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Sabato 20 aprile ore 15,00 circa, a casa del sig. Otello, figlio di un posatore di marmo originario di Milano, e di una barista con annessa trattoria.

Dalla seconda metà degli anni ’70 rivenditore con esposizione in un piccolo ufficio a fianco della trattoria della madre, prima part-time ma dal inizio degli anni ’80 smette di posare per dedicarsi solo alla vendita, con la moglie. Negli anni ’90 apre una nuova sede sempre a Sant’Andrea. Ha lavorato negli ultimi 20 anni con tantissime imprese che hanno costruito in provincia di Padova, soprattutto edilizia abitativa, per questo ora che le imprese sono in crisi sente molto il periodo.

Che tipo di istruzione hai avuto all’origine? No scuole niente, zero.

Zero? Elementari, scuole dell’obbligo?

Ah scuole dell’obbligo, vabeh, fino alla terza media. Qua o a Milano?

Fino alla prima media a Milano, poi seconda e terza a Padova. Una volta finite le scuole hai cominciato a lavorare su che settore?

Beh, no noialtri avevamo l’osteria, la trattoria. Cuoco o cameriere?

Cuoco e cameriere, cameriere più che cuoco, dove serviva, dove c’era da fare, servizio al banco, servizio ai tavoli. Fino a […] per quanti anni? Da 14 fino ai 20.

Dopo il militare?

Fino a un anno dopo il militare. Dopo ti sei messo nel mondo dell’edilizia?

Prima, a 15 anni posavo pavimenti da solo …

Quindi cosa facevi, posavi pavimenti e durante il fine settimana in trattoria? Il cameriere si faceva a casa, si attivava a casa ed alla sera in trattoria, il cameriere era a casa, la sera eri la in poche parole.

Di giorno il posatore, la sera il cameriere?

Certo, questo dopo, 17/18 anni in proprio posa.

Cosa si posava all’epoca? Si posava tutta ceramica o altri materiali? Tipo marmo…

Posavamo marmo, palladiana, lastre di marmo… e ceramiche Con la posa fresco su fresco? Massetto e spolvero?

Certo, massetto e spolvero e i bagni in malta: una cazuolata di malta E si batteva con il frattone a mano?

No non si batteva con il frattone : il pavimento si, il rivestimento si andava avanti a fatto: man mano che era fatto era finito.

Il primo lavoro lo ricordi?

Diciamo che il primo lavoro sono stati pavimenti in marmo ma non ricordo.

Zero?

No, non ricordo, si facevano diversi lavori, non è che i lavori duravano una vita, duravano come adesso, un lavoro durava una settimana, andavi a fare un bagnetto oppure un pavimento o una casa intera che duravano una settimana o 15 giorni, ma non ricordo i primi lavori […]mah non so, non ricordo, so che si lavorava e basta.

Hai cominciato a lavorare per conto tuo dopo il militare? Esatto.

C’è stato un motivo che dopo il militare…

Quando sono tornato dal militare mia mamma voleva che restassi a casa in trattoria, dopo di che c’era un nostro operaio che lavorava con mio papà che si è un po’ incatia nei lavori e mi ha detto “Otello non è che puoi venirmi a dare una mano?” Sono andato nei pomeriggi, durante i giorni, di solito andavo il pomeriggio. Dopo di che questo qua si fatto addirittura male ad un occhio, si è piantato una scheggia e non ha più potuto lavorare per 2/3 mesi, ha passato un mese a letto. Si è fatto male in cantiere?

Si è fatto male a casa, si stava facendo casa, spazzolando un radiatore vecchio è saltata via una scheggia dalla spazzola e se l’è piantata in un occhio, si è levata la scheggia e non ci ha fatto più caso, era di sabato ed al luni a fatto infezione, è andato in ospedale e l’hanno messo a letto infassato agli occhi. E mi go dovuo ‘ndare vanti con i

lavori, praticamente quelli che erano più urgenti, sono andato vanti mi da solo a fare sti lavori.

E una volta finiti sei partito per conto tuo…

Dopo sono ‘ndato vanti e sono partito per conto mio, ma lavoravo già per conto mio da prima del militare.

Hai cominciato a tempo pieno a posare?

