• Non ci sono risultati.

Liste di attesa

Nel documento Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (pagine 62-65)

2.1 Rilanciare la prevenzione

3. MONITORAGGIO, APPROPRIATEZZA ED UNIFORMITÀ DEI LEA

3.1.2 Liste di attesa

Inquadramento generale

La gestione delle liste e dei tempi di attesa rappresenta un problema diffuso nella maggior parte dei Paesi che dispongono di un‟organizzazione sanitaria complessa e di tipo universalistico.

Anche per il nostro Servizio Sanitario Nazionale il contenimento dei tempi di attesa è una priorità dell‟assistenza sanitaria a garanzia dell‟equità e della qualità delle cure, come più volte espresso sia nei Piani sanitari nazionali, che in altri atti normativi e di programmazione nazionale, tra i quali il D.P.C.M. 16 aprile 2002 “Linee guida sui criteri di

63 priorità per l‟accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e sui tempi massimi di attesa”, che poneva tale criterio quale componente strutturale dei livelli essenziali di assistenza ed a cui fece seguito l‟Accordo Stato-Regioni dell‟11 luglio 2002, che definì una proposta di sistema per regolare l‟erogazione di prestazioni sanitarie in base a classi di priorità cliniche di accesso alle medesime prestazioni.

Il punto di approdo delle iniziative nazionali di carattere pattizio con le Regioni è stato l‟Intesa Stato Regioni del 28 marzo 2006, sul “Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa” (PNCTA). Con tale atto, di respiro triennale (2006-2008), si è arrivati a condividere un percorso per la gestione delle Liste di Attesa, finalizzato a garantire un appropriato accesso dei cittadini ai Servizi Sanitari secondo criteri di appropriatezza e di urgenza, garantendo la trasparenza a tutti i livelli di programmazione, di organizzazione e di erogazione delle prestazioni sanitarie. Il Piano prevedeva l‟obbligo per le Regioni di dotarsi di un Piano regionale come strumento programmatico unico e integrato, per le Aziende sanitarie di definire un Piano attuativo locale degli interventi programmati a livello regionale, nonché un insieme di attività di monitoraggio da realizzarsi a livello centrale da parte del Ministero della Salute e dell‟Agenzia per i Servizi sanitari regionali. Le Regioni dovevano garantire il governo della domanda attraverso il ricorso appropriato alle attività del SSN in base a criteri di priorità nell‟accesso, razionalizzare ed ottimizzare l‟offerta delle prestazioni da parte delle Aziende Sanitarie, gestire razionalmente il sistema degli accessi mediante la riorganizzazione del C.U.P., rivedere periodicamente l‟attività prescrittiva e promuovere la refertazione tempestiva delle prestazioni effettuate, riorganizzare l‟attività libero professionale intramuraria (ALPI) e fissare i tempi massimi regionali per le prestazioni contemplate dal Piano Nazionale.

Attraverso le attività di monitoraggio condotte dal Ministero della Salute, si è potuto evidenziare che tutte le Regioni hanno adottato un proprio Piano, in cui hanno individuato gli interventi necessari per la realizzazione di quanto era stato previsto nel Piano Nazionale. Tuttavia, l‟attuazione degli interventi nei vari contesti regionali non ha ancora raggiunto i livelli di valutazione sistematica su tutto il territorio nazionale, richiedendo un rinnovato impegno a tale riguardo.

Individuazione delle azioni strategiche da promuovere

Le numerose iniziative condotte fino ad oggi e i risultati conseguiti nel dare seguito agli atti di programmazione nazionale adottati di concerto con le Regioni e P.A., confermano l‟urgenza di rilanciare in maniera più sistematica ed integrata le azioni di miglioramento per l‟accesso al SSN, secondo criteri di appropriatezza ed equità. In particolare, risulta fondamentale garantire l‟accesso alle prestazioni sanitarie, territoriali e di ricovero ospedaliero, secondo specifici percorsi diagnostico terapeutici individuati in sede regionale, in assenza dei quali sarà difficile garantire appropriatezza e tempestività delle attività sanitarie, ma anche offrire ai cittadini gli strumenti per una migliore conoscenza del sistema, ai fini della trasparenza e dell‟equità nell‟accesso.

