• Non ci sono risultati.

INTERVISTA: RUGGERO SAVARIS

4- RICERCA EMPIRICA: CORTINA 2026, QUALI PROSPETTIVE?

4.2 INTERVISTA: RUGGERO SAVARIS

Ruggero Savaris nasce a Cortina nel 1947, trascorre la sua carriera con la maglia degli scoiattoli (Cortina hockey) con cui riesce a conquistare diversi Campionati Italiani, scontrandosi con realtà affermate come Milano e Bolzano fino al 1981. Alla fine della sua carriera da professionista può vantare anche diverse presenze con la maglia della nazionale Italiana. A quel punto, visto l’immenso amore per quello sport, decide di non abbandonarlo, ma di rimanere in campo, indossando un’altra divisa, da lì inizio la sua carriera da arbitro. Era il 1982 quando disse: “Non appena terminai di

giocare a hockey, alcuni membri che conoscevo della federazione, mi chiesero se volessi provare a cimentarmi nell'arbitraggio. Colsi la palla al balzo ed iniziai subito a dirigere qualche incontro tra i ragazzi. Poco a poco cominciai a farmi strada e così iniziò la mia carriera da arbitro”.65 Ha arbitrato nei campionati di hockey italiano, europeo e mondiale, inoltre ha rappresentato l’Italia come capo arbitro alle Olimpiadi di Lillehammer in Norvegia nel 1994. Nel 1956, durante le Olimpiadi Invernali a Cortina, visse l’exploit del piccolo paesino montano che da località ricercata per pochi divenne la Regine delle Dolomiti.

1. Cortina è pronta per le Olimpiadi del 2026?

Si, perché le strutture ci sono grazie ai mondiali del 2021, c’è da fare qualche accorgimento, l’unico vero problema è la viabilità ma purtroppo non dipende da Cortina ma dallo Stato Italiano, se lo Stato non coglie che l’autostrada potrebbe arrivare fino a Tai di Cadore e diminuire molto il traffico anche perché passerebbe in una valle che non decurta nulla, noi ampezzani non possiamo farci nulla. La ferrovia è una cosa inutile perché per essere al top dovresti riuscire a collegarti con l’alta velocità visto che oggi i regionali sono molto lenti e molte volte è quasi meglio utilizzare le corriere. Un altro aspetto importante su cui bisogna lavorare sono i parcheggi che oggi qui mancano. Sul fronte impianti siamo messi molto bene visto che il 95% è già pronto e con l’ultimo collegamento tra Cinque Torri e Tofana finalmente abbiano il Carosello delle Dolomiti.

65 https://ricerca.gelocal.it/corrierealpi/archivio/corrierealpi/2018/12/31/belluno-savaris-una-vita-sul-ghiaccio-con-la-

2. Che emozione fa arbitrare un’Olimpiade? Che cosa si respira di diverso rispetto ad un altro evento?

Sono stato l’unico capo arbitro italiano ad arbitrare un Olimpiade, per me sono state veramente speciali quelli di Lillehammer 1994, eravamo tra i dieci migliori del mondo . E’ come per un’atleta, il massimo raggiungibile, ho arbitrato tre partite di un livello altissimo. Devi sapere che ho arbitrato anche diversi mondiali e la differenza tra le due competizioni è tantissima. I mondiali sono molto più severi, senti di più la pressione mentre l’Olimpiade è più un gioco, c’è più sportività, ho riscontrato che è veramente la festa dello sport. I norvegesi ci hanno dato un insegnamento di vita durante tutte le Olimpiadi di Lillehammer, io sono rimasto per venticinque giorni dalla cerimonia di apertura fino a quella di chiusura, ancora oggi mi vengono i brividi, ho visto la staffetta maschile italiana vincere davanti a duecento mila persona contro i norvegesi seduto poco distante dal re di Norvegia, ho visto Alberto Tomba e purtroppo non ho visto Kristian (Ghedina) perché eravamo distanti. Un ricordo favoloso.