Lavoravo già dall’inizio, lavoravo già da quando avevo 16/17 anni, mi lavoravo in proprio da solo, di solito facevo marmo e anche lucidavo con la macchina.

A piombo giusto? Esatto.

Non si usa più il piombo adesso?

Si usa ancora, chi fa quel lavoro lo usano e usano le stesse macchine, per lucidare chi fa il marmo…

Una volta che hai cominciato a posare per conto tuo, dopo quanti anni hai cominciato anche a vendere oltre che posare?

Mi el negozio l’ho aperto nel’75, ufficialmente, vendevo qualche cosa

prima cosi […]. L’ho aperto proprio nel ’75 con licenza, con bottega, ho fatto un piccolo negozietto …

Dal ’75 ti dedicavi solo a quello o lo facevi a tempo perso perché posavi? Si era a casa, a casa c’era Lucia

Stavi in negozio a tempo perso…

Si a tempo perso in negozio, perché cera Lucia che lo teneva aperto. Hai smesso di posare nel ’75?

Smesso proprio, dopo due tre anni… Fine anni ’70?

Si […] nel ’77. Ti ricordi l’ultimo lavoro?

No, lavoro manuale?

Si l’ultimo posto, ci si ricorda il primo e l’ultimo…

No non ricordo l’ultimo lavoro, sinceramente non ricordo.

Quindi hai lavorato con posa in malta, non hai mai avuto pavimenti in colla, o si cominciava già a fine anni ’70?

Si cominciava.

Pavimenti? Rivestimenti sicuramente si…

Si anche pavimenti in colla, in quegli anni là arrivò la colla anni ’70, che non si usasse, però nel ’75 cera già la colla.

Perché non si usava la colla negli anni ’70?

Perché non era usata. All’estero, Germania, America si usava già, in Italia non si usava.

Si usava ancora la tecnica fresco su fresco.. Si

Come battevi i pavimenti, per curiosità, usavi sempre il frattone di legno? O la macchina..

Una macchinetta a rulli che vibrava, un vibratore . Una macchinetta con dei rulli che vibrava, prima aveva il piatto.

Differenze tra i cantieri degli anni ’70 ed adesso, avendo visto i cantieri degli anni ’70 ed ogni tanto vieni in cantieri…

I cantieri erano più o meno uguali, non ci sono tantissime differenze, diciamo che i cantieri erano più semplici che adesso.

No il rapporto con il cliente era uguale, il rapporto con le istituzioni con tutto, era molto più semplice lavorare. Adesso è un problema di carte di… come si chiama, di essere in regola con tutti quanti gli strumenti che si lavora, è un problema grosso perché cambia continuamente. Questo è un grosso problema , perché anche una volta si lavorava con le stesse macchine,in poche parole, perché anche il flessibile c’era una volta, io ho sempre lavorato con la macchina da fregare pavimenti e non cera nessun problema, mentre adesso chissà quanti problemi che ci sono. In cantieri cerano le stesse sicurezze di adesso, cerano anche una volta: sulle scale mettevano lo stesso la ringhiera per andare su, su poggioli le tavole.

Forse è cambiata la sicurezza sul quadro elettrico…

Si, va beh. Il quadro elettrico una volta era fatto con un pezzo di legno con diverse prese elettriche e tutti si attaccavano là, era un quadro elettrico in teoria. Mettevano delle spine, prese attaccate ad un pezzo di parancola di legno messo la e problemi non ce n’erano. E durante i lavori c’erano problemi con i vicini? Per i rumori i vicini venivano a protestare e negli anni ’70 queste cose non interessavano?

Dipende dai posti, se eri in centro città anche negli anni ’70 brontolavano, avevi determinati orari come adesso.

[INTERRUZIONE presentazione di Sabrina, compagna del secondo figlio, Marco]

Quando ti sei messo a vendere è cambiato qualche cosa nel modo di vedere le ceramiche e di vedere il cantiere edile? Quando si va a lavorare la mattina in cantiere o in negozio, oltre ai vestiti?

