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Investimenti per l’ammodernamento strutturale e tecnologico del SSN

Nel documento Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (pagine 57-61)

2.1 Rilanciare la prevenzione

7) Il Piano Nazionale Integrato (PNI o MANCP)

2.12 Investimenti per l’ammodernamento strutturale e tecnologico del SSN

Le politiche di programmazione degli investimenti pubblici destinati all‟ammodernamento del patrimonio strutturale e tecnologico del Servizio sanitario nazionale hanno seguito strettamente, specie nell‟ultimo quinquennio, l‟andamento delle politiche generali di riqualificazione dell‟offerta assistenziale, segnate da un necessario processo di crescente attenzione ad una allocazione sempre più efficace ed efficiente degli investimenti, ai fini del contenimento della spesa sanitaria pubblica.

Gli obiettivi tracciati nei Documenti Programmatici degli Accordi di Programma, atti programmatori fondamentali su cui si basano i programmi regionali, perseguono in modo appropriato e complementare, le finalità di riqualificazione e razionalizzazione della rete dei servizi sanitari del territorio, in un‟ottica di gradualità della cura, e di minor ricorso al ricovero ordinario in favore di trattamenti di diagnostica interventistica, hospital e day-surgery, e il perseguimento dello standard dei posti letto ospedalieri del 4 per mille abitanti giusto in coerenza con i principi sanciti nel Patto della salute.

Le procedure di attivazione/attuazione fino ad oggi seguite hanno consentito lo sviluppo graduale del programma di investimenti in relazione alla capacità di programmazione e di spesa delle Regioni, che hanno potuto utilizzare tutta o parte della quota assegnata attraverso due strumenti di programmazione negoziata, l‟Accordo di programma quadro, ex art. 2 della Legge n. 662/1996 e l‟Accordo di programma ex art. 5 bis del D.Lgs. n. 502/1992, introdotto dal D.Lgs. n. 229/1999. Entrambi consentono alle Regioni ed alle Province Autonome di disporre programmaticamente della quota loro assegnata, di concerto con il Ministero dell‟economia e delle finanze e d‟intesa con la Conferenza Stato Regioni e Province Autonome. La diversa dinamica nella utilizzazione delle risorse discende, oltre che

58 dall‟esperienza maturata nei diversi contesti regionali, anche dalla solidità programmatoria, esplicata attraverso la programmazione degli interventi nell‟ambito della riorganizzazione e riqualificazione della rete territoriale ed ospedaliera.

Il documento programmatico, che deve necessariamente partire dall‟analisi socio-sanitaria-economica delineando le situazioni di contesto – territorio, popolazione, quadro epidemiologico - e la conoscenza della domanda di prestazioni e delle criticità nell‟accesso. In particolare, dovranno essere individuate le criticità presenti che attualmente attengono alla frammentazione dell‟offerta in molti piccoli ospedali, alla persistenza, all‟interno dei Presidi deputati a garantire le prestazioni per acuti di alta specialità/alta complessità, di una quota di ricoveri ordinari ad alto rischio di inappropriatezza, tenendo conto che le molteplicità dei presidi rende difficile e particolarmente oneroso l‟adeguamento strutturale, infrastrutturale e tecnologico alle moderne esigenze assistenziali.

In particolare, si evidenziano le seguenti criticità, presenti nelle Regioni in maniera difforme: • carenza di posti letto per post-acuti

• carenza di posti letto per comi e stati vegetativi; • carenza di strutture per mielo-lesioni;

• carenza di posti letto per hospice; • carenza di posti letto per RSA;

• carenze nell‟ambito dell‟offerta rivolta alla salute mentale.

