VERIFICHE DI SORVEGLIANZA
5. L’Analisi Ambientale Iniziale del Ferrara Buskers Festival edizione
5.1 Introduzione: Il Ferrara Buskers Festival
Il Ferrara Buskers Festival è la più grande manifestazione al mondo dedicata all’arte di strada. Nasce nel 1988 con l’intento di valorizzare la figura del musicista di strada e per far conoscere una città ricca di storia e fascino, obiettivi pienamente raggiunti.
Grazie al proprio successo e al conseguente effetto di imitazione, il Festival ha contribuito, inoltre, a far nascere un vero e proprio settore, che può contare oggi su oltre 200 iniziative distribuite su tutto il territorio nazionale.
Per i tantissimi spettatori, provenienti da tutta Italia e, in misura significativa, anche dall’estero, il Festival è un entusiasmante giro intorno al mondo alla ricerca di sonorità familiari ed esotiche, è un’appassionante caccia al tesoro per scoprire gli strumenti più originali, le performance più fantasiose, i costumi più appariscenti. Ed è, soprattutto, un’infinita festa mobile, che si muove in mille direzioni, capace di riservare sorprese ad ogni angolo: un fiume di allegria, di suggestioni, di stupore, che invade strade e piazze di uno dei centri storici più belli d’Italia.
I protagonisti del Festival sono i buskers, artisti girovaghi che, nella loro attività quotidiana, cercano di regalare un po’ di poesia e buonumore, a persone spesso distratte e indaffarate. La misura del loro gradimento sta nella capacità di guadagnarsi l’attenzione di questo pubblico che non è ancora tale e di riempire il cappello di segni tangibili di apprezzamento: euro, dollari o sterline che siano, l’ufficio cambi dei buskers non chiude mai. Gli artisti del Ferrara Buskers Festival, anche se tra di loro vi sono spesso apprezzati professionisti dell’arte di strada, non percepiscono compensi. La generosità degli spettatori, nel darsi e nel dare, viene perciò particolarmente apprezzata.
Già dalla prima edizione nel 1988 si riconoscono i caratteri essenziali della manifestazione, alcuni caratteri “invarianti”, che si ritrovano tuttora:
• si tratta di una manifestazione non competitiva, e con forte spirito di “comunanza”;
• l’organizzazione del festival invita alcuni artisti, anche dall’estero, ai quali viene pagato il viaggio e il pernotto (certo in situazione non di lusso), ma che non percepiscono un cachet;
• il pubblico non paga alcun ingresso, ma le offerte agli artisti sono caldeggiate (in sostanza si tratta di performance “a cappello”);
• gli spettacoli si svolgono nel centro della città, nella parte chiusa al traffico, e i posti agli artisti vengono assegnati dall’organizzazione.
Oltre che evento (temporaneo), il festival è organizzazione permanente per molti aspetti, vuoi per il carattere continuativo della manifestazione, vuoi per la continuità del lavoro di organizzazione: in effetti il gruppo di attori chiave lavora a questa attività quasi a tempo pieno, e nonostante la forte accentuazione di attività “stagionale” tra maggio e agosto (cui si fa fronte con ricorso a volontari e a giovani). E’ comunque organizzazione, e come tale può essere studiato.
In questa prospettiva sono diversi gli elementi di interesse: non solo e non tanto perché il festival è evento di successo, quanto piuttosto per le peculiarità del tipo di organizzazione che c’è dietro, caratterizzata da due aspetti in particolare:
a) una forte convergenza di interessi diversi di attori e stakeholders diversi. Questo aspetto è vero per tutte le organizzazioni, in fondo, ma per questa assume dei significati più precisi e pregnanti;
b) se poi in generale nelle società di servizi esistono fenomeni di commistione di ruolo, con il cliente che spesso partecipa al processo di erogazione del servizio assumendo alcuni connotati del produttore (si veda il neologismo “prosumer” di Toffer, 1980), qui lo stesso fenomeno di partecipazione si verifica in senso speciale: è lo stesso produttore (l’artista) che è anche al tempo stesso cliente (forse il cliente più importante), utente del servizio offerto, in una sorta di auto-produzione (per chi ama i giochi di parole, più che prosumer si può parlare in questo caso il “conducer”, che in effetti suona meglio per un musicista).
Il festival è sicuramente una fonte di ricchezza di cui beneficiano nell'immediato soprattutto i gestori di bar, ristoranti e alberghi, ma che ha una sicura ricaduta sull'intera economia cittadina. Una risorsa per il presente, dunque, ma anche un'opportunità di crescita per il turismo, che a Ferrara ha carattere soprattutto culturale.