3. Lei aveva nove anni durante le prime Olimpiadi Invernali in Italia, cosa sono state quelle Olimpiadi per Cortina?

E’ stato un boom impressionate, grazie alla fama data nel 1956 dopo le Olimpiadi. Ci sono stati moltissimi cittadini che comprarono la seconda casa a Cortina. Grazie alle regole d’Ampezzo il territorio è rimasto intatto e non è stato costruito ovunque. L’Olimpiade per me è stato l’incontro con il sport della mia vita, l’hockey. Quelle Olimpiadi hanno portato avanti per quaranta anni la Regina delle Dolomiti con la forza che si era creata. Ci furono degli atleti incredibili a quelle Olimpiadi come Toni Sailer che ancora oggi vanta il record di tre medaglie d’oro. Grazie alla prima diretta in eurovisione abbiamo potuto mostare a tutti cosa era Cortina.

4. Come e che cosa cambiò a Cortina dopo quelle Olimpiadi Invernali?

E’ cambiato il turismo dopo quelle Olimpiadi, precedentemente c’erano i signori di una volta invece post Olimpiade ci fu il boom delle seconde case con l’arrivo di una moltitudine di cittadini che provenivano dalle grandi città italiane.

5. Quali sono i punti di contatto tra le Olimpiadi del 2026 e quelle del 1956?

Un punto di contatto sicuramente è il territorio rimasto intatto per 70 anni grazie soprattutto alle Regole d’Ampezzo che hanno mantenuto la morfologia della conca senza sottomettersi a imprenditori edilizi che probabilmente avrebbero costruito fino alle piste da sci. Il prodotto Cortina è restato indelebile nel corso degli anni.

Il villaggio Olimpico sarebbe a Fiammes a differenza di quelle del 1956 che è un ottima cosa per lasciare ai turisti le stanze alberghiere.

6. Quali sono gli aspetti principali economici e sociali delle Olimpiadi del 2026 a Cortina? Aspetti positivi e negativi?

Il problema maggiore saranno le strade, la viabilità e i parcheggi. La speranza è che il mercato alberghiero in cinque anni possa migliorare ampiamente. Gli impianti sono in ottima condizione infatti in vista del 2026 il 95% sono già efficienti, entro la fine dell’anno dovrebbe essere ultimato il collegamento tra Tofana e Cinque Torri ed essere pronto il carosello delle Dolomiti che diventerebbe il più grande comprensorio sciistico del mondo. Un tempo vigeva il campanilismo quindi ogni paese era chiuso tra sé e sé e non voleva aprirsi agli altri, invece il turismo grazie agli stranieri ha aiutato a togliere questi taboo e si è capito che l’unione fa la forza. Oggi stanno lavorando sul parterre a Ru merlo e sulla conclusione del Drusciè A. Ci sarebbe un progetto per collegare Tofana e Faloria però è molto complicato poiché ci sono le case in mezzo.

7. Come ne uscirà Cortina, dopo un evento di tale importanza?

Visto il salto fatto nel 1956 la speranza è quella di replicare l’ottimo risultato e migliorarlo se possibile, probabilmente queste Olimpiadi saranno un volano per tutti di minimo dieci anni, a partire dall’eredità degli impianti come potrebbe essere il nuovo Sliding Center. Questo impianto dovrebbe essere il punto di riferimento per tutta Italia e diventare il nuovo centro federale. Sarebbe una rampa di lancio poiché gli eventi che verrebbero svolti sarebbero tantissimi e ne risentirebbe in maniera positiva anche il turismo portando tantissimi appassionati oltre ad affittarlo alle altre nazioni per allenarsi. Cortina dovrebbe

specializzarsi come ha fatto Anterselva, costruendo pochi impianti ma eccellenti, in Trentino hanno costruito il miglior impianto di biathlon in Italia e tra i primi in Europa.

Bisogna lavorare bene perché c’è anche il rovescio della medaglia e in quel caso sarebbe una disgrazie per Cortina, bisogna lasciar lavorare gli imprenditori che hanno ottime idee. C’è un idea del comune di mettere in funzione il Trampolino Italia per far iniziare i ragazzini fin da piccoli, in Italia manca una verta e propria scuola, si pensa con qualche soldino delle Olimpiadi. Lo stadio verrà perfezionato anche in vista dei mondiali del curling.