L‟analisi deve fornire anche elementi sulla mobilità passiva e attiva e dati e indicazioni sugli standard di assistenza ospedaliera e territoriale. Occorre poi definire la strategia rispetto ai bisogni emergenti a cui dare risposta, delineando le correlate linee di intervento. Le strategie proposte sono esplicitate in obiettivi generali e specifici; inquadrate nell‟analisi economico-finanziaria del programma; poste in coerenza rispetto alle politiche nazionali (quali PSN, Piani di rientro, il Patto per la salute etc) e regionali in accordo con eventuali politiche comunitarie in materia. L‟analisi del contesto socio-sanitario ha portato prioritariamente all‟identificazione dei bisogni relativamente alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie oncologiche, alla continuità assistenziale, soprattutto in fase post acuzie, all‟assistenza di base e specialistica, all‟assistenza residenziale per il trattamento delle acuzie e sub acuzie. Le linee prioritarie di intervento finalizzate al miglioramento dell‟offerta dei servizi devono essere volte a:

• una forte valorizzazione delle attività di prevenzione,

• una realtà ospedaliera più orientata alla medio-alta intensità di cure,

• una serie di azioni rivolte alla soluzione del problema degli anziani e della non autosufficienza,

• un sistema di emergenza più sicuro, un ulteriore potenziamento della risposta diagnostica,

• un incremento significativo dei sistemi di accesso alle prestazioni, attraverso lo sviluppo di strumenti di innovazione tecnologica.

I risultati da raggiungere con le predette azioni consistono in:

• la concentrazione di diagnosi e cura per pazienti acuti in strutture ospedaliere con elevata specializzazione e casistica per ampi bacini di utenza, nel rispetto complessivo degli standard nazionali;

• la gradualità di cura, con chiara distinzione fra strutture destinate alla degenza per acuti, strutture per riabilitazione di vario livello,;

59 • la riduzione delle liste d‟attesa;

• la flessibilità degli spazi (in particolare per i nuovi ospedali e le grandi ristrutturazioni) in grado di adeguarsi alle successive nuove esigenze e di assecondare il cambiamento tecnologico e scientifico;

• il miglioramento della sicurezza complessiva;

• il miglioramento del comfort alberghiero e del benessere ambientale, con particolare riferimento all‟umanizzazione;

• una risposta sanitaria adeguata e al passo con i progressi scientifici; • la sicurezza del paziente;

• l‟adeguamento a standard edilizi, impiantistici e tecnologici finalizzati all‟accreditamento istituzionale delle strutture;

• la valorizzazione delle professionalità e delle realtà non solo sanitarie, ma anche scientifiche e di ricerca presenti nelle strutture e nelle aziende;

• la realizzazione di un sistema integrato che sfrutti al meglio le potenzialità e le caratteristiche delle realtà presenti sul territorio con finalità sanitarie e assistenziali: strutture pubbliche, università, enti di ricerca, eventualmente strutture private, etc.; • l‟integrazione delle occasioni di ricerca e sviluppo, sia tecnologico, sia scientifico,

per utilizzare in maniera produttiva la casistica con finalità di ricerca e per consentire un rapido e sicuro trasferimento dei risultati della sperimentazione.

Per ciò che riguarda l‟ammodernamento ed il rinnovo del parco tecnologico sanitario la Regione può attivare programmi di investimento finanziati sia con risorse proprie di bilancio sia con risorse statali di cui all‟art. 20 della L. 67/88, che si articolano secondo le seguenti principali linee di indirizzo:

• mantenere in sicurezza ed efficienza il patrimonio tecnologico esistente necessario per lo svolgimento delle attività sanitarie secondo i ruoli e le funzioni di competenza; • innovare i processi sanitari, i protocolli clinici e le tecnologie;

• perseguire i progetti regionali sovra-aziendali su alcune linee di

sviluppo/innovazione;

• ampliare ed aggiornare il parco tecnologico, in particolare delle nuove strutture sanitarie, per migliorare l'offerta e renderla sempre più attuale e al passo coi tempi, per fornire servizi qualitativamente di eccellenza.

