficoltà dai 16 ai 30 anni (con permesso N, F-ap., F rif. E B rif.).

Programmi Occupazionali interni (P.O.)

All’interno dei Centri CRSS per tutti i RA (anche in AU, poiché spesso è la loro unica possibilità di lavoro) maggiori a 16 anni è possibile organizzare delle esperienze lavorative di pulizia e riordino dei Centri.

Attività di Utilità Pubblica (A.U.P.)

Si tratta di una misura di integrazione per un primo approccio al mondo del lavoro in Svizzera per i titolari di un permesso F-ap., F rif. E B rif.

Attività Programma Occupazionale (A.P.O.)

Si tratta di una misura di integrazione per un primo approccio al mondo del lavoro in Svizzera per i richiedenti asilo in procedura (permesso N).

Dal 2017, fino al 2020, la promozione dell’integrazione avviene anche con dei progetti

pilota della SEM:

Progetto ITAPP (Apprendimento precoce della lingua italiana)

Un progetto volto a rafforzare l’integrazione linguistica e professionale dei richiedenti l’asilo in procedura con più di 16 anni (permesso N)

Preapprendistato di integrazione (PAI)

È una misura adatta ai giovani con un permesso F ap, F rif o B rif, che nonostante abbiano raggiunto un buon livello di integrazione linguistica, sociale e professionale, necessitano di un ulteriore passaggio prima dell’apprendistato.

Allegato 3

Canovaccio intervista a Marco Colombo – coordinatore dell’integrazione

CRSS

- Di cosa ti occupi all’interno del Centro Ulivo?

- Cosa si intende per “integrazione” dei richiedenti l’asilo qui al Centro e in generale in Ticino?

- Potresti spiegarmi come avviene la procedura di uscita in appartamento nei suoi passaggi?

- Quali sono i criteri per poter essere dimesso dal Centro e andare a vivere in appartamento?

- Quali sono i passaggi (corsi) concreti che i richiedenti devono fare per potere essere integrati e uscire in appartamento?

- Come viene misurata l’integrazione dei richiedenti l’asilo? Ho sentito che si parla di gradi, come vengono raggiunti e valutati?

- Da quanto esistono i corsi di integrazione e perché? - Chi è ammesso ai corsi di integrazione?

- Da dove arriva l’obbligatorietà e cosa succede se non viene rispettata?

- Ci sono dei casi eccezionali dove non è necessario avere un permesso preciso o non aver svolto i passaggi obbligatori per uscire in appartamento?

- Avesti un esempio?

- Chi prende la decisione che permette al RA di traslocare in appartamento?

- Pensi che gli operatori del centro abbiamo un margine di discrezionalità per influenzare la decisione?

- Pensi che cambierà il percorso con l’introduzione della nuova legge sull’asilo? È possibile che aumentino i permessi B quindi la possibilità di uscire?

- Cosa ne pensi delle richieste di uscire in appartamento da parte dei RA? - È difficile per il Cantone trovare appartamenti sul territorio per i RA?

- Di solito quanto deve attendere un RA per ricevere la decisione che può traslocare in appartamento e quanto tempo deve aspettare dalla decisione all’uscita effettiva? - Se potessi cambiare qualcosa, cosa cambieresti di questo percorso?

Allegato 4

Intervista a Marco Colombo - coordinatore dell’integrazione CRSS

Di cosa ti occupi all’interno del Centro Ulivo?

Mi occupo di tutto ciò che riguarda l’integrazione, questo significa coordinare le scuole, i corsi di lingua e l’inserimento nel mercato del lavoro, con varie possibilità.

Per quanto riguarda l’integrazione sociale, si intende capire come funziona la vita sociale in Svizzera. Inoltre un’altra parte importante dell’integrazione sono le attività di divertimento, di sport, ludiche e ricreative.

Cosa si intende per “integrazione” dei richiedenti l’asilo qui al Centro e in generale in Ticino?

L’integrazione nel Centro e in Canton Ticino sono due cose distinte.

I Centri della Croce Rossa sono destinati ad accogliere i migranti per un breve periodo di tempo, generalmente dai 9 mesi ad un massimo di un anno / un anno mezzo e per intervenire sulla loro integrazione non è molto tempo, infatti l’integrazione di solito richiede diversi anni. Questo significa che la nostra strategia di integrazione parte già con il problema del poco tempo e in questo poco tempo dobbiamo fare il possibile per loro, ovvero: un minimo di apprendimento di lingua, un po' sulla società svizzera e sul mondo del lavoro e un po' di socializzazione. Siamo dunque consapevoli che questo lavoro è solo un piccolo passo, perché in seguito, quando i richiedenti asilo usciranno dai centri collettivi, il loro percorso di integrazione dovrà continuare. Infatti qualcuno dovrà riprendere questo percorso e portarlo avanti, nel caso dell’uscita in appartamento, è il SOS Ticino che se ne occupa.

Potresti spiegarmi la procedura in atto e i criteri che consentono il passaggio dal centro di accoglienza all’appartamento?

L’uscita in appartamento è un termine particolare, qualcuno la chiama uscita sul territorio, ad ogni modo é sostanzialmente il passaggio all’assegnazione dell’appartamento al migrante. Il Cantone Ticino diversamente da altri Cantoni Svizzeri, ha deciso che ci fosse una fase intermedia tra il Centro di Registrazione e Procedura all’integrazione in un appartamento sul territorio; questo step intermedio è rappresentato dai centri di prima accoglienza, gestiti da Croce Rossa.

Il diritto all’uscita in appartamento è valutato sulla base di una serie di requisiti. La regola di base che viene richiesta dal Cantone, su indicazione della Confederazione, é che in appartamento ci debbano andare delle persone integrate. Per venire considerate integrate, bisogna lavorarci nel breve periodo di tempo di lavoro che noi abbiamo, ed é necessario che i richiedenti d’asilo inizino a parlare italiano, in alcune circostanze abbiamo capito a grandi linee come funziona la vita in Svizzera, la vita civile, gli usi e i costumi e che abbiamo maturato una piccola esperienza lavorativa (uno stage, un P.O. interno, un lavoro esterno). In teoria chi non ha fatto un percorso di integrazione, secondo le regole non dovrebbe uscire in appartamento. Non si tratta di una questione di cattiveria, ma non si vuole avere sul territorio persone che non sappiamo esprimersi, non sappiano quali siano le usanze in svizzera, che non sappiano cosa bisogna pagare a fine mese. Il fatto che esistano dei criteri per l’uscita in appartamento, é per evitare che si trovino in difficoltà, perché quando saranno