In tal senso, il Ministero ha elaborato la proposta per il Nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa per il triennio 2009-2011, espresso in Conferenza Stato Regioni del 28 ottobre 2010, che indica le azioni strategiche che devono essere condotte, in collaborazione tra tutti gli attori del sistema. In particolare, gli elementi innovativi sono l‟uso obbligatorio delle classi di priorità per le prenotazioni sia ambulatoriali che di ricovero, la definizione di percorsi diagnostico terapeutici (PDT) in due aree prioritarie quali quella cardiovascolare ed

64 oncologica ed i relativi tempi d‟attesa, la messa a sistema dei flussi informativi per il monitoraggio sia delle prestazioni ambulatoriali che di ricovero, l‟informazione trasparente al cittadino attraverso la presenza dei tempi d‟attesa sui siti web di Regioni e P.A. e di Aziende sanitarie pubbliche e private accreditate, la sistematica integrazione tra la libera professione intramuraria svolta a carico dell‟azienda e quella a carico del cittadino, lo sviluppo coerente di iniziative di Information & Communication Technologies per la gestione automatizzata del processo di prescrizione, prenotazione e refertazione.

Anche le cure primarie e i relativi modelli organizzativi hanno il compito di partecipare alla

realizzazione di PDT e di condividere le linee guida sulle prescrizioni

diagnostiche/specialistiche.

I 10 obiettivi da raggiungere nel triennio di vigenza del PSN

E‟ necessario sostenere e realizzare un sistema di accesso alle prestazioni nell‟ambito di specifici percorsi diagnostico terapeutici per le patologie di maggiore diffusione e impatto e, nell‟attesa di una diffusione omogenea sul territorio nazionale del loro utilizzo, vanno promossi e sviluppati una serie di interventi tra i quali sono da considerare prioritari:

1. l‟uso diffuso delle classi di priorità per le prenotazioni sia ambulatoriali che di ricovero, vale a dire che le prestazioni devono essere garantite sulla base del quadro clinico presentato dal paziente;

2. l‟individuazione e lo sviluppo di percorsi diagnostico terapeutici (PDT) nell‟area cardiovascolare e oncologica, considerate priorità di sistema, e la fissazione dei relativi tempi massimi di attesa a garanzia della tempestività della diagnosi e del trattamento; 3. lo sviluppo e la messa a sistema di opportune soluzioni operative per la gestione dei

flussi informativi disponibili per il monitoraggio dei tempi d‟attesa per le prestazioni ambulatoriali e per quelle di ricovero programmato, erogate singolarmente o nell‟ambito di specifici percorsi, garantite dal SSN sia in ambito istituzionale che in libera professione, a garanzia della affidabilità e trasparenza dei dati sui tempi d‟attesa;

4. la definizione delle modalità di utilizzo della libera professione intramuraria nell‟ambito del governo delle liste d‟attesa per conto e a carico delle aziende, ai fini del contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni particolarmente critiche in regime istituzionale; la modalità di verifica e controllo delle prestazioni erogate in libera professione dai professionisti a favore e a carico dell‟utente che ne fa richiesta ai fini del corretto rapporto tra i due regimi erogativi, prevedendo attività informatizzate di prenotazione per le prestazioni erogate in libera professione attraverso percorsi dedicati e il monitoraggio delle relative liste di attesa;

5. la gestione degli accessi attraverso l‟uso diffuso del sistema CUP sulla base di quanto previsto dall‟Intesa Stato-Regioni del 29-04-2010, anche prevedendo possibilità di sviluppo di iniziative di Information & Communication Technologies (ICT) per la realizzazione di funzionalità automatizzate per la gestione del processo di prescrizione, prenotazione e refertazione;

6. l‟individuazione delle opportune modalità di “ristoro” per il cittadino, prevedendo forme alternative di accesso alla prestazione, nel caso in cui a livello aziendale non vengano garantite le prestazioni nei tempi massimi di attesa individuati in sede regionale;

7. la vigilanza sistematica delle situazioni di sospensione della prenotazione e dell‟erogazione delle prestazioni;

65 8. l‟attuazione di interventi condivisi per il miglioramento della qualità prescrittiva, in

particolare per le prestazioni a maggiore criticità in termini di liste e tempi di attesa; 9. la comunicazione sulle liste d‟attesa anche attraverso la valorizzazione della

partecipazione di utenti e di associazioni di tutela e di volontariato, per favorire sia un‟adeguata conoscenza delle attività che delle modalità di accesso alla prenotazione delle prestazioni, attraverso campagne informative, Uffici relazioni con il pubblico (URP), Carte dei servizi, ma anche sezioni dedicate e facilmente accessibili sui siti web regionali e aziendali;

10. il monitoraggio, in via sistematica, della presenza dei tempi massimi regionali sui siti web di Regioni e P.A. e di Aziende sanitarie pubbliche e private accreditate, a garanzia della trasparenza e dell‟accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa.

Il livello centrale, a garanzia del diritto di tutti gli utenti del S.S.N. ad ottenere un‟informazione adeguata e trasparente e del diritto di tutti gli operatori ad un ampio confronto e all‟aggiornamento costante, promuove un incontro annuale tra tutti gli attori del sistema, anche ai fini della trasferibilità delle esperienze più significative.

Nel documento Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (pagine 62-65)