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Salute mentale

Nel documento Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (pagine 106-109)

4.1 Ricerca ed innovazione sanitaria

B. PATOLOGIE RILEVANTI

B.6 Salute mentale

La tutela della salute mentale della popolazione costituisce uno degli obiettivi principali del Paese, in tutte le sue articolazioni istituzionali (Stato, Regioni, Autonomie locali), attraverso atti programmatici rivolti ad orientare l‟azione dei servizi sanitari, dei servizi sociali, del volontariato e del privato sociale.

Accanto alla diffusione epidemiologica dei disturbi psichici, sempre più rilevante è l‟emergere dei “nuovi bisogni“ in un scenario sociale e sanitario mutato, che in psichiatria sempre interagisce profondamente con le metodologie e i sistemi diagnostici, terapeutici, riabilitativi, preventivi.

In particolare vanno evidenziate le seguenti aree di bisogno prioritarie:

• disturbi psichici gravi all‟esordio e salute mentale nell‟adolescenza e nella giovane età adulta

• disturbi dell‟umore, suicidi e tentati suicidi in tutte le età della vita • disturbi del Comportamento Alimentare in età evolutiva e nell‟adulto

• disturbi psichici correlati con le dipendenze patologiche e i comportamenti da abuso • disabilità complesse e disturbi psichici correlati in età evolutiva e adulta

• disturbi psichici “comuni”

• disturbi psichici correlati alla patologia somatica specialmente ad evoluzione cronica • disturbi psichici nell‟anziano

• disturbi psichici dei detenuti, degli internati e dei minori sottoposti a provvedimento penale

• disturbi di personalità

• salute mentale del paziente adulto con disabilità intellettiva • salute fisica del paziente psichiatrico

I punti critici da affrontare per superare l‟eccessiva disomogeneità regionale sono i seguenti. • l‟insufficienza dei servizi per i minori, con i problemi emergenti dell‟età

adolescenziale e dei gravi disturbi psichici all‟esordio;

• l‟area dipendenze patologiche e doppie diagnosi, con la necessità di attuare percorsi clinici adeguati e organicamente integrati nell‟ambito dei DSM, a cui i SERT dovrebbero di norma afferire;

• la missione assistenziale delle cosiddette Case di cura private accreditate di neuropsichiatria, che in molte realtà svolgono una funzione importante ma scollegata dai DSM;

107 • la carenza di indirizzi omogenei di assetto strutturale e di funzioni dei CSM con l‟attivazione di percorsi di cura diversificati per bisogni e tipologia di pazienti, maggiore flessibilità organizzativa e possibilità di centri specialistici;

• la differenziazione dell‟offerta residenziale per livelli di intensità riabilitativa (alta, media, bassa), grado di assistenza, tempi di degenza e tariffe;

• il rapporto del DSM con enti locali, servizi pubblici e privati, terzo settore e associazioni, promuovendo il coordinamento di tutto il lavoro per la salute mentale nell‟ambito complessivo dell‟integrazione socio-sanitaria;

• le carenze conoscitive e operative per i problemi della psichiatria negli istituti di pena e il percorso di superamento degli OPG;

• il tema dei comportamenti che destano allarme sociale;

• la carenza di indirizzi sulla psichiatria di liaison e il rapporto con la medicina generale (es. disturbi dell‟anziano).

Un tale quadro di problemi necessita di essere affrontato in maniera organica all‟interno di un nuovo piano di azioni che costituirà Atto di Intesa fra lo Stato, le Regioni e Province Autonome.

B.7 Dipendenze patologiche

B.7.1 Abuso di alcol

In Italia cresce la diffusione di comportamenti a rischio lontani dalla tradizione nazionale, quali i consumi fuori pasto e in quantità non moderate, le ubriacature e il binge drinking, soprattutto tra i giovani. Il 9,4% della popolazione consuma alcol quotidianamente in quantità non moderate e il 15,9% lo consuma senza rispettare le indicazioni degli organi di tutela della salute. Comportamenti particolarmente a rischio quali il binge drinking sono diffusi in particolare nella popolazione maschile di 18-24 anni (22,1%) e di 25-44 (16,9% ). Risulta in costante aumento la prevalenza delle donne consumatrici. I giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 10% degli utenti in trattamento nei servizi alcologici territoriali del SSN. E‟ elevato tra i giovani il numero di morti e feriti negli incidenti stradali, che si stimano correlati all‟alcol in percentuali variabili a seconda della fonte (nel 2007, 29.672 feriti di 30-34 anni e 432 morti di 25-29 anni). Gli incidenti stradali rilevati come causati da abuso di alcol hanno registrato quasi 2000 casi in più tra il 2006 e il 2007, nonostante la diminuzione del totale degli incidenti.

Attualmente le politiche del nostro Paese si inseriscono pienamente negli orientamenti strategici definiti nella Strategia dell‟Unione Europea per la riduzione dei danni alcolcorrelati, proposta dalla Commissione e approvata dal Consiglio dell‟U.E. nel novembre 2006. Nelle Regioni è da tempo maturata una cultura istituzionale che ha notevolmente rafforzato il sistema di misure programmatiche e organizzative per contrastare i problemi derivanti dall‟uso dannoso di alcol, soprattutto in relazione ai giovani.

