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Introduzione di innovazione e complessità

NRTF Not Right First

3. INNOVAZIONE E COMPLESSITA’

3.4 Introduzione di innovazione e complessità

Altro interessante tema che correla complessità e innovazione è la modalità con cui

un’azienda gestisce e favorisce l’innovazione in relazione alla complessità di prodotti e tecnologie.

Chapman e Hyland [52] sostengono che la complessità di singoli prodotti sempre più spesso

richiede un elevato numero di progettisti, ingegneri, e manager di progetto che operano nell’ambito di un’azienda manifatturiera allargata su località geograficamente distribuite, secondo quella che è la tendenza attuale di internazionalizzazione e decentramento produttivo. Gli autori svolgono la propria ricerca focalizzando quattro tipi di complessità:

- complessità di prodotto - complessità di processo - complessità tecnologica

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in cui per complessità tecnologica ci si riferisce alle “core technologies”, cioè alle tecnologie di prodotto o di processo che influiscono direttamente sul vantaggio competitivo dell’impresa, mentre la complessità dell’interfaccia cliente esprime il livello di difficoltà nell’interpretazione dei bisogni del cliente. Quando le aspettative del cliente sono chiaramente definite la complessità di interfaccia è bassa, quando tali aspettative sono più soggettive ed emozionali ed è difficile tradurle in specifiche tecniche, la complessità di interfaccia è alta.

L’indagine viene condotta ponendo ai manager di 70 imprese distribuite in Australia, Svezia, Irlanda, Italia, Olanda e Inghilterra quattro domande finalizzate a valutare su una scala Likert da 1 a 5 (allegato G) le quattro complessità sopra citate.

I dati sono riportati nella figura 3.1 e mostrano come gli andamenti presentano un picco per un valore tra 2 e 3 per tutti i primi tre tipi di complessità, mentre quella tecnologica ha una distribuzione con due picchi corrispondenti a 2 e a 4.

Fig.3.1 Distribuzione delle complessità delle 70 aziende intervistate [52]

I dati mostrano che esiste una tendenza nelle imprese dimensionalmente più grandi ad una maggiore complessità anche se imprese più piccole possono corrispondere sia a basse che ad alte complessità di prodotto e di processo.

Per quanto riguarda l’utilizzo di strumenti per favorire l’innovazione, le imprese ad alta complessità utilizzano in genere più strumenti di quelle a bassa complessità. Gli strumenti a cui ci si riferisce sono la pianificazione e il controllo di progetto, l’utilizzo di strumenti e metodi di progettazione, l’utilizzo di tecnologie computerizzate quali CAD, CAE, CAM, ecc.

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Emerge pertanto un chiaro legame complessità – innovazione, che dimostra la superiorità competitiva delle imprese, in genere più grandi, in grado di gestire prodotti e tecnologie più complessi.

Ma come è possibile calcolare la convenienza a introdurre un’innovazione all’interno di un’azienda?

La convenienza a introdurre una nuova tecnologia dipende da una certa dimensione di efficienza minima al di sotto della quale l’utilizzazione di quella tecnologia non sarebbe ottimale e si misura in termini della correlazione aumento dei costi unitari/aumento della produttività.

Si dimostra che [46]:

2 3.1

in cui:

CM costo unitario del prodotto

CT costo di trasformazione ammortizzato

CB prezzo unitario delle risorse

R consumo unitario di risorse riferito ad una unità di impianto con:

in cui:

B quantità di risorse impiegate in un anno A unità di impianto annue utilizzate Q quantità prodotta in un anno con:

50 CR costo unitario delle risorse impiegate

CL costo unitario di lavorazione

con:

e

in cui il rapporto Q/A rappresenta la produttività dell’impianto.

L’equazione 3.1 dimostra che diminuzioni anche relativamente rilevanti dei costi di impianto e di trasformazione CT e dei costi delle risorse CB hanno effetti relativamente modesti sul

costo del prodotto finale.

L’andamento è chiaramente rappresentato in figura 3.2: quando il progresso tecnologico è spinto eccessivamente, almeno in un determinato momento, un ulteriore aumento di produttività comporta un aumento del costo unitario dei prodotti.

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Naturalmente a fianco di queste considerazioni prettamente economiche, vengono fatte in realtà anche considerazioni strategiche che possono talvolta portare ad introdurre una nuova tecnologia anche qualora questa non porti a un incremento di produttività e contemporaneamente ad un calo di costi di produzione.

I motivi principali per cui può essere opportuno introdurre una nuova tecnologia sono gli aumenti della qualità e delle funzionalità del prodotto, in questi casi il cliente può essere disponibile ad acquistare il prodotto a prezzo più elevato e quindi l’aumento del costo di produzione può essere direttamente coperto dal prezzo.

Sono diversi gli autori che focalizzano il rapporto tra innovazione e complessità di progetto inteso non tanto nel senso di design di prodotto, alla cui complessità verrà dedicato l’intero paragrafo 8.1 data l’importanza che riveste nel processo di sviluppo del prodotto, ma dal punto di vista della organizzazione e struttura aziendali. Si riporta di seguito una selezione di due contributi che si collocano nell’ambito di tale approccio.