Diciamo che noialtri essendo un po’ artigiani e un po’ commercianti, eravamo in una fase mista, si era vestiti un po’ da magazziniere che andava bene lo stesso per il tipo di negozio che avevamo noialtri, che era un negozio, non come adesso… era si un negozio. Vestiti cosi [si indica i vestiti] potevi andare anche in magazzino a caricare mattonee , e non è che ti sporcassi come una

bestia a preparare mattonee. Ti sporcavi se andavi in cantiere. Ti sporcavi magari a stare in magazzino ma non c’erano troppe differenze.

E come materiali, come rivenditore tra la fine degli anni ’70, sono passati 30 anni…

Anche 40 anni!

Come sono cambiati i materiali?

Si usava più ceramica, si è cambiata tanta la tecnologia: c’era la ceramica e la monocottura, c’era una biccottura da pavimento, cerano smalti fortissimi che resistono ancora adesso dopo 30 anni e non sono ancora consumati, per dire, e smalti più teneri, però cerano anche allora smalti forti, ma non cerano le piastrelle di adesso, la tecnologia è molto diversa. Ceramica e monocottura, che è una ceramica cotta a più gradi e un volta solo.

L’anno in cui sono arrivate le colle ? ‘75

Ma l’anno che la posa in colla ha avuto il sopravvento sulla posa in malta? Anni ’70?

Si anni ‘70

Gli ultimi lavori fatti fresco su fresco negli anni ’80 erano fatti in modo superato?

Diciamo che negli anni ’80 il fresco su fresco si era già superato Forse sul cotto…

Diciamo che negli anni ’80 la posa fresco su fresco era il 50% per i pavimenti mentre sui rivestimenti c’era solo colla.

Ora è quasi sparita la posa fresco su fresco…

La posa fresco su fresco è sparita del tutto, no quasi Colpa dei posatori o del materiale?

No è un problema dei posatori che non sanno “tirare la

pertega”, farsi il massetto in poche parole e dopo posare sopra…

Quindi non è un problema di materiale tipo 60x60…

No perché adesso c’è sempre la possibilità di […] mettere il cemento sotto, si attacca lo stesso, diciamo è più comodo il discorso della colla perché uno, in qualsiasi momento può mollare di fare il pavimento ed andare via. Se deve andare via due ore, prende e va via. Sul fresco su fresco bisogna, a sera, finire e stuccare e tutto, passare stuccare e ripassare, vedere se ci sono … tra l’altro con l’avvento di piastrelle lavorate in fuga il fresco su fresco è sparito…perché si lavora senza fuga.

Su un lavoro fatto anni fa, ricordo, che la stuccatura veniva fatto due tre giorni dopo se il pavimento era fatto in fuga, quando il cemento era duro…

No il fresco su fresco veniva stuccato subito, cera chi stuccava dopo ma era sbagliato perché non riusciva più a mettere a posto le mattonelle …

Ma con la fuga? Solo a giunto unito?

Tutto a giunto unito, con la fuga non si faceva nulla, perché le crocette [i distanziatori usati per fare le fughe tutte uguali] si

impiantavano sulla malta e non si era buoni a fare niente. Il fresco su

fresco, tutto quanto era a giunto unito, e bisognava stuccare subito per

via dei denti . Avevamo un ferro lungo cosi, pesante che

passavi, buttavi la boiacca per lo stucco e poi tiravi con il ferro la segatura e vedevi dove c’erano da sistemare le mattonelle, le abbassavi, le sistemavi. Venivi indietro finendo. Man mano che si faceva il metro si buttava la segatura e la tiravi, quando eri uscito dalla porta avevi finito la camera.

Parliamo di segatura, non si usa più. Si buttava prima la boiacca [impasto di acqua e cemento molto liquido] passando prima la segatura bagnata e poi asciutta…

Non si usa più per le fughe, si attaccherebbe tutta sulle fughe, una volta passavamo lo stecco, prima umida e poi asciutta, facevi prima il discorso di mettere a posto i denti. Intanto erano piastrelle più piccole e si lavoravano meglio, poi il metro fatto si passava già lo stecco e finiva così. Passando poi lo stecco, con la scusa che le piastrelle era un materiale che assorbiva, come il massetto, assorbiva l’acqua ed asciugava, si passava lo stecco così, un po’ di segatura con la scopa e restava il pavimento finito.

