• Non ci sono risultati.

L’ Istria: terra di confine tra Croazia ed Europa

Nel documento DOTTORANDO: ADRIANA HRELJA (pagine 155-159)

Capitolo IV La Cooperazione Transfrontaliera

2. L’ Istria: terra di confine tra Croazia ed Europa

si tratta di cooperazione tra regioni poste all’interno dell’UE o non e, precisamente, possiamo distinguere:

- cooperazione tra regioni europee che rientravano nell’obbiettivo 1 - regioni europee dell’interno av

determinati problemi (ex Obiettivo 2 e 3)

- regioni di confine sui confini di paesi candidati e sui nuovi confini esterni dell’UE

- regioni di confine sui confini marittimi. Tali regioni possono anche sovrapporsi, m determinati criteri che le contraddistinguono,

sviluppo e lo status assegnato dall’UE, la posizione dei confini dell’UE, le caratteristiche geografiche naturali; i fattori che segneranno l’indirizzo di sviluppo della cooperazione.

348 „Cooperazione (tra autorità regionali e locali) per lo più in settori singoli (non in ogni ambito della vita) e coinvolgente solo attori selezionati”. Ibid.

349 Cooperazione tra paesi (solo alle volte le regioni sono invitate a parteciparvi) con particolare attenzione a materie particolari (per esempio, lo svi-luppo regionale) legate ad aree vaste e connesse fra loro; l’organizzazione è solitamente ancora in via di costruzione e il legame con altre realtà simili è raro, ma ci sono vari approcci all’interno di un framework di organizzazioni internazionali (per esempio, il Consiglio) . Ibid.

La regione Istria è diventata caso di diversi studi in quanto si dall'inizio all'indipendenza dello Stato Croato si è presentata come una regione che si differenziav

politica dell'HDZ (Partito su base

etnica, promotore dell' 351

d

a dal resto della Croazia, sia in campo politico che sociale e culturale, tanto da creare delle tensioni spaziali tra la dimensione dell’identità nazionale (che si collega a fattori etno culturali forti, quali l’attaccamento al suolo, che vanno a toccare i sentimenti della gente attraverso la creazione di una coscienza collettiva, “memoria teritorializzata” secondo A. Smith) e dell’identità statale (che include aspetti territoriali ed istituzionali ed è volta ad inglobare la popolazione in un unico ordinamento politico legislativo). Come già noto, si tratta di una regione di confine che geograficamente si divide tra tre stati, Italia, Slovenia e Croazia. La parte croata è suddivisa amministramene in due contee (Županiej) Istriana (con Pisino capoluogo, Parenzo capitale storica e Pola centro commerciale e culturale) e per una piccola parte dalla Županija Montano-litorale con Abbazia, Matuglia, Castavo e altri comuni situati nella parte orientale (da aggiungere anche le isole di Cherso e Lussino, con le quali l’Istria condivide una storia comune). E. Cocco nella sua opera da una chiara analisi della percezione dell’identità in Istria, e precisamente dice che: “…le

popolazioni che vivono in regioni periferiche come l’Istria, dove le istituzioni centrali sono percepite come lontane e si è quotidianamente esposti alle molteplici influenze trans-frontaliere, l’identità di frontiera funge da strumento mimetico finalizzato alla gestione della tensione nazionalità-cittadinanza….essa non si oppone all’identità statale/nazionale ma trasferisce la tensione in un contesto in cui l’appartenenza territoriale …depotenzia la carica conflittuale delle contrapposizioni etno-nazionali subordinandole al genius loci”350.

Al inizio della neonata Repubblica Croata, l'Istria era l'unica regione croata dove il nazionalismo e l'etnocentrismo propri della

indipendenza croata guidato da Tudman , primo presidente

350 E. Cocco, „Mimetismo di frontiera“, op.cit. p.8

Va ricordato pure come tale identità di frontierà viene spesso percepita dalle elite politiche locali quale simbolo/strumento per la richiesta di un autonomia regionale.

oati. L'etnia precedeva la cittadinanza, e quindi non si teneva conto dei i. Tali persone „pure“ venivano esaltate e definite i tutti i veri croati, tanto che gli 351 Secondo la logica portata avanti da Tudman, l'idea di nazione si andava a legare con elementi etnici puri che definivano l'essere cr

valori civici quanto al fatto di essere etnicamente pur

Veliki Hrvati (grandi croati) di cui primo rappresentante era il presidente Tudman stesso. In tale logica per essere un buon croato si doveva far parte dell'HDZ, unico partito d

della stato indipendente Croata), non sono riusciti a raccogliere forti consensi, anzi, durante le prime elezioni multipartitiche nella regione la maggioranza dei voti venne data al SDP (partito creatosi dall'ex Lega dei comunisti seguendo le linee politiche delle socialdemocrazie occidentali). Causa la decisone di collaborare con l'HDZ, l'SDP perse le simpatie della gente risiedente nella Regione Istria, la quale si riconobbe in un nuovo partito, la Dieta Democratica Istriana (IDS/DDI)352,che nel 1992 vinse con maggioranza assoluta alle elezioni politiche e nel 1993 per l'autogoverno locale, a guida delle Regione incessantemente da allora. L'IDS è un partito regionalista, orientato verso politiche per la convivenza tra cittadini appartenenti alle diverse nazionalità presenti nell'area (croati, italiani, serbi, sloveni, bosniaci, albanesi, ecc), e in direzione dell'integrazione europea. Causa tali posizioni, l'Istria venne ritenuta per anni Regione „nera“ in uno stato guidato da politiche fortemente nazionalistiche, anche perché, contrariamente alla maggioranza di governo, la politica della regione istriana era sempre propensa verso l'integrazione europee e volta alla cooperazione non solo con le regioni europee, ma anche con gli altri stati balcanici in vari livelli economici, culturali, ambientali, ecc353. Questo altri partiti venivano percepiti e presentati alla popolazione non quale semplice opposizione politica ma quale nemico interno dell'unità nazionale.

