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Introduzione alle ICT per i Beni Culturali

Nel documento POLITECNICO DI TORINO (pagine 67-70)

ITER METODOLOGICO

5. STRUMENTI DIGITALI APPLICATI

5.1 Introduzione alle ICT per i Beni Culturali

“Favorire la conoscenza integrata del bene e del suo contesto affinché diventi un fattore di crescita culturale, sociale ed economica del sistema territoriale in cui si colloca, è uno dei principali obiettivi per chi opera nell’Information and Communication Technology (ICT) e applica tali tecnologie ai Beni Culturali.” [1]

Negli ultimi anni le ICT, che rappresentano l’insieme delle tecnologie nate dallo sviluppo informatico, hanno iniziato ad avere un ruolo sempre più importante sulle tecnologie utilizzate nell’ambito dei Beni Culturali. Le tecniche che hanno beneficiato maggiormente di tali sviluppi sono quelle legate alla conoscenza, alla progettazione di interventi di restauro, conservazione, valorizzazione e gestione dei Beni Culturali materiali e immateriali.

I sistemi per l’Informatica e l’ICT permettono agli addetti al settore dei Beni Culturali di migliorare i processi di conoscenza, conservazione e gestione di un bene o di un sistema di beni. La progettazione di reti archivistiche e di catalogazione permette in modo facile e diretto l’accesso alle informazioni legate al patrimonio storico, gestite e organizzate anche spazialmente con l’aiuto della modellazione bidimensionale e tridimensionale, nonchè la loro implementazione diacronica. Inoltre, negli ultimi tempi, si sperimenta anche l’utilizzo di strumenti tecnologici volti ad una fruizione “intelligente” delle informazioni di carattere culturale.

“Il rapporto tra innovazione e Beni Culturali appare inevitabilmente destinato a farsi ancora più stringente e vincente, soprattutto se da tale relazione emergeranno soluzioni in grado di soddisfare, in modo semplice e accessibile, i bisogni emergenti di conoscenza, di approfondimento, di “orientamento”

nella stratificazione della storia e delle storie dei luoghi.” [2]

Ciò pone le basi per sviluppi futuri verso una progettazione e creazione di piattaforme digitali che permettano di far interagire differenti strumenti applicativi utili a chi si occupa della conoscenza, del restauro e della gestione dei beni architettonici e monumentali facenti parte del Patrimonio Culturale di una società. Grazie alle tecnologie ICT è possibile sviluppare software che consentono, in modo flessibile, di dare risposte rapide ed affidabili alle numerose esigenze che la complessità del patrimonio storico presenta. Inoltre, tali strumenti hanno offerto nuove modalità di comunicazione e valorizzazione dei beni culturali rendendo più interattiva la divulgazione di architetture e collezioni museali nonché di comunicare gli aspetti intangibili ad essi legati.

La creazione di infrastrutture ICT connesse alla rete, governate dai principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable) permettono di archiviare dati, in molti casi georeferiti e tridimensionali, in formati standard interoperabili.

Tali principi consistono in un insieme di linee guida studiate per agevolare lo scambio e la diffusione della raccolta dei dati digitali e la loro adozione potrebbe diventare una buona prassi anche nel settore dei Beni Culturali.

Una prima possibile applicazione dell’ICT in un progetto di restauro è quella legata alla catalogazione dei rilievi e delle informazioni ottenute dalla ricerca bibliografica, manualistica e archivistica del bene oggetto di studio. La catalogazione e la registrazione di informazioni relative ad un bene storico, se eseguite in modo corretto e adeguato, permettono una loro gestione ed una consultazione non solo nell’immediato, ma anche per utenze future.

“Produrre registrazioni adeguate delle nostre azioni, siano queste legate alla ricerca, ad indagini, o ad interventi, non solo è un obbligo etico per i posteri, ma implica anche benefici immediati in termini di pianificazione del progetto, comunicazione interdisciplinare e valutazione dei risultati.” [3]

Quando infatti dei dati derivanti da operazioni di rilievo vengono registrati in maniera opportuna e con un ragionamento logico, i dati diventano facilmente consultabili da diverse professionalità che operano nel campo dei Beni Culturali, diventando un importante supporto per la conoscenza, per la progettazione di interventi e per le operazioni di manutenzione e conservazione.