Gli obiettivi da perseguire nel triennio sono:

• operare a livello culturale per modificare correttamente la percezione del bere in quanto comportamento a rischio, e diffondere informazioni precise e univoche sul rischio connesso;

108 • adottare politiche e azioni di prevenzione mirate in relazione alle peculiari implicazioni di rischio che il bere comporta nelle diverse fasce di popolazione, con particolare riferimento agli anziani, ai giovani e alle donne;

• adottare politiche e azioni di prevenzione mirate in relazione a peculiari condizioni di vita e di lavoro, con particolare riferimento alla guida, alle attività lavorative, alla gravidanza, alla condizione di dipendenza;

• promuovere l‟identificazione precoce e l‟intervento breve per la prevenzione dei problemi alcolcorrelati nella medicina di base e nei contesti lavorativi;

• accrescere la disponibilità e l‟accessibilità di appropriati trattamenti per i soggetti con comportamenti di grave abuso e per gli alcoldipendenti, predisponendo percorsi che garantiscano la continuità della presa in carico, l‟integrazione con i servizi sanitari contigui e con i servizi sociali, la valutazione di efficacia degli interventi;

• sostenere il monitoraggio e la sorveglianza in relazione al consumo, all‟impatto del consumo dannoso sulla salute e sui servizi socio-sanitari, alle politiche di contrasto attivate.

B.7.2 Tossicodipendenze

La strategia dell'UE in materia di droga affronta un fenomeno complesso la cui risoluzione richiede un'impostazione di lungo respiro. La strategia si concentra sui due aspetti principali della politica antidroga, ovvero la riduzione della domanda e la riduzione dell’offerta di stupefacenti, e affronta i tre temi trasversali del coordinamento, della cooperazione internazionale e delle attività di informazione, ricerca e valutazione. Le politiche del nostro Paese si inseriscono pienamente negli orientamenti strategici definiti nella Strategia dell‟Unione Europea.

In Italia nel corso del 2008, sono stati presi in carico dai 488 Servizi pubblici per le tossicodipendenze rilevati 167.674 pazienti con un rapporto M/F pari 6.2 e un‟età media di 32 anni. I pazienti considerati sono in maggioranza assuntori di eroina (70.2%). L‟uso di cannabinoidi e di cocaina come sostanze primarie per le quali si richiede un trattamento è aumentato nel tempo (rispettivamente 15.1% e 8.8%).

La Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze 2009 stima in circa 210mila i tossicodipendenti da oppiacei problematici, eroina e amfetamine presentano un trend inverso rispetto a cocaina e cannabis; i rispettivi consumi, dichiarati negli ultimi 12 mesi sarebbero in calo in tutte le fasce di età prese in considerazione nel 2008 rispetto al 2000. Il poli-consumo risulta tuttavia in aumento. E‟ evidente una generalizzata e consolidata bassa e in molti casi “assente” percezione del rischio tra i più giovani.

Appare, pertanto, necessario attivare, una maggiore concertazione e condivisione di obiettivi fra tutte le istituzioni centrali, regionali e locali, pubbliche e private, coinvolte, al fine di rendere omogenee le politiche di contrasto alla droga tenendo conto delle diversità territoriali. In particolare, è necessario:

• razionalizzare le modalità di presa in carico, creando percorsi e programmi di intervento differenziati per tipologie di pazienti, in rapporto ai bisogni sanitari e sociali. Implementare la collaborazione fra servizi per garantire tutte le prestazioni necessarie;

109 • creare le condizioni per un coordinamento fra i vari servizi sanitari per una globale tutela della salute dei soggetti interessati (comorbilità psichiatrica, malattie infettive ecc.);

• implementare le azioni di prevenzione secondaria e terziaria, tramite ad es. il potenziamento di unità mobili (unità di strada) e i centri di prima accoglienza (servizi a bassa soglia), con il coinvolgimento delle farmacie nella realizzazione di interventi di rete;

• implementare gli interventi di prevenzione primaria, basati su prove di efficacia, che devono articolarsi in interventi “universali” (diretti alla popolazione generale) e “selettivi” (diretti a target mirati della popolazione giovanile);

• implementare le conoscenze professionali sugli effetti delle nuove sostanze di abuso e, conseguentemente, sulle strategie di prevenzione e di trattamento;

• implementare negli operatori la cultura della valutazione degli interventi (qualità organizzativa, qualità di processo, qualità di esito).

E‟, inoltre, fondamentale implementare gli interventi preventivi, sia rivolti all‟intera popolazione, sia mirati a popolazioni target (ambienti di vita e di lavoro), facendo soprattutto leva sulle famiglie e la scuola, “agenzie” uniche e insostituibili per l‟educazione dei giovani.

Nel documento Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (pagine 106-109)