• Non ci sono risultati.

L’isola del tesoro di Stevenson

Il romanzo e il racconto d’avventura

4.6 L’isola del tesoro di Stevenson

Il romanzo più noto di Robert L. Stevenson non può semplicemente definirsi come un romanzo per ragazzi; tale opera ha segnato l’immaginario collettivo sulla figura del pirata fino ai giorni nostri e sul giovane eroe bambino che si forma e

66

cresce: infatti, la giovane età e il percorso del protagonista lo rendono un esempio perfetto di “romanzo di formazione”.

Il lettore cresce con Jim Hawkins, voce narrante e protagonista, seguendo il ritrovamento della mitica mappa del tesoro e le avventure di un ragazzo che ama il viaggio e il mare e quindi l’avventura. Altro indiscusso protagonista che emerge con assoluta chiarezza nel romanzo è quella di Long John Silver, pirata e cuoco con una gamba sola, un pappagallo sulla spalla e una personalità sostanzialmente doppia; è il personaggio che attira la partecipazione del lettore in maniera notevole, sia quando appare materno e buono nei confronti del giovane Jim, sia quando appare diabolico, ribaltando del tutto il punto di vista del lettore tra sorpresa e delusione.

Come scrive H. L. Smith, Stevenson con L’isola del tesoro non scrisse solo “una grande storia di pirati” ma esercitò anche una grande influenza sulla successiva letteratura per ragazzi, orientandola a dare più ampio spazio alla lettura. Jim, pur non essendo un personaggio memorabile, narra però la storia in prima persona e il piccolo lettore può identificarsi con esso, “vivere le scene avventurose che egli descrive e fare la conoscenza della strana compagnia a bordo dell’Hispaniola”. La storia non è semplicemente una sequenza di eventi eccitanti, ma è un crescendo di avventure che formano il ragazzo e così il lettore al coraggio: lettore e ragazzo crescono insieme.62

Robert L. Stevenson (1850-1894) pubblica nel 1883 L’isola del tesoro, il libro è stato scritto per il figlio della moglie per mostrargli un affetto quasi paterno.

67

Il protagonista Jim Hawkins, come avviene in quasi tutti i romanzi dell’autore, è un ragazzo coraggioso ed onesto che racconta sotto forma di diario quella che è stata la sua avventura.

Jim è il figlio del proprietario della locanda Ammiraglio Benbow a Bristol. Tutto sembra andare per il meglio fino all’incontro con il pirata Billy Bones e il suo baule.

L’uomo, che si presenta alla locanda, spaventa molto il ragazzo con il suo aspetto tanto da diventare il suo peggior incubo:

Alto, poderoso, bruno, con un codino incatramato che gli ricadeva sul colletto, dalle unghie rotte e orlate di nero; e attraverso la guancia, il taglio del colpo di sciabola d’un bianco livido e sporco.63

Non saprei dire come questo personaggio fosse diventato l’incubo dei miei sogni. Nelle notti di tempesta, quando il vento scuoteva i quattro canti della casa e i cavalloni infuriati mugghiavano lungo la cala e contro le rupi, io me lo vedevo apparir dinanzi in mille forme e con diaboliche espressioni. Ora aveva la gamba tagliata fino al ginocchio, ora fino all’anca; ora con una gamba sola, e questa nel bel mezzo del corpo. Vederlo saltare, correre e inseguirmi scavalcando siepi e fossati, era il più tremendo degli incubi.64

63 R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, Mondadori, Milano, 1994, p. 27. 64 R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, cit. pp. 28-29.

68

Da questo incontro, Jim si impossesserà della mappa del tesoro appartenuta al terribile pirata Capitano Flint, e incominceranno le avventure del giovane che salperà con una goletta al quale daranno nome di Hispaniola. Fra l’equipaggio non sono presenti solo marinai fedeli all’armatore Trelawnwey, ma anche dei pirati guidati da Long John Silver, intenzionati ad impossessarsi del tesoro.

I pirati di Stevenson sono diversi da quelli descritti da Salgari, in quanto incarnano lo stereotipo del pirata senza scrupoli, alla continua ricerca di avventure e di denaro, pronti ad uccidere e a pensare solo a se stessi. Tutto questo è incarnato da Long John Silver, ammirato ma temuto da tutti, vecchio bucaniere, gamba di legno, ha un pappagallo e si esprime con un linguaggio del tutto particolare:

Egli aveva la gamba sinistra tagliata fino all’anca, e sotto l’ascella sinistra portava una gruccia della quale si serviva con prodigiosa destrezza saltellandovi sopra come un uccello. Era alto di corporatura e robusto, con una faccia larga come un prosciutto, scialba e volgare, ma rischiarata da un intelligente sorriso.65

Il personaggio, oltre ad incarnare lo stereotipo del pirata sia nell’aspetto che nel comportamento, diventa l’antagonista della storia, il “nemico” di Jim, dal quale il giovane si dovrà sempre guardare per i continui voltafaccia del pirata, nelle varie situazioni di pericolo.

Il libro piace molto al pubblico giovane, per l’atmosfera ma anche proprio per il coraggio dimostrato dal giovane in situazioni pericolose. Angelo Silvio Novaro,

69

curatore dell’edizione dell’Isola del tesoro per la casa editrice Mondadori, afferma che leggendo il libro da ragazzo ‹‹sognava di essere visto come Jim, intrepido, agilissimo, invulnerabile››.66

H.L Smith a proposito di Long John Silver afferma che “i ragazzi, come gli adulti, preferiscono i personaggi forti e pittoreschi come questo pirata spietato, terrificante eppure, in qualche modo, simpatico. La sua personalità cresce nella mente dei ragazzi fino a diventare reale: al confronto, i pirati di altri libri appaiono come tanti pezzi da palcoscenico. Il lettore non ha modo di penetrare nella mente dei pirati, di conoscerli come Stevenson gli fa conoscere Long John Silver. I personaggi diventano vivi per il lettore, perché egli conosce il loro modo di pensare a cui gli avvenimenti del racconto sono strettamente connessi.”67 Il lettore dell’Isola del tesoro di Stevenson non dimenticherà mai quel pirata terrificante e simpatico al tempo stesso, “un personaggio che grazie alla magia alchimistica di Stevenson sarà sempre per lui il pirata dei pirati.”68

Trattandosi di un’opera per ragazzi, vi sarà un lieto fine per tutti i personaggi. Jim e l’equipaggio, aiutati da Ben Gunn, un ex-pirata abbandonato anni prima sull’isola, riusciranno a trovare il tesoro: una parte dei pirati, a loro volta, verrà abbandonata sull’isola con munizioni e provviste, mentre Long John Silver riuscirà a scappare con qualche ghinea del tesoro.

66 R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, cit. p. 8. 67 H. L. Smith, Uomini, ragazzi, libri, cit. p. 175. 68 Ivi, p. 50.

70