Adesso si usa la vaschetta e si lava con l’acqua… Adesso si!

Sono arrivati negli anni ’90 gli stucchi preconfezionati?

Cerano anche prima, ma nessuno li usava, si usavano pochissimo, si usava cemento bianco e cemento grigio. A volte con qualche colore se cerano cose strane. Cemento grigio si usava. Perché senza fuga non cerano queste fughe larghe che si vedessero, cemento normale: grigio. Bianco nei bagni.

Nel passare dei vari anni ci sono materiali significativi per l’epoca? Tipo anni ’80 il cotto, ’90 le monocotture, ’00 il gres ..

Il cotto ed il clinker, hanno portato via una bella fetta di mercato, il clinker era da interno e da esterno. Dopo cera anche il gres porcellanato 5x5 o 10x10 che si vede ancora nei distributori…

Il gres rosso?

No il gres rosso era un’altra cosa. Questo era porcellanato, tipo bianco o beigiolino, era 5x5, 5x10, 10x10 o 10x20 che si vede ancora in giro per gli ospedali, durissimo ed era proprio gres come quello di adesso… della Vaccari o di altre ditte di solito grosse, dopo cera il gres rosso fatto per fare esterni e garage con vari disegni, e cerano le monocotture che sono venute fuori negli anni… prima cera solo il gres, negli anni ‘70/’75 c’era il gres di vari colori per fare pavimenti di bagni, mentre sul muro 7,5x15 o 15x15, solo dopo è arrivato il 20x20. Nel ’75 tanto 20x20. Dopo è arrivata una monocottura della Marazzi

che era una piastrella cotta tanto, molto dura, e tutte storte [sorriso beffardo].

Quindi i marchi storici, tipo Marazzi sono continuati nel tempo fino ad oggi…

Certo cera la Ragno, Marazzi, Iris quelli sono i marchi vecchi, anche Vaccari, Appiani che faceva il mejo gres rosso in circolazione. Appiani è di Treviso.

Quando hanno cominciato ad arrivare marche straniere in Italia?

Marche straniere da sempre perché il miglio clinker era della Bucktall o della AnKeramik che erano marchi vecchi che si usavano. Poi cera anche quello italiano che sono venuti fuori dopo. Delle fornaci che facevano mattoni o blocchetti si sono trasformati in fabbriche di clinker, la materia prima era più o meno la stessa.

Quindi il materiale spagnolo, portoghese, greco ed il cinese sono arrivati negli anni ’80?

No sono arrivati dopo, la Cina è arrivata nel ‘95/’00 perché in Italia per sfruttare il prezzo si è andati a produrre in Cina.

Il materiale cinese è buono?

Il materiale cinese è pari a quello italiano, la non ci sono le regole che ci sono in Italia ed è più facile produrre materiali più belli. Per esempio si può fare produzione con il piombo e le mattonelle vengono fuori meglio con il piombo, più brillanti. Gli smalti con il piombo, in Italia ed in Europa, non si possono più usare perché sono cancerogeni, la si possono usare ancora e le piastrelle sono migliori del resto la Cina è il più grande produttore di piastrelle al mondo. Ora?

Sempre stato il più grosso produttore di piastrelle al mondo, la Cina ha una tradizione, le ceramiche cinesi sono molto più vecchie di quelle italiane. Fare vasi e piastrelle è la stessa procedura, non cambia molto. Loro hanno tutte le cave di caolino e noi compriamo da loro.

Per fare il gres porcellanato noi compriamo tutto da loro, non esistono in Italia cave di caolino. Il caolino è comprato in Cina.

Anche il gres rosso?

No il gres rosso e fatto di terra normale, con terra che abbiamo qua in Italia, tipo il cotto fiorentino.