In tale contesto, la Regione deve garantire la sostenibilità degli interventi. Si ritiene, altresì, possibile il perseguimento di margini significativi di economie conseguibili tramite l‟ottimizzazione della gestione dei diversi ambiti di servizio, ponendo in atto politiche di integrazione interaziendale orientate a:

• sviluppare il ricorso preferenziale agli acquisti centralizzati di beni e servizi;

• ricercare le forme delle integrazioni amministrative e contabili attraverso il riordino delle attività strumentali non sanitarie di supporto, anche nella logica del fornitore interno sovraziendale;

• migliorare la politica delle risorse umane, sia per gli aspetti normo-contrattuali, al fine di utilizzare al meglio le opportunità offerte dai contratti e dalle convenzioni nazionali, sia per l‟aspetto della qualificazione degli operatori, finalizzando l‟aggiornamento professionale, sia per gli aspetti di centralizzazione delle procedure di acquisizione, di gestione giuridica ed economica;

• sviluppare la politica dell‟innovazione tecnologica, al fine di governare il suo impatto sulla gestione dei servizi;

60 Va posta attenzione, inoltre, alla sostenibilità economico-finanziaria e alla sostenibilità amministrativo-gestionale e di risorse umane del programma.

Particolare importanza riveste la rappresentazione dei risultati attesi, la valutazione degli impatti di essi sulla realtà esistente, la necessità di individuare specifici indicatori attraverso i quali misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi, anche in itinere. Lo stato di avanzamento degli interventi del programma viene monitorato e controllato attraverso un sistema informativo regionale e ministeriale (per gli interventi inseriti negli AdPQ e negli AdP).

Riguardo l‟accettabilità sociale del programma si ritiene utile che i programmi di riorganizzazione sanitaria siano supportati da campagne di informazione, rivolte sia alla popolazione, sia soprattutto agli operatori sanitari che dovranno essere i primi soggetti a condividere le nuove strategie e a svolgere, anch‟essi, azioni di informazione verso gli utenti.

La sicurezza degli edifici sanitari: integrazione di strategie per la riduzione dei rischi per la salute derivanti dalle condizioni fisiche-ambientali dei luoghi di cura

Le politiche di manutenzione e di rinnovo del patrimonio immobiliare sanitario, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, devono contemperare prioritariamente il progressivo adeguamento strutturale-tecnologico e la gestione dei rischi residui, mirando innanzitutto ai seguenti obiettivi:

• efficienza e continuità di funzionamento dei sistemi impiantistici posti a servizio delle attività di cura (impianti elettrici, gas medicali, trattamento dell‟aria etc.); • efficienza dei sistemi impiantistici dedicati alla prevenzione e alla protezione

(rilevazione, allarme, spegnimento incendi etc. ) e adeguatezza dei percorsi, delle vie di esodo, delle compartimentazioni;

• mantenimento delle condizioni minime per la funzionalità dei sistemi strutturali, non strutturali e tecnologici anche in caso di evento calamitoso, in particolare di tipo sismico.

Qualora nell‟ambito della programmazione degli interventi si considerano prioritari gli obiettivi di sicurezza, è opportuno che la programmazione tenga conto dei seguenti aspetti:

• la gerarchia dei centri di servizio, e quindi delle sedi, sulla base del loro ruolo all‟interno delle reti assistenziali;

• l‟ordine di priorità delle funzioni e delle attività;

• l‟individuazione delle aree critiche (per funzione, per collocazione, per caratteristiche costruttive);

• la necessità di attuazione per fasi funzionali, secondo un percorso compatibile con la continuità del servizio;

• la valutazione dell‟opportunità, in relazione all‟entità dei rischi strutturali e tecnologici, e per la ridotta vita utile presumibile, di intervenire per sostituzione in luogo di adeguamento dell‟esistente.

Tali linee di indirizzo devono essere considerate un primo piano di analisi prospettiche delle necessarie previsioni di un adeguato livello regionale che attui e constestualizzi l‟analisi nel rispetto delle prerogative del dettato costituzionale in ambito sanitario.

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3. MONITORAGGIO, APPROPRIATEZZA ED

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