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4.TRASFERIMENTO TECNOLOGICO E COMPLESSITA’

CARTESIANO SISTEMICO

5.2 Tipologie di complessità

Si riportano di seguito le definizioni di complessità più spesso reperibili in letteratura, descrivendo il significato di ciascuna in poche righe che riassumono i concetti espressi in diversi lavori. Queste definizioni si sovrappongono e si integrano tra loro, risultando talvolta ridondanti. Per ogni tipo viene segnalata la specifica categoria professionale per la quale una misura di tale complessità può essere di supporto, pur nella consapevolezza che in realtà nella odierna “fabbrica integrata” tutte le competenze sono coinvolte contemporaneamente nell’intero processo di sviluppo del prodotto.

Complessità di prodotto:

il prodotto é l’obiettivo principale di una azienda manifatturiera attorno al quale ruota tutta l’organizzazione dell’impresa. La sua complessità può essere definita a partire da diversi parametri quali la forma geometrica, la tolleranza dimensionale e di lavorazione (features) che sono intrinseci al prodotto, anche se possono influire altri fattori quali le caratteristiche delle lavorazioni per fabbricarlo e l’infrastruttura industriale al contorno. L’indice di complessità di prodotto può costituire un valido supporto a progettisti e industrializzatori.

Complessità di mix produttivo:

spesso uno stesso sistema di produzione deve produrre un mix di prodotti diversi per cui flussi di materiale, tecnologie produttive e macchinari devono intersecarsi e integrarsi in un layout di produzione determinando una complessità di gestione del mix. Al fine di ottimizzare la produzione, i prodotti che presentano caratteristiche analoghe possono essere raggruppati in base al principio della Group Technology. L'indice di complessità di mix può essere pertanto considerato come una valutazione delle performance aziendali e utilmente correlato ai tempi e costi di produzione, quindi utile in particolare ai manager di produzione.

Complessità di processo:

per ogni singolo processo produttivo è significativo considerare la composizione, il numero di operazioni, la difficoltà relativa ad ogni singola operazione, le varianti, i tempi di set up e i tempi di lavorazione delle macchine. Tutte queste variabili compaiono nell’indice di complessità di processo, strettamente dipendente pertanto dalle caratteristiche dell’impianto ma che può essere correlato, ancora più che la complessità di prodotto, anche a fattori esterni all’impresa, quali la

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tempistica delle forniture e l’infrastruttura industriale. L’indice di complessità di processo è particolarmente utile in un contesto di industrializzazione e frammentazione della produzione. Le figure professionali che possono avvalersi di tale indice sono progettisti, industrializzatori e responsabili di produzione.

Complessità di pianificazione o percorso (routeing)

un aspetto importante all’interno di un’impresa manifatturiera è la pianificazione della produzione. Il numero di piani possibili rispetto a quelli economicamente vantaggiosi risulta spesso molto elevato, pertanto la misura di una complessità di pianificazione diventa un strumento di supporto alla scelta. Alcuni autori considerano la complessità di routeing come una componente fondamentale nella complessità di prodotto o di processo, certamente utile per la pianificazione della produzione e quindi a industrializzatori e responsabili di produzione.

Complessità operazionale o di fabbricazione:

considerando l’insieme dei processi produttivi tra loro connessi e integrati, l’indice di complessità delle operazioni è riferito in genere al contesto interno aziendale ed è utile come parametro di valutazione dell'efficienza del sistema e dello “sforzo” produttivo, cioè si riferisce alla fabbricazione del prodotto costituendo un’utile indicazione per progettisti e industrializzatori.

Complessità di progettazione:

Il supporto informativo del prodotto è il progetto che ne definisce specifiche e caratteristiche. Durante la progettazione del prodotto a fianco della definizione dei requisiti funzionali viene stabilito come realizzarli, tenendo conto di tecnologie e impianti produttivi disponibili, in quello che viene definito un approccio di ingegneria concorrente.

La complessità di progetto deriva pertanto dalla capacità del prodotto di soddisfare tali requisiti e dagli imprevisti che possono insorgere durante l’uso del prodotto, determinandone una perdita di funzionalità. Un indicatore di questa complessità può essere di supporto all’attività del designer.

Complessità di progetto:

si riferisce alle attività di progettazione del prodotto e al grado di complessità che presenta nel suo insieme l’organizzazione del progetto, anche in relazione al numero di persone coinvolte e alla modalità di lavoro, alla sua pianificazione temporale e al relativo controllo degli obiettivi raggiunti. Una misura che quantifichi questo aspetto può essere utile ai Project Leader.

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Complessità di sistema produttivo:

se si stabilisce una gerarchia, si tratta del livello più alto di complessità, all’interno del quale possono essere comprese le complessità fin qui definite. Questa complessità raggruppa fattori interni che definiscono il sistema impresa e fattori esterni che influiscono sul sistema legati alle forniture e al contesto industriale in cui si trova inserita l’azienda. Una misura di questa complessità certamente può costituire un supporto nell’attività di responsabile di stabilimento produttivo.

Complessità della catena di fornitura:

Nell’influenza reciproca fra sistema azienda e contesto esterno, con particolare riferimento al sistema di fornitura, la complessità può essere assorbita o esportata. Esportare complessità nei confronti di un fornitore può essere controproducente rispetto al rapporto di collaborazione e creare un effetto di ritorno dovuto all'incapacità del partner di assorbire la complessità esportata dall’azienda, viceversa alleggerisce l’impresa nei suoi processi produttivi diminuendo la complessità da gestire internamente. Di questo aspetto devono essere consapevoli coloro che decidono la frammentazione e integrazione della produzione, scegliendo grado e tipologia di fornitori, quindi gli operatori dell’ufficio acquisti e i responsabili di produzione, ma anche gli stessi progettisti che devono progettare il prodotto anche in considerazione dei tipi di fornitura.

Altra distinzione da sottolineare é quella tra complessità statica e complessità dinamica:

Complessità statica: è una funzione della struttura del sistema, degli elementi di

connessione, della varietà dei componenti e delle forze di interazione. Viene definita a partire dal database aziendale, cioè dai dati relativi alle distinte base dei materiali, cicli di lavoro, centri di lavoro ecc.

E’ associata pertanto alla varietà intrinseca del sistema.

Complessità dinamica: è una funzione delle procedure operative del sistema e ha a che fare

con la imprevedibilità del comportamento del sistema in un determinato periodo. Viene calcolata a partire da osservazioni e rilevamenti sul sistema condotti a intervalli di tempo regolari in un tempo definito: per ex. code e stati sulla macchina, lavorazione, attività o inattività ecc.

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