Mohan V.Tatikonda e Stephen Rosenthal [53] definiscono il legame tra la novità della

tecnologia (innovazione) e la complessità di progetto, correlando questo concetto anche alla performance e al costo. Gli obiettivi centrali del progetto di sviluppo di un prodotto dal punto di vista della performance tecnica, intesa come funzionalità e qualità del prodotto, sono: costo dell’unità di prodotto, time-to-market e, valutando la performance individuale, il grado di raggiungimento di ciascun obiettivo e per quella totale, il grado di raggiungimento della combinazione dei tre obiettivi.

La complessità di progetto viene definita come la natura, quantità e magnitudine delle sotto- funzioni organizzative e delle loro interazioni.

In particolare vengono definite tre caratteristiche della complessità di progetto: - interdipendenza delle unità di funzione (interdipendenza tecnologica) - novità degli obiettivi di funzione (novità di obiettivo)

- livello richiesto di performance della funzione (difficoltà di progetto).

Queste caratteristiche vengono correlate alla complessità di progetto attraverso una indagine svolta presso 57 aziende per un totale di 120 progetti giungendo a interessanti conclusioni:

- la gestione di una novità di tecnologia di processo appare più problematica di una novità di tecnologia di prodotto in quanto ha un legame negativo con il time-to- market.

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- la complessità di progetto non ha legami con il successo dello svolgimento totale dello stesso, bensì con una sola specifica dimensione degli output: il costo per unità di prodotto

- non esistono effetti dovuti all’interazione tra l’innovazione tecnologica e la complessità del progetto.

E’ dedicato alla complessità dell’organizzazione aziendale lo studio di Fariborz

Damanpour [54] che approfondisce la relazione tra complessità organizzativa e innovazione

organizzativa.

L’autore fornisce alcune significative e utili definizioni:

Innovazione organizzativa: adozione di una nuova idea o comportamento nell’organizzazione

adottante.

Complessità organizzativa: comprende due aspetti: la complessità strutturale e la dimensione

dell’organizzazione.

La complessità strutturale viene definita e misurata in differenti modi, per esempio, come il numero di stazioni in cui il lavoro è eseguito così come il numero di attività o servizi svolti, o il numero di gradi gerarchici che effettuano differenti compiti. E’ possibile definire quattro dimensioni di differenziazione nelle organizzazioni, spaziale, occupazionale, gerarchica, e funzionale, il grado di complessità strutturale è spesso indicato dalla estensione di differenziazione lungo queste quattro dimensioni.

I risultati della ricerca portano a concludere che la complessità strutturale è in genere positivamente associata alla innovazione.

Mike Hobday [55] definisce prodotti e sistemi complessi (CoPS) quelli che richiedono una

forte innovazione e pertanto elevati costi di sviluppo, sostenendo che la natura di un prodotto, soprattutto in termini di complessità e di costo, determinano un importante ruolo nella definizione dei processi innovativi e dell’organizzazione dell’impresa. In genere i prodotti più semplici vengono fabbricati in grandi quantità standardizzate, mentre i CoPS sono in genere prodotti in piccoli lotti e personalizzati al cliente. E’ ipotizzata una continuità della complessità di prodotto dall’oggetto molto semplice, attraverso vari livelli intermedi fino al prodotto più articolato e costoso. Vengono definite alcune componenti della complessità tra cui

- novità tecnologica

- customizzazione dei componenti - architettura e gerarchia del prodotto

53 - percorsi alternativi di progettazione

- varietà di conoscenza e abilità richieste per la produzione - incertezza dell’informazione

E’ interessante pertanto notare come l’innovazione venga considerata come una delle principali

cause della complessità.

Molti degli autori che analizzano la correlazione complessità - innovazione sottolineano l’importanza anche della correlazione complessità-costo, visto che il costo è evidentemente proporzionale alla complessità. E’ chiaro infatti che un prodotto innovativo comporta delle spese di ricerca e sviluppo rispetto ad uno già consolidato.

Uno dei lavori più significativi pubblicati a questo proposito risale al 1995 ad opera di

William W.Cooper, Kingshuk K.Sinha e Robert S.Sullivan [56]. Gli autori definiscono una vera e

propria nuova unità di costo che tiene conto degli incrementi di complessità delle operazioni in presenza di continui e rapidi cambiamenti nei prodotti e nelle tecnologie di processo. L’utilizzo di questo parametro è quello di consentire la analisi delle prestazioni passate e presenti dell’impianto di produzione a partire dai costi storici e proiettarle nel futuro anche in presenza simultanea di ulteriori cambiamenti tecnologici.

L’Unità di costo è definita in riferimento alla fabbricazione di wafer di silicio per l’industria elettronica, considerati tra i prodotti più complessi da costruire, in termini di:

5,87 10 , , ,

in cui

TNDE è il Total Net Die Equivalent, cioè il costo relativo a progetto, tecnologie di processo usate per la fabbricazione e tempi di ciclo di lavorazione, cioè a tutta la progettazione-fabbricazione del prodotto

DMATL è il costo diretto del materiale

GCHEM è il costo del gas e degli agenti chimici

MAINT è il costo della manutenzione preventiva e di quella dovuta a rotture

Gli esponenti vengono determinati sperimentalmente consentendo la convergenza della formula verificata nel caso di una azienda produttiva del settore di riferimento.

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Innovazione, complessità e costo sono quindi certamente correlati, occorre pertanto

tenere conto di questa conclusione al fine di impostare correttamente qualsiasi metodologia di calcolo dell’indice di complessità.

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4.TRASFERIMENTO TECNOLOGICO E