Su tale tematica anche l’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) ha sottolineato l’importanza della documentazione del patrimonio culturale. Nella XI Assemblea generale tenutasi a Sofia nel 1996 l’ICOMOS ha pubblicato una dichiarazione (“PRINCIPLES FOR THE RECORDING OF MONUMENTS, GROUPS OF BUILDINGS AND SITES) in cui definisce e attribuisce importanza alla registrazione dei dati:

“1. Il rilievo del patrimonio culturale è essenziale:

a) per acquisire conoscenze utili a migliorare la comprensione del patrimonio culturale, dei suoi valori e della sua evoluzione;

b) per promuovere l’interesse e il coinvolgimento delle persone nella conservazione del patrimonio attraverso la diffusione delle informazioni registrate;

c) per consentire la gestione informata ed il controllo dei lavori di costruzione e di tutti i cambiamenti relativi al patrimonio culturale;

d) per assicurare che gli interventi di manutenzione e conservazione del patrimonio siano sensibili alla sua forma fisica, ai suoi materiali, alla sua costruzione e al suo significato storico e culturale.” [4]

L’attenzione quindi alla catalogazione delle informazioni riguardanti i beni storici, così come la loro conservazione e trasmissione, risulta strettamente legata alla conservazione architettonica del manufatto. La non conservazione delle informazioni o una sua scorretta catalogazione possono creare danni che si possono percepire a lungo periodo, poiché viene a mancare o diventa non leggibile la memoria del bene stesso e di tutte le sue componenti.

Seguendo quest’onda nell’iter metodologico proposto in questa tesi la ricerca e la catalogazione di informazioni riguardanti gli elementi impiantistici presenti nelle fabbriche storiche diventa una fase essenziale per il progetto di

3.

Gasbarri P., I Restauri del Castello del Valentino: Proposte per la raccolta, la gestione e la consultazione dei documenti d’archivio su modelli grafici digitali informati, tesi di laurea, rel.

Rinaudo F., co-rel. Dameri A., Lo Turco M., Politecnico di Torino, 2019, p.7, tratto da Letellier Robin L., Schmid Werner, Le Blanc François, Recording, Documentation, and Information Management for the Conservation of Heritage Places: Guiding Principles , Los Angeles, CA: Getty Conservation Institute, 2007, p.XIII.

4.

Gasbarri P., I Restauri del Castello del Valentino: Proposte per la raccolta, la gestione e la consultazione dei documenti d’archivio su modelli grafici digitali informati, tesi di laurea, rel. Rinaudo F., co-rel. Dameri A., Lo Turco M., Politecnico di Torino, 2019, p.8, tratto da 11th ICOMOS General Assembly, Sofia, Bulgaria, 5 – 9 October 1996, Principles for the recording of monuments, groups of buildings and sites (1996), ICOMOS, 1996.

L’utilizzo di strumenti informatici risulta essere la soluzione migliore dal momento che le informazioni raccolte sono molteplici e l’ormai diffusione di software e applicativi utili in tal senso risultano essere alla portata di tutti.

La raccolta dei dati avviene quindi per mezzo di un foglio elettronicoin modo da poter organizzare le informazioni in maniera automatica, limitando la loro perdita o la non corretta trascrizione. L’interconnessione tra diversi software ha il vantaggio di non dover riportare ogni volta le informazioni rischiando di alterarle o di ricopiarle in maniera errata. Inserite le informazioni la prima volta sul file di catalogazione, i dati possono essere letti e utilizzati secondo differenti scopi e per mezzo di differenti applicativi.

Per far sì che ciò avvenga però e necessario studiare e programmare i file secondo glossari e campi da compilare che risultino chiari e strutturati. Tanto maggiore è lo studio a monte delle caratteristiche e degli attributi che devono essere rilevati, minore risulterà il tempo di gestione e lettura delle informazioni.

Costruire una banca dati relazionale che permetta di registrare dati in fase di rilievo o di ricerca archivistica è un buon modo per organizzare la gestione dei dati. Il file deve permettere al professionista, attraverso la creazione di maschere, di poter compilare dei campi di registrazione che conterranno gli attributi che caratterizzano i singoli elementi impiantistici. Tutti i dati inseriti confluiranno in una tabella generale di rilievo dalla quale è possibile estrapolare schede riepilogative per ogni oggetto censito. L’interoperabilità tra software permette anche di poter gestire tale tabella con applicativi differenti.

Tutti questi esiti, questi censimenti, questi rilievi come possono essere condivisi? Oggi ha senso pensare a una gestione mediante banche dati relazionali interrogabili. Qualora i dati raccoltisianolocalizzabili all’interno di uno spazio geometrico, le consultazioni degli esiti di un’operazione di rilievo possono essere facilitate dal ricorso a soluzioni informatiche quali il GIS e l’HBIM. La georeferenziazione di informazioni all’interno di un sistema spaziale unico per il bene in esame consente di evidenziare le interrelazioni che a volte possono non apparire attraverso una pura lettura testuale delle informazioni, per poter poi individuare possibili ipotesi di intervento futuro.

5.2 Definizione di un GIS come strumento di ricerca del patrimonio

Nel documento POLITECNICO DI TORINO (pagine 67-70)