352 “La presidenza del partito appartiene ad Ivan Jakovic, commerciante originario di Pisino, fin dal 1992. Dalla costituzione del nuovo governo di centrosinistra (governo Racan) - avvenuta con le elezioni dal gennaio 2000 - fino all'estate scorsa, l'IDS ha fatto parte della coalizione di maggioranza...nel 2001 l'IDS decide di uscire dall'alleanza di maggioranza, in quando il governo "congela" qualsiasi decisione relativa al nuovo Statuto della Contea istriana. L'impostazione di questo statuto prevedeva la concessione alla regione istriana di un'autonomia superiore a quelle in vigore nelle altre contee croate, e l'introduzione di una novità che ha rappresentato il principale motivo di dissenso che ha portato l'IDS ad uscire dal governo. Si tratta dell'inserimento dell'uso ufficiale del bilinguismo (croato e italiano), che secondo lo statuto presentato al parlamento sarebbe divenuto d'uso in tutta la regione...fuorché nei comuni dove non risiede una minoranza italiana...il Governo sospese tali articoli, come puri quelli in cui si definiva l'identità regionale come valore meritevole di particolare attenzione, e la possibilità di costituire associazioni transregionali che oltrepassano i confini di Stato“ . Le questioni riferenti lo statuto caddero in secondo piano dato il problema dei confini sul mare, e sopratutto le zone di pesca, tra la Slovenia e la Croazia( Il problema del confine tra Slovenia e Croazia e tuttora aperto, anzi i rapporti tra i due paesi sono tesi più che mai tanto che la Slovenia ha deciso di bloccare il percorso europeo della Croazia finche la questione confinaria non sarà risolta.), risoltesi poi attraverso vari accordi. Infatti oggi in Istria diversi Comuni sono bilingui, mentre la richiesta di una maggiore autonomia regionale (sopratutto per ciò che concerne i tributi e le tasse) rappresenta tuttora uno degli obbietti principali da raggiungere. Oltre l’autonomia ( e non il separatismo come veniva presentato negli anni di guerra) e la creazione di un Istria transfrontaliera, la Dieta si è mossa per de-militarizzare la penisola

http://www.osservatoriobalcani.org/article/archive/44 www.ids-ddi.com

353 E’ infatti presente sul territorio della Regione l’A

antagonismo tra centro e periferia ha accentuato ancor di più i sentimenti regionalisti, tanto da trasformare il senso di istrianità quale base e bandiera del vivere quotidiano della Regione. Infatti, nello statuto della Regione Istria (presentato nel capitolo VI ) si legge che l’Istria è una comunità plurietnica, pluriculturale e plurilingue, nella quale si riconosce e tutela la libertà dei cittadini; quindi per sentirsi istriano non è importante l’appartenenza etnica ma il senso di legame con la terra. Accade invece l’inverso a livello nazionale, in quanto nella Costituzione croata (creata durante il governo dall’HDZ), si mette in risalto il forte legame tra nazionalità e Stato, definito come l’obiettivo di una aspirazione millenaria della nazione croata; il fine è mobilitare politicamente (in base etnica) la nazione. Centrale è l’appartenenza etnica e non territoriale354.

Il perché di tali scelte della popolazione risiedente in questi territori va ricercata nella storia di queste terre, spesso governate da stati diversi, che hanno portato

bella e grafico 10 Movimenti della popolazione in base alla azionalità

alla creazione di una memoria collettiva ed un identità legata più al territorio, alla cultura e alla storia comune che all'appartenenza etnica, linguistica o religiosa. Il fatto di essere una terra di confine, spesso soggetta a divenire parte di stati diversi, a portato che le popolazioni di etnia diversa risiedenti in Istria, per fare fronte ai nuovi sovrani, scoprissero la forza che giaceva nella comune tolleranza e nella cooperazione355. La tabella sottostante mostra chiaramente come le percentuali di popolazioni appartenenti ad una o l’atra nazionalità siano variate nel tempo, ma tuttavia, stanno anche ad rappresentare una costante di multiculturalità presente nella Regione.

Ta n

coordinamento con l’Associazione delle Agenzie della democrazia locale, nel sud-est europeo. Tali agenzie sono sostenute dal Consigli Europeo, in quanto sono volte alla promozione della democrazia locale, attraverso il sostegno a gemellaggi e a pratiche di cooperazione transnazionale. http://www.lda-verteneglio.hr/

354 Cocco E., op.cit. p14

355 Anche se vi sono stati diversi scontri tra le etniee, la cooperazione è la caratteristica di questi territori. Però non va dimenticato uno degli episodi storici più scuri di questi territori, l’esodo delle popolazioni italiane o dichiaratesi tali che abbandonarono la regione per paura o costrette dal regime comunista., trasformando, in pochi mesi, la struttura etnicha della regione

FonteBanovac B (1997) “Društvena Pripadnost, Identitet, Teritorij”, Pravi fakultet Rijeka, p.118

Nel documento DOTTORANDO: ADRIANA HRELJA (pagine 155-159)