Noi riusciamo a fare il gres rosso ma non i gres colorati…

Il gres rosso è un’altra cosa, è fatto di terra macinata e riciclata ma non centra con il gres porcellanato. Il gres porcellanato è come il vetro, ci vuole il caolino e le cave di caolino sono tutte la e noi compriamo li. E lo stesso discorso è la produzione: perché loro producono a basso costo? Perché oltre ad avere la manodopera a basso costo hanno anche le materie prime, però producono piastrelle con impianti nostri che abbiamo portato là. Noi abbiamo dato impianti e tecnologia per farle e tante fabbriche sono andate a farle là. Con i gusti europei perché loro hanno altri gusti. Le piastrelle cinesi hanno altri gusti: fiorellini, fatte così…. Sono altri rispetto ai gusti europei. Noi abbiamo portato la tecnologia e la moda e abbiamo fatto fare le piastrelle la perché costano meno. Praticamente costano niente là, costa più il trasporto che la mattonella. In poche parole le ditte portavano a casa la mattonella grezza e qua facevano la finitura, come

se ciama, le mattonelle grandi metro per metro e da quelle tagliavano

il rettificato.

Negli anni ’70 non c’era manodopera extra-comunitaria ma cerano lavoratori meridionali venuti a lavorare qui… e tra gli anni ‘80/’90 la manodopera extracomunitaria..

Alla fine degli anni ’80 c’era già la manodopera extracomunitaria, qua facevano manovalanza, non facevano lavori Hanno cominciato a lavorare come artigiani, come posatori in proprio in che anni?

Adesso il rapporto come è? Credo sia il 50%

Metà e metà, ma nella posa o in tutto il mondo artigianale?

Diciamo che nel mondo artigianale non lo so, ma nel mondo dell’edilizia diciamo che sulla cantieristica il 70% sono stranieri, i nostri sono i meno, il problema è che purtroppo i nostri giovani non vogliono andare a fare i murari

Muratori e posatori?

Muratori e anche posatori, tutti i lavori, elettricista, ma anche idraulico, si trovano idraulici stranieri, elettricisti stranieri, muratori non ne parliamo, sono tutti di loro nelle imprese e posatori non ne parliamo.

Il rapporto con i clienti, altre lingue danno fastidio?

No nessun problema con gli stranieri, almeno problemi zero, anzi sono gente che lavora gli addetti ai lavori lavorano, non c’è niente sui cantieri. Dopo c’è sempre chi lavora di più e chi lavora di a fare il manovale per sempre perché non è capace di imparare niente e quello che lavora un tocco da manovale e dopo el passa a fare l’artigiano per conto suo, come succede agli italiani.

Il rapporto con i clienti in 40 anni di attività, sono più esigenti?

Sono più esigenti perché c’è più roba sul mercato e quindi l’esigenza viene con la scelta. Una volta nel ’70 e prima ‘68/’67 cerano quattro colori per il rivestimento e quattro per il pavimento. Quattro colori per marca?

Quattro colori per marca, ma tutte le marche facevano gli stessi colori. Bianco, nero, verde, celestino, rosetta e zaetto. Quelli sono i colori delle piastrelle, poi sono venuti fuori quelle decorate con i fioretti e tutte quelle robe la. Anche i pavimenti erano relativamente pochi, poi cera il gres rosso che usavi per poggioli e garage. Cera quello che voleva il gres della Vaccari, una ditta della liguria, che

faceva il gres porcellanato, anche la cerano tre/quattro colori ed era per il cliente che voleva spendere di più,ma quello più usato era il gres rosso, se dovevi fare un garage, un poggiolo, un esterno o una stalla: gres rosso. Facevamo anche capannoni industriali, per la facevano più spessore anche due centimetri.

Adesso il mercato è più vario?

Adesso è più vario: ogni marca di piastrelle fa 200 tipi di piastrelle, seguono molto più la moda. I colori seguono la moda: va di moda il viola ecco piastrelle violetta, per esempio adesso non c’è il verde di moda e non producono piastrelle da bagno verdi, non le fanno proprio, perché nessuno le vuole.

Il modo di consigliare il cliente è cambiato in questi anni?

Adesso il cliente non si consiglia più sui colori, si consiglia solo sulla bontà della piastrella e basta. È meglio che dica che vorrebbe una piastrella così e si fanno vedere i dieci tipi che si ha, ho questo giallo, questo giallo più chiaro, questo più scuro e questo giallo limone, ma però c’è sempre uno che dice non ne hai uno tra questi due?

Il cliente quindi è un po’più esigente?