5.1.1 Il FBF e il Comune di Ferrara: allineamento con le linee-guida del
Regolamento EMAS e Norma ISO 14001 “dettato”
dall’Amministrazione comunale
Durante lo scorso mese di Giugno 2011, periodo in cui si è avviato nella pratica il processo per lo studio di analisi ambientale iniziale, passo iniziale e fondamentale per inquadrare la situazione ambientale e l’impatto sulla città di Ferrara derivante dalle principali attività del FBF e per poter dare avvio e proseguo al processo di certificazione ambientale all’evento da parte di un ente terzo certificazione preposto (Bureau Veritas – il processo di certificazione sarà illustrato più nello specifico nel prossimo capitolo 6), si è tenuto un incontro presso gli uffici comunali della città di Ferrara; all’incontro hanno partecipato vari attori, tra cui: il Comune di Ferrara, Hera Ferrara (municipalizzata per la gestione dei rifiuti), Labelab, Università di Ferrara e di Bologna, AATO6 (Autorità d’ ambito territoriale ottimale di Ferrara), Associazione Ferrara Buskers Festival, il gestore dei punti ristorativi “installati” durante i giorni del festival, e in veste di uditore anche un rappresentante dell’istituto di certificazione Bureau Veritas.
Durante l’incontro, dopo una serie di interventi illustrativi, informativi e di presentazione del progetto Eco Festival che si stava iniziando a sviluppare, il Comune di Ferrara ha sottolineato come l’Amministrazione stessa abbia implementato negli anni passati, scelte oculate e il processo di certificazione ambientale (processo certificato ufficialmente nel Maggio del 2010, con l’attuazione ed il mantenimento di un sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001, certificato rilasciato dall’ente accreditato ‘Certiquality’) e ha fatto quindi “richiesta” di una ricerca, da parte di tutti gli attori coinvolti nello studio di analisi ambientale e nel processo intero di certificazione
ambientale del FBF e del suo progetto EcoFestival, di allineamento con le linee guida dettate da EMAS e ISO 14001 per il sistema di gestione ambientale. Scopo ulteriore dell’allineamento richiesto è anche quello di incentivare, da parte del Comune di Ferrara, buone pratiche e lo sviluppo tra le diverse realtà, imprese ed organizzazione della città, di sistemi di gestione ambientale e, in generale, di un attenzione maggiore (e in parte anche standardizzata e che risponda a precisi regolamenti, norme e direttive europee ed internazionali) verso l’ambiente. Infatti, come si può anche leggere nella Dichiarazione di Sostenibilità elaborata dal Comune di Ferrara già nell’anno 2009, si cerca di attuare:
- una strategia di coinvolgimento delle organizzazioni e dei cittadini nella pianificazione locale istituzionale e volontaria definendo, con il Forum di Agenda21, il “Piano d’Azione per un Ambiente e Futuro Sostenibile” ed organizzando nelle Circoscrizioni Comunali processi di ascolto che portano alla definizione annuale di Programmi Partecipati di Quartiere;
- una rete di strutture interne capaci di sviluppare programmi di sensibilizzazione alle tematiche ambientali ed alla sostenibilità basati sull’informazione, la comunicazione e la formazione della cittadinanza;
- un percorso di studio e sviluppo di strumenti finalizzati alla gestione ottimale delle risorse naturali nell’ente e nel territorio che si sono consolidati nella Politica degli Acquisti Verdi e nell’organizzazione di bilanci tematici satelliti al bilancio economico-finanziario, tra cui il Bilancio Ambientale, elaborato secondo modelli di contabilità e budgeting ambientale17.
Ed è dunque anche per queste motivazioni che il Comune di Ferrara, anche tramite la sua stessa adesione al regolamento EMAS e ad una certificazione “ufficiale” del proprio sistema di gestione ambientale (SGA), traccia le linee guida per l’implementazione da parte di soggetti, attività ed organizzazioni, della città di Ferrara di un SGA e quindi di una maggiore attenzione alle tematiche ambientali; linee guida che sono quelle elencate nei capitoli precedenti e che il Comune di Ferrara pubblica e rende disponibili anche presso il sito internet:
“Il Sistema di Gestione Ambientale si articola in sei fasi: 1. esame ambientale iniziale;
2. politica ambientale; 3. pianificazione;
4. realizzazione ed operatività; 5. controlli ed azioni correttive; 6. riesame della direzione.”18
E saranno questi i passi successivi che saranno esaminati ed esplicitati nel corso delle prossime pagine, partendo per l’appunto dall’analisi ambientale iniziale riferita all’edizione 2010 del FBF per poi illustrare, nel corso del capitolo 6, le decisioni di politica ambientale intrapresa nell’immediato pre- festival 2011, le azioni migliorative messe in campo e la loro analisi generale e i controlli documentali e sul campo da parte dell’ente di certificazione.
(Per una maggiore completezza e possibile approfondimento si riporta il link di un documento redatto nel 2005 dal Comune di Ferrara che riporta le principali misure per la diffusione dei SGA secondo il Regolamento EMAS, diffusione soprattutto presso realtà produttive della città di Ferrara:
http://servizi.comune.fe.it/attach/ambiente/docs/imprese_polo_18_luglio05.pdf
).
5.2 L’Analisi Ambientale Iniziale e la metodologia utilizzata per la sua