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L’introduzione delle am lire

La politica monetaria e finanziaria italiana nel secondo dopoguerra.

2.1 La situazione monetaria nel periodo 1938-

2.1.1 L’introduzione delle am lire

Poco dopo la mezzanotte del 10 luglio 1943, in pieno conflitto mondiale, un corpo di spedizione formato da truppe americane, inglesi e canadesi invadeva la Sicilia. Nelle ore successive 180 mila soldati sbarcarono lungo 160 chilometri di costa: fu il più grande sbarco di tutta la storia per numero di uomini scesi a terra nel primo giorno e per dimensioni della costa assaltata.

Lo sbarco in Sicilia rappresentò un altro grosso problema sulla già penalizzata economia del nostro Paese. Al momento dello sbarco il comando delle truppe occupanti

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non aveva elementi maggiori dei nostri in materia di situazione economica e non poteva fornire in modo realistico la rata di cambio fra la moneta in circolazione in Italia e la loro moneta. Se al principio un cambio di uno a due era sembrato ragionevole e in qualche misura fedele allo stato di cose precedente il conflitto, in un secondo momento la volontà di penalizzare il nemico prevalse: il tasso di cambio fu fissato con un iniquo rapporto di uno a cinque. Gli alleati recavano con sé la loro moneta di occupazione e il cambio del dollaro fu stabilito nella misura di 100 lire e quello della sterlina che allora era pari a quattro dollari nella misura di 400 lire. Il rapporto tra la circolazione prebellica e quella alla fine del ’42 era uno a quattro ma per tutta una serie di fattori

l’influenza sul sistema dei prezzi era pari solo alla metà82. La situazione giocò dunque a

tutto vantaggio degli occupanti, i quali erano in possesso di una moneta che godeva di un potere d'acquisto doppio a quella corrente nel paese occupato: questo dato pesò pertanto sulla successiva svalutazione monetaria anche più dell'espansione della circolazione. Alla fine del 1943 la circolazione monetaria nazionale ammontava a 164 miliardi. Ma di essa, 12 miliardi si trovavano oltre confine. Nel territorio nazionale la circolazione effettiva superava forse solo di poco i 150 miliardi, ma non vi erano elementi per distinguere la parte di essa che si trovava nelle regioni meridionali e nelle isole, da quella che si trovava a nord del Garigliano dove gli anglo americani si

fermarono dopo la prima avanzata83. Le am-lire (questo il nome delle valute introdotte

dagli occupanti) emesse nel primo periodo ammontarono a 17.900 milioni di lire, il dodici per cento della circolazione nazionale. Pur non raggiungendo immediatamente e per via diretta lo sperato obiettivo di innalzare il livello dei prezzi, la strategia economica degli occupanti azionò indirettamente un meccanismo che sortì gli effetti desiderati. Infatti, coincidendo con la fine dei bombardamenti al sud e quindi con la progressiva eliminazione dei fenomeni di tesaurizzazione che l’avevano accompagnata, essa creò una mentalità inflazionistica che fece aumentare i prezzi, eliminando quel coefficiente di penalizzazione che aveva giustificato la fissazione iniziale del cambio e creò anzi successivamente il presupposto sì di una penalizzazione ma nel senso contrario. Numerosi furono i tentativi di convincere il comando alleato a correggere la

data iniziale di cambio,84 ma il comando assunse le posizioni di un netto diniego e non

modificò il suo atteggiamento nemmeno al migliorare dei rapporti politici, quando il

82 Banco di Roma, Review of the EconomicConditions in Italy, L’economia italiana nel decennio 1947/1946, aprile 1957.

83Banco di Roma, op.cit.

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governo del Sud si schierò apertamente in guerra contro la Germania. Il nocciolo della questione era che ormai l'inflazione era così elevata che un qualsivoglia correttivo al

provvedimento iniziale sarebbe stato in forte contrasto con la realtà85. La situazione

però, migliorò inaspettatamente con la presa di Roma (giugno 1944) perché con il considerevole ampliamento del territorio su cui erano in corso le am-lire, non fu più possibile mantenere così alta la pressione alla continua emissione delle stesse.

Ma l’aumento della circolazione accelerava il processo inflazionistico per l’espansione al centro e poi alle regioni del nord, della scomparsa del tesoreggiamento a cui tra l’altro si sostituiva una mentalità contraria, creata dalla preoccupazione di una svalutazione progressiva della lira, della quale non si riuscivano a prevedere, né la durata né i limiti. Durante il 1944, la circolazione italiana era aumentata di 92 miliardi

di lire e quella delle am-lire di 46 miliardi per raggiungere poi gli 86 nel 194586.

L’inflazione sembrava inarrestabile: la differenza tra spese ed entrate statali era in costante aumento, e per farvi fronte non si poteva far altro che stampare nuove banconote, cosa che aumentava di nuovo l’inflazione e via discorrendo. Si temeva un crollo monetario che avrebbe potuto esporre la lira a fare la fine del marco tedesco nel 1923. Il governo, costituito nel dicembre di quell’anno con ministro del tesoro il Professor Epicarmo Corbino, si propose di sistemare nei limiti del possibile sia il problema finanziario sia il problema monetario. Tuttavia si era ben consci che senza il concorso dei governi americano e inglese difficilmente si sarebbe potuto porre rimedio alla situazione corrente visto che l’armistizio siglato con gli alleati conteneva infatti delle pesanti clausole che occorreva rinegoziare se non si voleva lasciare l’economia

italiana definitivamente in ginocchio87.

85Banco di Roma, op.cit. 86Banco di Roma, op.cit.

87 Il ministro del tesoro Epicarmo Corbino in una monografia contenuta nel volume del anco di Roma“Review of the Economic Conditions in Italy” del 1957 dichiara che quella paurosa crisi non sarebbe stata cosi felicemente superata senza l’appoggio del capo del governo l’onorevole Alcide De Gasperi. Ma fattori non meno determinanti del successo furono altresì l’opera illuminata dell’allora Governatore della Banca d’ Italia, Senator Luigi Einaudi, l’assistenza di Mister Kirk, Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, e soprattutto la collaborazione inestimabile sul terreno tecnico del delegato del tesoro americano Dottor Harry Tasca.

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